«Con lo scandalo del patrimonio immobiliare invenduto abbiamo l’ennesima conferma che le ombre sulla gestione del terremoto da parte della giunta Ceriscioli superano abbondantemente le luci. Una ben magra soddisfazione visto che al buio ci restano migliaia di terremotati marchigiani». A dirlo è Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche, dopo l’articolo comparso su Cronache Maceratesi relativo ad un documento degli uffici tecnici inviato al governatore Luca Ceriscioli e all’assessore regionale Angelo Sciapichetti in cui si diceva che l’acquisto dell’invenduto non era compatibile con i tempi dell’emergenza. «È evidente che la giunta regionale Pd ha mentito sapendo di mentire – continua il senatore leghista -. Quello che il presidente Ceriscioli ha definito “il più imponente piano abitativo nelle Marche degli ultimi 40 anni” risultava già impraticabile in un rapporto a firma dei tecnici della Regione. Cosa ha spinto la Ceriscioli band ad investire comunque 60 milioni di euro di soldi pubblici per l’acquisto di immobili invenduti alternativi alle Sae?». La Lega si dice obbligata a leggere ora con altro occhio la protesta di Ceriscioli per l’emendamento sulle competenze nella governance della struttura commissariale per la ricostruzione. «È lo stesso Ceriscioli che ha gridato alla lesa maestà quello che ora deve rendere conto di risoluzioni strategiche prese contro ogni evidenza contraria? – incalza Arrigoni, riferendosi all’emendamento per cui le ordinanze del Commissario non saranno più emanate d’intesa, ma sentiti i presidenti delle quattro regioni del cratere –. La gestione Pd del terremoto ha prodotto finora uno spreco abnorme di denaro dei contribuenti destinandolo a case inesistenti e Sae già fatiscenti: Ceriscioli e i suoi provino a giustificarsi se ci riescono. Prendano piuttosto esempio dal governo del buonsenso che non ha mai perso di vista i terremotati e ha scelto un commissario competente e del territorio. Continui pure Ceriscioli a gridare al lupo, ma guardandosi allo specchio. Per quanto ci riguarda guardiamo solo ai fatti ovvero agli emendamenti del governo e della maggioranza parlamentare che stanno semplificando l’iter burocratico che non solo ha bloccato la ricostruzione, ma sembra essere terreno fertile per operazioni di dubbia regolarità».
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