I medici specialisti contro Ceriscioli:
«Anni per costruire, attimi per distruggere»

SANITA' - Il grido d'allarme del Cimo, il sindacato dei dottori ambulatoriali: «La pandemia sta passando e come previsto i poliambulatori non hanno retto all’onda d’urto dei pazienti. Ci siamo stufati di fallimenti, di fondi alla sanità privata e di cattedrali nel deserto inutili»
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Il dottor Luigi Venanzi

 

«Anni per costruire, attimi per distruggere. Questo è il sentimento di desolazione che si avverte entrando nei poliambulatori della regione Marche. La pandemia sta passando e come previsto i poliambulatori non hanno retto all’onda d’urto dei pazienti, in attesa da mesi di visita, che si sono recati al Cup: prenotazioni sballate, pazienti spazientiti». E’ il grido di allarme del dottor Luigi Venanzi , coordinatore nazionale Cimo, sindacato dei medici specialisti ambulatoriali, che mette nel mirino la gestione della sanità nelle Marche.  «Francamente – continua – ci siamo stufati di fallimenti, di fondi alla sanità privata e di “cattedrali nel deserto inutili”, più volte abbiamo detto che la Cimo non accettava l’ipotesi della semplificazione dell’acquisto di prestazioni dal privato se il prezzo era quello di rinunciare al rilancio della sanità pubblica. I fatti purtroppo ci hanno dato ragione  e in più resta il rammarico che  l’emergenza Covid, poteva essere l’occasione per ripensare a una sanità pubblica che da troppi anni è stata trascurata, depotenziata, definanziata, che ha creato soltanto poliambulatori incapaci a reggere, sotto il profilo tecnologico, la concorrenza della sanità privata. Il Governatore insiste nel dire che l’organizzazione del territorio è a posto tanto che entro agosto 2020 saranno evase 120000 prestazioni. Bontà sua, perché lo smaltimento delle liste di attesa non si ottiene dilatando l’orario di apertura dei poliambulatori fino a notte fonda, ma con il programmare gli aumenti di ore per nuovi incarichi di specialistica, con nuova edilizia, fattori che avrebbero dato un forte contributo allo smaltimento delle numerosissime prestazioni in sospeso». Secondo il Cimo dunque bisognerebbe  «pensare alla modernizzazione delle strutture territoriali e ospedaliere a partire dall’edilizia, fino alle tecnologie proiettate verso l’intelligenza artificiale, all’interno di ragionamenti che escludano tentazioni campanilistiche, potrebbe essere un modo di proiettarsi in progetti di sanità del futuro e più vicina al cittadino. Se la gestione di questa pandemia ha definitivamente messo a nudo i difetti del nostro sistema sanitario regionale, si è anche dimostrato quanto siano concreti i limiti di un’autonomia decisionale con l’esclusione fin dall’inizio delle oss. Su queste basi – conclude Venanzi – abbiamo chiesto alla Regione e all’Asur la convocazione urgente di un un tavolo negoziale con tutte le oss del territorio per mettere insieme, il massimo delle competenze».



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