Allarme classi pollaio, i sindacati:
“Nelle Marche mancano 1.300 docenti”

Cgil, Cisl, Uil e Snals denunciano criticità nell'assunzione di insegnanti e personale Ata: "Mancano almeno 670 posti per gli spezzoni orario a cattedra, ne servirebbero almeno altrettanti per lo sdoppiamento delle classi sovranumero". A Civitanova, il Bonifazi, registra una prima con 36 alunni

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Foto d'archivio

Foto d’archivio

«A quasi due mesi dalla riapertura delle scuole mancano almeno 1.300 docenti nelle Marche e c’è molta preoccupazione anche per la situazione del personale Ata. Rimane il problema delle classi pollaio».  A denunciarlo i segretari sindacali del personale scolastico Manuela Carloni (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal). A Civitanova, all’istituto Bonifazi, una classe prima ha 36 iscritti.

«Potrebbe non essere garantita l’ordinaria attività didattica nelle scuole -scrivono in una nota – Mancano almeno 670 posti per gli spezzoni orario a cattedra, ne servirebbero almeno altrettanti per lo sdoppiamento delle “classi pollaio”, i corsi serali, i licei musicali e coreutici, i corsi di bilinguismo, la scuola in carcere, le sezioni antimeridiane della scuola dell’infanzia».

A fronte di una popolazione scolastica di 214.637 studenti per l’anno scolastico 2016/17, minore di 1.262 unità rispetto allo scorso anno, sono state aumentate le classi (9.935, +6 rispetto lo scorso anno) «ma il problema delle “classi pollaio” persiste in quanto la diminuzione non è stata omogenea nell’intero territorio regionale – continuano i sindacati – Senza contare l’aumento degli studenti con handicap al quale non corrisponde un aumento degli insegnanti di sostegno (stesso numero dell’anno scorso). All’istituto professionale Bonifazi di Civitanova, ad esempio, si registra una prima classe da 36 alunni. All’istituto alberghiero Santa Marta di Pesaro si prevedono 6 classi prime con una media di 33,5 studenti ognuna. Ogni classe avrà almeno 1 se non due studenti con necessità di sostegno. All’istituto alberghiero di Piobbico ci sono 71 alunni per due classi quarte previste e addirittura troviamo classi con 40 studenti per le quinte serali degli istituti professionali Osimo-Castelfidardo, Podesti Calzecchi Onesti di Ancona, Bettino Padovano di Senigallia. Stessa situazione all’alberghiero Panzini di Senigallia e all’istituto tecnico Merloni Milani di Fabriano».

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«Se poi parliamo del personale Ata – proseguono le segreterie regionali – la situazione non è certo meno drammatica, considerando, che già quest’anno ci sono alcuni istituti comprensivi che hanno una media di collaboratori scolastici di 1,1 per plesso, se non dovessero essere concessi altri posti in molti istituti non saremo in grado neanche di garantire l’apertura e la chiusura delle scuole». Un clima di grande incertezza dato, secondo i sindacati, «dalla mancanza di trasparenza e rispetto delle regole da parte dell’ufficio scolastico regionale. Lunedì, 11 luglio (domani) si chiude l’organico di diritto del personale Ata e le organizzazioni sindacali non sono state ancora incontrate. L’informazione preventiva dovuta al sindacato si è tradotta in una scarna nota inviataci venerdì. Nel frattempo, però, i lavoratori venivano chiamati dalle scuole, senza alcuna ufficialità, e si vedevano costretti a presentare immediatamente domanda di trasferimento. Anche questa volta, come già verificatosi per il personale docente, le segnalazioni dei tagli e delle conseguenti posizioni di esubero non hanno rispettato, nei tempi e nei modi, la procedura che la norma prevede. L’ assenza di informazioni perdura anche a livello provinciale con la conseguente impossibilità di affrontare le numerose difficoltà segnalataci dalle istituzioni scolastiche e con l’ impossibilità delle scuole di individuare il criterio con cui l’amministrazione ha deciso l’esubero ed i conseguenti tagli di personale. Altro che “Buona Scuola”».



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