di Enrico Maria Scattolini
UN SOLO BRIVIDO DI PAURA (-), sovrapposto a quello di freddo nel gelo del “Cannarsa” di Termoli (leggi la cronaca della partita).
AL PRONTI/VIA IL VANTAGGIO DI RAGATZU, il centravanti dei padroni di casa. Al di là dello sconcerto per l’evidente impreparazione della difesa della Maceratese sugli sviluppi del precedente calcio d’angolo (-), nella mia mente si sono improvvisamente affollati i fantasmi di un pomeriggio storto: tante domeniche di gloriosa imbattibilità messe a repentaglio proprio sul campo di una delle derelitte del girone.
UN TERMOLI SI’ RICOSTRUITO E TRASFORMATO IN FRETTA E FURIA nelle ultime settimane (+), ma ancora nel mezzo di una devastante crisi dirigenziale (-). Avendo io appreso, poco avanti l’inizio della partita, di stipendi ancora non pagati ai recenti rinforzi, di vertici dirigenziali latitanti e quindi del rischio del definitivo default.
Altro successo pesante per la Maceratese
TANTO DA INDURRE ALLO SCIOPERO la tifoseria organizzata locale. Che alla consueta allocazione ai lati della tribuna, ha preferito quella di restare in strada dietro la curva sud. Postazione dalla quale – nel secondo tempo – sono stati lanciati petardi, fumogeni ed anche le immancabili, pericolose “bombe carta” (-).
IL MIO RICORDO E’ SCIVOLATO sui precedenti campionati (-). In particolare l’ultimo incontro di play-off dello scorsa primavera, quando il “Cannarsa” era un inespugnabile “fortino”di tremila agguerriti spettatori e la loro passione una costante minaccia per gli ospiti (ne sanno qualcosa i supporters biancorossi). Il tutto a sostegno della fortissima squadra di Giacomarro.
CERTO CON SOLLIEVO (+) per la salvaguardia, nella circostanza, dell’incolumità personale del telecronista, costretto all’attività in mezzo al pubblico, ma anche con rammarico (-) nel constatare la cancellazione, in un batter d’occhio, di un habitat suggestivo ed anche stimolante.
SICCOME QUESTE REALTA’ io le ho vissute con i biancorossi in tempi non remoti (-), non ho potuto non capirle e condividerle.
SOLO CON I MIEI PENSIERI, ho allora riflettuto su come, nel calcio, le situazioni possano mutare da un giorno all’altro. Soprattutto in questi durissimi tempi di crisi. Confortato – lo confesso – da un sentimento di gratitudine verso la dottoressa Tardella, per quello che sta facendo a beneficio della Maceratese (+), ho iniziato il mio lavoro pomeridiano. Da single, per l’assenza dei miei tradizionali opinionisti che hanno preferito rintanarsi nel tepore dei loro domicili.
IL REPENTINO SVANTAGGIO DELLA BENAMATA (-) ha però subito minacciato la mia serenità. Anche per la complicanza del mio essere scaramantico.
Le due squadre al centro del campo a fine partita
MA E’ STATO SOLO UN FIATO (+). Tre minuti, per la precisione. Il tempo della incisiva ripartenza e del gol di D’Antoni, e del provvidenziale errore di Marconato – portiere molisano – che ha propiziato quello, susseguente, del confortante raddoppio di Villanova (+).
POI LA TERZA RETE DI KOUKO (+), la più bella del match, mi ha definitivamente tranquillizzato, fino al punto da permettermi di accendere una sigaretta di soddisfazione (cosa farò se, come sembra, non si potrà più fumare negli stadi?).
D’ACCORDO TUTTAVIA CON MAGI (+), il quale, in sala stampa – per la verità la lavanderia del vetusto “Cannarsa”- ha avuto insospettati spunti critici nel rilevare (a) il solito deficit di cinismo dei suoi giocatori che non sono riusciti a chiudere definitivamente la contesa con gli stessi D’Antoni e Villanova; (b) l’insidia del suo possibile riaccendersi se, intorno 20’della ripresa, Saitta non avesse dimostrato notevoli riflessi nel neutralizzare una minacciosa conclusione verso il primo angolo di Di Matera.
