Concorsone per dirigenti in Regione:
sospesa la bocciatura del Tar

RICORSO - Il Consiglio di Stato ha concesso la sospensiva, in primo grado era stata annullata la nomina di 12 figure apicali. I vertici dei servizi regionali possono restare al loro posto fino alla sentenza definitiva
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Concorsone per dirigenti in Regione: il Consiglio di Stato sospende la bocciatura del Tar. Il provvedimento che congela la sentenza di primo grado è stato pubblicato questa mattina. Le 12 figure al comando dei servizi regionali, dunque, restano al loro posto. Almeno per il momento, in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci nel merito sulla validità o meno del concorso, dopo che in un primo momento il Tar aveva annullato le nomine. «Continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto – le parole dell’assessore al Personale Fabrizio Cesetti -. Soprattutto sul terremoto la macchina amministrativa ha sempre lavorato a ritmo». Già, perché nessun dirigente è stato rimosso dalla posizione acquisita dopo il concorso del 1° luglio di un anno fa. Due mesi e più durante i quali tutto è proseguito come nulla fosse. La Regione, dal canto suo, ha sempre detto di voler andare avanti, certa della sospensiva e del suo operato, nonostante le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle, abbiano gridato all’abuso d’ufficio e messo in dubbio la validità degli atti successivi al 21 marzo eventualmente firmati dai dirigenti decaduti. «La sentenza è immediatamente esecutiva e gli atti eventualmente adottati dai dirigenti decaduti sarebbero nulli» denunciava il consigliere comunale di Ancona Daniela Diomedi, citando almeno due delibere firmate in questo periodo da due dirigenti sospesi dalla magistratura.

Ora interviene il provvedimento del Consiglio di Stato a sanare, o quantomeno congelare la situazione fino alla sentenza definitiva. Impossibile prevedere quando si pronuncerà la magistratura, confermando o ribaltando la decisione del Tar. In primo grado infatti i giudici avevano annullato la nomina di 12 dei 13 dirigenti risultati vincitori dal bando. Sulla 13esima posizione, quella di segretario della giunta regionale, il contenzioso riguarda il primo ed il secondo in graduatoria e non la procedura di selezione. Per le altre 12 posizioni, i giudici amministrativi nella sentenza del 21 marzo scorso hanno ritenuto illegittimo l’articolo 4 comma 1 del bando di concorso, che limita la partecipazione ad una sola procedura concorsuale, senza la possibilità per i partecipanti di indicare la posizione che sentono più affine al proprio titolo di studio. Tra i motivi del ricorso si ritengono violati il principio della massima partecipazione, della libertà di accesso agli uffici pubblici, alle pari opportunità e meritocrazia, e si sottolinea la “disparità di trattamento e scarsa trasparenza”. In questo quadro è ancora impasse sulla nomina del nuovo segretario generale e del nuovo capo di gabinetto della giunta dopo l’addio di Fabrizio Costa, ad un anno dal suo insediamento. L’approvazione della discussa legge omnibus, considerata propedeutica alla rimozione degli ultimi ostacoli per l’assegnazione dei ruoli, con la direttrice di Confindustria Marche, Paola Bichisecchi, data per favorita, non sembra aver sbloccato la situazione.

 

 



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