di Matteo Zallocco
“Macerata è Libera, non violenta, antirazzista e antifascista”. Raggiunto questo “traguardo” con le due manifestazioni (quella nazionale di sabato 10 e la copia cittadina di ieri) ora forse è arrivato il momento di fare un passo in avanti. Il diritto di manifestare dinanzi a questi temi deve rimanere sacrosanto, così come i cittadini hanno il diritto di sapere. E’ il momento della trasparenza. Sull’accoglienza dopo che in Consiglio è stata bocciata una mozione per chiedere al Gus chiarezza sulla gestione dei fondi. E su tutto il resto.
Ancora non si è capito, ad esempio, il significato di alcune voci di bilancio di associazioni come Acsim o Gus. Non è chiara la visione di questa amministrazione su temi come sicurezza e spaccio, problemi che in passato sono stati sottovalutati. Dare responsabilità al Comune su quello che è successo nella casa dell’orrore di via Spalato è del tutto fuori luogo, ma all’amministrazione si deve chiedere maggiore trasparenza. Si spera che il Consiglio comunale di giovedì, quando verrà presentata la mozione di censura del centrodestra, sia capace di alzare per una volta l’asticella del confronto. Dalle piazze virtuali e reali si passi agli atti concreti.
Ok alle manifestazioni antifasciste (per quanto non si è capito per quale ragione nessuno della Giunta abbia preso parte alla fiaccolata per Pamela) ma ora è il momento di andare oltre le ideologie che hanno portato la città a spaccarsi in due. Da una parte, complice anche la campagna elettorale, l’odio seminato sui social e fatto proprio da alcuni partiti di destra. Dall’altra un centrosinistra che tiene aperto un solo occhio per guardare in una sola direzione, certi di aver individuato l’unico nemico di Macerata: il fascismo.
“Lasciate in pace Macerata” avevamo scritto la scorsa settimana dopo che la cronaca era stata strumentalizzata da più parti per fini politici. Macerata diventata palcoscenico nazionale di una campagna elettorale che deve ricorrere a feticci e psicosi del passato per dare dei riferimenti identitari in assenza di proposte politiche. Ai programmi d’altronde non crede più nessuno. Poi altri hanno iniziato a tenersi lontano proprio perché quello di Macerata era diventato un “terreno minato”: vedi Salvini che qui iniziava a far rima con Traini, già candidato con la Lega, e vedi il Pd che con grande imbarazzo affrontava i temi dell’accoglienza. Dopo le sfilate nessun “big” è arrivato in città nell’ultima settimana anche se è stata annunciata la presenza del premier Paolo Gentiloni (candidato nel collegio proporzionale Ascoli-Macerata ) per i prossimi giorni. Stona comunque l’assenza istituzionale della Regione con il governatore Luca Ceriscioli che non si è mai visto ne sentito. Cosa sarà successo a Pesaro in questi ultimi 20 giorni?
Gli imbarazzi sul parlare dei fatti di Macerata sono evidenti. Questa città è stata teatro di due terrificanti fatti cronaca ma una parte politica cavalca il primo, l’altra il secondo. E’ triste parlare di una Macerata che non riesce a esprimere una condanna unanime. Che non riesce ad aprire un dibattito serio sulle problematiche dell’accoglienza e dell’abbandono dei migranti una volta terminati i progetti Sprar. D’altronde in questa città è stato proprio il centrosinistra in alcuni casi a trattare i migranti come oggetti: basta riavvolgere il nastro e tornare alla fine del 2009 quando per le primarie del centrosinistra vennero mandati a votare pulmini di extracomunitari in cambio di qualche euro. Di fronte un centrodestra da molto tempo incapace di costituire un’alternativa, troppo spesso rappresentato da chi sa solo sbraitare “Vi dovete dimettere” senza portare argomenti o proposte alternative.
Negli ultimi due anni il Comune di Macerata ha tenuto sul palmo della mano due soli temi: prima l’acquisizione del ParkSì (“sì fa così e basta”, nessun dibattito è stato accettato) poi la cultura. La speranza di Macerata capitale 2020 ha fatto sognare tutta la città ma ora è tempo di svegliarsi. In queste settimane di caos il Comune ha chiamato le testate giornalistiche solo per convocarle a conferenze stampe su mostre, spettacoli, flash mob e manifestazioni. Sono stati pagati servizi fotografici e video per metà riciclati dieci volte il valore del prezzo di mercato. Se si vuole puntare solo sulla cultura lo si faccia, ma a 360 gradi. E qualche critica da chi la pensa diversamente non dovrebbe essere sempre considerata un attacco personale.
A noi. Il Comune vuole affrontare i temi caldi accoglienza, sicurezza e droga? Se sì, Cronache Maceratesi è disposta a organizzare un dibattito pubblico con tutti i rappresentanti del territorio. Un confronto per cercare margini di unità, un primo passo. Se no, si inizi a valutare di sostituire qualche fedelissimo “yes man” con qualche figura competente che possa affrontare questa situazione. In pochi ora non si va da nessuna parte e la lacerazione della città rischia di diventare insanabile. Per colpa di tutti.
