Cassa integrazione per settantacinque dei centodieci dipendenti della Conceria del Chienti. La decisione, nell’aria da diverso tempo, è stata presa in queste ore dall’azienda, dando il via a un piano di ristrutturazione che dovrebbe durare circa due anni. Gli effetti della crisi si fanno sentire, dunque, anche sulla Concerita del Chienti, in attività dal 1923 e una delle più antiche d’Italia. La proprietà ha recentemente ricapitalizzato e rinnovato, puntando sull’innovazione e sull’alta qualità artigianale proponendo un prodotto di nicchia e di alta qualità.
“La crisi c’è e si fa sentire” conferma l’amministratore delegato Carlo Sironi “ma, pur in un momento di difficoltà stiamo ripianificando il futuro. puntando però su un prodotto di alta qualità che ci consente di fornire i migliori calzaturieri italiani e del mondo. Fra i nostri clienti ci sono marchi importanti del made in Italy che cerchiamo di seguire anche quando si spostano all’estero”.
Malgrado la cassa integrazione, quindi, c’è grossa fiducia, nella speranza che la congiuntura internazionale possa, da qui a qualche mese, finalmente dare una svolta positiva definitiva per potersi lasciare alle spalle il momento difficile.
(f. c.)
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oggi sul tg3 regione hanno fatto un piccolo servizio su la conceria del chienti ma di questi 75 cass’integrati non ne hanno parlato?chissa a settembre quante fabbriche riapriranno?
Anche io ho visto il servizio su TG3, e’ stata descritta come una fabbrica in piena salute, materie prime importate anche dall’Australia, tutte le lavorazioni in casa e fatturato in aumento.
DISOCCUPATI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI !
Il servizio sul telegiornale regionale dimostra quanto è falsa e interessata e probabilmente ben pagata l’informazione, soprattutto della TV pubblica e privata, il motto è sempre quello, “tutto bene madama la Marchesa!”, la verità stà altrove.
Speriamo che anche questi non cerchino di seguire i clienti all’estero dislocando la loro attività, oramai noi siamo abituati alla puzza dal lontano 1923 e siamo capaci di sopportarla ancora tantissimi anni.
Il servizio TGR delle Marche diceva: va tutto bene madama la marchesa, non ci piace l’informazione pagata, ci piacerebbe di più la verità.
Speriamo che anche questi non cerchino di dislocare per seguire i loro clienti, anche perchè è dal 1923 che siamo abituati alle puzze, non vorremmo disabituarci proprio adesso che abbiamo bisogno di lavoro..
Poveri cassa integrati si,
chi respira l’aria appestata no?