di Gianluca Ginella
(Foto di Fabio Falcioni)
Oltre mezzo milione di euro di contributi per il Cas percepiti indebitamente, 120 le persone denunciate dalla Guardia di finanza, tra i casi c’è anche quello di chi vive e lavora nell’Est Europa e per oltre un anno è riuscito a intascare 1.300 euro al mese. Nei guai anche un dipendente comunale che, per negligenza, non ha dichiarato l’inagibilità di uno stabile dove sono state delocalizzate quattro attività commerciali. L’operazione è della Guardia di finanza della tenenza di Camerino ed è iniziata già nei primi mesi dopo il terremoto, con i primi contributi destinati a dare una casa a chi l’ha persa a causa del sisma. Ma su quel denaro, stando all’operazione Anubi (dio egizio dalla testa di sciacallo), ci hanno messo le mani anche persone che non ne avevano diritto. Per avere i soldi hanno fatto l’autocertificazione dicendo che erano persone che vivevano in uno dei comuni del cratere e che la loro abitazione non era agibile. Una domanda che hanno compilato, dando false indicazioni, anche un dentista, un imprenditore che vive all’estero, un fioraio, un dipendente delle Ferrovie, insegnanti e tante altre persone: in tutto 120. Per ora. «Ma ce ne sono almeno altre cinquanta sulle quali sono in corso accertamenti. Arriveremo a 900mila euro di contributi indebitamente percepiti» spiega il comandante provinciale della Guardia di finanza, Amedeo Gravina.
Non si tratta di persone che hanno fatto un errore nel compilare le domande «non sono dimenticanze, non sono cavilli burocratici» aggiunge il colonnello Gravina. Chi ha compilato le domande sapeva bene quello che faceva. Ma lo sapevano anche i militari della tenenza di Camerino, guidati dal capitano Antonio Di Palo (che nei prossimi mesi lascerà la città ducale per trasferirsi a Siena). Per verificare se chi aveva il contributo era in regola gli uomini delle Fiamme gialle sono partiti dalle autocertificazioni e in quelle dove qualcuno indicava di lavorare fuori da uno dei comuni del cratere «quello era il primo campanello d’allarme» spiega il capitano Di Palo. I finanzieri hanno poi attivato il servizio “Seguimi” delle Poste per vedere dove la corrispondenza veniva ricevuta. Terzo punto: il medico curante e le prestazioni farmaceutiche degli indagati. E ancora: hanno controllato anche i prelievi ai bancomat, dove venivano fatti (sei nel cratere o altrove) e ultimo punto hanno svolto accertamenti sulle celle telefoniche. Cinque punti che hanno portato a individuare una serie di persone che ottenevano indebitamente il Cas (Contributo di autonoma sistemazione). Tra i casi quello di un dentista che lavora a Roma e ha casa nell’entroterra, quello di un dipendente delle Ferrovie che lavorava in un’altra regione. Un imprenditore che vive nell’Est Europa e che ha indicato un nucleo famigliare di 5 persone, tra cui due over 65enni e due con delle disabilità in modo da aumentare il contributo percepito indebitamente arrivando ad ottenere 1.300 euro al mese. Soldi che ha percepito dal novembre 2016 al febbraio 2018, dunque per 15 mesi. Come lui anche altri dei denunciati avevano indicato parenti nel nucleo famigliare per ottenere un contributo maggiore. Tra i casi anche quelli di chi aveva dato la casa in affitto a studenti e universitari o a lavoratori e dunque non viveva nell’abitazione colpita dal sisma. Ci sono poi casi di persone che hanno continuato a vivere nella loro casa, che avrebbe dovuto essere inagibile, dicendo di alloggiare altrove per ottenere il contributo.
Tutte le persone che sono state denunciate hanno comunque percepito oltre 4mila euro. La Finanza ha effettuato sequestri per 120mila euro. I reati contestati vanno dall’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, alla falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, alla truffa aggravata. Gli indagati sono stati sentiti e alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri si sono giustificati dicendo che spesso tornavano nei territori dove avevano la casa per la quale hanno chiesto il contributo. C’è poi il caso di un dipendente comunale, di uno dei centri colpiti dal sisma che è indagato per omissione di atti d’ufficio. Non aveva dichiarato l’inagibilità di uno stabile dove, in seguito a ciò, erano poi stati delocalizzate quattro attività commerciali. «In questo modo ha messo a rischio chi stava nello stabile» spiega il colonnello Gravina. Le indagini della Tenenza di Camerino sono state coordinate dal procuratore Giovanni Giorgio. «I controlli sulla spesa pubblica sono per me una priorità assoluta – ha sottolineato il colonnello Gravina –, ancora di più in un contesto come quello creato dal terremoto».
(Aggiornato con servizio completo)
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Poco!!!
