Servono anni per costruire opere importanti, bastano poche ore per distruggerle. E’ andata così per il magazzino ex Fiat di via dei Velini che stamattina era come sempre al suo posto e questo pomeriggio non c’era più. Il palazzo fu costruito negli anni 60 per ospitare la Fiat che fino a quel momento aveva avuto sede al primo piano di palazzo Buonaccorsi. Negli anni ’80 poi la Fiat si trasferì a Piediripa e il palazzo rimase vuoto. In quel periodo Attilio Moroni, l’allora rettore dell’Università di Macerata propose di realizzare lì la mensa universitaria ma la sua idea non ebbe seguito e la costruzione fu adibita a deposito comunale. Al suo interno si trovavano materiali, segnali stradali, utensili anti neve e tutto il necessario per le opere di manutenzione. Attualmente proprietario dell’immobile è la Nuova Via Trento Spa. Oggi due ruspe si sono
messe al lavoro e in un batter d’occhio lo hanno raso al suolo.
«Sono rimasto allibito – commenta l’architetto maceratese Gabor Bonifazi – sarebbe interessante conoscere le motivazioni e soprattutto sapere che cosa costruiranno in futuro al suo posto. Certe cose durano un’eternità mentre altre scompaiono da un giorno all’altro e questo palazzo persino in giornata».
a.p.
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E’ impossibile che non abbiano avvertito gli abitanti ,o no è stato possibile?.
quando c’ era lui (caro lei ) fecero la stessa cosa con le tre porte…… che avrà voluto dì ????
vabbè era anche ora di togliere dai piedi quel marciume…poi si può discutere su cosa sorgerà ora in quell’area ma non mi dispero certo per l’abbattimento dell’ex fiat
Costruiranno altre case…che si comprerà nessuno…Pensare che anni fa c’era anche il casermone di Perogio…ed ora più nulla
Vero Tomb!
Caro Leo hai perfettamente ragione! Porton Pio venne abbattuto nel 1927 dal podestà Cesare Benignetti per motivi di traffico e probabilmente anche per dare una bella veduta al Monumento ai caduti che sarebbe stato realizzato da lì a poco. Comunque il Monumento, corso Cavour e quei propilei della Barriera di Porta Romana (i Cancelli) costituiscono una bellissima quinta scenica. Tuttavia il mio commento era riferito al tempo che ci mette questa Amministrazione a decidere. Ora spero che venga realizzato quel tanto annunciato boulevard via Trento. Inoltre dovranno buttar giù anche l’edificio adiacente alla Stazione di servizio dei fratelli Ricci, quella palazzina dei Verdicchio dove una vota i Bormioli fabbricavano i coni con stampigliato su “HELVIA RECINA”
Probabilmente a Macerata c’è un segreto consorzio di minchioni che opera in segreto. Quanto a me ho perso ogni speranza. Bene ha fatto Claudio Orazi a rifiutare preventivamente ogni incarico allo Sfasciasterio e ritornarsene nel Triveneto.
Propongo una soluzione drastica per risollevare le sorti di Logorata, città della pace: deportare i maceratesi a Vicenza e costringere i vicentini a occupare le case dei maceratesi. Nel giro di un anno Macerata sarà rifiorita. Nel frattempo però i maceratesi,
con la loro invidia e con il loro orrido dialetto, avranno trasformato il Teatro Olimpico nella cantina di Cicciò.
Comunque il fabbricato industriale non è stato demolito in una giornata visto che i 3 escavatori sono entrati a lavoro lunedi 9 gennaio inizialmente con 2 mezzi poi con 3 con la demolizione parziale del primo piano avvenuta nel tardo pomeriggio di oggi.
E’ un altro pezzo di storia di Macerata che se ne va…..
Avevo comprato la mia 126 proprio li….. era il 1979…..
Ricordo anche il “casermone di Perogio” che citava qualcuno sopra…..
Come la vecchia via Trento, con la Sofarma ed il benzinaio proprio sotto, prima dell’ingresso ai garages…..
