di Federica Nardi
Piano alloggi per gli sfollati, la Regione difende il bando. Cronache Maceratesi aveva puntato l’attenzione sul fatto che la maggior parte delle abitazioni invendute individuate dall’Erap con l’obiettivo di riportare nell’entroterra i terremotati, si trovasse fuori dal cratere e lungo la costa. I dati riportavano solo gli immobili “congrui”. La situazione cambia, come sottolineato dalla Regione, se si considerano anche quelli considerati “non congrui”. In questo caso infatti la maggior parte degli immobili risulta essere nel cratere, in provincia pesano i numeri di Macerata (53 abitazioni), Treia (27 abitazioni), Corridonia (28), Castelraimondo (26) e Tolentino (22). Sempre che non è stata ancora specificata la differenza tra “congrui” e “non congrui”. Nel frattempo però, la preoccupazione che l’invenduto per i terremotati (adesso è solo una graduatoria, per l’acquisto si vedrà) si trasformi in una forma di iniezione di fondi ai costruttori in zone che non sono state fortemente danneggiate dal sisma, ha scatenato repliche e considerazioni anche nel centrosinistra. Il senatore del Pd Mario Morgoni invita “a concentrarsi dentro il cratere dove ci sono stati danni rilevanti”. Massimo Montesi (Articolo 1), da Macerata critica i “criteri non adeguati del bando” che rischia se portato avanti così com’è di “modificare la geografia della nostra regione”.
Luca Ceriscioli
Da Palazzo Raffaello si chiarisce che grazie alle graduatorie “i sindaci hanno a disposizione una fotografia reale delle possibilità abitative per i propri cittadini che hanno bisogno di un alloggio. Quindi – si legge nella nota – non si tratta di trasferire un terremotato da un paese all’altro, ma di assicurare a più interessati possibili un’abitazione nel proprio comune di residenza, favorendo il ritorno delle persone ai loro paesi. Un’operazione di rilevazione che rappresenta, di fatto, il più imponente piano abitativo delle Marche degli ultimi quarant’anni”.
I dati complessivi forniti dalla Regione, considerando anche le abitazioni indicate come “non congrue” (non si specifica rispetto a quale parametro) sono i seguenti: “523 alloggi nei comuni del cratere – scrive la Regione – e 439 fuori cratere. Complessivamente sono state censite 962 abitazioni disponibili, per un valore complessivo di 123 milioni di euro, sulla base delle 1.596 abitazioni segnalate (non tutte sono risultate idonee a seguito delle verifiche). Le 523 abitazioni permanenti individuate all’interno del cratere, per dare un termine di paragone, sono circa un terzo delle Sae che saranno installate nei comuni del cratere. Va considerato, infine, che a ricostruzione conclusa gli alloggi resteranno ai Comuni per le famiglie meno abbienti, generando, per altro, un indotto economico a favore del settore edilizio di enorme valore e grande ricaduta economica”.
Mario Morgoni
A questo il senatore Morgoni vorrebbe aggiungere però un limite: “L’operazione è lodevole ma la situazione dell’invenduto fuori dal cratere ha suscitato un legittimo allarme. Effettivamente credo che la Regione, che oggi annuncia di aver fatto un’azione importante, poi nell’attuazione del provvedimento debba indirizzare le scelte considerando di tenere le persone vicino al luogo di residenza e di fare attenzione al territorio che ha ricevuto il danno più grande. La politica deve sovrintendere a questo lavoro e prendersi anche la responsabilità di stabilire parametri per differenziare i comuni più danneggiati dagli altri. Le situazioni non sono tutte uguali”.
Anche Massimo Montesi invita la politica a vigilare sull’operazione: “Se si andasse avanti con queste graduatorie, così come sono stilate, il risultato sarebbe che quei terremotati sfollati che richiedessero tale soluzione (a spanne su 800 appartamenti possiamo dire 3.500 persone) sarebbero nel migliore dei casi trasferiti in altro comune di residenza rispetto al loro. Ma peggio ancora di questi oltre 2.000 troverebbero la loro residenza in quei Comuni che nulla hanno a che fare con il tessuto economico, sociale e culturale dei territori colpiti dal sisma. Mancando completamente l’obiettivo principale che stava alla base di questo intelligente intervento. Sarebbe esattamente l’opposto di quanto ci si prefigurava. Contribuendo, e buttando risorse consistenti, a quello che tutti diciamo di non volere: la modifica della geografia della nostra regione. La macchina amministrativa ha una sua rigidità. Sta alla politica però impedire che le scelte sortiscano gli effetti opposti a quelli desiderati. Speriamo che la Regione – conclude Montesi – scelga di non andare avanti su questa strada, di non considerare automatico l’acquisto di tutti gli alloggi idonei”.
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Terremotati, una beffa le case invendute: la Regione punta sulla costa per ripopolare l’entroterra
"Vigilare", dicono. Ma certo: gli sbattono le tabelle davanti al muso, e loro invece di ammettere la cruda verità si mettono a "vigilare"!
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La Repubblica, 23 settembre 2016
Sisma, Renzo: “Ricostruiremo tutto come era prima”.
ma credete ancora ai politici politicanti??????
Secondo me la prerogativa che le case non dovevano mai essere state occupate la fa pensare lunga, ed è stata determinante ai fini del risultato, in quanto nella maggiorparte delle zone terremotate è zona parco nazionale inedificadile, quindi tutte case già abitate o seconde case vacanza. Quindi chi è in possesso di una casa agibile da vendere non ha potuto nemmeno presentare domanda. domanda
Lo guadagno sta sullo smercio.
L’imponenza di questo piano è tale che alla luce di esso finanche la tarapiotapiocologia sarà costretta ad assumere la risolutiva differenza tra congruo e non congruo come principio in sé evidente, assioma per il quale non può darsi specificazione alcuna, né tantomeno riferimento a parametri ulteriori. È un’assunzione che nei suoi primi 40 anni la scienza tarapiotapiocologica aveva sempre giudicato non sufficientemente prematurata.
Giorgi, seppur la tarapiotapiocologia sia una scienza esatta, non tiene però conto della sorpresa che quando non c’è, manca. Detto questo il congruo che come diceva Parminede non può nascere dal non congruo, c’è sempre stato e qui, nello specifico può assumere un sapore personalistico che ne definisce l’essenza. Per dirla con Cartesio, “ Id est congruum ergo pijum “.
Esattamente, Micucci, è proprio in quella sapida formula essenziale che la ragione cartesiana, personalizzandosi anche al di là del cogito, si fa razione.