Lavoro, crisi ancora viva:
cassa integrazione su del 212%

REPORT - In provincia i disoccupati scendono da 13.278 a 12,987 ma la situazione è preoccupante per i sindacati che oggi hanno presentato i dati annuali sul lavoro in occasione della festa del "Primo Maggio". Il segretario Cgil, Daniel Taddei: "Allarmante, anche se modificato dal jobs act, il ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle imprese. Sull'aumento degli autonomi: "I datori chiedono ai dipendenti di aprire la partita iva per scaricare costi e fiscalità"
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Francesco Orazi, Silvia Spinaci Daniel Taddei e Romina Maccari

 

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Francesco Orazi (Cisl) con il segretario della Uil Manuel Broglia e Denis Capponi

 

di Claudio Ricci

(foto di Lucrezia Benfatto)

E’ una provincia che si lecca ancora le ferite della crisi quella che emerge dal quadro del lavoro nel 2015 tracciato da Cgil Cisl Uil nel report annuale in occasione della festa del 1 maggio. Sono 131.060 gli occupati del territorio con il settore dei servizi a fare la parte del leone (79.650 impiegati) seguito da industria (39.751) e costruzioni (7.860). Calano del 4,7% i lavoratori dipendenti a fronte di un aumento degli autonomi di oltre 10mila unità. Anche se superiore alla media regionale (62,1%), rispetto al 2014  l’occupazione scende di un punto e si attesta al 62,8%. Si consolida il gap tra quella maschile (70,7%)  e femminile (54,9%).

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Romina Maccari (rsu Ga di Matelica) con i lsegretarioCgil Daniel Taddei e Silvia Spinaci della Cisl

12.987 le persone che cercano un lavoro con un calo del 2,2% rispetto all’anno scorso. In diminuzione del 12,4 % le donne disccupate che comunque rimangono oltre 6mila. Aumentano dell’11,4% gli uomini in cerca di un impiego. In generale i disoccupati passano da 13.278 a 12,987 e scende del 2% il tasso di disoccupazione per i giovani compresi tra i 15 e i 24 anni. Aumentano però di 1,4 punti  i disoccupati nella fasica 15-29 anni. «Non ci sono segnali di ripresa rispetto alla situazione pre-crisi del 2007 – commenta il segretario provinciale Cgil Daniel Taddei – Anzi ci sono parametri che inquinano la lettura come l’aumento dei lavoratori autonomi. In reltà si tratta spesso di dipendenti subordinati a cui i datori di lavoro chiedono di aprire la partita iva per scaricare i costi e le fiscalità aziendali».

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L’assemblea dei sindacati nella sede Cisl di Macerata

Preoccupante il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali nel primo trimestre 2016. «I dati sul ricorso alla cassa integrazione sono allarmanti anche se modificati dalle nuove regole di accesso introdotte dal jobs act – spiega Taddei – Al 31 marzo le aziende del territorio sono ricorse alla Cig ordinaria del 212% in più rispetto al primo trimestre 2015». Preoccupa sul medio periodo la mancanza di concertazione tra le parti sociali. «A livello provinciale manca un piano di sviluppo imprenditoriale ed economico complessivo- continua Taddei – Ci sono i dipendenti delle realtà importanti che riescono ad aggregarsi e lottare per tutelare i propri diritti ma altre centinaia di lavoratori di piccole imprese che non hanno la forza di poter combattere. Manca un tavolo provinciale per poter fare sintesi». Alle porte della festa del lavoro il grido dei sindacati è rivolto così alla ricerca di interlocutori per continuare a lottare da una parte per i diritti non ancora completamente tutelati e dall’altra per il mantenimento dei privilegi ottenuti nella contrattazione aziendale.

Sindacati_Foto LB (5)Una situazione che in provincia trova esempio in due realtà: la crisi della Ghergo Group di Matelica con i lavoratori ancora in stato di agitazione in attesa dell’ acquisto della seconda linea di produzione da parte della proprietà e il contratto di secondo livello ottenuto tra gli altri anche dalle Rsu della Giorgio Armani sempre a Matelica. «Il 31 maggio scadranno gli ammortizzatori sociali- racconta l’Rsu Cisl Francesco Orazi – dopodichè non avremo futuro». Alla Giorgio Armani come alla Gsg di Appignano e alla poltrona Frau invece la battaglia riguarda il mantenimento dei benefit contrattuali. «Abbiamo rivoluzionato per la prima volta l’orario di lavoro – spiega Romina Maccari della Cgil –  e ottenuto un premio di produzione di 2.324 euro con la salvaguardia di permessi sanitari e tutela delle situazioni particolari soprattutto femminili».

Tra l’incudine e il martello ci sono gli impiegati statali (in programma una manifestazione regionale per il 20 maggio) costretti a far fronte al mancato rinnovo del contratto nazionale, da 7 anni, e ai tagli imposti dal Governo. «Ci troviamo con 3mila euro in meno di adeguamento salariale – dice Denis Capponi della Uil – tagli alle assunzioni, volontà di privatizzare i servizi e mancanza di intenzione da parte della politica di restituire di orgoglio ai dipendenti pubblici visti come i furbetti del cartellino. Senza contare la gestione del luogo di lavoro. All’agenzia delle entrate ad esempio i pannelli in eternit sono stati sostiuiti con dei pezzi attaccati con nastro adesivo». Appuntamento il 30 aprile e il 1 maggio ai giardini Diaz dove i sindacati saranno presenti alla tradizionale appuntamento della Festa del Lavoro con dei gazebo in cui verrà trasmesso un video informativo con le riflessioni dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, Taddei, Silvia Spinaci e Manuel Broglia.

 



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