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Tutto largamente condivisibile,ma il problema dell’immigrazione in ogni sua sfaccettatura,comprese le strumentalizzazioni, è di portata nazionale.Date le grosse difficoltà che presenta mi pare si preferisca affrontarlo con tagli particolari con il rischio che potrebbe da ultimo finire in cancrena.
Rispondo “presente” all’invito, con la consapevolezza che ci sono tante verità nell’editoriale del Direttore e che ciascuno di noi non può dirsi immune dalle critiche rivolte, critiche ed aspettative di cui sono portatori i cittadini.
L’occasione è giusta per introdurre un argomento che a breve verrà portato all’attenzione del Consiglio e che prende lo spunto da quanto normato nel Piano di Sicurezza e Qualità Urbana approvato di recente il quale, a pagina 11, tratta la questione del gioco d’azzardo con questa apertura
“Degno di particolare attenzione risulta essere oggi la dipendenza nei confronti del gioco di azzardo. Alcuni dati sono allarmanti. Nella nostra città si registra 1 luogo in cui è possibile giocare d’azzardo ogni 214 cittadini, rapporto superiore alla media nazionale. Inoltre una recente ricerca compiuta nelle nostre scuole riporta che i minorenni dichiarano che il 70% di loro hanno giocato d’azzardo almeno una volta (nonostante sia vietato). La diffusione del gioco d’azzardo alimenta la criminalità organizzata che le utilizza anche per il riciclaggio del denaro sporco, mentre contribuisce ad incrementare i soggetti che possono entrare nelle file della microcriminalità a causa della esigenza di acquisire entrate supplementari per alimentare la dipendenza”.
Tale questione, assieme a quella del money transfer è senz’altro una di quelle su cui si dovrebbero concentrare in sinergia gli operatori che gestiscono l’ordine pubblico ed il contrasto alla criminalità perché questo è un ambito direttamente connesso anche allo spaccio di droga.
Lodevole la proposta di Crinache maceratesi di voler organizzare un dibattito pubblico con i rappresentanti del territorio. Vorrei però sottolineare che mi pare che un consiglio comunale aperto fu chiesto prima che succedessero gli eventi che ci hanno fatto dire addio all’ età dell’innocenza.. sarebbe bello che l’ assise cittadina si aprisse ai macetatesi.
Una domanda: lotto, enalotto e ‘gratta e vinci’ sono giochi d’azzardo?
Se ci fossero state davvero le ideologie, nel bene e nel male, la reazione della città sarebbe stata meno smarrita e quella dell’amministrazione meno altalenante. Ci restano residui di faziosità e pregiudizio intrecciati a nuove inquietudini e rigidità. Ci servono la cultura (senza le rendite e gli effetti speciali) e la politica (senza le vecchie bandiere e i nuovi qualunquismi), e occasioni di confronto e dibattito come quelle proposte dal direttore.
per colpa di quasi tutti, Matteo. Non di tutti.
Cercare di cambiare Macerata è uno sforzo inutile. Se è potuto capitare un assassinio efferato come quello di Pamela significa che la Città di Maria è molto marcia. Gli avvenimenti non avvengono per caso. Macerata si è sempre interessata di aree fabbricabili, di terreni da lottizzare, di affari amministrativi, di rendite parassitarie. ParkSI, zona scelta per il nuovo inutile ospedale e nuova cementificazione dell’area ex-Casermette è in linea con la politica di potere dalla Liberazione ad oggi. L’obiettivo è essere “lassù” per fare i propri interessi personali, di bottega, di sacrestia, di partito… Il resto è dettaglio.
Seppellita Pamela e messo nel dimenticatoio pure Traini, si spera che non ci siano altri “Traini” a rendere desta la città.
Cambiare si può, invece. Solo che non si deve avere come fronte il quinquennio o il settennio e neanche la durata di vita del dittatore o del monarca, bensì il secolo o meglio il lustro. D’altronde noi, ex Africani, in quanti millenni ci siamo sbiancati?
Egregio Direttore siamo già come dice Lei “andati oltre le ideologie” (https://www.cronachemaceratesi.it/2018/02/19/fermato-con-la-marijuana-denunciato-22enne/1069002/) l’articolo è del 19/02/2018 cioè NON è cambiato nulla.“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.” (Giuseppe Tomasi Di Lampedusa)
caro Aldo, Piero Angela ti potrebbe aiutare nell’evoluzione umana, l’università della crusca a quanto in realtà equivale un lustro, per quanto riguarda la politica sei patetico
Per Marco Nibaldi. Ti rinrazio di cuore, ma ti chiedo, laddove possibile, di non essere ermetico e di essere invece rilassato.
umuntu ngumuntu ngabantu.