di Laura Boccanera
Dal palas all’università e anche il consiglio comunale vira sulla perdita del corso di laurea in mediazione linguistica (leggi l’articolo). Si è aperto con un fuori programma ieri sera l’assise del consiglio comunale. Alla notizia della lettera del Rettore che di fatto palesava la volontà di abbandonare Civitanova, il presidente del consiglio Ivo Costamagna, prima di dare spazio alla comunicazione del sindaco sul Palas ha voluto affrontare la questione che ha tenuto banco fino alle 23. Nel corso del dibattito è stata letta anche la missiva che porta la data dell’8 ottobre: “riscontriamo che non sono stati effettuati gli interventi richiesti necessari per lo svolgimento dell’attività didattica 2013/2014. dai sopralluoghi effettuati dai nostri tecnici i locali (l’Università richiedeva tre nuove aule e un’aula magna) non sono a norma con gli standard di sicurezza. Riscontriamo che non si è tenuto fede agli impegni minimi assunti”. L’Ateneo va giù durissimo e parla anche di “inerzia di ogni azione” da parte del Comune e aggiunge: “difettando in maniera evidente la volontà di collaborazione preghiamo di considerare la presente, comunicazione di recesso”.
Smentiscono tutto sindaco e presidente del consiglio: “E’ una grande scorrettezza, nulla di tutto ciò è vero. Ci troviamo di fronte alla volontà precostituita. Negli incontri iniziati già in estate i vertici dell’Ateneo alla fine accettarono il piano che sottoponemmo sulla base delle loro esigenze e il Rettore disse che almeno per quest’anno l’attività accademica era garantita”. La volontà comune espressa dal consiglio comunale ieri sera, fra il rammarico dei consiglieri (tutta l’opposizione ha preso la parola, compreso Erminio Marinelli che quel corso lo istituì) è stata quella di invitare il Rettore e l’Università di Macerata a retrocedere dalla volontà di abbandonare la città costiera anche perchè secondo l’assessore Poeta tutto è stato fatto secondo le richieste: “Occorre recuperare il rapporto con l’Università, se qualcosa si è incrinato non mettiamo la parola fine su una collaborazione decennale”. “Già da qualche giorno l’università ha posizionato le sedie all’interno delle aule, venerdì inauguriamo la casa studenti anziani, quindi da parte nostra con tutti i fatti possibili abbiamo dimostrato la volontà di proseguire sulla strada intrapresa. Abbiamo fatto ciò che ci è stato chiesto”.
“Tanto tuonò che piovve – dice Marinelli – L’Università annuncia di lasciare Civitanova e di portare via 1000 studenti che ogni anno gravitano in città grazie al Corso in Mediazione linguistica. Un problema economico per operatori e imprese oltre che culturale per la città. L’Amministrazione deve saper risolverlo attraverso una necessaria mediazione con il Rettore. A primavera feci un’interrogazione sui rumors provenienti da Macerata dove già si dava per certa la lettera arrivata solo pochi giorni fa. Corvatta disse di non preoccuparsi. Ecco i risultati”.
Rivendica la paternità della sede civitanovese il consigliere Daniele Maria Angelini: “L’idea di portare a Civitanova un corso di laurea nacque con la Pistilli e con il Rettore di allora Alberto Febbrajo e si è poi concretizzata con la giunta Marinelli. Importanti Rettori ci hanno creduto e vi hanno partecipato. Abbiamo raggiunto il numero di 1000 iscritti senza pubblicità. L’amministrazione comunale ha speso milioni di euro per la permanenza dell’Università di Macerata, così come gli imprenditori e mecenati che hanno partecipato e che sono stati inglobati nell’associazione studi universitari di Civitanova. Non solo, grazie a queste collaborazioni tantissimi ragazzi si sono affacciati al mondo del lavoro con esperienze di stage all’interno delle nostre imprese perchè quel corso di laurea in Mediazione linguistica allora era altamente innovativo e calzava alla perfezione ad una città come Civitanova. Oggi il comportamento di Lacchè che va contro i suoi predecessori è inconcepibile e non comprensibile. Posso capire che la nuova amministrazione abbia sottovalutato qualche sensibilità, ma si è messa a disposizione con il sindaco Corvatta. Interrompere rapporti costati milioni di euro e di sacrifici è assurdo. Auspico che il Rettore riconsideri il tutto”.
