di Erika Mariniello
Dopo la Poltrona Frau venduta agli americani e la Nazareno Gabrielli che ha visto l’ingresso in società di un gruppo libanese, un’altra storica azienda di Tolentino si affida a un partner straniero: l’85% del pacchetto azionario della Conceria del Chienti (da oggi JH Conceria del Chienti Spa) passa alla società cinese Jihua Overseas Investments Company Limited.
Di tempo ne è passato poco, solo undici mesi, ma di cambiamenti ce ne sono stati tanti. Rivoluzionari. Undici mesi di lavoro che, per la Conceria del Chienti, azienda storica di Tolentino, in liquidazione dal 23 maggio dell’anno scorso, sono serviti a riprogettare il futuro. Dopo una lunga trattativa, nei giorni scorsi è stato firmato a Pechino un accordo tra la Conceria del Chienti e la Jiuha Group Corporation Limited, una tra le più importanti aziende del panorama industriale cinese, controllata dallo stato e quotata alla borsa di Shanghai che fa parte del gruppo XinXing Cathay International Co Ltd, con un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari. Dall’accordo, ancora in fase di definizione per quanto riguarda dettagli tecnici e amministrativi, è nata la JH Conceria del Chienti Spa che, come era già stato annunciato (leggi l’articolo), comprenderà una Cooperativa di lavoro, già costituita a fine dicembre (leggi l’articolo) e la realizzazione del progetto Chienty Energy. Il ruolo di presidente verrà ricoperto da Li Xuecheng (attuale presidente di Jiuha) mentre l’attuale liquidatore Marco Luppa sarà l’amministratore delegato.
“Quanto ho accettato questo incarico erano in molti quelli che pensavano che la Conceria fosse destinata a fallire – ha commentato Marco Luppa – Questo accordo di cui vado molto fiero è stato possibile grazie soprattuto a chi ha creduto in questo progetto, in un’azienda che ha ben 90 anni di storia. Parlo di Angela e Monica Martarelli, figlie dell’ingegner Bruno e dei dipendenti che il 21 dicembre dell’anno scorso, sono andati davanti al notaio e hanno deciso di diventare imprenditori di sè stessi e di costituirsi in cooperativa”. La nuova società nascerà con un capitale sociale di 5 milioni di euro, di cui 3 versati alla costituzione e il resto in tempi brevi. La Jihua Overseas Investments Company Limited deterrà l’85 per cento delle pacchetto azionario della “JH Conceria del Chienti Spa” mentre il restante 15 per cento sarà di proprietà della Conceria del Chienti Project Cooperativa (la cooperativa formata dai dipendenti della Conceria del Chienti in liquidazione). Il gruppo Jiuha garantirà il potenziamento dell’attività sia sul mercato nazionale sia su quello internazionale, inserendo la nuova società nel proprio sistema produttivo. Nello stabilimento di Tolentino così si tornerà a lavorare sui prodotti già consolidati in questi anni e si investirà nella creazione di nuove linee. “Tra i principali punti di forza di questo accordo c’è la possibilità di generare lavoro – ha aggiunto Luppa – Le persone che saranno coinvolte si impregneranno, compatibilmente con le esigenze e le capacità produttive dell’azienda a far crescere i volumi. E’ importante fare uno scatto mentale, lavorando con la testa e le dovute metodologie ci sarà un cambiamento radicale. E’ la prima volta che un gruppo Cinese quotato in borsa decide di investire insieme ad una cooperativa italiana ed affidare alla stessa la lavorazione”.
Prima del viaggio in Cina, organizzato settimana scorsa, erano già oltre 50 i lavoratori che avevano manifestato interesse a far parte della cooperativa, ora sono oltre 60. Una squadra compatta pronta a mettersi in gioco per cambiare le sorte di un’azienda che sembrava non potesse ripartire dove il lavoro sarà garantito. In seguito all’accordo, infatti, la Jh Conceria del Chienti spa, sottoscriverà un contratto con la Cooperativa e garantirà ordini per i prossimi 5 anni. “All’inizio ci sono state molte titubanze, molte riunioni con alti e bassi perché è una sfida difficile per gente che è più o meno brava nel suo lavoro, ma che non si è mai messa alla prova come imprenditore – ha commentato Luca Mariotti, vicepresidente della Cooperativa – Abbiamo visto una via, una strada percorribile e piano piano ci siamo convinti. Ora abbiamo questa grossa prospettiva, abbiamo voglia di lavorare e mantenere vivo questo sito produttivo”.
