di Monia Orazi
Giungla Sae, entro domani mattina la Fillea Cgil invierà una lettera alla Protezione civile regionale, in cui chiederà il pagamento in solido di quanto dovuto ai lavoratori della ditta Gesti One, che hanno da tempo denunciato la mancata applicazione del contratto edile e una serie di mancati pagamenti. La Protezione civile subentra come stazione appaltante alle ditte che non pagano i dipendenti. «La riunione romana di venerdì scorso è stata chiesta da Arcale – spiega Massimo De Luca, della Fillea Cgil – ed è stata l’occasione per ribadire che a livello locale su tutto questo si sta creando una montatura, senza entrare nel merito delle questioni. È stata una riunione infruttuosa, che ha ritardato di venti giorni il percorso delle scelte. L’Ance nazionale ci ha tranquillizzato sul fatto che Gesti One ha riconosciuto che non si tratta di lavorazioni metalmeccaniche, ma edili, aspetto che era stato riconosciuto nell’accordo che noi abbiamo firmato con loro lo scorso 13 febbraio». De Luca specifica che la rappresentanza dei lavoratori viene presa in carico dalla Cgil, dopo valutazioni approfondite: «Non accettiamo che a livello nazionale venga fatto passare il messaggio che questi lavoratori non esistono, abbiamo avuto da loro procure firmate davanti al notaio per farsi rappresentare, alcuni sono partiti dai loro paesi di origine, a Roma ci è stato detto che gli altri sette lavoratori della Gesti one per cui abbiamo chiesto l’applicazione del contratto edile e il versamento di quanto dovuto, non esistono. In realtà dall’ufficio paghe del consorzio Gips (che ha avuto parte dei lavori nei cantieri Sae in appalto da Arcale e del quale fa parte Gesti one, ndr) erano stati controllati i nostri conteggi e stabiliti i giorni per pagare. Questi soggetti tentano di essere credibili, ma sotto questo aspetto, fanno acqua da tutte le parti». De Luca, nel corso della conferenza stampa, alla presenza di Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata, ha mostrato le procure firmate dai lavoratori per cui è in corso la vertenza. Si è conclusa positivamente, con il riconoscimento del contratto edile ed il versamento di 55mila euro, solo la situazione di 11 lavoratori romeni della Europa srl, con accordi depositati all’Ispettorato territoriale del lavoro di Macerata, mentre l’8 marzo è saltata la firma dell’accordo per altri sette dipendenti della Gesti one ed altri tredici lavoratori egiziani hanno firmato per farsi rappresentare dalla Cgil.
«C’è chi ha messo in dubbio la sostanza delle nostre richieste – ha aggiunto Taddei – per questo ha fatto saltare l’incontro per chiudere la prima fase della vertenza che riguarda 7 lavoratori romeni e tredici egiziani. C’è anche una comunicazione ufficiale di Arcale, inviata tramite pec, che chiede a Gips e Gesti one di risolvere questa situazione, altrimenti sospenderà i pagamenti loro dovuti. Questa è una vertenza che non ha solo l’obiettivo di far prendere il dovuto ai lavoratori, ma ha ripercussioni sui cittadini, sia coloro che dovranno andare nelle Sae, sia noi che paghiamo le tasse, per finanziare il più grande cantiere pubblico d’Europa, che doveva essere super controllato. È intollerabile che venga messa in dubbio la concretezza delle nostre denunce. Cosa deve succedere in questo Paese, per far sì che si intervenga? Siamo terrorizzati per quello che potrebbe accadere quando partirà la ricostruzione». Ai tavoli della Fillea Cgil ci sono al vaglio altre decine di casi, di lavoratori impiegati nei cantieri Sae. Ad ottobre 2017, secondo i dati forniti da Fillea Cgil, nei 54 cantieri Sae aperti, risultavano al lavoro e noti alla cassa edile tra i dipendenti delle ditte del consorzo Gips, soltanto due operai qualificati, uno di terzo ed uno di secondo livello, 93 manovali, mentre al punto 8 dell’articolo sei del contratto Consip con Arcale si parla di manodopera qualificata. «Siamo sicuri che riusciremo a vedere riconosciuto quanto spetta ai lavoratori perché la norma della responsabilità solidale ancora resiste – conclude Taddei -, nei cantieri sono state denunciate difficili condizioni di lavoro, la sicurezza fa acqua da tutte le parti, il sistema anticaduta non è a norma, tra le altre cose mancava la ricevuta di invio conformità, i documenti di cantiere, abbiamo rilevato documento di regolarità contributiva assente, mancanza di attestazioni igieniche e sanitarie, omissioni di soccorso su infortuni presi in carico dall’Inail. Risultano operare ditte non iscritte all’antimafia, non Gips, Europa e Gesti one, ma altre, anche ditte che hanno assunto operai locali».
