di Marco Cencioni
Trenta migranti ospiti per qualche giorno in una struttura ricettiva a Sarnano, il sindaco Franco Ceregioli non ne sapeva nulla. Il primo cittadino comunica alla stampa tutto il suo disappunto. «Al di là del periodo limitato nel quale, come mi è stato riferito, i migranti dovrebbero soggiornare a Sarnano – dice il sindaco – tutte le scelte che riguardano un territorio dovrebbero essere adottate di concerto con le autorità locali, che necessariamente dovrebbero prendere parte ai processi decisionali, e non essere contattate per mera formalità solo quando tutto è stato deciso». Il sindaco sostiene di essere stato contattato telefonicamente dalla Prefettura di Macerata nella tarda mattinata di oggi e di aver così appreso che «trenta migranti sarebbero “a breve” stati trasferiti a Sarnano per un periodo estremamente limitato (si parlerebbe di qualche giorno), all’hotel La Sibilla di Sassotetto, che evidentemente aveva dato la sua disponibilità in tal senso, senza che di ciò venisse in precedenza minimamente informata l’amministrazione comunale». Nel pomeriggio, per la precisione alle 17, il primo cittadino ha appurato che «la locuzione “a breve” in realtà significava “subito”, in quanto venivo, peraltro informalmente, a conoscenza che i suddetti migranti erano già giunti a Sassotetto». Dopo aver dichiarato che non entrerà «per ora, non conoscendo nel dettaglio tutti i termini della vicenda, nel merito della scelta operata dalla Prefettura», Ceregioli svolge alcune considerazioni «con spirito assolutamente costruttivo, sulle modalità con cui è stata effettuata questa operazione. Dalla Prefettura è giunta una telefonata quando ogni decisione era ormai stata adottata. Telefonata che definirei di mera cortesia, solo per evitare che magari la notizia dell’arrivo dei migranti venisse appresa da canali non istituzionali – evidenzia il sindaco di Sarnano – È necessario una volta per tutte comprendere che solo attraverso un confronto preventivo tra i vari livelli istituzionali, che purtroppo in questo caso è del tutto mancato, è possibile valutare tutte le implicazioni delle operazioni che, a qualunque titolo, vadano ad incidere sul territorio, ed a maggior ragione in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, nel quale l’argomento “migranti” è estremamente sensibile nei confronti dell’opinione pubblica. I sindaci sono in prima linea su tante questioni e rappresentano il primo e quotidiano contatto tra i cittadini e le istituzioni: già il Governo ci impone ipocritamente ruoli che non ci sono propri, come quello di fare gli esattori per conto dello Stato- conclude il primo cittadino – almeno, quando ci sono questioni che riguardano i territori che faticosamente amministriamo, si abbia l’accortezza di coinvolgerci e di non farci trovare davanti al fatto compiuto. Diversamente non ci si stupisca se, di fronte a scelte calate dall’alto, qualcuno alzi i toni e rivendichi il giusto rispetto dei ruoli». Già nei giorni scorsi il sindaco di San Severino Cesare Martini aveva palesato la sua posizione sulla questione nuovi arrivi dichiarando «Non siamo disposti ad accogliere nessun migrante perché nel nostro comune non ci sono strutture idonee a farlo. La nostra città in tal senso ha già dato, per iniziativa di un privato sta già ospitando richiedenti protezione internazionale che sono stati affidati a una Onlus maceratese. Non respingiamo nessuno ma la tensione sociale è altissima e l’accoglienza è una cosa seria e non si può certo improvvisare soprattutto nel rispetto di chi la deve ricevere».
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Ormai siamo nella dittatura PD di marca renziana, dove tutto si decide in alto sulla testa dei legittimi cittadini italiani.
Ciò che decide il governo e la comunità europea mi fa un baffo. Gli africani che arrivano non sono selezionati psicologicamente. Quindi sono della stessa indole di quelli che conoscevo in Congo, Uganda e Sud Sudan. Certo tra di loro ci sono persone più evolute, vedi i due sacerdoti burundesi i Corridonia, o altri rari africani che si sono sacrificati per la loro fede e umanità. Ma in Burundi si sono avuti massacri tribali spaventosi, come in Ruanda, dove sono stati fatti a pezzi oltre 800 mila persone. L’Africa è piena di massacri perpetrati da gente comune. Comune come quella che oggi viene in Italia. Perciò vorrei che questo piano di invasione pianificato da chi vuole creare confusione in Italia e in Europa cessi. L’Africa è stata data agli Africani. Sono stati foraggiati e aiutati con milioni di kalashnikov e aiuti umanitari. Se si sono scelti lerci leader tribali, ladri, corrotti, inetti e pure sanguinari, con chi se la devono prendere? Con la loro incapacità di gestire Stati all’altezza degli altri Stati più civili. La “fratellanza” è una utopia che il clero ci mette davanti, impossibile da realizzare quando si ha paura del futuro e si è nell’indigenza. In più ci si nega il diritto alla difesa collettivo e individuale. E’ probabile che papa Bergoglio possa avere una grossa delusione dal Popolo di Dio.
Mo lo sai
Uno dei “migranti” dice di essere pachistano, ingegnere programmatore, con stipendio di 1500 euro al mese (in Pachistan…). Fuggito dal suo paese perché l’imam non apprezzava il suo mestiere e lo aveva minacciato di morte (come tutti sappiamo, a causa di un interdetto religioso in Pachistan non ci sono programmatori né ingegneri). Giunto in Libia per lavorare con Toyota (i giapponesi, si sa, sono intelligenti ma hanno bisogno di tempo per esaminare la situazione, e non si erano ancora accorti che c’era guerra) ha ricevuto le stesse minacce, che lo hanno convinto a salire su un barcone. A Sassotetto ora può contare, con l’aiuto degli elettori immigrazionisti in visita, gli elefanti che volano.