Le operazioni per rimuovere il ponte nel tratto interessato dal crollo e andata avanti fino a questa mattina
E’ stata riaperta l’autostrada 14, in entrambe le direzioni, dopo il crollo del ponte avvenuto ieri nel tratto tra i caselli di Ancona sud e Loreto. I lavori di rimozione del cavalcavia sono proseguiti per tutta la notte e per la mattina di oggi rendendo di nuovo percorribile il tratto dell’A14. Dalle 9 si circola in entrambi i sensi di marcia, come reso noto dalla polizia stradale, su una sola corsia per entrambe le carreggiate. Possibili incolonnamenti. Sul cedimento del ponte la procura di Ancona ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo colposo. Non si esclude l’errore umano. Il pm Irene Bilotta, arrivata ieri sul posto, ha già effettuato un sopralluogo con un consulente tecnico d’ufficio per ricostruire la dinamica esatta dell’accaduto e procedere all’iscrizione dei primi nomi nel registro degli indagati. Nel crollo due persone sono morte, i coniugi di Spinetoli, Antonella Viviani ed Emidio Diomede. Tre i feriti, gli operai della ditta Delabech che stavano lavorando alla manutenzione del cavalcavia crollato.
(Mar. Ve.)
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Ma come si fa mah senza parole
Velocissimi a liberare!!!!
Forse anche per togliere qualche prova della caduta?? Chissà
Un pronto ritorno alla quasi normalità, e presto sui pannelli luminosi a messaggio variabile delle patrie autostrade potrebbero comparire anche consigli sugli scongiuri da fare prima di passare sotto ai cavalcavia dove si stanno “realizzando attività accessorie”.
Vorrei chiedere a chi di competenza, se passando sotto i cavalcavia, conviene rallentare, guardare con circospezione e poi passare o se conviene aumentare la velocità provando un brivido ogni volta?
Certo che una volta ti tiravano i sassi dai ponti dell’autostrada (con conseguenze tragiche), ora ti cascano addosso i ponti stessi mentre cammini in autostrada (con conseguenze altrettanto tragiche).
È il progresso, tutto s’innova, ma l’importante è mantenere salda quella tradizione della “situazione grave ma non seria” che è l’inimitabile cifra dell’italianità.