Da sinistra Maurizio Mangialardi, Flavio Corradini e Sauro Longhi
di Federica Nardi
Mentre la rosa di centrosinistra per le regionali si restringe, l’alleanza tra Pd e il resto della compagine resta appesa al filo della trattativa sui nomi, anche se il candidato scelto dalla direzione regionale dem, Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche), al momento sembra in pole. Oltre a lui ci sono i civici Sauro Longhi e Flavio Corradini messi sul piatto ieri sera da una parte del centrosinistra. Ma con Italia viva e Art.1 che hanno specificato che non ci saranno veti sui nomi (come anticipato ieri – leggi l’articolo), sembra vicina l’ipotesi di convergere su Mangialardi.
Massimiliano Sport Bianchini
Oggi nella comunicazione dell’incontro da parte degli alleati si nota l’assenza delle Liste civiche di Massimiliano Bianchini. Contattato da Cm, ha spiegato che «non firmeremo più note divise perché è finita una fase. Per noi adesso il tavolo è unico, non c’è più il Pd da un lato e gli alleati dall’altro: c’è il centrosinistra. L’incontro di ieri è stato positivo – dice Bianchini -. Ci sono candidature importanti. Mangialardi è un candidato credibile. Inoltre, se vogliamo tenere conto della percezione, si nota a livello nazionale e regionale un recupero del centrosinistra, recupero che vale anche per lo stesso governatore Luca Ceriscioli».
Nei giorni scorsi i Verdi avevano chiesto a Uniti per le Marche e +Europa di convergere su Mangialardi, con particolare riferimento al suo impegno da presidente Anci Marche sui temi ambientali. Scrivono Art.1, Azione, Diem 25, Italia in Comune, Italia Viva, Le nostre Marche: «Incontro interlocutorio quello di ieri sera. Sul tavolo della coalizione oggi ci sono tre nomi, Mangialardi proposto dal Pd, e Longhi e Corradini proposti dagli alleati, ognuno esprimendo le ragioni politiche della proposta. Il confronto va avanti lavorando per giungere ad una sintesi utilizzando quel grande senso di responsabilità che viene chiesto a tutti ed anche al Pd partito di maggioranza relativa, e con l’obiettivo di fornire una proposta più coinvolgente, più competitiva e più aperta possibile, per le Marche».
Fabio Pasquinelli
Salirebbe a bordo della coalizione anche “Dipende da noi” del docente Unimc Roberto Mancini, a patto però che il candidato sia un nome civico. Dicono no a Mangialardi anche i comunisti marchigiani del Pci, per voce di Fabio Pasquinelli, segretario regionale del partito con la falce e il martello e componente della direzione nazionale: «La scelta di Mangialardi è un atto di pericolosa sintonia con il controverso programma e i pessimi risultati del governo Ceriscioli. Bisogna mettere al centro dell’agenda politica la tutela e la promozione dei diritti sociali, del lavoro e dei beni comuni. Il governo della Regione negli ultimi due lustri si è caratterizzato per una preoccupante svolta a destra, in senso neoliberista, che è stata avviata con il secondo mandato Spacca ed è proseguita, in sostanziale continuità ma con maggiore aggressività, con la giunta dell’attuale governatore. L’elemento costitutivo di questo processo degenerativo, sul piano politico locale e nazionale, è stata l’esclusione della sinistra non solo dalle coalizioni elettorali ma, soprattutto, dall’agenda politica di governo». Per Pasquinelli c’è stata «una grave accelerazione della privatizzazione della sanità pubblica, con l’aumento di fondi di bilancio destinati alla sanità privata convenzionata e la dismissioni di importanti strutture ospedaliere e punti nascite sul territorio. La subordinazione del governo regionale agli interessi privati si è associata alla subordinazione ai governi nazionali segnati dall’ideologia liberista, come dimostrano le privatizzazioni dei servizi pubblici portate avanti dai comuni sotto la regia regionale. La crisi economica ha colpito duramente i nostri territori, un tempo economicamente floridi, causando una massiccia deindustrializzazione e l’incremento di disoccupazione e precarietà dei lavoratori. Di tale crisi hanno risentito direttamente, in termini di crescita finanziaria ed occupazionale, tutti i settori produttivi». I comunisti marchigiani puntano il dito anche sui «ritardi e le inefficienze del nel sostegno alle attività produttive e nella ricostruzione dei siti colpiti dal sisma del 2016. Ad oggi, non c’è un piano operativo e partecipativo di ricostruzione e rilancio dei territori terremotati».
