di Marco Ricci
Sono in via di conclusione le indagini ambientali condotte dall’Arpam nel territorio di Appignano, il comune maceratese che ha registrato negli anni passati, insieme ad alcuni comuni limitrofi, alcuni casi di bambini affetti da neuroblastoma, oltre ad episodi di leucemia infantile. Numeri per fortuna contenuti ma che avevano subito fatto scattare l’ovvia preoccupazione dei cittadini e delle amministrazioni, una preoccupazione divenuta tragedia con la scomparsa, circa un anno fa, di uno dei bambini malati. Uno studio epidemiologico condotto nel 2013 dall’Arpam, inoltre, aveva rilevato, pur con tutte le cautele dovute al limitato numero di casi riscontrati, eccessi statisti per alcune di queste gravi patologie. Lo studio epidemiologico non poteva essere in grado di risalire alle possibile cause delle malattie e dunque di discriminare tra un’origine dovuta ad un eventuale fattore ambientale piuttosto che a un fattore genetico o a una triste casualità.
L’allarme scattato nella popolazione aveva spinto in ogni caso il comune di Appignano, a novembre di due anni fa, a promuovere un’indagine ambientale affidata all’Arpam e condotta sulle acque di falda, di superficie, sul terreno e sull’aria, per una superficie coinvolta di diversi chilometri quadrati. Se sul territorio può insistere una normale pressione ambientale dovuta ad esempio al traffico come ai riscaldamenti, il primo pensiero di molti cittadini era andato infatti al possibile inquinamento dovuto agli impianti di lavorazione del legno e a quella combustione dei materiali di scarto della lavorazione che, fino a qualche anno fa, rappresentavano nel territorio quasi una prassi.
Se lo studio dell’Arpam non è ancora completo – manca ad esempio la misurazione di alcune diossine – i primi dati sarebbero confortanti e al momento non si sarebbero evidenziate criticità, con i valori dei possibili inquinanti ben al di sotto dei livelli di guardia. Un risultato come detto parziale e non definitivo da prendere ancora con le molle, nell’attesa dei risultati finali e sopratutto della relazione ufficiale dell’Agenzia per la Protezione Ambientale. Venendo alla nuova indagine epidemiologica sempre relativa al territorio di Appignano, anche l’Ars sta completando il proprio lavoro. Dopo lo studio epidemiologico effettuato dall’Arpam nel 2013 e che si era basato sui dati allora a disposizione e fermi al 2012, la nuova indagine può contare sul tasso di ricoveri ospedalieri estesi al biennio 2013-2014 e le conclusioni sono attese a brevissimo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Sindaco faccia un diavolerio contro la richiesta di apertura della centrale a biomassa a Botontano, interessa il comune di Cingoli ma e’ praticamente ad Appignano.. Provi a dare qualche sveglia in provincia e faccia tener d’occhio conflitti di interesse. Ricordi agli interessati che e’ ancora in piedi un procedimento giudiziario contro molti ipendenti della regione e che alcuni aventi diritto sono ancora in attesa di ricevere i documenti chiesti in regione riguardanti il precedente progetto.
La zona del Botontano e di Schito, fino a una quindicina di anni fa era un posto meraviglioso (a parte le cave che pero’ vedevano poco) poi qualcosa e’ cambiato: fossi recintati, querce abbattute, fracassoni con le moto, pecore e cani maremmani sciolti e pericolosi, ruspe e scavatori, in sostanza gentaccia convinta che sia il mondo a dipendere da loro e non viceversa. Come ha gia’ detto Papa Francesco: non ho mai visto un funerale con dietro il camion dei traslochi! datevi una regolata gente che la vita e’ breve.
Personalmente ritengo che finirà tutto nel vuoto. Aria inquinata ad Appignano ? Ma stiamo scherzando.
Allora che bisogna dire a Torrette di Ancona dove c’è il più alto tasso di polveri sottili delle Marche.