L’incontro all’Hotel Claudiani del circolo Aldo Moro Al tavolo Pietro Marcolini, presidente dell’Istituto Adriano Olivetti (Istao), Sauro Longhi, rettore dell’università Politecnica delle Marche, l’economista Marco Marcatili (Nomisma) e il sociologo Massimiliano Colombi
Il presidente dell’Istao Pietro Marcolini e il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi
di Maurizio Verdenelli
(foto di Fabio Falcioni)
Le ‘polveri’ hanno preso fuoco piuttosto tardi quando tutto, presente l’assessore regionale Sciapichetti, pareva risolversi nell’ennesimo dibattito di alchimisti su una ripartenza ancora ai blocchi di partenza. Ieri all’Hotel Claudiani di Macerata alla prima uscita (estiva) del circolo Aldo Moro: “(Ri)Costruiamo il futuro, il territorio come risorsa per la rinascita delle Marche dopo il terremoto”. Al tavolo Sauro Longhi, rettore dell’università Politecnica delle Marche e Pietro Marcolini, presidente dell’Istituto Adriano Olivetti (Istao), l’economista Marco Marcatili (Nomisma) e il sociologo Massimiliano Colombi. Dall’altra parte della ‘barricata’ un pubblico (nelle ultime file il rettore di Unimc, Adornato: del low profile ha fatto una religione personale) che non aspettava altro che di prendere la parola per far entrare in scena umori, difficoltà, gramo vivere quotidiano, incertezza quotidiana di chi il ‘dopo terremoto’ lo vive sulla pelle.
E’ bastato l’accenno alla ‘disperazione’ della gente da parte dell’onorevole Adriano Ciaffi perché subito dopo Giancarlo Copponi, 68 anni, da Muccia intervenisse furente a difesa dei giovani ‘deportati sulla costa che ogni giorno mi telefonano preoccupati: vogliono tornare a casa, in loro c’è ancora tanta vitalità, non scoramento’. Nel ‘mirino’ Pietro Marcolini responsabile, secondo Copponi, di uno stile ‘ironico’ nel trattare il declino fatalmente biologico (tra vent’anni, la statistica insegna che non ci sarà più nessuno, data l’età media dei 280 rimasti) di aree interne come quella di Castelsantangelo sul Nera “dalle 19 chiese”. Un’indicazione, per inciso, risultata poi equivoca al professor Longhi: ‘Allora, 19 parroci?’ nonostante l’intervento di Ciaffi: “In realtà si tratta di 19 chiese-monumento”. “In effetti si deve parlare di 19 affreschi del grande Paolo da Visso, tutta la sua opera sta a Castelsantangelo” avrebbe commentato più tardi, fuori dal Claudiani, l’architetto Silvano Jommi. Da parte sua Renato Pasqualetti ha invece indicato una via possibile di rinascita mettendo in rete quest’immenso patrimonio di capolavori racchiuso dai Sibillini. “E’ necessario un collegamento ricordando che la crisi è preesistente al terremoto” ha detto l’ex assessore provinciale ribadendo il concetto espresso in apertura da Marcatili: “Il sisma è sfida e metafora”.
“Marcorè sta portando avanti RisorgiMarche? E’ utile? Penso di sì –ha aggiunto Pasqualetti- considerata la presenza di Rai1 che assicura con le dirette visibilità e successo agli eventi come il caso di Musicultura dimostra”. Tra Marcolini e Copponi, il cui sfogo ‘fiordipelle’ è di chi soffre una condizione di superstress (nel ’97 una generazione dell’alto maceratese si ammalò d’ansia) era intanto sopravvenuta la pace nel nome di Castelsantangelo e di un nuovo piano scuole che tuteli le zone interne. L’ex assessore regionale a Bilancio a Cultura ha sottolineato come il suo tono non fosse ‘ironico’, bensì ‘struggente’ e come al paese siano legati i suoi ricordi giovanili più belli delle vacanze. Tuttavia che il ‘cratere’ sia incandescente –seppure, ha avvertito Marcolini, siano in fila per entrarvi Teramo e Chieti e qualcuno pone attenzione anche alle chiese urbinati – lo hanno dimostrato anche altri interventi (aperti dall’industriale maceratese Alcide Giovannetti) a sostegno di Copponi. “Io resterò a Pievetorina, anzi a Casavecchia, per la rinascita anche di questa frazione che vide perfino crescere e prosperare una banca popolare (negli anni 50, sottoposta senza rilievi ad un ispettore di Bankitalia che avrebbe fatta molta strada: Carlo Azeglio Ciampi ndr)” ha detto Ermanno Piergiacomi, giovane dipendente di Banca Marche.