E la casa prima della IP di Ricci, vero momumento alle incompiute, protetto da un “new jersey” di cemento armato e’ li’ oramai da anni e anni e anni…………
Caro architetto non ricordo ( per natali piu’ recenti) il Porton Pio, – Tre porte per il volgo, di fronte alla caserma Castelfidardo (ora liceo classico )…. mio nonno me ne rammentava…
Sic transeat…..
ma scusate… non vorrete dire che un magazzino è un monumento? quel posto faceva schifo!
Ma di cosa stiamo parlando?! Di un palazzaccio che faceva schifo…
Pure un architetto che si lamenta…. Boh, sicuramente sono io che non capisco niente, è stato un peccato non organizzare un percorso turistico per portarci qualche straniero a vedere dove prima si compravano le 126…
La cittadinanza doveva essere avvisata?! Perchè?
L’attuale amministrazione comunale farà anche schifo, ma qui mi sembra che ogni scusa sia buona per criticare, come al solito succede a Macerata… Tutte banderuole, che vanno come gira il vento…
è ora di COLLEGARE VIA VALENTI e VIA VELINI !
Sarebbe auspicabile una bretella di collegamento Via Velini – Via G. Valenti
(piuttosto che con assurdi giri dover sempre intasare Corso Cavour e Via Trento).
@ Morrr
La demolizione dell’edificio, portato dal Comune alla “Nuova via Trento”, è strettamente connessa ad alcuni elementi di valutazioni inerenti una sicura ricostruzione: cubatura, qualità edilizia, carico urbanistico, conflitti etc.. Lei sa se ivi costruiranno magari un resort o un centro commerciale? Tuttavia mi sono meravigliato positivamente soltanto per la velocità dell’intervento. Complimenti all’impresa Papa che è riuscita a lavorare senza neanche interrompere il traffico in via dei Velini. Forse c’è stato un difetto di comunicazione perché pensavo fosse più logico e urgente demolire prima gli edifici alla fine di via Trento: Palazzina (ex laboratorio dei coni “Helvia Recina”) e Stazione di Servizio Ricci. Ma la riqualificazione di via Trento e il previsto collegamento pedonale con corso Cavour sarà un’altra storia.
Il problema non è l’abbattimento del mostro. Il problema è l’attuale proprietà che, se ci costruisce palazzi come quelli che è stata capace di costuire in Via Trento, siamo nella m.
@ filippo
Sempre ottimista sei.
Consiglierei pinne, boccaglio e maschera poichè, dove dici che siamo tu, oramai da molti anni ha superato la linea del collo…
un supermercato… si ci faranno un supermercato !!!
Anche qui sento odore di compagnucci di merenda.….
Ogni tanto bisogna lasciarsi andare ai sentimentalismi e l’argomento mi tocca da vicino.
La Commissionaria ( poi concessionaria ) FIAT con ragione sociale V. A. M ( Vendita autoveicoli Macerata) rimase per 20 anni esatti in Via dei Velini 26. Venne costruita dalla famiglia Corbucci di Ravenna nel 1958 quando la stessa rilevò il contratto di commissione (poi di concessione ) dal Dott. Alberto Farroni che poi si dedicò alla vendita dei veicoli industriali con il marchio OM poi Iveco ( la società Farroni & Ciccotti poi divenuta Interauto a Piediripa di Macerata )
Era una struttura all’avanguardia con circa 50 dipendenti divisi tra autofficina, magazzino ricambi, vendita nuovo ed usato. Le attrezzature erano di primo ordine ed il socio-titolare Sig. Carlo Graziano (originario di Pesaro) appassionato di competizioni motoristiche contribuì a fondare la
Scuderia Marche che per anni fu il piu’ importante club agonistico automobilistico della intera regione Marche.
Altro socio fondatore fu Lodovico Scarfiotti (cugino di Gianni Agnelli ) nipote di Lodovico Senior Scarfiotti primo presidente della Fiat nel 1899 e padre dell’Ing. Luigi Scarfiotti.
