Pamela, indagine su traccia Dna:
«Dobbiamo stabilire a chi appartiene,
nessun deposito dei Ris»

ORRORE A MACERATA - E' la terza ad essere trovata sul corpo. Il procuratore sull'indagine: «Non si può dire ci siano solo tracce di Oseghale». In arrivo accertamento su una scatola di guanti in lattice
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Un sopralluogo alla casa di via Spalato

 

di Gianluca Ginella

Pamela, la procura è ancora in attesa del deposito dei Ris. Gli accertamenti sono in corso e si cerca anche di individuare a chi appartenga una traccia di Dna, la terza, trovava sul corpo della 18enne uccisa lo scorso 30 gennaio. A spiegare la situazione delle indagini è il procuratore Giovanni Giorgio che in questi giorni è al lavoro su diversi fronti, oltre all’indagine su Pamela c’è ora anche quella sul pozzo dell’orrore di Porto Recanati.

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Pamela Mastropietro

«Per quanto riguarda l’indagine su Pamela non è stato depositato nulla dai Ris, solo referti integrativi che però riguardano la vicenda di Traini» ha detto il procuratore. È stata poi fatta copia degli avvisi diretti ai difensori degli indagati per ulteriori accertamenti dei Ris a Roma relativamente alla scatola di guanti in lattice trovata in casa di Innocent Oseghale (l’appartamento di via Spalato 124 dove Pamela Mastropietro è stata uccisa). Sul resto «devono ancora essere effettuati degli accertamenti per quanto concerne l’individuazione di una persona che risulta essere stata in contatto con Pamela» spiega il procuratore. Si tratta di una nuova traccia di Dna, la terza trovata sul corpo della 18enne. Le altre due, da quanto era emerso, erano di Oseghale e di un tassista che la ragazza aveva conosciuto il giorno prima di essere uccisa. Oltre a questo il procuratore ha spiegato che sono ancora in attesa degli esiti degli accertamenti dei Ris «Non è stato depositato nulla e non si può dire quindi, come ho letto, che ci sono solo tracce di Oseghale».

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Il procuratore Giovanni Giorgio

Va chiarito se nella casa in cui è stata uccisa Pamela ci siano anche le tracce degli altri due indagati: Desmond Lucky, 23 anni, e Lucky Awelima, 29. Al momento i due vengono tirati in ballo dagli accertamenti sulle celle telefoniche della zona di via Spalato. I loro cellulari nelle ore in cui Pamela è stata uccisa si trovavano in quella zona e il lavoro del perito Luca Russo, esperto informatico, è quello di andare a restringere il raggio della zona in cui quel giorno si trovavano i telefoni degli indagati. Desmond Lucky viene inoltre tirato in ballo da Oseghale che ha riferito, nella sua ultima versione dei fatti, di aver lasciato Pamela in casa da sola con il 23enne dopo che lei si era sentita male dopo aver assunto eroina. Tornato alcune ore dopo, stando al racconto di Oseghale, la ragazza era già stata uccisa e sistemata nei trolley che poi lui abbandonò nelle campagne di Casette Verdini di Pollenza.



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