Ed Ivano Tacconi, consigliere comunale maceratese: “Perché la pedemontana delle Marche da Fabriano si è fermata a Matelica?”. Sulle grandi arterie di penetrazione qualche dubbio l’ha espresso, invece, Longhi, nonostante l’elogio alla Quadrilatero da parte del presidente Istao (“Ha provocato danni all’ambiente? Forse…ma”). “Sono per le autostrade della telecomunicazione, per avvicinare i piccoli centri della periferia alle grandi città del mondo, fibre ottiche al posto di nastri d’asfalto dove come nel caso della Valdichienti, ti becchi una multa se hai un po’ di fretta (chiara l’indicazione ad un tratto col limite di 90 km per la cui eliminazione il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, aveva annunciato invano all’Anas ndr)”. Ed ancora sui nuovi motori di sviluppo – che hanno dato il titolo al convegno- ecco delineato da Marcolini un progetto neo-keynesiano per una regione che sta arretrando come un depresso territorio del sud. A testimoniarlo ci sono gli ultimi cinque report di Bankitalia, ha sottolineato Marcatili. Le aziende manifatturiere sono sparite per un quarto, l’occupazione in calo continuo, malavita in ascesa lunga la ribollente costa. La situazione è drammatica: ecco perché il post terremoto può essere un’occasione, considerata la fine della bella esperienza (Marcolini ha ricordato i sopralluoghi ‘con la fettuccia’ a fianco di Ciaffi, correva il 1979) dei dodici poli montani che “servirono a dare riassetto demografico ad una regione che aveva visto la sparizione di 3mila marchigiani dalla montagna per il fondovalle e alla costa”.
Occorre riportare sul territorio ‘spaccato’ i giovani, costruire bene con ‘nuove malte e nuove tecnologie’. Eppure tutto questo non basterà: non basteranno i tre miliardi per la banda larga. non basterà “un piano tra innovazione e presepe” (Colombi). Perché le Marche, nonostante il 62% di danni, contano poco o niente sui tavoli “dove l’Umbria fa la parte del leone” ha ‘denunciato’ tra amari applausi l’ingegnere Mario Stizza. “Siamo politicamente deboli, siamo il vaso di coccio manzoniano costretto a viaggiare con vasi di ferro. E certo finisce per affondare la navicella, l’eccesso di burocrazia che blocca tutto nella difficoltà anche di reperire informazioni certe”. Cosa valgono Castelsantangelo, Visso, Muccia, Pievetorina, Camerino, Ussita di fronte ad Amatrice, Norcia, Accumoli mentre nuove realtà ‘terremotate’ si fanno autorevolmente avanti dall’Abruzzo a richiedere la propria ‘parte del cratere’? E’ una guerra di poveri, anzi di disperati ma che le Marche stanno perdendo vistosamente.
Quali ricette? Dal laboratorio, ieri sera, dell’Aldo Moro (prossima session il 6 luglio, alle 21, con l’onorevole Enrico Borghi e il professor Massimo Sargolini sul tema: Oltre le mura della città: il valore del territorio). Per Longhi saranno gli anni nuovi della tecnologia a vincere la sfida: “l’automazione creerà occupazione; ma centrale sarà la qualità di servizi, assistenza soprattutto nei luoghi dove ripartire”. Per Marcolini si ricomincia da 3: “da un piano efficace enogastronomico- turistico legato ai beni culturali; da un grande progetto di sviluppo che comprenda il riassetto idrogeologico; infine da un polo di formazione scientifica di altissimo livello come fu la Sogesta che l’Eni volle in una zona interna come quella urbinate” nel nome di Enrico Mattei da Acqualagna.
Vero, ci vorrebbe un altro grande marchigiano come lui per risollevare la regione ‘al plurale’ dalla crisi e dai danni del terremoto, quest’ultimi però che paradossalmente potrebbero risultare ‘funzionali’ alla rinascita complessiva delle Marche. Il finale del dibattito è andato oltre la mezzanotte, in una sala al calor bianco (per meteo ed attiva presenza del pubblico) con una citazione estrema: di Pietro Marcolini in riferimento a Vasco Errani alle prese con la sua trentesima, ponderosa ordinanza: sulla partecipazione. Ci è sembrato di cogliere un po’ d’ironia nell’aria, ma considerato il precedente e l’ora tarda, potrebbe trattarsi da parte del cronista ancora di errata valutazione.
