Quattro lupi che in pieno giorno sono arrivati fino al giardino di casa. E’ quanto accaduto ad Amalia Arpini, imprenditrice agricola della Coldiretti Macerata, che si è ritrovata il mini-branco quasi davanti alla porta, a Belforte del Chienti, prima di riuscire a farli fuggire. «Abbiamo sentito i cani abbaiare e dalla finestra abbiamo visto quattro lupi che giravano intorno alla casa puntando alla stalla dove c’è il nostro gregge – spiega l’allevatrice -. Alla fine siamo riusciti a farli fuggire facendo rumore, ma è la seconda volta nel giro di pochi giorni che si avvicinano così tanto in pieno giorno. Già nel 2002 abbiamo subito un danno per un attacco di lupi che hanno ucciso 7 pecore. Da allora abbiamo aumentato le precauzioni con una rete elettrica e 9 cani ma non c’è sicurezza davanti all’aumento dei branchi». L’allevatrice è preoccupata, la notte tiene anche fari di illuminazione accesi davanti la struttura perchè sente gli ululati vicino: «Sono più tutelati i lupi di noi, servono misure efficaci»
Il tema proprio in questi giorni è stato discusso al ministero dell’Ambiente, in occasione della presentazione del Piano d’azione nazionale per la conservazione e gestione del lupo. «Un’eccessiva e non gestita presenza di lupi – – denunciano il presidente della Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, e il direttore Giordano Nasini – rende impossibile, infatti, l’allevamento allo stato brado, che rappresenta un’attività agricola fortemente orientata alla valorizzazione ed alla tutela della biodiversità. I sistemi di prevenzione normalmente adottati, ad esempio con recinti o cani addestrati, per evitare i danni agli armenti si rivelano, se pur costosi e con molte controindicazioni, spesso inefficaci, specie per le ampie aree destinate al pascolo brado estivo. La presenza di branchi di lupi sta scoraggiando, in molte aree, l’attività di allevamento con la negativa conseguenza, in termini economici ed ambientali, dell’abbandono del presidio di aree naturalisticamente importanti , mettendo a rischio anche il tradizionale trasferimento degli animali in alpeggio che, oltre a essere una risorsa fondamentale per l’economia montana, rappresenta anche uno strumento di valorizzazione del territorio e delle tradizioni culturali che lo caratterizzano».
Secondo Coldiretti è necessario avviare un iter legislativo finalizzato a modificare l’attuale sistema di accertamento e di risarcimento dei danni da fauna selvatica, dovendo considerare le attuali difficoltà delle imprese ad accedere ai risarcimenti dovuti. Ma occorre anche procedere ad una rilevazione precisa della presenza del lupo sul territorio, avvalendosi delle più innovative metodologie di monitoraggio della specie, per quantificare esattamente l’entità del problema nei diversi territori. Al fine di modulare e combinare diversamente le misure di prevenzione in relazione al tasso di rischio effettivo, Coldiretti chiede inoltre una mappatura delle zone classificate con presenza permanente del predatore, nelle quali applicare adeguate misure di prevenzione ed eventualmente di deroga, distinguendo le aree in cui la predazione è avvenuta più volte nel corso di due anni, rispetto alle zone in cui il rischio di predazione è minore.
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Non vedo cani da guardiania….
fidati ci sono ….
Non sono mai in mezzo al gregge ma a distanza, dove il lupo dovrebbe rimanere..
Non uccidono per gioco come fa l’uomo…..ma per fame.
O ripopolano le loro prede naturali o mettono aree dove possano mangiare.
Una bella foto con il cellulare non l’hai fatta?
Continuo a vedere ovili con recinzioni tradizionali (e, altro tema: senza ombra per le povere bestie, che d’estate si accalcano sotto la magra ombra di un unico alberello). Eppure, la Regione ha messo a disposizione fondi per realizzare rencinzioni di tipo moderno. http://www.sibillini.net/attivita/progetti/life_grandiCarnivori/depliantRecinti.pdf
Paul prova ad avere un campo di granturco dilaniato dai cinghiali o un branco di pecore dimezzato dai lupi …poi parliamo ! Chi ha lasciato tutti questi lupi nelle nostre zone? E quando si fanno i censimenti …sono veritieri? O qualcuno copre ……eeeeeeh!
Il problema potrebbe essere facile da risolvere. Basterebbe obbligare a vivere in mezzo ai lupi tutte le persone che sono favorevoli al ripopolamento di questi animali. Qualche decennio di anni fa, il lupo viveva solo in alta montagna, e raramente d’inverno e per fame si avvicinava alle abitazioni. Se qualcuno uccideva il lupo anche in luoghi lontani dalle abitazioni, riceveva compensi anche in danaro specialmente dai proprietari di bestiame. Nessuno si sognava di esporre denuncia all’autorità giudiziaria. Oggi, rischierebbe la galera perché i tempi sono cambiati. Peccato che siano cambiati in peggio.
La coldiretti e i suoi interessi possono anche fare uno sforzo e aiutare direttamente gli allevatori colpiti (sempre se ce ne siano realmente) perché io 10 anni come tecnico professionista del settore cinofilo e canide non ho ma visto una foto o un video di lupi in attacco ..mentre ho visto solo carcassee molte parole inutili . E’ assodato che i Lupi sono FONDAMENTALI sia per ‘ambiente che per la fauna .Ora, se si sono avvicinati su a Belforte sarò felice di andare a fare qualche appostamento, visto che ho lavorato spesso con i lupi…. francamente dopo aver trattato almeno 200 casi di questo genere anche per passione avrei da dire parecchio ma non voglio polemizzare in questo sito preferisco farlo direttamente di persona. Chi uccide un lupo deve andare in galera. Sono contentohe almeno Amalia non abbia preso la doppietta cosa che inveceho visto fare parecchie volte purtroppo solo a discapito del malcapitato allevatore che si è visto arrivare querele e multe ingenti.