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sono una di quelle cittadine che ha sempre pagato le tasse e vedere questo schifo nel 2018 alimenta sempre e solo rabbia piu che lecita nei confronti di istituzioni latitanti.
CRISTINA Sono cose sapute e risapute e milioni di lavoratori sono in condizioni anche peggiori
non esserne tanto convinto.
GIUNGLA CGIL E BESTIE FEROCI.
A me pare che fino adesso tutte le incongruenze sono a livello politico e nessuno ha voglia di perdersi tempo. La protezione civile ha il dirigente, la de Micheli, nominata dalla politica, ed ha il compito di controllare se tutto funziona, dalla a alla zeta e siccome qui sembra funzionare solo la esse che sarebbero i soldi che comunque lo Stato versa e nessuno controlla a chi dare la colpa se non alla De Micheli e magari non solo perché il terremoto c’è stato due anni fa e non è la sola ad avere attraversato il largo cratere. Se abbiamo il cantiere più grande d’Italia e viene gestito come la costruzione, semi costruzione visti i tempi e i materiali usati, qualcuno dovrà pur esserci a capo di questo disastro organizzativo. Giusto chiedere i ” danni ” alla protezione civile che non protegge niente e nessuno visto che ancora ci sono tante lamentele comprese queste dello sfruttamento della mano d’0pera. Si è parlato di Mafia, ma non credo proprio che la Mafia agisca in maniera così sbalestrata e allo scoperto. Credo che sia meglio organizzata della nostra protezione civile e ben più nascoste le eventuali opacità. Costruire baracche che costano più di case e villette, dovrebbe far venire i capelli bianchi a Cantone e all’Anac che controlla sì gli appalti ma credo dovrebbe controllare anche soldi e lavori. Va bene essere di manica larga ma dovrebbero guadagnarci soprattutto i terremotati con pronti interventi e di qualità nonché gli operai chiamati a costruire. Se poi ci sono piccoli appaltatori che fino a ieri piangevano miseria e oggi che hanno il lavoro già sfruttano i loro dipendenti, mi sa che è un modo di agire che già ben consolidato in tempi migliori. L’ispettorato del lavoro,si è fatto vedere nei cantieri? Suppongo di sì. Lo hanno fatto in numero tale di visite per evitare quanto riportato dall’articolo? Non mi pare e anche qui siamo sempre a livello politico. Tutto ciò che partecipa dello Stato o alle sue dipendenze riguarda la politica perché lo stato è diretto dalla politica o meglio dai politicanti che la politica via via cambia, sostituisce, promuove, chiude un occhio e se da quello non ci vede chiude anche l’altro. In pratica ci troviamo nel solito pantano che si crea quando invece dell’acqua piovono soldi, tanti soldi e le nuvole hanno le sembianze dei nostri “cari ” politici ( perché costano molto, non certo per delicate manifestazioni nei loro confronti ). Comunque adesso ci sono state le votazioni dove la maggior parte di loro è stata bocciata, non so di preciso come ma dovrebbe essere abbastanza alto il numero dei nuovi ingressi alle camere e speriamo al governo che sia monco, doppio o triplo ma che abbia facce se non del tutto sconosciute ma che dicono di voler fare qualcosa di concreto almeno nelle cose che ci aspettano di diritto perché molti le pagano come ad esempio la sanità, o un pezzo di pane quando agli ammortizzatori sociali gli si rompono le molle. Ho detto le pagano ma non per errore, ma perché di solito si legge che tutti paghiamo le tasse ma non è mica vero!