La visita di Di Stefano a Macerata
L’ultradestra torna a Macerata, in piazza Cesare Battisti. Sabato alle 18 presidio di Casapound contro «spaccio, degrado, violenza», recita la locandina pubblicata sulla pagina Facebook del partito. Con uno slogan che è il leitmotiv che ha accompagnato anche il leader Simone Di Stefano lo scorso 7 febbraio: «Basta accoglienza». L’ultima sfilata di Casapound a Macerata, in piena campagna elettorale, aveva toccato i temi dell’immigrazione e il caso dell’omicidio brutale di Pamela Mastropietro. Incalzato dai giornalisti Di Stefano aveva poi condannato il gesto di Luca Traini, il 29enne che pochi giorni prima (il 3 febbraio) aveva aperto il fuoco contro persone di colore in giro per la città. Anche in questo caso ci sono i fatti di Macerata dietro alla manifestazione. «È ora di dire le cose come stanno veramente a Macerata – scrive Casapound dando l’annuncio del presidio – senza buonismi o mezzi termini. È ora di dire basta».
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Le posizioni discutibili dei dem in materia di immigrazione sono state la fortuna, insperata, di Casapound.
Pensavo che come stanno le cose a Macerata è stato più volte detto. E non mi sembra che qualcuno abbia ascoltato, fatto salvo il nuovo Questore che per quanto lo riguarda si sta muovendo per quello che sono i suoi compiti e non solo a Macerata. Invece, per la parte politica, amministrativa, logistica, chi non ha mai ascoltato e lo fa tranquillamente da anni continuerà a farlo fino a che ne avrà possibilità. Adesso se CasaPound ha delle rivelazioni nuove da fare che le dica pure e che siano veramente cose che era ora di dire.