di Mauro Nardi
E’ tornato l’incubo alluvione alla cooperativa sociale Terra e Vita di Recanati. Le piogge delle ultime ore che hanno interessato tutta la provincia (leggi l’articolo) hanno causato ingenti danni all’attività che sorge a Chiarino, a fianco del fiume Potenza. La situazione è fortunatamente meno traumatica di quella verificatasi nel 2011 ma comunque sufficiente a mandare in fumo settimane di duro lavoro. Due fossi non sono più riusciti a contenere l’acqua che si è riversata sui campi, allagando le coltivazioni. Un ennesimo schiaffo a questa realtà sociale che vede impegnati una decina di volenterosi ragazzi, messa ancora una volta in ginocchio dalle conseguenze del maltempo. “Grazie alle Pubbliche Amministrazioni, che non fanno neanche la manutenzione ordinaria e ti impediscono di pulire i fossi perché di competenza della Provincia, Comune ed ora del Consorzio di Bonifica. Risultato nessuno se ne occupa e noi ci allaghiamo” è l’amaro sfogo postato su Facebok della Cooperativa Terra e Vita, insieme alle drammatiche foto che testimoniano la situazione.
Frane e allagamenti si segnalano in diversi punti di Recanati con i fiumi Potenza e Musone osservati speciali. Al momento non si registrano particolari disagi alla circolazione anche se in alcuni tratti è stato necessario predisporre il senso unico alternato a causa di piccoli smottamenti e alberi caduti. I Vigili del Fuoco sono al lavoro per aiutare automobilisti e residenti in difficoltà per via del fango. A fianco a loro gli agenti della Polizia Locale, i volontari della Protezione Civile e il personale dell’Ufficio Tecnico Comunale che stanno seguendo passo dopo passo l’evolversi della situazione. L’allerta resta alta anche alla luce delle previsioni che annunciano piogge sino a domani.
Sui danni da maltempo registrati in queste ore interviene anche il Comitato Sambucheto per il fiume Potenza: «Quando il Comitato denuncia lo stato di abbandono del Potenza (dopo oggi direi di tutti i fiumi e fossi marchigiani) non ci ascolta mai nessuno. La responsabilità di quanto sta accadendo è in primis della Regione Marche che dopo l’alluvione del 2011 dove vi furono tre morti non ha ancora reso operativa una legge promessa subito ma approvata solo da pochi mesi. Il presidente Spacca ha il dovere, lo deve verso i morti, di dire alla comunità regionale i motivi per cui questa legge ad oggi ancora non è operativa. E se la smetta di andare a visitare i luoghi danneggiati, la gente non ne può più della sua politica fatta di promesse e parole e pochi fatti. Non si può morire nel 2014 a causa di una giornata di pioggia. E non si nasconda il Presidente dietro alla scusa dell’evento alluvionale. Difronte all’evolversi di eventi calamitosi che si verificano con sempre più frequenza ed irruenza, appunto, la politica regionale deve affrontare seriamente l’aspetto della criticità idrogeologica della ns. bellissima Regione. I fiumi, dopo un ventennio di totale abbandono, lasciati a se stessi hanno bisogno presto di una drastica manutenzione. La legge sui fiumi è un’ottimo inizio se solo questa si potesse far rispettare. Ovviamente questo Comitato è vicino ai familiari che hanno perso i propri cari oggi (leggi l’articolo), e nel 2011».
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