Scarfiotti amava fermarsi di ritorno da una gara ed un’altra con la Ferrari ufficiale negli uffici e nella officina per salutare tutti i dipendenti. Tenne a battesimo in quei locali la Ferrari Dino e la Fiat Dino nate dalla collaborazione tra la casa torinese e la casa di Maranello nel 1966.
Personalmente spiace vedere l’edificio demolito in quanto ho un debole per l’edilizia “industriale” ; nel caso della Fiat di Macerata il progetto presentava ( a mio modesto parere ) molte analogie con gli schemi stilistici dell’architetto austro-americano Richard Neutra (morto nel 1970) ma altri esperti come Gabor Bonifazi potrebbero trovarci innumerevoli rivoli di stile di altri geniacci di quel periodo.
Mi dolgo del fatto che lo stabile è stato abbattuto soprattutto perchè ho passato pomeriggi indimenticabili dentro quei locali dando il tormento un po’ a tutti ( avevo 8 anni….)
Ricordo ancora l’odore delle vetture nuove appena scaricate dalle bisarche provenienti da Torino.
Era il periodo in cui Fiat riusciva a produrre vetture per tutte le tasche : dalla 500 alla ammiraglia Fiat 130 Automatica 3200 , sontuosa, elegante e per pochi eletti.
La proprietà avrà avuto certamente le sue buone ragioni per demolirlo e per ricostruire altri immobili.
E’ discutibile l’atteggiamento della amministrazione pubblica che lo ha ceduto ; ( sicuramente per pochi denari )
Senza dubbio un recupero poteva essere praticato lasciando inalterato lo stile ed i materiali per poi destinare il tutto ad uso civico. Penso ad un centro polifunzionale a partecipazione pubblica e privata.
La storia dei palazzinari maceratesi purtroppo viaggia in senso contrario come del resto quella degli amministratori di formazione democristiana che hanno massacrato la città sotto ogni aspetto. Basta farsi un giro per gli uffici comunali per rendersi conto il basso livello di creatività esistente.
Paolo Nardi
@Gianni45…puzza non odore..puzza di amici di merende.
Certo non era un monumento pubblico, ci può anche stare la demolizione e la ricostruzione..ma no di un palazzone di 40 piani. MA POI ESAMINATE LA STORIA VI SVELERA’ TUTTO……………!
Condivido in tutto l’intervento di Paolo Nardi. Le sue argomentazioni sono giustissime e poetiche , anche se inutili, come dimostrano le res gestae di politicanti e traffichini pistacoppisti nonché il tenore di alcuni commenti. Fra poco toccherà anche all’Autopalazzo di Porta Convitto. Una volta i comunisti non amavano l’arte, il verde e la cultura? Dovremo aspettare che Macerata divenga fra qualche anno come Elcito per sbarazzarci di quelle brutte facce?
Volevo segnalare ai Sig.ri Ribechi , Mcrrr, Davoli e Tombesi alcuni siti di visionari che non considerano marciume / “magazzino che faceva schifo / mostro /
gli edifici di architettura industriale :
http://www.patrimonioindustriale.it/index.shtm
http://www.instoria.it/home/archeologia_industriale.htm
Invito coloro che intervengono ad astenersi da valutazioni e giudizi alterati dalla propria disinformazione. Grazie
Ringrazio Lodovico Scarfiotti per l’opera di sensibilizzazione nei riguardi dell’archeologia industriale. Nel ricordargli che ho diretto per anni una rivista che si chiamava “Ciminiera” e che prendeva spunto da quel manufatto di vera archeologia industriale; dichiarandomi cioè non pregiudizialmente chiuso a tali vestigia, spero permetta al sottoscritto di non esser mai riuscito a considerare un capolavoro architettonico quel capannone già della Fiat. Fermo restando che indubbiamente si può sempre peggiorare (e a Macerata gli esempi, antichi e nuovi, sono molti).