Veramente deprecabile! Lo è ancor più se sono coinvolti degli insegnanti. Alla faccia dell’educazione alla legalità! Non dovrebbero essere licenziati? Viene una rabbia addosso nel leggere queste notizie perché tra l’altro è uno schiaffo agli onesti. Piacerebbe sapere cosa rischiano visto il nostro sistema giudiziario eccessivamente garantista. Questi truffatori dovrebbero essere severamente puniti e che si sappia
Da Daniel Taddei, segretario della Cgil Macerata, riceviamo:
La cultura dell’illegalità è la vera piaga da combattere per far risollevare il nostro Territorio.
Non si possono mettere sullo stesso piano le infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri post sisma e l’ultima truffa scoperta dalla Finanza sulle illecite erogazioni del contributo di autonoma sistemazione ma c’è una sottile linea nera che lega questi crimini: lo sfregio dei diritti per il tornaconto personale.
Lo sfruttamento del lavoro, la corruzione, le mafie si nutrono del sottobosco quotidiano di meschinità che vengono perpetrate con la connivenza omertosa dei cittadini.
Che chiedono raccomandazioni, vogliono e concedono favori, evadono le tasse, affittano appartamenti ai clandastini, inquinano l’ambiente, accettano o addirittura propongono condizioni illecite.
Le responsabilità schiaccianti sono da attribuirsi ai governi ed alle classi dirigenti che hanno permesso, in alcuni casi sostenuto, con leggi e con pratiche il dilagare di questi comportamenti, sottraendo risorse e demotivando le Autorità preposte alla prevenzione, controllo e repressione.
È per questo che aumenta la preoccupazione quando viene messa in discussione l’esile impalcatura normativa del Codice Appalti, della legge sul Caporalato proponendo anche condoni e sanatorie. Non solo perché si depotenzia il quadro normativo ma soprattutto perché si incentiva la cultura dell’illegalità.
Per salvare il Paese, un territorio, una comunità da questi rischi esiste solo un’alternativa, che tutti si prendano carico del compito di costruire quotidianamente una società più pulita, più giusta e più trasparente, contro le connivenze, l’illegalità, i clientelismi, contro chi minimizza la portata del fenomeno.
L’azione costante di chi si oppone, di chi pretende chiarezza e rispetto delle regole, è il mezzo più efficace che si può utilizzare dal basso.
Un rinnovato senso di legalità, agganciato alla ricostruzione della responsabilità civile, politica e morale di questo Paese, a tutti i livelli della società, in cui soprattutto la politica ha l’obbligo di impegnarsi, mostrando anche più spirito di servizio, più rispetto verso i cittadini.
I soliti luoghi comuni, le solite parole ormai ammuffite, che suonano a vuoto. Sono anni che rinnoviamo la legalità, ma questa rimane sempre la stessa, sempre identica a se stessa. Forse devono rinnovarla altri, forse sono altri che la difendono. Ma come può esserci la ‘cultura’ della illegalità?
Caso mai ci sarà la ‘ignoranza’ della illegalità.
Intanto la GdF ci dice, errando inevitabilmente per difetto, come stanno le cose.
Non intendo difendere questi ladri da sciacallaggio. Ma ci sono ladri e ladri. Visto che si tratta delle seconde, Cosa dire dei ladri che da anni continuano a sfornare ed applicare leggi incostituzionali, come se per lo Stato i possessori di case che non abitano tutto l’anno sono solo benemeriti delinquenti. Altrimenti: non si spiega il perché in quelle che la delinquenza politica da un po’ di anni le definisce seconde case e come tali in barba alla Costituzione Italiana vengono tartassate anche se senza essere tassate dallo Stato si autotassano da sole con le spese di manutenzione e senza ombra di dubbio sono una risorsa per i luoghi che si trovano. in queste case, senza giustificato motivo, se non quello polittico mafioso, viene fatta pagare più cara la corrente elettrica, l’acqua e la mondezza si paga per tutto l’anno, anche se vengono abitate per pochi giorni all’anno; ci si paga l’IMU che ormai equivale pagare l’affitto sulla propria proprietà. Queste non sono leggi dello Stato, sono leggi della mafia politica che impunemente ne detiene i poteri. Altrimenti: chi di dovere, ci dovrebbero dire in base a quali articoli della Costituzione vengono applicate dette angherie. Soprattutto per l’IMU: che la nostra costituzione con l’art. 42 riconosce la proprietà privata e la garantisce con la legge, non dice di tassarla, a meno che non si tratti di reddito vero quando lo produce. Forse gli sciacalli, con le loro bugie, intendevano recuperare parte di quanto gli è stato depredato dalla mafia politica.
Tranzocchi, uno che dichiara il falso come lo chiama?
