Tirreno-Adriatico, tappa di proteste:
«Promozione con fondi Ue per il sisma
ma nessun traguardo nel cratere»

RECANATI - Domani i comitati aspetteranno l'arrivo della gara ciclistica per denunciare l'inerzia dei governi sia regionale che nazionale sulla ricostruzione. Il coordinatore Francesco Pastorella: «E' tutto fermo. Praticamente immobile. E questa è l'ultima chiamata»

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Il provvedimento del 13 marzo che assegna alcuni fondi dell’Asse 8 alla promozione dell’evento

 

di Federica Nardi

Domani la gara ciclistica Tirreno-Adriatico farà tappa a Recanati, e ad attendere l’arrivo ci saranno i comitati dei terremotati. Una protesta vera e propria per una situazione del cratere che il coordinatore Francesco Pastorella definisce «immobile» e anche per il fatto che la promozione dell’evento è stata in partenza finanziata con i Fondi Ue per il sisma (il cosiddetto Asse 8). La scelta della tappa recanatese come scenario della protesta nasce dal dibattito tra Pastorella e Moreno Pieroni, assessore regionale al Turismo. «La giunta regionale – spiega Pastorella -, aveva garantito, attraverso l’assessore Moreno Pieroni, che molte delle tappe sarebbero terminate in città colpite dal terremoto. La tesi della Regione era che questo avrebbe dato visibilità al territorio, rappresentato un modo per tenere alta l’attenzione e anche un veicolo di promozione turistica, giustificando così l’utilizzo dei fondi stanziati per i terremotati ed utilizzati per la promozione dell’evento. E invece di sette tappe nessuna termina in comuni del cratere e solo una sarà sede di partenza, Matelica».

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Il documento che spiega la copertura finanziaria

 

Nell’istruttoria del provvedimento di pochi giorni fa con cui la Regione assegna circa 146mila euro (iva inclusa) dei Fondi Ue per il sisma (cioè quelli dell’Asse 8), alla promozione dell’evento, si spiega che «in linea con le attività promozionali del Servizio, anche l’edizione 2019 della Tirreno-Adriatico prevede tappe che attraversano luoghi colpiti dal sisma: nel 2019 tocca alla città di Matelica mentre il percorso attraverserà anche Castelraimondo, Cingoli, Apiro, anch’essi Comuni colpiti dal sisma. Va rimarcato che l’organizzazione di un tale evento che è trasmesso via tv in tutto il mondo, prevede la presenza di circa 650 persone che usufruiranno per quattro giorni dei servizi ricettivi del territorio, ivi incluse le strutture di comuni colpiti dal sisma come Camerino, Castelraimondo, Matelica, Macerata». 

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Francesco Pastorella durante l’incontro con Vito Crimi a gennaio

Ma la protesta di domani va ben oltre la giunta regionale. I comitati puntano il dito anche «contro i governi regionali e nazionali che non hanno ancora impresso l’annunciata svolta nella ricostruzione e hanno dirottato altrove i fondi a noi destinati. Chiediamo a tutti i politici di non nominare più il dramma dei terremotati, se non per presentare azioni concrete e reali. Chiediamo al governo, attraverso il sottosegretario con delega al terremoto Vito Crimi, di trasformare in legge quelle misure, promesse da Di Maio e Salvini, indispensabili per la ripartenza dei nostri martoriati territori. E infine chiediamo alla Regione Marche di modificare quelle scandalose delibere che stabiliscono di destinare fuori dal cratere i fondi stanziati dall’Unione europea per i paesi maggiormente colpiti dal sisma. E’ tutto fermo praticamente immobile. E questa è l’ultima chiamata». Pastorella aggiunge che «peggio di una classe politica che dimentica la sofferenza dei terremotati c’è solo una classe politica che sfrutta la sofferenza dei terremotati, evocando il dramma del sisma a ogni pié sospinto, per ottenere fondi aggiuntivi, visibilità mediatica, titoli di giornale, inviti in tv senza poi fare nulla di concreto e utile. Non vogliamo più rappresentare un pretesto per accedere a fondi che poi finiscono altrove, né vogliamo che, in nome del terremoto, si facciano passerelle e ospitate televisive, e in quelle sedi annunci roboanti ma vuoti, buoni solo per le carriere personali. Vogliamo come interlocutori politici personaggi senza alcuna finalità di carriera – conclude Pastorella – Invisibili, ma efficaci e attenti alle nostre richieste, non ai like su Facebook, alle telecamere ed ai tagli dei nastri per le inaugurazioni».

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