Centrale a biogas di Sarrocciano:
«Forte preoccupazione,
non si è tenuto conto del Tar»

CORRIDONIA - La capogruppo di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, ha presentato un'interrogazione dopo il decreto regionale con cui si dà il via libera alla riapertura

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L’impianto di Corridonia

 

Arriva in Consiglio Regionale un’interrogazione targata Fratelli d’Italia sulla annosa vicenda della centrale a biogas di Corridonia. Un impianto bloccato dal Tar, ed ora oggetto di richiesta di riattivazione tramite procedimento regionale. Il capogruppo di FdI Elena Leonardi ripercorre la vicenda della società Vbio 1 la quale ha realizzato in località Sarrocciano un impianto di 999 kilowatt di potenza, che poteva usufruire dei finanziamenti statali grazie ad un vecchio decreto ministeriale.

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Elena Leonardi

«Una situazione intricata – spiega la Leonardi – che ha visto addirittura il coinvolgimento della Corte costituzionale che con una pronuncia sulla fattispecie, ha stabilito che decadeva la norma regionale del 2012, in base alla quale erano esclusi dallo screening di Via i progetti sotto la soglia potenziale di 1 megawatt come l’impianto a biogas in questione. In relazione alla succitata sentenza della Corte costituzionale, l’Ufficio regionale comunicò alla Vbio1 che “all’impianto in questione dovevano essere applicabili gli effetti retroattivi della sentenza della Corte costituzionale”. Pertanto, la ditta doveva valutare se chiedere che il detto impianto venisse sottoposto ex post a screening di Via ed eventualmente alla stessa Valutazione di impatto ambientale». Così con l’autorizzazione annullata la ditta ha dovuto fermarsi con la produzione per sottoporre l’impianto alla procedura di Via. E così è stato fatto: la Provincia ha dato parere favorevole con prescrizioni e così la Regione, con decreto del 26 novembre. «L’approvazione di questo atto regionale – continua Leonardi – ha riacceso forti preoccupazioni nella popolazione locale che giustamente teme per l’ambiente e per la propria salute, considerato il verificarsi, in passato, di incidenti proprio per impianti come questo nel territorio della provincia di Macerata, con gravi ripercussioni nell’ecosistema». Per questo con l’interrogazione si chiede all’assessore all’Ambiente «per quali motivi il decreto regionale del 26 novembre scorso, che riautorizza l’apertura dell’impianto, non tiene conto del fatto che l’atto originario di richiesta di autorizzazione risulta annullato da una sentenza del tribunale amministrativo: si dovrebbe pertanto escludere – conclude Leonardi – l’applicabilità della convalida di atti annullati da una sentenza del Tar».



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