TANTO DA CONSIGLIARLO (+) al parziale cambio del modulo poco prima di quel frangente, passando dal 4-3-3 ad un più prudente, e dal sottoscritto amato, 4-4-2. Con Perfetti in mezzo al campo e De Grazia dirottato sulla propria fascia destra – dove Santoro stava imperversando – con compiti offensivi, ma ancor più di contenimento nella fase di non possesso.
INVECE SEMPRE IMMOBILE SULLA PROPRIA PANCHINA l’omologo Casu (-). La sua -da quel che s’è appreso in tribuna – è una situazione kafkiana. Non gradito dai suoi calciatori nonostante siano state sue le scelte dei nuovi, impavido, non si è tuttavia dimesso, ma è rimasto in attesa del licenziamento e della liquidazione del suo rimborso spese. Non sono arrivate né l’una, né l’altra. Lui sta resistendo al freddo ed al gelo (e pure al vento), facendo però scena muta sulla panca.
SUI GENERIS ANCHE LA POSIZIONE della Tardella (-). La quale – a fine incontro – mi ha confidato: “Tu lo sai che io sono l’unico presidente del calcio italiano che ha pagato parte degli stipendi della squadra avversaria per farla schierare contro i propri giocatori? Per di più nel derby più importante del campionato!”
E’ EVIDENTE IL RIFERIMENTO A QUANTO ACCADUTO alla vigilia di Maceratese –Civitanovese di quindici giorni fa. In particolare alla trasformazione non in pane e pesci, ma in un prosaico assegno bancario del contante proveniente dalla vendita dei biglietti di accesso all’Helvia Recina curata, su preciso mandato della controparte, dalla società rossoblù (-).
HO PREFERITO FARE LO GNORRI per stuzzicare Mariella nostra. Che, diretta com’è, mi ha prontamente informato che, a suo avviso, il suddetto denaro, poche ore prima del match, sarebbe stato utilizzato dalla Civitanovese per saldare ai propri dipendenti una quota delle loro spettanze arretrate (-).
NON L’HA AGGIUNTO LA CAPINTESTA (+), ma corre anche il sospetto che il liquido sia ugualmente servito per finanziare le spese di viaggio della successiva trasferta a Roma dei rossoblù, per essere ricevuti dal Papa nella maestosità della sala Nervi.
ANCHE PER SFUGGIRE ALLA TEMPERATURA GLACIALE della sala stampa/lavanderia del “Cannarsa”, mi sono permesso di consigliare alla interlocutrice di considerare chiuso l’episodio, dal momento che lo cheque è stato onorato (+), sia pure in mano al notaio.”D’accordo – è stata la sua secca risposta -, ma resta sempre la pendenza della penale del 10%”. Bazzecole, considerata l’entità dell’incasso.
CIO’ PERO’ NON ELIMINA L’IMBARAZZO (-) indotto dalla lettura delle disinvolte dichiarazioni di …(auto)legittimità di esponenti istituzionali rivieraschi. Neanche, in calce, con la prudenza solito, fantasioso nickname; ma con tanto di nome e cognome.
IL MEDESIMO CHE PERSONALMENTE HO PROVATO ieri sera nell’incrociare Gagliardini e Spadoni sulle gradinate dello stadio molisano, distanti l’uno dall’altro. Il primo direttore sportivo, il secondo consulente della Maceratese. Questo secondo l’organigramma societario. Quindi fisiologica coabitazione. Una fastidiosa pulce all’orecchio mi lascia però dubitare che, in realtà, non sia proprio così. Un chiarimento della dottoressa Tardella sarebbe quanto mai opportuno. Ed apprezzabile, per la chiarezza (+).
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Biondi……, batti un colpo se ancora hai da raccontarci qualche bella storiella !!!
