di Alessandra Pierini
Tre bollini rosa per l’ospedale di Macerata che triplica nel biennio 2020-21 e due per l’ospedale di Civitanova. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere alle strutture che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie che riguardano l’universo femminile. La scala va da uno a tre. Rispetto al biennio precedente gli ospedali premiati sono aumentati, passando da 306 a 335. Gli ospedali che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, tre bollini, sono infatti passati da 71 dello scorso bando a 96 di questa edizione. 167 strutture hanno conquistato due bollini e 72 un bollino. Tra questi appunto Macerata che è passata da un bollino a tre. Un peso considerevole nell’attribuzione del riconoscimento è sicuramente quello apportato dal reparto di Ginecologia è Ostetricia di Macerata guidato dal dottor Mauro Pelagalli che proprio in questi giorni ha ottenuto anche il riconoscimento di Percorso diagnostico e terapeutici assistenziali.
Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione infatti la presenza di specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali focalizzati sulle caratteristiche psico-fisiche della paziente e infine l’esistenza di servizi relativi all’accoglienza e alla degenza della donna (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale).
E nell’ottica di massima attenzione alle esigenze della donna, il reparto di Ostetricia e Ginecologia ha iniziato l’iter per l’accreditamento al percorso dell’Unicef per l’allattamento.
«Sono step da raggiungere – spiega la formatrice ufficiale Beatrice Cirilli – sono 10 passi da seguire per accompagnare la mamma dalla gravidanza e fino ai primi due anni di vita del bambino. Un percorso che consente di diffondere l’idea che il latte materno è la migliore nutrizione per i piccoli, per condividere le buone pratiche di suzione e poi per sostenere la mamma anche nel momento in cui è ora di staccare il bambino. Insomma revisioneremo il comportamento di tutto il personale, dal portiere all’infermiera al medico. L’obiettivo è ricreare una cultura verso l’allattamento». «Bisogna cambiare mentalità per tornare alle origini» precisa l’ostetrica Fabia Pioli.
Sono già iniziati i corsi per formare il personale coinvolto. Il tempo per portare al termine l’iter può variare tra i due e i 4 anni e comprenderà verifiche sia sul personale che sulle mamme. Una bella sfida insomma per la quale i tre bollini sono un buon incoraggiamento.
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