Musicultura fa trenta:
Enrico Ruggeri matador,
la Pfm trascina (Foto)

MACERATA - Lo Sferisterio ha accolto ieri sera la prima del festival. Il cantante e presentatore milanese si è fatto valere nel tourbillon di generi diversi ed esibizioni dei finalisti. Al suo fianco Natasha Stefanenko che ha ricordato il suo esordio in tv con Fabrizio Frizzi. Il miglior testo a Luca Bocchetti, premio dei fonografici a Francesco Lettieri

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Lo Sferisterio nella prima serata di Musicultura

 

di Marco Ribechi

(foto di Fabio Falcioni)

E’ Enrico Ruggeri il primo vero vincitore della trentesima edizione di Musicultura. Il cantante e presentatore milanese, membro del comitato artistico di garanzia del festival, ha dimostrato di essere totalmente spontaneo e a suo agio sul palco dello Sferisterio di Macerata. Dopo un anno l’arena ha spalancato di nuovo le sue braccia per accogliere gli spettatori del concorso canoro dedicato al cantautorato italiano e il pubblico, come da tradizione, ha risposto in massa. Ruggeri ha dominato la scena fin dall’inizio quando ha aperto la serata sulle note de “Il mare d’inverno” catturando subito l’attenzione dei presenti e trascinandoli in una serata dai ritmi piacevoli, vivaci. Il più grande pregio della notte di musica è stato proprio il saper portare avanti la macchina per varie ore senza mai annoiare.

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Enrico Ruggeri

Merito anche della madrina del festival Natasha Stefanenko che, abituata a tempi televisivi, ha contribuito a non far abbassare la tensione sul palco, rischiando a volte di apparire un po’ fredda e metodica. La presentatrice ha comunque ancora tre giorni di tempo per vincere la sfida lanciata dal sindaco Romano Carancini e scoprire, entro la serata finale, che cosa sia in dialetto maceratese “lu rsumijo”. Mentre la Stefanenko ha ricoperto il ruolo dell’annunciatrice classica introducendo concorrenti e ospiti Ruggeri si è occupato delle interviste dimostrando molta empatia con i musicisti  grazie all’esperienza di una più che trentennale carriera.

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Lavinia Mancusi

Tornando alla gara la prima classifica parziale vuole Francesco Sbraccia con Tocca a me, Lavinia Mancusi con Ninù, Gerardo Pozzi con Badabum e Francesco Lettieri con La mia nuova età in testa alle momentanee preferenze del pubblico votante. A vincere il premio come miglior testo è Luca Bocchetti con la storia di Furius mentre il premio Afi – Associazione fonografici italiani – per sostenere la futura carriera artistica se lo aggiudica Francesco Lettieri. La competizione è ancora aperta e tutto nella seconda serata potrà essere ribaltato tenendo sempre in mente che, come è stato ricordato più volte durante la serata, gli otto finalisti devono già considerarsi vincitori essendo stati selezionati tra oltre 1500 artisti. A fare da sigla al trentennale di Musicultura l’azzeccatissima scelta de “La canzone popolare”, celebre brano di Ivano Fossati nella versione cantata da Mia Martini che ha accompagnato l’entrata e l’uscita del pubblico. Poi, prima di entrare nel vivo della gara con gli otto brani eseguiti in rapida successione fino alla pausa, è Enrico Ruggeri a raccontare il primo aneddoto: «Siamo al trentesimo anno ma ricordo bene il primo – spiega il cantante – quando tutto ebbe inizio in un teatrino forse più piccolo di questo splendido palco. Oggi grazie alle persone che ci hanno creduto, Musicultura è cresciuta tantissimo producendo talenti come Cristicchi, Mannarino, Mirkoeilcane, Renzo Rubino e tanti altri. I poeti di oggi sono i cantanti e qui in tanti hanno trovato spazio».

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Natasha Stefanenko con Fabio Frizzi

A ricordare Fabrizio Frizzi invece è Natasha Stefanenko che deve il suo esordio televisivo al programma “Per tutta la vita…?” proprio al fianco del presentatore scomparso. «Ricordo benissimo quegli anni di allegria e divertimento – spiega Fabio Frizzi, fratello di Fabrizio – e la stima che vi legava». «Sento la sua risata da lassù» risponde la Stefanenko guardando il cielo. Il primo degli ospiti è lo storico e intellettuale Giordano Bruno Guerri che, da un podio posto in platea, racconta la figura di Domenico Modugno e della sua Volare: «A Polignano a mare c’è una sua statua con le braccia aperte – spiega Guerri – è il gesto rivoluzionario che fece alla prima esibizione di Volare. Non sono molti i cantanti che hanno una statua ma quel suo brano oggi è il testo italiano più famoso all’estero, più di alcuni versi di Dante tanto che qualcuno vorrebbe usarlo per sostituire l’inno di Mameli che, con tutto il rispetto per il Risorgimento, parlando di vittorie schiave di Roma forse non rappresenta più lo spirito del paese».

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Gli otto finalisti

Le esibizioni live degli ospiti hanno anch’esse divertito il pubblico in sala nonostante la grande differenza di generi proposta. Prima il duo Coma_Cose che ha presentato un rap in stile cantautoriale considerando che proprio i cantanti del gruppo hanno ammesso di avere Battisti tra le fonti di ispirazione. Poi il Quinteto Astor Piazzolla, già straordinario nel concerto al teatro Lauro Rossi che ha saputo confermare le assolute qualità musicali anche sul ben più ampio palco dello Sferisterio. «Si dice che nessuno sia in grado di suonare le musiche di Astor Piazzolla se non Astor Piazzolla stesso – spiega Ruggeri – Oggi abbiamo qui un gruppo che da 20 anni porta avanti il progetto di divulgare e difendere la musica del maestro argentino, sono il meglio che il paese sudamericano possa offrire in campo musicale». E poi l’immancabile siparietto sulla sua sfegatata fede interista: «Da nerazzurro sono sempre sensibile agli argentini – scherza Ruggeri – un componente della band tra l’altro si chiama proprio Lautaro». Il Quinteto ha letteralmente stregato il pubblico a colpi di tango che sapevano di metropoli polverosa e frenetica anni’30, con le auto che sfrecciano nei boulevard e i baracci dei sobborghi densi di fumo e alcol.

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La Premiata Forneria Marconi

Infine il momento più atteso con la Pfm sul palco capitaneggiata dal suo leader storico Franz Di Cioccio incredibilmente vitale e trascinatore. Il doveroso ricordo in questo caso è a Fabrizio De Andrè che con la Premiata Forneria Marconi ha inciso un live rivoluzionario nella storia della musica italiana amalgamando cantautorato e rock progressivo. Di quegli anni il gruppo suona Volta la Carta e Il Pescatore, due degli arrangiamenti più allegri e vivaci del doppio vinile. A dare ulteriore carica è il brano E’ Festa tratto da il primo album leggendario “Storia di un minuto” dove trova spazio anche Impressione di Settembre, eseguita in medley proprio nel finale. Questa notte, per la seconda serata finale, l’ospite clou sarà Morgan, proprio in questi giorni al centro di vicende personali. Con lui anche Sananda Francesco Maitreya (già conosciuto come Terence Trent D’Arby) con The Sugar Plum Pharaohs, The Beatbox con Roma Philarmonic Orchestra, The André e Andrea Purgatori.

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