Caro Filippo
per fortuna non possiamo stabilire ciò che è o non è vera architettura industriale e sommessamente dobbiamo adeguarci alla genialità di un tale Le Corbusier ( uno della Commissione edilizia del Comune) che sosteneva proprio il contrario di quello che affermi
Caro Lodovico,
considerati i tempi che ci toccano in sorte, più volte ho detto che se Pasolini fosse nato oggi non l’avrebbe cag.to nessuno. Figuriamoci qui a Macerata Le Corbusier, specie se nato in zona… ma io, caro Lodovico, non sono un architetto e non mi picco di svolgere quel mestiere (come invece, al contrario, sempre più persone fanno nei riguardi della scrittura e delle arti, chissà perché): esprimevo un innocentissimo parere personale. In effetti non ne vedo manco uno che somigli al grande che citi e di cui ho ancora impressa nella memoria una splendida Mostra allestita a Strasburgo che visitai una ventina d’anni fa. Ora, ho cagione di sospettare che forse, vedendo gli scempi di tanti suoi colleghi nostrani, forse avrebbe inserito una variante estetica alla sua formidabile teoria. Io tuttavia, sia pure dal mio appartato e felice nascondimento della biblioteca, continuo a pensare che un criterio di oggettività sia ancora applicabile alle cose. E se anche oggettivamente non potremo sbilanciarci sulla qualità del manufatto abbattuto, credo possiamo concordare sulla bruttura dei palazzi della nuova Via Trento. O, in caso contrario, consigliarci reciprocamente una visita oculistica.
Un altro piccolo contributo per comprendere l’argomento
http://costruire.laterizio.it/costruire/_pdf/n105/105_02_03.pdf
Caro Gabor,
ti domandi cosa nascerà dalle “macerie”?
….Facile, un palazzo di almeno 5 piani ….
ovviamente già autorizzati dal comune e dai vari enti interessati.
Speravi un’area verde, una piscina, una strada di collegamento,un parcheggio o semplicemente spazio aperto per rendere la città più vivibile e meno congestionata e occlusa?
Purtroppo non sarà così.
Ciao
@ Paolo Nardi
questo spazio-CM- lo mette a disposizione di tutti – acculturati e non-architetti e semplici muratori-insomma-qui- chi vuole ha il diritto di dire come la pensa-che non necessariamente deve collimare -con chi la pensa in modo diverso !!!
Ergo non credo sia corretto -invitare ad astenersi dal dare giudizi perchè secondo lei sono alterati ecc ecc..
Lei- se alcuni commenti non la entusiasmano- ha uno strumento più democratico per dissentire-il famigerato “ditino con il pollice verso “
X il Sig. Sellone
Mi scusi se ho la maledetta abitudine di andarmi a leggere la storia dell’architettura contemporanea però mi permetta di dissentire dal suo schema valutativo :
Cronache Maceratesi mette a disposizione di tutti lo spazio per dare un giudizio su qualsiasi fatto o argomento ma credo che chiunque ( sia muratori , architetti, palazzinari , politici locali o semplici appassionati di architettura come il sottoscritto ) debba informarsi per allontanarsi quanto piu’ possibile dal dilettantismo.
Il filosofo Fichte amava dire che “…. La perfezione non è essere perfetti, ma è tendere continuamente ad essa…”
Quindi si prenda un bel libro in materia e provi ad informarsi senza delegittimare chi prova ( e non so se ci riesce )
a dare un senso alla discussione.
L’amministrazione comunale dovrebbe rendere nota la cifra incassata dalla vendita dell’immobile ex VAM Fiat anche se ho l’impressione che servirà a ben poco. I cittadini maceratesi continuerebbero imperterriti a sguazzare nella loro indolenza e nella loro finta indignazione .
@ Paolo Nardi
Continuo a ritenere che quel palazzaccio era qualcosa di inguardabile, e visto che “inguardabile” è dal mio punto di vista non capisco come lei possa si possa permettere di dire che per dare questo tipo di giudizi personali dovrei prima informarmi? Ma chi è lei per dirlo?