Iacobini, uno che dichiara il falso lo chiamo bugiardo.
Uno che dichiara il falso a danno della collettività lo chiamo frodatore a danno dei contribuenti onesti,
Uno che propone, vota o applica leggi incostituzionali come succede nelle case che non si ha residenza lo chiamo mafioso. I cittadini, credo siano obbligati a rispettare le leggi dello Stato che sono solo quelle costituzionali, e per esserlo, devono avere un senso logico; cosa che manca a tutte le gabelle che vengono applicate sulla proprietà privata nuda e cruda.
Sti Cas! Però qualche distinguo va fatto sennò facciamo passare per imbroglione anche chi non lo è. Prendiamo ad esempio Bianconi, sì, proprio lui, quello del crack di Banca Marche. Una valutazione sul patrimonio del Bianconi ha dato come risultato che lui possiede solamente due case super diroccate dal terremoto a Norcia. Quindi, credo che anche lui sia uno sfollato che abita in una delle casette prefabbricate o in camping o in albergo. Comunque essendo rimasto senza casa avrebbe avuto diritto anche lui, novello poveraccio al Cas. Eppure sono convinto che pur avendone pienamente diritto, non ne ha fatto ricorso. Questo, sempre se sia vero, un piccolo margine di errore sulle valutazioni ci può sempre stare, così come ci potrebbe essere stata la piena autorevole, rispettosa e candida volontà di rifiutare il Cas, anzi due case dovrebbero fare due Cas. Ma sono convinto che non si sia voluto anche lui dimostrare così avido di soldi da cercare di truffare lo stato. E non truffando lo stato significa non truffare neanche i cittadini che vi appartengono. Una lode a Bianconi se con grande accostamento al dovere sociale non ha fatto richiesta del Cas, Cas a cui molti suoi ex truffati, ma qui non come appartenenti ad un tutto chiamato stato, ma come cittadini sarebbero stati ben felici di dargli. Vorrei fare un distinguo. Lode sì agli inquirenti ma, e ci metto una virgola di sospensione anzi la allungo con qualche puntino per aver qualche attimo in più per pensare o ripensarci, ma, qui stiamo parlando di 120 persone che avrebbero truffato 500.000 euro, quando siamo abituati a sentire spesso che una sola persona nelle tante possibilità che si offrono in Italia ha truffato almeno 5/6 milioni di euro. Su su , facciamo respirare chi magari potrebbe aver male interpretato i tanti decreti incomprensibili dell’ Errani e seguenti che spero non erri più in campo politico. Magari in qualche campo di pomodorini giù al sud insieme a tanti migranti di colore a tre euro al giorno, questo sì che con tutti i soldi che si è intascato onestamente dallo Stato col volto del Pd , non ha combinato un Cas.
Un basso livello medio morale di tutto il Paese è alla base dei tanti mali che affliggono lo stesso.Troppo perdonismo,giustificazionismo,minimalismo,ingredienti di prim’ordine di tale situazione che ci colloca tra i paesi più corrotti al mondo,disonorando l’alta tradizione di civiltà dell’Italia.La rinascita dai centri educativi di base : la scuola e la famiglia che,invece,fanno paurosamente acqua.
Eppure, Bonfili, un qualunque sondaggio, dal più semplice al più professionale, mostra che almeno 3 Italiani su 4 aderiscono al Cattolicesimo. Allora, come la mettiamo?
Iacobini, storicamente il Cattolicesimo è maestro d’imbrogli:
“Nel 1440 l’umanista italiano Lorenzo Valla dimostrò in modo inequivocabile che la donazione di Costantino era un falso. Lo fece in un approfondito, tumultuoso studio storico e linguistico del documento, mettendo in evidenza anacronismi e contraddizioni di contenuto e forma: ad esempio, egli contestava la presenza di numerosi barbarismi nel latino, dunque più tardo di quello utilizzato nel IV secolo. Altri errori, banali, erano la menzione di Costantinopoli, allora non ancora fondata, o di parole come feudo.
Tuttavia l’opuscolo del Valla, De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio (Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica), poté essere pubblicato solo nel 1517 e in ambiente protestante, mentre la Chiesa cattolica difese per secoli la tesi dell’originalità del documento.”
Jacobini-la replica è assolutamente semplice : si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di adesione formale e tradizionale.Inoltre il mio riferimento va oltre le indicazioni del cattolicesimo,in buona parte,peraltro,meritevoli di grande attenzione.
Ennesimo episodio di autorazzismo: dare tanto risalto nei tg e nella stampa a casi percentualmente insignificanti di ingenua furberia… cosa sono 120 domande truffaldine su 20000 richieste sacrosante? meno dell’uno per cento… perché nessuno fa il confronto con le percentuali di richieste di asilo ingiustificate?