Sette cingolani aiutano Arquata:
“Che desolazione in questi luoghi”

SISMA - Le squadre della Protezione civile sono intervenute nel Comune colpito dal terremoto del 24 agosto. Il responsabile, Francesco Angelelli: "La Regione ha chiesto la necessità di 70 uomini, ne sono arrivati 160"

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I volontari di Cingoli al lavoro ad Arquata del Tronto

I volontari di Cingoli al lavoro ad Arquata del Tronto

 

I volontari di Cingoli al lavoro ad Arquata del Tronto

Lo scarico di container contenenti aiuti e beni di prima necessità

 

di Leonardo Giorgi

Terremoto nel centro Italia, arrivano sui luoghi dell’epicentro gli uomini della Protezione civile di Cingoli. Fin dalle prime ore del mattino del 24 agosto, subito dopo il sisma, una squadra di volontari del corpo cingolano è intervenuta ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli, per prendere parte alle operazioni di soccorso e installazione di tendopoli. «Le immagini che più hanno colpito i miei uomini – racconta Francesco Angelelli, responsabile dell’unità operativa di Cingoli (in tutto 7 i volontari che sono partiti per Arquata) – sono la desolazione di questi luoghi e, dal lato positivo, i tanti aiuti che stanno arrivando da tutta Italia».
Un afflusso di risorse e uomini che è diventato quasi un problema per i soccorritori presenti sul posto, come ricordato dall’assessore regionale alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti (leggi l’articolo).

«La Regione ha chiesto l’arrivo di 70 operatori ad Arquata del Tronto e nella frazione di Pescara, dove si è diretta nelle ultime ore la Protezione civile di Cingoli – spiega Angelelli – ma solo oggi erano in 160. Non è facile gestire così tanti uomini nelle priorità del momento». Priorità diverse rispetto a quelle delle ore subito successive al sisma di magnitudo 6.0 delle 3,36 di mercoledì. «Ora c’è bisogno di gestire al meglio la tendopoli – sottolinea il responsabile – e per questo faremo dei turni dalla prossima settimana per provvedere alle esigenze degli sfollati di Arquata. Inoltre, vanno evitati fenomeni di sciacallaggio, mettere in sicurezza le zone dove si sono verificati i crolli peggiori e censire tutti gli attuali residenti delle tende». Infatti, dato il grande numero di tende messe a disposizione «c’è il rischio – conclude Angelelli – che la tendopoli sia occupata da tante persone che non c’entrano assolutamente niente con i luoghi del sisma. Dobbiamo impegnarci a controllare l’anagrafica di tutti».

La tendopoli di Torquata

La tendopoli di Arquata



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