Chiediamo a CM se ci organizza un bel corso di architettura con lei come docente così magari potrà tendere ancora meglio verso la perfezione…
L’importante è che se la finisca di cercare di dare lezioni non richieste ai miei personali giudizi perchè le assicuro che non è in grado di farlo!
x Mcrrr
Confermo quanto sopra.
Lei non ha gli strumenti minimi di giudizio (sottolineo minimi )
Bastano poche ore con un bel libro di storia dell’architettura in mano per darli.
Si attrezzi . Non costa nulla e le permette di dare un piccolo giudizio ( come del resto quello
del sottoscritto ) che alza il livello degli interventi.
@Paolo Nardi
Non conoscendomi non può di certo dire che tipo di studi ho fatto e che tipo preparazione ho per commentare certe cose, comunque non credo che per definire qualcosa “inguardabile” bisogna aver fatto particolari percorsi formativi… Altrimenti sarebbe il caso che lei riparta dall’italiano per capire il significato e l’etimologia della parola “inguardabile”!
Si attrezzi, pertanto, e poi quando parliamo la stessa lingua potremmo ragionare di qualcosa di più complesso, tipo un libro di architettura!
X MCrrr
La pensi come vuole e -ribadisco il concetto- non si puo’ parlare di calcio senza conoscere
le caratteristiche dei giocatori….Non si puo’ commentare un quadro senza conoscere quale maestro ha ispirato il tratto del pittore….Ecc. Ecc.
Si preoccupi piuttosto di conoscere le modalità dell’alienazione dell’immobile ( prezzo pattuito , condizioni ecc. ecc.) visto che la sensibilità architettonica ( non la conoscenza della scienza architettonica ) non è il suo forte.
Anch’io voglio lasciarmi andare ai sentamentalismi e vecchi ricordi… 😀
….nel 1987 i vigili urbani mi sequestrarono il motorino (un Malanca 48 cc rettificato più volte) e fù tenuto prigioniero proprio nel magazzino ex-Fiat per 30 giorni…dovetti pagare pure il deposito coattivo che era di 2.000 lire al giorno (per un totale di 60.000 lire)…. che bei momenti !!!!
Lettera aperta al Sindaco di Macerata
Prima di radere al suolo un immobile e cambiare la destinazione di uso del terreno , la sua Giunta potrebbe ogni tanto ispirarsi a questa Associazione
Buona lettura
AUDIS -ASSOCIAZIONE AREE URBANE DISMESSE-
MISSION
L’Associazione non ha fini di lucro.
Scopo della Associazione è quello di promuovere l’uso economicamente più efficiente e socialmente più equo delle aree dismesse, industriali e non, nonché di immobili già destinati ad altri usi dismessi od in via di dismissione in Italia, nonché il loro recupero secondo i criteri della migliore qualità urbanistica, architettonica e ambientale.
A tal fine l’Associazione promuove:
lo scambio di esperienze su progetti e normative in ambito nazionale ed internazionale
lo studio di casi di riutilizzo di aree dismesse sia in Italia che all’estero
iniziative, proposte ed elaborazioni, anche di carattere legislativo, tese ad ottimizzare i processi di trasformazione.
Le risorse finanziarie della Associazione sono costituite dalle quote sociali di ammissione annuali, da eventuali sovvenzioni, contributi, elargizioni, donazioni e lasciti da parte di persone fisiche e di enti pubblici e privati interessati all’attività istituzionale, nonché da proventi ottenuti da iniziative promosse dall’Associazione.
http://www.audis.it/index.html
Il sindaco non risponde….
@ Paolo Nardi
La demolizione dell’ex Fiat mette in bella evidenza un paesaggio vituperato e soprattutto l’Hosteria dei Barrocci (1505) con posta nei pressi della chiesuola della Pietà. Inoltre vicino l’osteria c’era la fonte denominata”Due fonti”, che serviva anche come abbeveratoio per i cavalli che salivano dalla strada detta ancora “Piscia cavallu”.