CASO PALAS – Dopo la disanima degli interventi si è passati al primo atteso punto all’ordine del giorno, la comunicazione da parte del sindaco dello stato dell’arte sulla convenzione con la Civita Park per fiera e palazzetto. Una relazione che sintetizza diversi aspetti della vicenda usciti in questi mesi. “La lottizzazione della zona tecnico distributiva ha conosciuto vicende particolarmente complicate – dice il sindaco leggendo la comunicazione – e l’amministrazione appena insediata si è trovata di fronte alla richiesta di proroga dell’autorizzazione commerciale. Parallelamente si è sviluppata la scabrosa vicenda dell’accertata falsità delle polizze a garanzia delle opere di urbanizzazione”. Corvatta relaziona anche sulle interlocuzioni avviate con la ditta lottizzante e riferisce di aver stabilito alcune priorità: tra queste quella di ridimensionare un centro fiere di 11.500 metri quadri ormai inadeguato e sproporzionato e da lì l’idea di un palazzetto dello sport. “Ovviamente questa ulteriore trattativa darà luogo ad una modifica della precedente convenzione del 2007 con previsione dei nuovi obblighi reciproci e nuovi termini di consegna delle opere, in particolare quella del palazzetto, mentre resteranno collegati all’apertura del centro commerciale le opere di urbanizzazione previste nella convenzione del 2007 compresa la consegna del centro fieristico di 6600mq”. I tempi di consegna stimati sono stati fissati al 31marzo 2014 per centro fiere e opere di urbanizzazione annesse, da consegnarsi prima dell’apertura del centro commerciale, mentre il 31 agosto 2014 è la data per la consegna del palazzetto da 4300 posti e dell’area commerciale interconnessa fra i due spazi”.
Per quanto riguarda le polizze fideiussorie a copertura del Palas è stato stimato un ammontare pari a 1,5 milioni di euro prestata da un primario istituto bancario. Il sindaco nella relazione spiega anche l’impegno finanziario e dove andare a recuperare i soldi per la realizzazione: il finanziamento dei lavori sarà coperto in parte dall’avanzo di amministrazione del 2012.
Preoccupazione e allarme per come è stata gestita la vicenda arriva dall’opposizione: “Quella zona è già intasata di auto, viabilità non sufficiente – tuona il centrodestra – stiamo procedendo senza garanzie”.
(foto Ciro Lazzarini)
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Finalmente il sindaco Corvatta si interessa del denaro pubblico. Dopo aver rinunciato ad incassare 2,5 milioni di Euro dalla Civita Park, dopo essersi impegnato a trovare altri 4 milioni di denaro pubblico per realizzare il palazzetto, sperando che un domani non diventi una cattedrale nel deserto a discapito delle imprese locali che si potrebbero ritrovare con un ente fiera sottodimensionato nella speranza che si verifichi una eventuale ripresa economica, oggi si rischia di vedere sfumati gli interventi pubblici fin qui realizzati solo perché l’Università vuol portare la mediazione linguistica a Macerata. Un indirizzo che le precedenti amministrazioni civitanovesi hanno per anni saputo valorizzare e che oggi l’UNIMC vuol far proprie. Sarebbe stupido se l’Università di Macerata, come si è letto, volesse entrare nel campanilismo creatosi con la questione Lube, ad arte tirata fuori dall’amministrazione Corvatta per gettare fumo sull’immobilismo che si è avuto nella città negli ultimi 18 mesi
questo caso rende evidente il camminare a giornata di questa amministrazione, che non prende neanche in considerazione il fatto di una ripresa economica, con la conseguente necessità delle imprese locali di spazi per la promozione dei loro prodotti. All’opposizione dicevano che 11.500 mq di spazi dell’ente fiera erano pochi, ora ne propongono meno di 5.000 . Un progetto quello del palazzetto che neanche passa preventivamente in consiglio per la variante, una società a cui è stata data la possibilità di poter proseguire i lavori dopo la scadenza dei termini senza una copertura fidejussoria, una amministrazione che in tempi di crisi spende 6 milioni di euro PUBBLICI per portare una squadra a Civitanova senza sapere, normale che sia, quanto durerà la sua serie maggiore; ciò mi sembra alquanto sleale nei confronti di quei proprietari che invece sono costretti a seguire le normali trafile burocratiche per poter realizzare i propri progetti. perchè?
Basta organizzare uno scambio di ostaggi sul confine, Civitanova ridà la squadra di pallavolo a Macerata e Macerata ridà il corso di laurea a Civitanova.
E questo è solo l’inizio !!! Avete voluto fare sta cosa del palas ? Benissimo queste sono le conseguenze !!
