di Marco Ribechi
Non si placa il dibattito sul centro anticoagulante di Macerata, eccellenza ospedaliera regionale a rischio chiusura. Dopo la denuncia dell’Aipa, l’associazione italiana pazienti anticoagulanti, (leggi l’articolo) e la risposta del direttore dell’Area Vasta 3, Pierluigi Gigliucci (leggi l’articolo) anche Stefania Baldassarri, paziente di 25 anni, sente la necessità di esprimere il suo parere a difesa della struttura fondamentale per la sua vita. «Il centro tiene in cura malati che ogni giorno devono eseguire esami vitali ad alto rischio non solo per malattie cardiache ma anche per altre patologie – dice Baldassarri – per questo il numero di pazienti è sempre in continuo aumento. Mi chiedo se la direzione sanitaria per tagliare poche migliaia di euro conosca la differenza tra il prelievo in vena e le tecniche moderne. Chiudere il centro rappresenterebbe una regressione di almeno 30 anni. Il progresso al contrario è proprio il miglioramento delle condizioni di vita umane». Il prelievo tradizionale infatti, oltre alla sua invasività, comporterebbe secondo la paziente un elevato rischio per le vene poiché «L’esame a volte – dice – si deve ripetere anche nello stesso giorno. Possiamo immaginare la situazione dopo 25 anni di continui prelievi». La paziente insiste anche illustrando i risultati del centro: «Si tratta di un’eccellenza assoluta a livello internazionale, è invidiato da molti, un fiore all’occhiello che si regge sul duro lavoro di una sola unità paramedica e di un medico che ogni giorno effettua oltre 150 prelievi digitali e immediatamente viene prescritta la terapia adeguata». Il confronto è anche con altri presidi, i cui pazienti vengono dotati di strumenti per l’automisurazione domiciliare. «Noi siamo abbandonati – continua Baldassarri – invisibili e non considerati dalla Sanità e viviamo più spesso situazioni che ci vedono impegnati in un confronto continuo con uno Stato assente. Uno Stato che, sempre più spesso, non fornisce gli strumenti sociali per una vita decorosa e rispettosa, specialmente attraverso lo strumento della sanità. Uno Stato che, insieme alle Regioni e ai Comuni e alle istituzioni tutte, potrebbe riconoscere una maggiore dignità alla persona. Perché è nel tutelare i diritti della salute del cittadino e del malato che si verifica la più grande forma di rispetto, e quando questo non accade, mi dispiace ma il rispetto viene a mancare nei confronti di tutti i cittadini, anche quelli non malati».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Fortuna che a Civitanova abbiamo un sindaco medico. Se fosse stato un ingegnere o un architetto, l’ospedale più vicino sarebbe quello di Fermo.
Non si può che condividere il pensiero espresso dall’autrice.
……fai l’imbecille anche anche sulle cose serie. Si capisce il perche’ sei stato trombato…
MESSAGGIO PER IL DR. GIGLIUCCI
La settimana scorsa Lei ha dichiarato il che il CENTRO ANTICOAGULANTE non sarebbe stato chiuso, oggi si torna a parlare, purtroppo, della chiusura, desidererei sapere quale è la verità perché da dieci anni
usufruisco personalmente del servizio della struttura. Anche a nome di tutti gli altri pazienti ho il diritto di
sapere quali disposizioni ha dato o vorrà dare per tale centro e Lei ha il dovere di dircelo con chiarezza senza giustificazioni di vario genere.
x Stefania. Provo a rassicurarti. La mobilitazione fatta in questi giorni dall’ A.I.P.A. Associazione Pazienti Anticoagulati ) attraverso i giornali e C.M. che ha dedicato molta attenzione a questo problema ha avuto il pregio di raggiungere 2 risultati: il centro non chiude e i prelievi non saranno in vena. E’ evidente Infatti che il nostro documento ( ti invito a leggerlo, lo trovi presso il centro) inviato agli Assessori Marcolini
( bilancio) e Mezzolani ( sanità) ha prodotto positivamente un intervento pubblico sempre su C.M. del Direttore Gigliucci che è rassicurante e che abbiamo apprezzato . Anzi devo dirti che In 2 soli giorni la tempestività e la chiarezza dei referenti Regionali e territoriali mi hanno favorevolmente sorpreso. hanno dimostrato sensibilità ma questo non significa che abbassiamo la guardia. Nei centri è in fase di distribuzione da parte dell’A.I.P.A una comunicazione con lo scopo di informare correttamente tutti i pazienti. Se vuoi puoi visionare sempre su C.M. anche l’intervento del Direttore Gigliucci al quale mi sono permesso di fare qualche osservazione.