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Tante belle parole e buone intenzioni, come sempre….mi sa che ci facciamo un altro inverno fuori casa….poi manderemo voi a ripopolare l’entroterra…..voi si….gente dai paroloni sofisticati ma da fatti inesistenti….voi stipendiati lautamente che non fate altro che ciarlare come comari…ora vi si chiude il culetto, visto che il partito del magna magna è in difficoltà…occhio che arriveranno anche le elezioni politiche…e lì mi sa che per molti saranno dolori
Da chi dipende?
Forse perché chi sta su non vale niente
Miliardi per salvare: 1)le Banche, 2) miliardi x fare opere come la TAV e il Mose, 3) milioni e milioni x Fabio Fazio ,4) miliardi e miliardi per salvare Alitalia da una vita in perdita…. Per il terremoto, per i nostri territori soldi col contagocce . ricordatevi: non la piegate quella gente. Imbroglioni , bravi nel parlare cambiare le carte in tavola.
Cronache Maceratesi quando si decide a fare una inchiesta seria su quello che sta succedendo? Vogliamo date, impegni certi, soldi disponibili ( non stanziati). Di chi sono le responsabilità e qual è il cronoprogramma. Dove stanno i deputati marchigiani ? Dove stanno ? Quando li intervistate ? Fategli sapere che qua cè gente che non molla un centimetro e affronta tutto e tutti.
Possibile che le palle non esistano più!
Ma facciamoci rispettare o scendiamo in piazza a svegliare questi idioti a suon di schiaffi!!!
Giorgio Gaber Io se fossi Dio
Io se fossi Dio
Io se fossi Dio
e io potrei anche esserlo
sennò non vedo chi.
Io se fossi Dio
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente
non sarei mica un dilettante
sarei sempre presente.
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare
appunto cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese
com’è noioso
non commette mai peccati grossi
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l’errore piccolino
non lo conti o non lo veda.
Per questo
io se fossi Dio
preferirei il secolo passato
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico
dove si odiava e poi si amava
e si ammazzava il nemico.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione.
Io se fossi Dio
sarei sicuramente molto intero e molto distaccato
come dovreste essere voi.
Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore.
Sì, vabbe’, lo ammetto
non mi è venuto tanto bene
ed è per questo, per predicare il giusto
che io ogni tanto mando giù qualcuno
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino.
Io se fossi Dio
non avrei fatto gli errori di mio figlio
e sull’amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po’ meglio.
Infatti non è mica normale che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India
c’ha tanto amore di riserva che neanche se lo sogna
che viene da dire
“Ma dopo come fa a essere così carogna?”
Io se fossi Dio
non sarei ridotto come voi
e se lo fossi io certo morirei per qualcosa di importante.
Purtroppo l’occasione di morire simpaticamente
non capita sempre
e anche l’avventuriero più spinto
muore dove gli può capitare e neanche tanto convinto.
Io se fossi Dio
farei quello che voglio
non sarei certo permissivo
bastonerei mio figlio
sarei severo e giusto
stramaledirei gli inglesi come mi fu chiesto
e se potessi
anche gli africanisti e l’Asia
e poi gli americani e i russi
bastonerei la militanza come la misticanza
e prenderei a schiaffi
i volteriani, i ladri
gli stupidi e i bigotti
perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio
appiccicano al muro tutti.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Finora abbiamo scherzato.
Ma va a finire che uno
prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori
tutto quello che gli sembra giusto.
E a te ragazza
che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese è solo un po’ coglione
che quell’uomo è proprio un delinquente
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia.
Io come Dio inventato
come Dio fittizio
prendo coraggio e sparo il mio giudizio e dico:
speriamo che a tuo padre gli sparino nel culo, cara figlia.
Così per i giornali diventa
un bravo padre di famiglia.
Io se fossi Dio
maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti
che certamente non sono brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare delle libertà che avete
avete ancora la libertà di pensare
ma quello non lo fate
e in cambio pretendete la libertà di scrivere
e di fotografare.
Immagini geniali e interessanti
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate
senza tremare un momento.
Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano.
Sì, vabbe’, lo ammetto
la scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia
ma io se fossi Dio
di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione della democrazia.