Sara’ na’ ripicca so’ sicuro qui ce’ lo zampino di Carancini che ha infuocato il rettore!aaaaahhhh.,
Eh già la prima cosa che viene in mente è che chi di “Lube ferisce di università perisce”. E di certo chi si è fatto i conti in casa propria senza attenzione alle esigenze altrui (dove l’altro sta proprio al di la del fiume e fa parte anche della stessa famiglia per quel che può valere) difficilmente ora può richiedere il rispetto delle proprie esigenze. Ma in fondo queste sono tutte sciocche considerazioni da bar di quartiere. Quel che stupisce nei recenti accadimenti è la totale mancanza di una visione degli interessi territoriali che pure sarebbe indispensabile e doverosa in un mondo che non è locale ma globale (o almeno europeo) . Macerata e Civitanova possono pure continuare a farsi la guerra, ma i risultati della disfida sono sempre meno interessanti e sempre meno rilevanti per il nostro futuro.
Salvare la “loro” Università???
Mi pare si chiami ancora Università degli Studi di Macerata..
che cavolo ci stava a fare un dipartimento laggiù me lo sono sempre domandato infatti!!! UNIMC deve stare a MC come LUBECIVITANOVA starà a civitanova!!! tenetevi sta squadra di ridicoli….noi ci riprendiamo la cultura!
Ancora un taglio e un colpo alla città e al territorio. Se una cosa a Civitanova aveva suscitato tanto consenso anche per i costi sostenuti dalle amministrazioni comunali che si sono succedute dalla istituzione era la sede Universitaria di Mediazione Linguistica.
Fr al’altro quel corso aveva costi chiamiamoli vivi di circa 66.000€ anno a fronte di un contributo che veniva dall’Associazione Studi Civitanovesi di circa 125.000€ anno L’associazione era stata costituita per lo più da imprenditori civitanovesi e non solo con lo scopo di sostenere quello sforzo anche finanziario e di risorse che la sede staccata comportava.
Importante è stato il contributo finanziario del Comune che fin dalla primo accordo con l’allora Rettore Sani puntava ad ampliare l’offerta formativa e culturale nel comprensorio naturale di Civitanova Marche.Un contributo finanziario difeso in modo serio perché finalizzato ad un progetto di qualità .
Occorre anche dire che la sede civitanovese dell’Università di Macerata Mediazione linguistica per l’impresa era legato concretamente al mondo dell’impresa attraverso stage obbligatori per gli studenti a partire dal terzo anno.
Sul piano della qualità dei corsi i dati ufficiali collocano questa facoltà al quarto posto a livello nazionale dopo Bologna,Trieste e Forlì.Oggi arriva la comunicazione del rettore Lacchè al Sindaco che comunica la soppressione della sede staccata. C’è da chiedersi quale logica abbia seguito il Rettore Lacchè ad annunciare la chiusura del corso alla vigilia dei corsi.
Varrebbe la pena soffermarsi sullo stato dell’Università pubblica Italiana fra tagli governativi,baronie e troppe volte corruzione ma si girerebbe il coltello nella piaga aperta da scelte politiche più generali del ritiro dello Stato dalla cosa pubblica fondamentale.Sanità,Cultura-Istruzione,ecc.
La razionalizzazione e i costi imperano giusto ma troppe volte questi vengono usati per coprire il ritiro dello stato dalla cosa pubblica a favore di fatto di quelle private.
Ma ci sono cose che vorremmo conoscere e che per ora rimangono avvolte dalla facile polemica politica.Quali sono stati gli impegni del Sindaco Corvatta, dell’Assessore alla Cultura Giulio Silenzi e i rapporti con l’Associazione Studi Civitanovesi,quale rete di alleanze culturali ,sociali e istituzionali e ci riferiamo ai Sindaci del “comprensorio” hanno costruito in questo anno considerato che del “taglio” della sede staccata Civitanovese aleggiava da tempo nell’aria? Era calata l’originaria tensione che aveva portato a tanta unità? Cosa si è fatto per rilanciarla.
E’ di moda risuscitare il campanilismo con Macerata ma oggi se lo fa la politica e sembra che settori di questa lo usino occorre dire che il campanilismo non ha mai fatto bene e portato giovamento alle parti e che quando lo usa la politica lo fa come “arma di distrazione di massa”.
Molte volte si è rivelato vero che tante sedi staccate rispondevano più a logiche politiche,di prestigio locale che a vere esigenze di un territorio. Queste non erano il caso di Civitanova Marche che non solo lo dimostra attraverso le iscrizione a quei corsi ma anche per gli investimenti fatti dalle amministrazioni comunali passate e a quella recente in termini di strutture come realizzazione della Palazzina per alloggi Sudenti-Pensionati e il sostegno finanziario mai venuto meno per i locali della sede e quelli che eventualmente servissero.