A questo punto del campionato, può rappresentare un rischio l’eventuale calo di concentrazione e determinazione, ma anche considerando questa eventualità, una squadra che in 21 partite, viaggia in media inglese a +6 e non ha subito ancora sconfitte, ci vuole che vada in letargo per farsi sorpassare dalle concorrenti (Fano e Samb), comunque metteteci sempre tanta voglia di vincere. FORZA RATA
Egreg. Dottor Scattolini, condivido in parte i commenti, certamente quelli tecnici sono i più oculati, ma perchè cercare il pelo sull’uovo su i Sigg. Gagliardini e Spadoni ? Godiamoci questa bella realtà, lasciamo la dottoressa al suo intuito.Una volta un suo caro amico e collega del Resto del Carlino, quando inviavo articoli su uno sport nobile ma minore (almeno nella nostra zona) mi diceva: quante saponette me fai venne? Ecco credo che per LEI una spruzzata di pepe fa lo stesso effetto.
Sig. Scattolini mi complimento con lei per la sua attenta ” lettura ” dei fatti.
Parlando tecnicamente di calcio alcune volte dissento dai suoi commenti, però la sua capacità giornalistica, non si offenda la testata, e’ di un livello superiore rispetto sua all’attuale collocazione.
Riguardo alle sue attente osservazioni, credo che non ci siano situazioni scomode, se la Maceratese dovesse salire in lega pro, non me ne voglia nessuno, deve uscire dall’atteggiamento un po’ provinciale/dilettantistico, dove per ogni episodio si devono apporre delle etichette con la descrizione di chi e come ha prodotto il tutto.
” Mariella sua ” ha gestito fino ad oggi svariate società con giri d’affari molto importanti e ha le idee molto chiare di come si conduce una azienda. I suoi suoi collaboratori non DEVONO far altro che seguire le linee guida da lei indicate per l’interesse dalla società Maceratese. Se poi qualcuno esce dagli schemi indicati questo può essere solo una figura dell’organigramma, cioè lei stessa, patron della società .
Non crediamo che aldilà dei risultati ( eccezionali ) sia stato condotto tutto nei migliori dei modi ( cioè come indicato dalla dottoressa ) e le risposte alle sue domande agli addetti ai lavori, nelle sue interviste, come da lei fatto notare, hanno sempre un tono un po’ politichese .
Sappiamo che la perfezione non è dell’uomo, ma è nostro/loro dovere avvicinarsi quanto più possibile e se ci sarà un tecnico in più pronto a cogliere dei dettagli che possano impreziosire questa bellissima realtà sportiva, deve essere accolto solo con piacere, a meno che qualcuno abbia da nascondere qualche ” somma algebrica ” con un risultato alterato !
COMUNICATO PROVENIENTE DA CHI L’HA VISTO
Il sig. Biondi è stato avvistato seduto in una panchina lunga circa 5 metri sulla riva del mare di Civitanova. Sulla panchina sono stati avvistati decine di trattati di statistica e di manuali del calcio.
Il sig. Biondi è intento a cercare di rispondere ad alcune domande:
– come mai 11 punti?
– perchè si è perso a Macerata?
– perchè la squadra più forte non ha vinto il derby e non ha effettuato il sorpasso?
– come mai una squadra che ha la panchina corta continua a vincere impunemente anche se gioca con qualche riserva?
– come mai una società granitica che a dicembre aveva sistemato tutti i rimborsi è sull’orlo del fallimento?
Comunque cari amici il sig. Biondi tutto sommato fisicamente sta bene, non mangia dal 25 gennaio perchè ancora non è riuscito a digerire le tre pere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sig. Biondi, è carnevale e credo che ogni scherzo vale!!!!!!
BIONDI ah ah ah ah ah ah ah
…..e’ a timbrare gli assegni !
Ho letto con interesse ed anche curiosità il comunicato del Presidente della Civitanovese riguardo al travagliato iter del NOTO ASSEGNO,in cui cita la mia rubrica. Io dico solo questo:al netto di tutto,per quale motivo il titolo,una volta ragolarizzato nella firma di traenza,non sarebbe stato estinto con la “”provvista” nel frattempo maturata sul c/c ,ma pagato nelle mani del notaio?
Da voci da lu portu,sembra che oggi i giocatori non si siano allenati,addirittura sembra c’è qualcuno abbia preso le sue cose e sia andato via.Se sarà così, chi scenderà in campo domenica a S.Benedetto? Ennesimo campionato falsato???