Macerata saluta Giovanni Lippera
“Una vita a fianco dei più deboli”

LUTTO - Si è spento all'età di 81anni. Era un uomo di politica con il Partito Socialista, di cultura e di grande senso civico. Era stato tra i fondatori del tribunale del malato. Le figlie Laura e Francesca: "Si è sempre battuto per il pronto soccorso. Ci ha lasciato una biblioteca enorme che vorremmo mettere a disposizione dei cittadini". Barbara Arzilli di Ncd: "Agiva sempre per il bene collettivo"
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Giovanni Lippera

Giovanni Lippera

di Marco Ribechi

Uomo di politica, cultura e di grande senso civico,  ha sempre fatto delle questioni sociali un imprescindibile motivo di lotta. Una vita passata al fianco dei più deboli, dei bisognosi, un uomo capace di unire le divergenze politiche sotto la bandiera del bene sociale. Era Giovanni Lippera, maceratese che si è spento ieri all’età di 81 anni a causa di una malattia. Lippera ha speso la sua vita impegnandosi su più fronti, da un lato la sanità che lo ha visto dirigente per molti anni del centro psichiatrico di Macerata e da lì medico nel centro trasfusionale dell’ospedale. Suo anche il merito per aver istituito il tribunale del malato per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali. Dall’altro lato l’impegno sociale con le battaglie contro le polveri sottili e a tutela delle acque. Infine l’aspetto che forse più colpiva i suoi interlocutori: l’immensa conoscenza storica acquisita da decenni di studi.

«Mio padre era prima di tutto un uomo di valori forti affiancati da una caparbietà nell’azione – lo ricorda Laura Lipperi – non si tirava mai indietro di fronte alle difficoltà, agiva per la giustizia, per i diritti degli ultimi a cui era legato da un sentimento di grande affetto e partecipazione. Faceva parte del Partito Socialista, esattamente come il padre che era un grande uomo segnato a sua volta da una storia particolare, era infatti tornato indietro a piedi dopo la campagna di Russia. Grazie a questa influenza aveva sempre amato la storia, la politica e raccoglieva tutto facendo dossier. Nelle sue letture quotidiane c’era sempre Cronache Maceratesi. Abbiamo una casa con una biblioteca enorme, anzi vorremmo cercare una soluzione per renderla utilizzabile da tutti i cittadini. Soprattutto erano legati a lui i nipoti perchè era una persona originale e anticonformista che faceva molta presa sui giovani».
«Si è sempre battuto per il pronto soccorso – aggiunge l’altra figlia Francesca – diceva che il pronto soccorso è la porta dell’ospedale e deve funzionare al meglio. Suo padre, mio nonno, era un dottore, per questo era stato mandato in guerra. Inoltre mio padre da piccolo viveva sulla linea Gotica dove vedeva passare i soldati e dove viveva da vicino la guerra. Questo lo aveva spinto alla passione per la storia, al sostegno della medicina e forse, anche per emulazione del padre scomparso prematuramente, al sostegno dei valori dell’onestà e dell’integrità morale. Era famoso perchè quando andava a fare le visite nelle campagne non voleva essere pagato, lo vedeva come una vocazione, un dovere». E i valori di caparbietà e azione traspaiono anche dalla lettera di commiato scritta dalla nipote Benedetta di 19 anni di cui riportiamo alcuni passi: «L’altra sera mi stavo domandando cosa realmente mi spaventa della morte, cosa mi pietrifica nel pensiero di non rivedere più una persona. La risposta è arrivata subito: i rimpianti. Il rimpianto di non aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per una certa persona, il rimpianto di non aver chiamato, di non essere stata presente; il rimpianto di non aver sorriso, di non aver abbracciato e baciato nel momento in cui avrei dovuto farlo. […] Ogni volta che prendo una decisione ho la paura che ciò che ho scelto di fare o dire non viene direttamente da me, ma da un momento di non lucidità. […] È assurdo, non trovi? E io non so come fare a capire se qualcosa che ho deciso è veramente quello che voglio. Ho trovato una soluzione, se pur temporanea: rimanere ferma nelle mie decisioni, anche se i momenti in cui vorrei scegliere il contrario arrivano. Questo mi dà libertà, questo mi da stabilità».

Lo studio di Giovanni Lippera

Lo studio di Giovanni Lippera

«Era una persona straordinaria, che oltre al sostegno politico mi ha arricchita come persona – dice Barbara Arzilli, del coordinamento comunale di Ncd – sono molto dispiaciuta soprattutto per la scomparsa di una memoria storica che non aveva eguali. Apparteneva al vecchio partito socialista ma le sue battaglie, anche se sostenute dalla politica, non erano di partito, agiva per il bene collettivo, in nome della giustizia. Le vicende che più ricordo erano legate alla sanità, alla difesa degli anziani e in favore della creazione di case di riposo, aveva inoltre alzato la voce per il controllo delle polveri sottili, anche in questo caso in difesa della cittadinanza. Leggeva tantissimo, ritagliava molti articoli creando dei dossier, ogni mattina mi passava la rassegna stampa e curiosamente iniziava sempre da Cronache Maceratesi, di cui era un lettore assiduo. Lo saluto a nome del partito ma anche a titolo personale».
Della stessa idea anche il consigliere di Centro Democratico Guido Garufi «Era una persona encomiabile, che possedeva nell’animo una innata allegria e briosità che trasmettevano energia ai suoi interlocutori. La sua casa era una sorta di mausoleo, era un raccoglitore di notizie storiche, un archivio vivente. Nutrivo una grande ammirazione e stima nei suoi confronti, mi unisco al cordoglio per la sua scomparsa».

I funerali saranno celebrati giovedì 13 febbraio nella chiesa di Santa Croce alle 15.



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