Un grande soddisfazione anche per la famiglia Martarelli che si è battuta fin dall’inzio. “Siamo molto contente dell’esito di tutta questa operazione – hanno detto ai giornalisti Angela e Monica Martarelli, figlie dell’Ingegner Bruno, storico patron dell’azienda, visibilmente emozionate – Il nostro obiettivo principale era salvaguardare la Conceria del Chienti nel suo insieme e salvare i posti di lavoro di chi a questa azienda ha dato tanto. Negli anni sono state fatte scelte sbagliate, ma questo fa parte del passato. Il principio più importante che ci ha trasmesso nostro padre è il grande amore per il lavoro che abbiamo voluto salvaguardare. Un ringraziamento va a tutta la squadra che ha creduto in questo progetto. Se papà ci guardasse da lassù sarebbe davvero molto orgoglioso”.
Dopo aver incontrato i soci della cooperativa, le organizzazioni sindacali, la RSU aziendale e tutti i dipendenti, Marco Luppa seguirà un iter istuzionale che prevede già molti appuntamenti, prima con il ceto bancario (in programma l’8 aprile) per illustrare l’accordo stipulato e formalizzare la proposta di rientro agli istituti di credito coinvolti, poi con le Istituzioni e le associazioni di categoria. “Devo ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con me, in primis il Gruppo Jihua e il Presidente Li per la fiducia riposta nella società e negli uomini e donne della Conceria del Chienti – ha concluso Marco Luppa – a seguire lo Studio Andreozzi e Associati di Macerata, l’avvocato Bruno Mandrelli e Massimiliano Grossi di Cerreto D’Esi per la Conceria del Chienti, lo Studio Legale Pedersoli di Milano e la società Italy China Development attraverso l’ingegner Antonio Ferrante, il Dottor Ming Guo per il Gruppo Jihua. Sono molto contento, ora viene il bello o il brutto, perché non si può sbagliare”.
Per sugellare questo accordo e per celebrare i 90 anni della Conceria a maggio verrà organizzato un evento, con sullo sfondo Padre Matteo Ricci, al quale sarà presente una delegazione cinese e il presidente di Jihua Li Xuecheng.
In basso le foto dei lavoratori della Conceria del Chienti (servizio di Lucrezia Benfatto):
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Questi…… ci conciano per le feste!
che tristezza
un’altra storia italiana si chiude, non rimarrà più nulla!
Cooooomplimenti
ebbeeee!!!!…. ne siamo fieri!!!… ma andate affan…. voi e i cinesi….complimenti ITALIA…il terzo mondo ci fa na sega…..
i nuovi americani
speriamo bene! io lavoro per loro!
vado controcorrente rispetto ai commenti qui sopra.
certo che e’ triste la perdita,ennesima,di una fabbrica storica,ma meglio i cinesi che gli americani secondo me.
un esempio su tutti la benelli a pesaro che non solo ha sempre rispettato i patti concordati al momento dell’acquisto di suddetta azienda,ma la sta facendo crescere come non mai,mantenendo (anzi incrementando) personale tecnico italiano.e sono passati anni ormai…..
come lei altri esempi di ditte rilevate da cinesi (trasmissione di report tempo fa nda).
scemi non sono,sanno benissimo che far rimanere marchio e tecnica italiana se non e’ tutto poco ci manca per far business.
prendetevela con i vari lapo,jhon elkann,montezemolo e compagnia cantante piuttosto.
Ringraziamo di tutto questo i nostri politicanti. ..!!! Solo le poltrone .
Un altro pezzo di Tolentino cambia proprietario. Il povero capostipite si rivolterà nella tomba. I suoi discendenti, diretti ed acquisiti, hanno tutti fallito. Gestioni allegre, incapacità organizzativa, impreparazione al ruolo hanno condotto alla cessione dei ns gioielli di famiglia. Ora attendo l’ultimo atto: l’adozione di un monumento od una struttura fatiscente da restaurare e donare alla città con altruistico gesto. Patetici, semplicemente patetici. Povero Tolentino: terra di conquista dove yankees e mandarini fanno libera spesa!
…come mai noi italiani nn riusciamo a tirar avanti nessuna attivita’ e questi comprano…perche’ loro riescono a dar lavoro ed un futuro alle attivita’ mentre noi sosteniamo l’ esatto contrario….facciamoco delle domande a riguardo,o no??!!!
Sembrano tutti felici e contenti di aver venduto qualcosa che hanno amato ad altri. Un pò come essere soddisfatti di trovare la moglie a letto con un estraneo e pensare “se piace anche agli altri, vuol dire che me la sono scelta bene……” o forse ci guadagnano tutti qualcosa? Chissà chi lo sa? diceva il bravo Febo Conti.
