«Stephen lo ricordano tutti come un ragazzone cordiale e solare, “con una propensione a risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la condivisione”» così il Gus (Gruppo umana solidarietà) ricorda il giovane di 23 anni che è morto precipitando dal quarto piano di una palazzina in via Ferrucci, a Macerata (leggi l’articolo). Il nigeriano, Stephen Omoghie, era beneficiario del progetto Sprar “MaceratAccoglie” del comune di Macerata gestito dal Gus. «Sui concitati frangenti che hanno preceduto la caduta sono in corso le indagini degli inquirenti» dice il presidente del Gus Paolo Bernabucci, che ringrazia le forze dell’ordine intervenute con grande professionalità e discrezione sul luogo dell’incidente. Il giovane, stando agli accertamenti, era in uno stato di agitazione questa notte e si è gettato dalla finestra del bagno. «In questa occasione così dolorosa – aggiunge Bernabucci – cerchiamo di fare la nostra parte per interpretare al meglio quelli che sono i desideri della sua famiglia. Con la sua comunità dei cristiani pentacostali stiamo predisponendo la cerimonia religiosa, mentre cerchiamo di svolgere rapidamente le pratiche burocratiche per restituire il corpo del ragazzo ai suoi familiari. Ora vogliamo solamente dare dignità alla morte del ragazzo, che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nella nostra terra, nella nostra città». Il 23enne era entrato nel progetto nell’aprile 2015, aveva ricevuto il diniego alla richiesta di protezione internazionale da parte della commissione territoriale e ora stava sostenendo il ricorso in appello. «Nel frattempo si è dato da fare, prima imparando a parlare con padronanza la nostra lingua, poi cercando di migliorarsi durante le dieci ore settimanali previste dal progetto – lo ricorda il Gus –. Ma il suo impegno era soprattutto teso alla ricerca di un lavoro e di una stabilità economica. Non si perdeva un corso di formazione professionale, dal pizzaiolo presso “Pizzeria dal Napoletano”, al saldatore, fino al tirocinio presso il negozio “Africa Shop” di viale Carradori a Macerata. L’estate scorsa ha iniziato un nuovo lavoro come giardiniere a Recanati. Purtroppo l’esperienza lavorativa non si è concretizzata con un’assunzione, ma Stephen non si perdeva d’animo è si impegnava molto per cercare un lavoro stabile a Macerata e nei dintorni, oltre a partecipare con entusiasmo alle attività ricreative e di integrazione promosse dal progetto “MaceratAccoglie”». Bernabucci conclude dicendo che «Non avremmo mai voluto che questo nostro aiuto si trasformasse nella riconsegna di un corpo privo di vita ai suoi genitori, avremmo preferito che come molti nostri ragazzi beneficiari dei progetti di accoglienza che seguiamo, potesse essere autonomo e indipendente, ma così non è stato».
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RIP
Povero ragazzo, così giovane….R.I.P.
Povero ragazzo!!!! Riposi in pace!!!!
R.i.p.
Signor Paolo Bernabucci ci può spiegare come mai in un appartamento del Gus occupato da richiedenti asilo sono stati trovati 55 grammi di cocaina? Stiamo importando degli spacciatori?
Il Sig. Carlo Severini Due solleva un problema serio. Ma trovo questa sede totalmente inopportuna a sciacallesca. Come dire: ha sbagliato tempo e luogo. Invece questa sede è opportuna per sottolineare come il mondo del lavoro – sempre più cinico e disumano – troppo spesso si comporta con immigrati che vorrebbero integrarsi davvero, con ogni migliore prospettiva e intenzione. E così, da una parte subiamo leggi che tutelano i peggiori e dall’altra rendiamo la vita impossibile ai migliori.
Tutto da rifare.
Mi spiace Filippo ma non trovo fuori luogo il commento di Severino. Piuttosto trovo fuori luogo le parole di Bernabucci, che mette avanti le mani. Come faceva a lavorare il povero ragazzo morto se gli era stato negato lo status di rifugiato ed era in attesa di appello? Forse in nero e Bernabucci lo sapeva? Male. Sapeva pure Bernabucci che c’ era un giro di coca? Mezz’ etto non è una quisquilie. Malissimo. Sono in grado queste onlus di stare dietro ai ragazzi che ospitano o sono solo fonte di guadagno? Dubbio ma nemmeno più di tanto. Queste domande me le pongo anche e soprattutto di fronte a un dramma umano.
Se si chiamasse Stephen Agnelli nessuno farebbe caso alla cocaina quindi prendete quello che c’era di buono in questo ragazzo e lasciatelo riposare in pace.
Se la dignità non esistesse, non ci sarebbe nemmeno la mancanza di dignità. Essa provoca i guardoni, e dove ci sono i guardoni, il traffico si paralizza. Il superamento della dignità umana è il presupposto del progresso. È una cosa che non serve a nulla. (Karl Kraus)