Ora al taglio la beffa .fra qualche giorno si inauguerà la palazzina che ospiterà Studenti universitari e Pensionati alla quale seguirà sulla base di un bando pubblico l’assegnazione degli alloggi per gli studenti che non avranno più una sede.Di fatto la decisione azzoppa un polo scolastico e quanto gli gravita attorno.
Noi crediamo che gli organismi di direzione,il Rettore dell’Università di Macerata “tagliando” la sede staccata civitanovese abbiano commesso non solo un errore culturale ma anche gestionale a fronte del quale ci sembra molto ,molto tiepida la reazione del Sindaco Tommaso Corvatta e dell’assessore alla Cultura Giulio Silenzi.
@SEL CIVITANOVA:Nessuno spreco di denaro pubblico;la palazzina che doveva ospitare studenti,ospiterà solo pensionati:di questi tempi i “nonni”che non hanno risorse sono sempre di più,mentre invece gli universitari sono in forte calo ovunque,quasi una “razza in estinzione”direi……….
ma scusate….poteva lasciare Macerata un corso di laurea a quegli individui ripresi nella foto ?
SALVIAMO LA NOSTRA UNIVERSITA’????
Io conosco l’università di Macerata, di Camerino, Il politecnico delle Marche ad Ancona, L’università Carlo Bo di Urbino, ma quellà de Citaneaux non la conosco proprio
C’è una facoltà in Scienze delle Calzature o di Itticultura?
No problem : Corvatta legge sul giornale quello che deve fare.
E’ ORA CHE QUALCUNO PAGHI
FORSE ABBIAMO BISOGNO DI UN ASSESSORE E NON DI UN POETA
Civitanova vs Macerata. Appena uno vellica il vecchio campanile si scatena la canea. Direbbero i francesi che si tratta solo di un “ballon d’essai”. Ci si scanna in dispute da bar sulla squadra di pallavolo o su un dipartimento di una Università già scalcinata come Macerata e non si considerano le cose che contano veramente. Quali sono? “Bread and butter politics” direbbero gli inglesi (oh,… oggi sono in vena di citazioni), ovvero pulizia di strade e marciapiedi, gestione dei rifiuti ecc.
I dipartimenti delle Università delocalizzati (a Macerata come altri atenei sparsi sul territorio nazionale) sono, direbbe Fantozzi, una “cagata pazzesca”. Si sono sviluppati dopo la riforma Berlinguer, la quale ha moltiplicato i corsi universitari ed ha ridotto ulteriormente la qualità dell’insegnamento. La loro ricaduta sulla società? Nessuna. Solo posti in più per qualche tirapiedi del barone di turno, un po’ di affitti e una medaglietta per il politicante locale da spendere in campagna elettorale
@ il sig.Camerini.Nel ns post non abbiamo parlato di “spreco di denaro pubblico”.Quella Palazzina che dovrebbe ospitare pensionati e studenti è chiusa senza che abbia ospitato pensionati e studenti.Ritardi burocratici? forse ma deprecabili e dannosi tanto che i Comune paga un mutuo di circa 200.000€ anno senza averne un tornaconto.Quali pensionati ospiterà? visto le bozze relativi ai canoni di affitto diversitifati su diverse metrature di certo non saranno i pensionati con la “minima” a poterselo permettere.Riguardo al numero degli studenti frequentanti sarà bene che si aggiorni.
Credo che giustamente il corso di laurea deve tornare a Macerata semplicemente perché la politica e quindi la città di Civitanova non merita di possederlo. Sono anni che la città di Macerata riceve aggressioni di tutti i tipi dalla riviera, dove solo la scaltrezza , l’arroganza del denaro e dell’ignoranza hanno spinto i vari personaggi ad avere riconosciuti diritti solo a loro noti. Dai famosi cartelli autostradali ( in tutte le altre province risulta essere presente ancora sulla segnaletica autostradale la città capoluogo) , ai festeggiamenti per la prevista poi scongiurata eliminazione della provincia ( sarebbe comunque stato giusto) alla smacco Lube ( consegna palas il giorno di San Giuliano!!!). Diciamo che Carancini ha fatto una cosa giusta e magari tante altre ne potrà fare per il bene di Macerata. P.s. Spero che il sindaco non vada più a vedere giocare Molfetta e Gioia del Colle ma piuttosto sia presente in tribuna all’HR.
Quando parlano della “nostra” università gli amici della simpatica cittadina rivierasca evidentemente si riferiscono allo “Studium generale maceratense”, le cui prime tracce risalgono al 1290 e che venne istituito ufficialmente da papa Paolo III il 1° Luglio del 1540. Studium “maceratense” … appunto. Invece non è chiaro se nel 1290 sulla costa si usasse di già la rete da pesca oppure gli indigeni acchiappasero ancora le sardelle con le mani.