“Chiediamo alla Regione Marche di seguire l’esempio dell’Emilia Romagna, che in questa fase di transizione, in attesa dell’approvazione della legge di riordino del sistema locale, ha assicurato alle Province le risorse necessarie a garantire la continuità dei servizi ai cittadini. Non possiamo più aspettare: le scuole, le strade, i disabili sensoriali attendono risposte che dovevano arrivare già dal primo gennaio”.
E’ la ferma presa di posizione dei presidenti delle cinque Province marchigiane (Liana Serrani di Ancona, Daniele Tagliolini di Pesaro e Urbino, Antonio Pettinari di Macerata, Paolo D’Erasmo di Ascoli Piceno e Fabrizio Cesetti di Fermo), che invitano la Regione Marche da un lato a colmare i ritardi legati ai suoi obblighi di legge (approvando la normativa con cui vengono definite in maniera certa le competenze che faranno capo alla Regione e quelle delegate alle Province), dall’altro a far sì che il caos generato dall’incrocio tra legge di stabilità e “Riforma del Rio” non ricada ancora una volta sui cittadini, visti i tagli che impediscono alle Province la manutenzione delle strade e delle scuole, i servizi di assistenza ai bambini non udenti e non vedenti, l’assolvimento delle delicate competenze in campo ambientale.
“Ci auguriamo che questo momento di difficoltà – dicono i cinque presidenti – non venga strumentalizzato dalla Regione a fini elettorali, visto che a maggio si terranno le regionali. Non vorremmo essere lasciati nel limbo fino a quella data, occorrono risposte urgenti e non più rinviabili”.
Sono ormai mesi che i cinque presidenti delle Province marchigiane portano questi problemi all’attenzione della Regione, in numerosi incontri con il vice presidente Antonio Canzian e anche con l’assessore al bilancio Pietro Marcolini. E’ recente la lettera spedita ai prefetti dei rispettivi territori, al presidente della Regione Gian Mario Spacca, ai procuratori della Repubblica dei tribunali territoriali e al presidente della Corte dei Conti di Ancona, in cui viene evidenziata l’impossibilità di garantire l’erogazione dei servizi pubblici essenziali visti i tagli al comparto delle Province.
“Con forte senso di responsabilità intriso di preoccupazione – avevano scritto i presidenti in quella lettera – temiamo che lo stato di manutenzione delle strade provinciali, principalmente nel periodo invernale, possa essere causa di tragedie stradali, come purtroppo siamo abituati a leggere sulla stampa locale e nazionale. Vorremmo scongiurare quelle responsabilità non dovute ad incapacità politico-amministrativa, ma conseguenti a scelte che certamente non abbiamo né auspicato né condiviso. C’è poi il timore di dover necessariamente interrompere i servizi essenziali di competenza dei nostri enti, con effetti deleteri sui cittadini delle nostre comunità”.
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HANNO RAGIONE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MANDATELI A CASA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CACCIATELI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mah hanno chiuso le provincie ??? Allora tutti a casa e basta !! Dei fondi per scuole e strade non ve ne frega niente visto che non vi siete mai curati di certe esigenze … L’unica cosa che vi preoccupa sono le vostre poltrone ed i vostri stipendi. Cercatevi un lavoro normale
Dimettendosi la giunta Pettinari si risparmiano circa 500000 euro in un anno, vedete che i soldi ci sono! Pochi ma ci sono, non dormiamo sotto il pero noi cittadini.
@ Per i Presidenti di Provincie nel Limbo. Che ne pensate in attesa che si decida il Vostro destino, di una corroborante vacanza all’Inferno. Purtroppo il Paradiso è chiuso per restauri.
Ma allora e’ vera o no la notizia che Pettinari rinuncia a meta’ della sua indennita’ per dare un segnale forte in questo momento di crisi!? Non e’ un grosso sforzo visto che e’ una vita che campa con la politica, percio’ se ci rende qualcosa non gli viene l’ernia
Pollicino rosso! Il gabinetto ha colpito ancora. Ma intanto non scuciono un euro.
Siete come gli champignon, funghi coltivati.
@tutti i commentatori: le provincie non le hanno abolite (hanno abolito le elezioni da parte dei cittadini, ora votano solo i sindaci) ma cambiato nome, ora si chiameranno “aree vaste” – come le ASUR…
SVEGLIAAA !