I cinesi hanno i “piccioli” da investire e far fruttare anche sul lavoro e la produzione. Noi no. Semplice no ? Sul perché si potrebbero scrivere fiumi di inchiostro.
Ora, di fronte alla possibilità concreta di fallimento della Conceria del Chienti meglio, molto meglio questo tentativo. Chissà che non funzioni e la produzione riprenda a pieno regime nel giro di qualche anno ?
Ricordo che la Conceria ( ci ho lavorato per 12 anni), fine anni 70′ occupava quasi 200 dipendenti diretti e aveva un indotto ( piccoli appalti di fasi lavorative “asciutte”) che interessava un altro centinaio di persone.
L’auspicio è che questa soluzione rappresenti una autentica prospettiva occupazionale.
Tutta un’altra cosa dal caso FRAU che è stata venduta al gruppo americano: già esiste una differenza sul fatto che gli americani non hanno garantito 5 anni di ordini lavorativi (o ameno non è stato detto pubblicamente ) come hanno fatto i cinesi. Poi, c’è da dire che l’impiantistica di una conceria ha ben altre dimensioni e costi rispetto alle attrezzature del “laboratorio artigiano FRAU” .
Nel caso conceria “spostare” o “portare via” è possibile se si abbandona il sito produttivo e se ne fa un altro completamente nuovo a costi molto alti rispetto al volume di fatturato (oggi le concerie italiane stanno chiudendo quasi tutte). Per le lavorazioni FRAU le cose potrebbero essere più semplici: in due/tre anni si formano bravi “artigiani” e si apprendono metodi di lavoro necessari ad impiantare altrove il sito produttivo. Non vuol dire che avverrà di certo ma sicuramente è possibile farlo più facilmente dato che il marchio FRAU è il vero valore dell’operazione.
Aiuto, va a finire che questi ci mettono tutti a lavorare!
facetece li sverdi!!!!!!!!! poveri noi!!!!!!!!!
Ma si, oramai abbiamo venduto tutto il nostro patrimonio non solo quello industriale ma anche quell’eredita sul know-how lasciataci dai nostri nonni….che tristezza
Basterebbe chiedere che, a casa loro, le condizioni lavorative (orario, assicurazioni, salario, no lavoro minorile) siano al livello degli standard europei, altrimenti bloccare importazioni: non avrebbero così tanti “piccioli” da investire
io spero che questa sia una vicenda che vada a buon fine perchè oggi come oggi c’è bisogno della continuità lavorativa,di non perdere altro terreno,di mantenere le competenze acquisite in tanti anni,di nuovi investitori e perchè no anche di un ricambio imprenditoriale viste le molte scelte sbagliate di questi ultimi anni.buona fortuna ragazzi.
Scusate se sono un pò str.zo, ma anche il mio nome me lo impone. I commenti dei commentatori di Facebook sono francamente illeggibili e scontati (di un buon 70%). il know how lasciataci dai nostri nonni, poi…………..(ci sono parole tipo: conoscenza, tradizione, insegnamenti. Va a dire a nonno: “grazie per avermi lasciato il know how” che ti risponde? “scì coccu? E mica me rricordavo de avellu compratu?”) Maddai!!!
E sono pure contenti!!
e ridete pure!!!!!! che pecorazzi!!!!!!!!!!!!!!
tra poco vi mandano tutti a casa , ci metteranno 400 cinesi a lavorare giorno e notte……c’e’ ben poco da ridere
La frau è passata agli americani ma l azienda è in continuo aggiornamento sia ti tecnologie che di personale, la Gabrielli ai libanesi è stanno ristrutturando e la conceria? ???
È ferma agli anni 80 con macchinari obsoleti e con ideologie da piccolo artigiano lontana anni luce dagli standard produttivi arzignanesi e toscani…….
In bocca al lupo!!!!!!!
Speriamo che non comprino solo il marchio
Buongiorno Io ho lavorato qualche anno a contatto con l ‘ingegner Bruno e posso dirvi
che lui le aziende le comperava e le faceva produrre… a me ha inseganto veramente tanto ancora oggi usufruisco dei suoi insegnamenti era una persona… all’avanguardia per il suo tempo, sicuramente non sarebbe stato felice di tutto cio ma , pur di salvare i postti di lavoro avrebbe acconsentito alla vendita e…. speriamo sti cinesi facciano il bene dell’azienda e del territorio