di Laura Boccanera
«Ti rompo, ti meno, ti spezzo», e poi insulti di vario tipo. Vessato, minacciato e insultato prima e dopo la scuola, un sedicenne racconta tutto ai genitori che segnalano ai carabinieri i presunti episodi di bullismo. Nei guai è finito un 18enne di Montelupone, che è stato denunciato dopo alcuni mesi di indagini. I fatti sono avvenuti a Recanati. La vittima è un 16enne straniero che frequenta lo stesso istituto del “bullo”. L’episodio di bullismo è stato stroncato dopo le prime avvisaglie. Tutto è successo in un istituto di Recanati, frequentato dal 16enne e dal 18enne (entrambi residenti a Montelupone). Ragazzi a cui accade di incontrarsi sul bus, prima e dopo le lezioni, per strada e ai giardini. E proprio qui che i fatti si sarebbero svolti. Il 18enne di fronte ad altri ragazzi avrebbe iniziato a prendere di mira il minore, diventato oggetto di minacce di venire picchiato, di insulti, parolacce e ingiurie. Il ragazzino incassa, ma la situazione diventa sempre più pesante e un giorno decide di raccontare ai genitori di quel compagno che lo ha preso di mira. I familiari del ragazzo vanno dai carabinieri e denunciano gli episodi raccontati dal figlio minorenne. I militari della Compagnia di Civitanova iniziano le indagini per verificare la veridicità dei racconti del ragazzino e dopo aver sentito numerose testimonianze denunciano il 18enne. All’inizio di novembre, a Civitanova, si è tenuto il convegno sul tema del bullismo con la proposta della creazione di uno sportello antibullismo e un osservatorio nelle scuole e nelle istituzioni in grado di far emergere la reale dimensione del fenomeno. Solo il 5% dei casi infatti arriva a denuncia.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E naturalmente i genitori di queste brave creature non si accorgono di niente…
….e quello ancora più grave è che i genitori di questi ragazzi trovano sempre e comunque una giustificazione per i loro figli!!!! ANCHE DI FRONTE ALL’EVIDENZA DEI FATTI!!!!
E mentre quel ragazzo picchiava gli altri guardavano e non protestavano, complici?
Hai detto bene Gisella e tutti gli altri.
Se li difendono con violenza.
Con la stessa violenza.
Tutti complici.
I genitori degli altri compagni non sanno nulla????
Muti.
Ognuno si fa gli affaracci propri.
Bravi.
Ho sentito dire da molti genitori in casi simili: “E’ normale. Son esperienze di vita. I ragazzi dovranno cavarsela da soli”.
La giungla. Però poi fan vedere loro film violenti ed inadatti fin dall’età di 5 anni, compran loro il cellulare a 7 anni, lo raccomandano con l’insegnante a scuola, gli insegnano come si fa a scavalcare la fila, come si fa a menare, come si fa ad insultare, ad umiliare gli altri più deboli o riservati o non aggruppati, ecc.
E’ normale.
Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all’età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo. (Conchita Wurst)