Camerino, la direttrice dell’Asur:
«In tre giorni il Covid Hospital
ha quasi esaurito la potenzialità ricettiva»

SANITA' - Il punto di Nadia Storti sull'emergenza legata alla diffusione del Coronavirus nelle Marche

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Nadia Storti

 

di Claudia Trecciola

L’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta affrontando in seguito al rapido diffondersi del coronavirus giustifica la temporanea e straordinaria riorganizzazione dei servizi sanitari regionali e rende comprensibili le scelte operate da chi ci governa al fine di tutelare il bene più prezioso che abbiamo: la vita e quindi la salute della popolazione, innanzitutto. I tempi difficili e concitati nei quali ci si trova ad operare dovrebbero lasciare poco spazio alle polemiche perché ora è necessario salvare vite umane e impedire il propagarsi del virus. Ognuno di noi in questa battaglia senza tregua deve fare la sua parte, con responsabilità e senso civico per scongiurare conseguenze peggiori.
La direttrice generale dell’ Asur Marche Nadia Storti e il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni chiariscono le ragioni della scelta di Camerino come Covid Hospital.

Direttrice Storti, il bollettino di guerra giornaliero dei contagi e delle vittime nella nostra regione parla chiaro: ci spiega nel dettaglio i motivi tecnici della scelta di Camerino quale punto di riferimento per la provincia di Macerata per il coronavirus?
«Purtroppo siamo ancora nella fase di crescita della curva epidemica e in questi ultimi giorni dobbiamo gestire il raddoppio quotidiano dei casi, e quindi della necessità di posti letto di degenza ordinaria e posti letto di terapia intensiva. La scelta di Camerino quale Covid Hospital dell’Area Vasta 3 è nata dalla condivisione e valutazione del Gores (Gruppo regionale dell’emergenza sanitaria) e dell’Istituto superiore di sanità ed è dovuta al fatto che, mentre altri presidi richiedevano interventi strutturali e quindi non immediatamente fruibili, l’ospedale di Camerino ha impianti, tecnologie e spazi adeguati sia nelle aree di terapia intensiva e Utic, che nelle degenze ordinarie. La presenza di posti letto ad elevata intensità di cura garantisce, inoltre, le competenze professionali per la cura dei pazienti affetti da coronavirus. Si tratta comunque di un periodo che speriamo sia il più breve possibile, ricordo che la grande criticità è dovuta al fatto che la popolazione non ha anticorpi, essendo un virus nuovo, e quindi si ammala contemporaneamente un numero elevato di persone portando al collasso i servizi».

Forse Camerino non sarà sufficiente per ospitare i casi del maceratese e bisognerà attrezzare altri ospedali, si sta provvedendo in tal senso?
«Purtroppo, abbiamo già esaurito i due livelli organizzativi per trattare i pazienti affetti da infezione del coronavirus: il primo è stato quello di utilizzare solo i posti letto di terapia intensiva di isolamento e quelli delle malattie infettive, il secondo è stato quello di avere un Covid Hospital per Area vasta; quindi Camerino per l’Av 3, Pesaro e Fossombrone per l’Av 1, Chiaravalle e palazzina Malattie infettive di Ancona per AV 2, Malattie infettive di Fermo per AV 4 e rianimazione di San Benedetto per AV 5. Ora abbiamo, in tre giorni, quasi esaurito la potenzialità ricettiva di Camerino così come nelle altre aree vaste e si sta programmando per l’individuazione nel giro di pochissimi giorni di ulteriori Covid hospital per ogni Area vasta, lasciando almeno un presidio cosiddetto “pulito “ per ciascuna di esse per curare le restanti malattie. Per rendere meglio l’idea martedì pomeriggio avevamo 394 positivi, ieri 479, allora dobbiamo essere veloci più della diffusione della malattia e fare in modo che il virus finisca di circolare, evitando assembramenti e mettendo in pratica tutte le norme igieniche previste».

Direttore Maccioni, la popolazione teme che passata l’emergenza l’ospedale di Camerino non vedrà il ripristino dei reparti ora smantellati e subirà ulteriori ridimensionamenti. 
«E’ vero esattamente il contrario. L’ospedale sarà ancora più importante di prima e dotato di ulteriori tecnologie, in parte acquisite dalla Protezione Civile e in parte attraverso specifiche donazioni che si stanno concretizzando in questi giorni. Inoltre, a seguito della scelta fatta, abbiamo già disposto il potenziamento di alcuni servizi nel territorio che, passata l’emergenza, continueranno ad essere disponibili per la popolazione».

 

 



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