di Marco Ricci
Ad Appignano resta alta la preoccupazione della comunità su possibili agenti inquinanti che ancora oggi potrebbero essere rilasciati nell’aria. In particolare a causa del possibile utilizzo di scarti di lavorazione del legno utilizzati dalla popolazione o da qualche impresa come combustibile per le caldaie, in un paese che vede insediati al suo interno molti mobilifici. Sotto la lente ci sono gli scarti della lavorazione del legno, tra cui i pannelli di truciolato o i trucioli stessi derivanti dall’utilizzo industriale di materiale chimicamente trattato. Scarti che, avendo una resa superiore al normale legno, possono indurre ad un loro utilizzo in stufe, camini e caldaie. Oppure, in modo ugualmente pericoloso, vengono usati per accendere falò all’esterno. Spesso magari senza che i cittadini siano a conoscenza di quanti residui come colle e vernici pericolose siano contenuti all’interno di questi residui residui di lavorazione. Un’abitudine dovuta magari al tentativo di risparmiare qualcosa sui combustibili ma che il sindaco Osvaldo Messi vorrebbe in ogni modo venisse evitata. Sensibilizzando i propri concittadini sui rischi derivanti da queste combustioni peraltro già vietate dalle attuali norme di legge.
Così Osvaldo Messi invierà presto a tutte le famiglie del suo comune una comunicazione invitando i cittadini a non bruciare gli scarti di lavorazione del legno trattato nei camini, nelle caldaie delle proprie abitazioni oppure all’aperto. “E’ importante segnalare, come fa notare l’Arpam, che eventuali situazioni di inquinamento ambientale non derivano solamente dalle industrie, ma spesso sono legate alla combustione domestica di sostanze dannose. Infatti è necessario ricordare che per le stufe e caminetti va utilizzata solo legna secca, non trattata e della grandezza adeguata. Bruciare altri materiali, anche all’aperto”, ha spiegato il sindaco, “produce gas particolarmente nocivi. E’ quindi assolutamente vietato fare uso di carta plastificata, sacchetti e pellicole in plastica, riviste, legno trattato, legno compensato, legno laminato, sostanze artificiali di qualunque tipo, confezioni o contenitori (tetrapak), legno non sufficientemente asciutto.”
“Non rispettando queste regole”, ha proseguito Osvaldo Messi, “si rischia non solo di incorrere in sanzioni amministrative, ma soprattutto di produrre un cocktail di gas nocivi, di cui una notevole quantità rimane all’interno dell’abitazione stessa. Le ricadute sulla salute sono gravi e molteplici, dalle infezioni respiratorie all’incremento del rischio di ammalarsi di cancro. Inoltre gas e gli acidi particolarmente aggressivi che si formano dalla combustione di rifiuti sono responsabili della notevole riduzione della durata delle stufe. Ciò comporta che già dopo pochi anni tali impianti di riscaldamento debbano essere sostituiti”. Dunque l’appello ai cittadini perché la salvaguardia della salute sia un compito collettivo. “Non solo non c’è nessun risparmio bruciando questo tipo di materiali, ma si danneggia la nostra stessa salute e quella di chi ci è vicino. Invito quindi tutti, per la stagione invernale, a fare un uso adeguato di stufe e caminetti, nel rispetto vostro e di chi vi è vicino, perché un ambiente sano si costruisce insieme.”
Per legge (D.Lgs. 22/97) i pannelli truciolari ad esempio sono composti, oltre che di legno, di un contenuto massimo di resine urea-formaldeide, melammina-formaldeide, urea-melammina-formaldeide, più resine a base di difenilmetandisocianato, cloro e altri additivi quali il solfato di ammonio. Il rivestimento inoltre è in genere a base di Pvc o resine melamminiche. Composti che non possono essere bruciati in assenza di controllo o di filtri particolari. Da qui i rischi connessi per la salute della popolazione e dunque le sollecitazioni del sindaco Messi a una responsabilità collettiva per la salvaguardia della salute urbana.
Su un possibile uso promiscuo di questi pannelli e di altri scarti di lavorazione l’Arpam effettuerà a breve una serie di monitoraggi dell’aria di Appignano. Cercando di distinguere tra quelli che sono gli inquinanti dovuti al traffico e quelli che potrebbero essere dovuti a questa cattiva abitudine che rischia di diffondere nell’aria pericolosi inquinanti, oltre all’importante presenza di attività artigianali e industriali. A breve partirà infatti il monitoraggio ambientale (leggi qui), finanziato dal Comune di Appignano con 30.000 euro, che valuterà oltre alla qualità dell’aria anche quella delle acque di superficie e di falda e il terreno. Le analisi seguono un primo studio epidemiologico sollecitato purtroppo da alcuni casi di tumori infantili che si sono verificati nel comune e nei territori circostanti. Pur se i dati attuali non sono ancora in grado di fornire una chiara relazione di causa-effetto tra le patologie tumorali emerse e l’eventuale inquinamento, un primo studio epidemiologico – condotto con dei medici di base e dei pediatri e che sarà rilasciato a brevissimo all’Arpam – lascerebbe intravedere la necessità di successivo approfondimento sanitario.
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safety is paramount!
Non si riesce a capire se questa indicazione è dettata da precauzione, oppure hanno notato che effettivamente fa male.
….lo sanno anche i bambini che queste robe una volta bruciate emettono sostanze molto pericolose!!! …..complimenti al sindaco Messi che si è dato da fare per avvisare i propri concittadini.