Riguardo alle questioni organizzative non abbiamo competenze ma abbiamo comunque chiesto di essere informati. Se a tutto questo si aggiunge la possibilità su scelta individuale di recarsi al centro o dal proprio medico curante ribadisco che abbiamo raggiunto un ottimo risultato. Il nostro scopo è salvaguardare prestazioni che come tu dici sono vitali e che purtroppo sono indispensabili per patologie che colpiscono non solo persone anziane ma giovani e e meno giovani. In ultimo ti dico che senza l’Associazione, a cui dovrebbero essere iscritti tutti, avremmo saputo ben poco e non avremmo avuto la possibilità di intervenire. Spero di essere riuscito a tranquillizzarti ma ti capisco. Da parte mia ci sarà un impegno costante insieme agli amici dell’A.I.P.A. per far sì che le assicurazioni fatte mettano la parola fine su queste problematiche.
Va bene le rassicurazioni ma…
Chiacchiera vola scritta ‘rmane…
Qualche giorno fa mi sembra di aver letto su questo sito una dichiarazione di Pietro Marcolini circa la sanità regionale che, grazie all’oculata amministrazione regionale, poteva essere considerata un’eccellenza a livello nazionale. Evidentemente non ha mai messo piede al pronto soccorso del nostro ospedale, per un infarto abbiamo il reparto chiuso per ferie ed ora ci mettiamo anche questa chicca! Mi sembra molto irriverente scherzare sulla pelle dei cittadini …………
x Cerasi . Vi prego quando si trattano argomenti così delicati occorre usare molta prudenza ma soprattutto non innescare il tarlo del dubbio e raccontare le cose come si sono svolte.
Va dato atto che a livello regionale i due assessori Marcolini e Mezzolani e a livello territoriale il Direttore generale si sono mossi con tempestività. . Ma soprattutto si sono mossi con chiarezza. E questa sembrerebbe quasi una anomalia. Una uscita pubblica che non è solo rassicurante ma che è a garanzia della salvaguardia di un Centro, come è stato già detto, unico ed eccellente. Per ora sono orgoglioso di aver contribuito ad evitare soluzioni avventate e dannose. Naturalmente massima vigilanza come par di capire suggerisce Cerasi.
x Venanzoni. Che sia vergognoso non c’è dubbio. Però non si tratta di ferie ma mancanza di soldi e di formazione. Che per me è altrettanto grave. Così per il pronto soccorso. Inutile renderlo più accogliente e più ricettivo se poi il personale medico e para medico rimane insufficiente.
@ giovanni di geronimo
Io non voglio innescare nessun dubbio e fare polemica.
Non metto in dubbio la buona fede di Marcolini, Mezzolani o del Direttore Generale, che si sono spesi in prima persona…
Ma poichè siamo in Italia, e da noi è molto diffusa la “politica dell’annuncio” (con uscite pubbliche, promesse solenni d’impegno, ecc.), che difficilmente poi si trasforma in cosa fatta (cioè molto resta solo sulla carta) io ho solo ricordato un vecchio proverbio.
Purtroppo in passato è capitato che, in tanti, si siano lanciati in favolose promesse e poi che, per una serie di motivi (validi o meno validi, inventati o reali) non è successo nulla…
Non è questo il caso ma, visti i precedenti, il vigilare diventa un obbligo.
La parole volano, un atto concreto (un documento, una disposizione, un’ ordnanza, ecc.) vale mille volte di più che un semplice annuncio.
In Italia c’è ka moda del “dire”, molto poco quella del “fare”