Opera e cultura muovono la provincia,
le nuove frontiere della sostenibilità

MACERATA - Al terzo appuntamento con "Capitane d'impresa" la docente Paola Dubini analizza il modello Marche: "Investire nel capitale culturale vuol dire portare benefici diffusi a tutto il territorio". Francesco Micheli: "Sviluppare il valore aggiunto della nostra tradizione perchè italians do it better"

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Lorenza Natali introduce il dibattito

 

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Il pubblico presente alla civica enoteca

di Marco Ribechi

L’opera, e più in generale la cultura, come motore di sviluppo dell’intero territorio. Il terzo appuntamento con “Capitane d’impresa”, il format voluto dalla Camera di commercio di Macerata per mostrare il lato imprenditoriale femminile locale, ha trattato il tema della sostenibilità. Intesa sia come un concetto ambientale e territoriale che come una visione economica su cui basare le scelte imprenditoriali. Ospiti, oltre a Lorenza Natali e a Patrizia Tiranti del Cif – comitato imprenditoria femminile – la professoressa della Bocconi di Milano Paola Dubini, il direttore artistico del Mof Francesco Micheli e tre imprenditrici del settore turistico che operano nel maceratese. Elena Prokopenko di Macerata by Marche guide turistiche nelle Marche, Ivana Marchegiani di Lacam, libera associazione di arti e mestieri, e Katia Luchetti che gestisce il b&b San Paterniano di Cingoli.

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La professoressa Paola Dubini dialoga con il direttore artistico del Mof Francesco Micheli

Per iniziare un dato: nella provincia di Macerata il 24% delle imprese sono gestite da donne. Il dato supera la media nazionale e regionale e dimostra che c’è un clima effervescente di produzione. «Bisogna riflettere su cosa significa cultura sostenibile e territorio sostenibile – spiega la docente Paola Dubini – Ad esempio l’opera è uno dei motivi per cui l’italiano è una delle lingue più parlate al mondo. C’è un brand dietro che viene riconosciuto dallo straniero. La nostra cultura è portatrice di valore anche economico ma naturalmente deve trovare un modo di parlare alla modernità. Per questo apprezzo in maniera particolare il tema scelto per questa stagione, il Mediterraneo, perché riporta dei drammi universali alla situazione attuale. L’arte e la cultura devono mantenere un ruolo politico e poetico, devono far riflette». Ma sostenibilità significa anche far quadrare i conti. «L’industria culturale, a forte produttività – continua la docente – non può farcela da sola perchè i costi sono elevati. Ha bisogno di tutto un territorio pronto a sostenerla. Le Marche in questo senso si stanno muovendo per farsi riconoscere come luogo di cultura».

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L’esibizione del soprano Soeun Jeon e del maestro Cesarina Compagnoni

Pienamente d’accordo Francesco Micheli, la cui esperienza a Macerata ha assunto questa forma: «Il primo anno come direttore artistico ero sorpreso dallo scoprire che proprio quando iniziava la stagione operistica i negozi chiudevano per ferie. Non c’era un legame con la produzione culturale che rimaneva chiusa in una torre d’avorio. L’Italia si sta trasformando da questo punto di vista ma è necessario anche recuperare l’esempio dei padri. Nel dopoguerra c’è stata una censura con quella che era considerata la cultura classica. Io ero uno sfigato perchè ascoltavo l’opera, dicevano che era per vecchi. Invece al contrario è fatta di passioni, i protagonisti sono giovani e pronti a tutto. All’estero è vista in questo modo e lo straniero se ne appropria. L’Italia deve recuperare questo sapere perchè in fin dei conti “Italians do it better”». Nell’intervallo la splendida esibizione delle arie della Norma eseguite dal soprano Soeun Jeon accompagnata dal maestro Cesarina Compagnoni ha strappato applausi a un folto pubblico interessato sia agli aspetti economici che a quelli prettamente artistici. La presenza della lirica nel substrato maceratese è forse uno dei segnali più evidenti delle parole con cui la docente Dubini ha chiuso il suo intervento: «Gli investimenti nella cultura non fanno parte della new economy, non hanno un ritorno immediato ma sono in grado di ripagare in maniera più estesa, interessando tutte le realtà presenti in un territorio».

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