Anna Ascani ospite di Cna
di Mauro Giustozzi
Le risorse per l’edilizia scolastica, gli interventi per riaprire le scuole a settembre, il trasporto locale da rivoluzionare. E anche i centri estivi e centri per l’infanzia che si apprestano ad aprire. Sono i temi che sono stati affrontati nella videoconferenza organizzata dalla Cna Macerata-Ascoli e Fermo a cui ha partecipato la vice ministra all’Istruzione, Anna Ascani.
Con l’emergenza coronavirus il sistema scolastico italiano ha dato indubbia prova di sapersi totalmente ripensare. Dirigenti, insegnati, studenti e famiglie sono stati capaci in pochi giorni di fare un salto nell’era digitale come nessuno poteva prevedere prima. La didattica a distanza, o d’emergenza come è stata chiamata, ha fatto il possibile, cercando di colmare l’improvvisa mancanza della scuola così come tradizionalmente concepita. Ma l’obiettivo imprescindibile è riaprire gli istituti scolastici a settembre. Ci si riuscirà? Un interrogativo che ha portato ad ascoltare le parole della Ascani anche diversi sindaci e amministratori locali preoccupati di far fronte ad una situazione non ancora completamente chiara sul come fare e con quali risorse.
«Siamo in una fase di ricognizione nelle varie regioni per capire, comune per comune, qual è lo stato delle scuole e quali interventi di debbono fare perché la sfida di riportare gli alunni in classe a settembre la dobbiamo assolutamente vincere –ha esordito la vice ministra all’Istruzione-. In questi giorni si è parlato di plexiglass, visiere e altro. Un dibattito che rispetto, ma che credo rischi di confondere in un momento che è di per sé già molto complicato. Abbiamo pochissimo tempo per individuare con gli enti locali gli spazi aggiuntivi che serviranno per garantire il distanziamento e la sicurezza. Rispettare il criterio del metro di distanza in aula tra studenti vuol dire garantire due metri quadrati ad alunno nelle classi: difficile ma non impossibile nelle nostre strutture. Siamo chiamati a prendere in fretta delle decisioni su organici, orari di ingresso e uscita scaglionati che permettano di evitare assembramenti. Anche in questo ambito autonomia e comunità locali conteranno moltissimo, ma occorre accompagnare le singole realtà perché nessun dirigente e nessun ente locale venga lasciato solo a gestire le difficoltà».
Luciano Ramadori
Pungente l’intervento del direttore della Cna, Luciano Ramadori, che ha chiesto esplicitamente alla Ascani come sia decisivo che «nella Fase 3 si cerchi di puntare su quell’edilizia leggera che sia in grado di consentire entro settembre che aule, ma soprattutto laboratori ed officine dei nostri istituti tecnici, possano accogliere i ragazzi per la ripresa dell’attività scolastica». Sul fronte delle risorse l’esponente del governo ha indicato quelle che sono state già individuate e disponibili non lesinando il fatto che risorse aggiuntive ci saranno nel caso delle necessità che usciranno fuori dopo questa ricognizione nella penisola che è in atto. «Per gli interventi edilizi per sistemare gli istituti – ha detto la Ascani – sono stati già stanziati 330 milioni di euro che contiamo di affidare entro giugno alle varie scuole in modo che si possano svolgere i lavori in luglio ed agosto. A questi si aggiungono 40 mila euro di dotazione ad ogni istituto scolastico per acquistare dispenser igienizzanti, arredi, banchi singoli. Non c’è una soluzione unica per affrontare il problema: ma ogni istituto ha una sua specificità e bisognerà tenerne conto risolvendo quella criticità in quel determinato plesso scolastico. Faccio l’esempio di una classe di 26 alunni: se non ci saranno i metri quadrati sufficienti per il distanziamento le soluzioni potranno essere quelle di spostare la classe in un sito esterno per non dividerla oppure dividerla ma in questo caso dovremo avere a disposizione un organico di docenti molto più ampio».
Altra problematica emersa è quella che riguarda il trasporto scolastico che sarà investito da una doppia criticità: quella del distanziamento tra studenti e dei diversi orari di ingresso a scuola. «Su questo sta lavorando la collega De Micheli – ha detto la vice ministra – con l’intenzione di dare risorse ed un supporto fattivo ai comuni che dovranno gestire questa fase: anche in questo caso non c’è un’unica soluzione calata dall’alto, in quanto ci sono plessi scolastici con 300 alunni e altri con 1300 studenti. Dovranno essere tavoli territoriali ad individuare quelle che sono le soluzioni migliori da adottare. Sul fronte dei centri estivi e per l’infanzia giovedì ci sarà da parte del ministero della Salute una modifica al Dpcm che acquisirà il parere favorevole del Cts sulla riapertura di questi centri che sarà possibile proprio in virtù di questo intervento che verrà preso nelle prossime ore». Richiamata dagli impegni governativi la Ascani ha poi lasciato la videoconferenza che è proseguita con l’intervento di Simone Malavolta dell’ufficio Sicurezza sul lavoro di Cna, che ha illustrato il protocollo Covid 19 per l’apertura dei centri estivi, un tema molto sentito non solo dagli operatori del settore ma anche da molte famiglie che hanno intenzione di far frequentare questi centri nelle prossime settimane ai propri figli ma che dovranno attenersi a regole molto stringenti sia nel portare che poi riprendere i bambini.
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Gli ultimi studi dicono che gli asintomatici non infettano praticamente mai e che il virus sulle superfici sopravvive solo pochi minuti… ma allora è inutile fare tutto questo, o no?
Il filosofo Herbert Marcuse scrisse nel 1964 “L’uomo a una dimensione” (One dimensional man). Da quel dì abbiamo migliorato, siamo passati a ben due dimensioni.
@ Marini
Quello che dici è la “norma” per i virus come conosciuti fino a quattro mesi fa, poi si sono cominciate a mettere in dubbio tante certezze (quella del tempo di sopravvivenza del virus, parassita, fuori dall’ospitante ha raggiunto punte di parossismo, che tanta gente ha “buttato” soldi dalla finestra senza motivo 😉 ). Cmq siamo ancora nella fase di allarme arancione… vedremo come evolve.
Governo di pagliacci incapaci e ignoranti, assassini