Ma io non sono ancora
del regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente
nel regno dei cieli non vorrei ministri
né gente di partito tra le palle
perché la politica è schifosa e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco
che poi è un gioco di forza ributtante e contagioso
come la lebbra e il tifo
e tutti quelli che fanno questo gioco
c’hanno certe facce che a vederle fanno schifo
che sian untuosi democristiani
o grigi compagni del Pci.
Son nati proprio brutti
o perlomeno tutti finiscono così.
Io se fossi Dio
dall’alto del mio trono
vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare Platone
che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione.
È un uomo a tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo
che scivola sulle parole
anche quando non sembra o non lo vuole.
Compagno radicale
la parola compagno non so chi te l’ha data
ma in fondo ti sta bene
tanto ormai è squalificata
compagno radicale
cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
ti muovi proprio bene in questo gran casino
e mentre da una parte si spara un po’ a casaccio
dall’altra si riempiono le galere
di gente che non c’entra un cazzo.
Compagno radicale
tu occupati pure di diritti civili
e di idiozia che fa democrazia
e preparaci pure un altro referendum
questa volta per sapere
dov’è che i cani devono pisciare.
Compagni socialisti
ma sì, anche voi insinuanti, astuti e tondi
compagni socialisti
con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro
coi vostri uomini aggiornati
nuovi di fuori e vecchi di dentro
compagni socialisti, fatevi avanti
che questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti
fatevi avanti col mito del progresso
e con la vostra schifosa ambiguità
ringraziate la dilagante imbecillità.
Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli.
Io se fossi Dio
non avrei proprio più pazienza
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombe per il Giudizio universale.
Voi mi direte: perché è così parziale
il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe
per gli attentati, i rapimenti
i giovani drogati e per le bombe.
Perché non è comparsa ancora l’altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
cioè solo l’immagine del grande smarrimento.
Però se fossi Dio
sarei anche invulnerabile e perfetto
allora non avrei paura affatto
così potrei gridare, e griderei senza ritegno
che è una porcheria
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia.
Ecco la differenza che c’è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo
e forse facciamo più schifo che spavento
di fronte al terrorismo o a chi si uccide c’è solo lo sgomento.
Ma io se fossi Dio
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti sarei severo come all’inizio
perché a Dio i martiri
non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.
E se al mio Dio che ancora si accalora
gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista
diventa l’unico statista.
Io se fossi Dio
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia cristiana
è il responsabile maggiore
di vent’anni di cancrena italiana.
Io se fossi Dio
un Dio incosciente, enormemente saggio
c’avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era.
Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamente
io se fossi Dio
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio
non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.
E allora
va a finire che se fossi Dio
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io.
Non c’è nulla da fare, le Marche sono sottomarche.
Sono passati circa 235 giorni dalla prima scossa… e… di casette ce ne sono poche… quasi niente…!!! Si sono sentite tante promesse… chiacchiere… strette di mano… visite influenti… decreti(ni)… contro-decreti(ni)…!!! Da una piccola ricerca su internet… nel lontano 5 Agosto 1933 fu posata la prima pietra di Sabaudia (Latina)… e dopo solo “253” giorni… il 15 Aprile 1934 ci fu l’inaugurazione…!!! Forse c’era meno burocrazia… poche chiacchiere… e fatti concreti a volontà…!!! Un sincero “buon lavoro” a tutti i politici, presidenti di regione, commissari…e… datevi una mossa…!!!
Restano solo anziani? A me sembra che Camerino, Muccia, Pievetorina e l’Alto Nera siano pieni di giovani intraprendenti, e che molti potrebbero tornare se non fossero costretti ad andare fuori per lavoro. Negli ultimi anni vi si sono anche stabilite molte famiglie di giovani stranieri (l’immigrazione sana, quella delle famiglie che lavorano), e la ricostruzione ne porterà molte altre. Non è un’area in dismissione: se le teste fini della politica, con le loro mezze frasi e gli ammicchi vaghi, non finiranno di devastarla, è un’area dalle molte opportunità.
Il partito dei signori riuniti a convegno ha voluto con forza il trattato di libero scambio con il Canada. Venduto come opportunità per i nostri produttori di alimentazione di alta qualità. Vi ha fatto cenno qualcuno durante il convegno? Si è proposto di partire immediatamente con una piattaforma di export verso il Nord America? O interessano solo le canzonette?
Per il ripopolamento non c’è problema: nel momento in cui Falconara si è detta contraria ad un campo profughi regionale nel suo territorio, si è scoperto che l’alternativa è Camerino. PD e SEL sanno già come ripopolare l’area.
Grazie all’assessore e a tutto lo staff.