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Massimiliano è coerente, è passato dal sostegno a Ceriscioli a quello di Mangialardi. Certo non me lo aspettavo!
Con Mattei, avevano portato dice sempre lui, Mattei, diecimila voti a Ceriscioli. Poi grossa lite perché Ceriscioli non ha voluto mantenere gli accordi presi. Adesso Mattei è passato alla Lega , vedendo in Ciarapica che viene da Alleanza Nazionale ma pronto a cambiare maschera un miglior interlocutore per scambi di regalie. Bianchini che rimane in carreggiata sceglie quel che resta della sinistra, cioè niente ma così ancora si chiama, perfettamente in linea con il passato. Con Mattei, dichiara sempre Mattei, avevano uno scopo ben preciso, non regalavano diecimila voti per sport. Adesso Bianchini sceglie Mangialardi, rimanendo politicamente coerente e non so quanti voti potrà portare da solo senza il vecchio socio e se anche stavolta ha qualcosa da chiedere in cambio. Sempre da dichiarazione di Mattei. In tal caso, io, lo definirei assolutamente coerente, ma se sceglie di stare con Mangialardi pretetendo da lui che faccia ciò che Ceriscioli non ha fatto mai, senza chiedere niente in cambio per se ma solo che faccia il governatore dei marchigiani e non del marchigiano che viene da Pesaro come per cinque anni si è impegnato Ceriscioli , fa la scelta che ritiene migliore. Così, se scegliesse qualsiasi altro, sempre per il motivo appena scritto, ben farebbe. Io, se dovessi scegliere mi terrei molto lontano dalle scelte di Mattei e anche da quelle di Bianchini, non fosse altro per quel proverbio dove si perdono peli ma non vizi.
La riunione che si è tenuta venerdì in Ancona della coalizione di sinistra, ha proposto tre nomi come candidati alla regione Marche, è venuto fuori un NO categorico a Mangialardi che il pd non vuole accettare.
La convergenza che alcuni giornali scrivono NON C’È, tanto è vero che si ripeterà un ulteriore incontro……tutto può accadere se alcuni partitini presenti alla fine cedono al pd, che non vede l’ ora di sparire dalla scena regionale candidando un uomo di partito anziché civico sbandierato e promesso fino a qualche giorno fa,la fissa non è ancora completa.
SITUAZIONE FLUIDA….C’E’, PERO’, UNA VOCE DI CORRIDOIO SECONDO CUI IL PD AVREBBE CONTATTATO UNA FALEGNAMERIA PER AGGIUNGERE CON URGENZA, ALLE POLTRONE DEL CONSIGLIO REGIONALE, UNA VENTINA DI STRAPUNTINI…..
Cari tutti e tutte, vedo che la voglia di far polemica non vi manca mai. Il sottoscritto e’ stato chiamato da una giornalista come correttamente riportato dall’articolo..Sinceramente ritengo in questo momento storico un po assurdo dividersi su questo….Stiamo nella piu difficile situazione sanitaria nel dopoguerra forse ancora non e’ chiaro a tutti e abbiamo una provincia nella regione che e’in piena zona cosidetta rossa…
Io mi sento di esprimere la solidarieta’ a tutti le persone anziane che vivono da sole nelle nostre terre e sono tantissime e anche a tutte le persone che stanno rischiando un posto di lavoro…
e sono ancora di piu…..
Il resto e’ noia…..
P.S. inoltre non e’ cosi difficile capire che probabilmente le elezioni verranno rimandate..
Si tornerà sull’argomento quando non dovremo più preoccuparci del Coronavirus.