Paolo Mattei si prepara per le elezioni:
“Ho la politica nel sangue”

L'INTERVISTA - Il nipote dello storico presidente dell'Eni ha fondato con Massimiliano Bianchini, assessore provinciale, il Partito Civico

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Paolo_Mattei (1)

Paolo Mattei

 

di Maurizio Verdenelli

(foto di Lucrezia Benfatto)

“Avevo 24 anni, nell’86, ed abitavo a Londra a Regent’s Street. Come vicino di casa avevo un anziano nobile inglese, tutto noblesse obblige ed alterigia anglosassone. In realtà vedeva il futuro, come mio zio. In modo preveggente. Alla fine, considerata la tenace deferenza con cui lo salutavo (lui naturalmente non ritenne a lungo di corrispondere) alla fine mi accolse addirittura nella sua confidenza. ‘Vedi, Paolo, presto le risorse del mondo non basteranno per tutti e nei primi venti anni del prossimo secolo, sarà necessario selezionare. E a soccombere saranno anziani e deboli. Per sopravvivere il mondo investirà senza tener conto di loro. E bisognerà contrastare quella tendenza che apparirà a tutti necessaria’. Aveva ragione quel lord; penso adesso che quel tempo è venuto, che occorre razionalizzare le risorse rimaste ed abbandonare, immediatamente, ogni spreco per sostenere famiglie e deboli, senza gettare alle ortiche la cultura sociale come supporto da parte delle pubbliche amministrazioni. E per eliminare gli sprechi basta razionalizzare e tagliare la foresta ramificata nata anche intorno agli enti locali: lo sa che nelle Marche ci sono 198 cda di aziende municipalizzate?! Tagliamo almeno quelle in ‘rosso'”.

 

Paolo_Mattei (2)Ancora: “La politica ce l’ho nel sangue senza pure mai averla praticata. A sei anni facevo volantinaggio per mio padre Italo, candidato nella Dc. Non fu eletto ma il suo impegno coraggioso e disinteressato rimane per me un esempio particolarmente bello. Democristiano era pure mio zio Enrico, che fu (anche) deputato alla Camera. Noi, in famiglia, intendiamo tuttavia la politica come impegno per gli altri. Come ascolto della gente (la nostra mail è [email protected]) e dei territori, dimenticati. Non stiamo dietro a camarille e maggioranze: lavoriamo e basta. Pensi che Enrico Mattei, fratello di mio padre Italo, alla sezione dc di Matelica era in minoranza…”.
Parla così Paolo Mattei, l’ultimo nipote del grande Enrico nato nell’aprile di quel tragico 1962, alcuni mesi prima che nel cielo di Bascapè (il 27 ottobre) la microcarica di 150 grammi di tritolo facesse esplodere il bireattore del ‘cane a sei zampe’ che riportava da Gela a Milano il fondatore dell’Eni, insieme con il giornalista William McHale e il pilota Irnerio Bertuzzi. C’è voluto mezzo secolo per far luce su quelle morti. Paolo, tuttavia, non ‘ragiona’ sul quel caso che ha scavato in profondità la sua vita e quelle della sua famiglia. Gli fa troppo male ricordare, ancora. Parla, a raffica, invece sulla sua nuova, eppure antica avventura: la politica.

Nei giorni scorsi a Civitanova la presentazione di Partito Civico

Nei giorni scorsi a Civitanova la presentazione di Partito Civico

Paolo_Mattei (3)Qualche giorno fa, Paolo Mattei insieme con Massimiliano Sport Bianchini, ha presentato il Partito civico (LEGGI L’ARTICOLO). “Partito, s’intende, non lista o movimento. Noi crediamo nella democrazia, non nei capipolo. Abbiamo voluto la cerimonia a Civitanova, come luogo baricentrico, considerato la valenza regionale dell’organizzazione ed anche perchè la città ha accolto in modo molto favorevole il nostro progetto. Io ne sono il segretario regionale, nonchè fondatore; segretari provinciali Macerata e di Fermo sono rispettivamente Massimiliano Bianchini, attuale assessore provinciale alla Cultura, e Gianni Basso, per 20 anni sindaco di Montegranaro ed ex presidente della provincia di Ascoli Piceno. Entro fine anno l’organigramma sarà completato con le segreterie di Ascoli Piceno, Ancona e Pesaro-Urbino”.
Pronti dunque per le amministrative prossime venture? “Già, per le comunali della prossima primavera gli accordi sono stati avviati”. Con quali formazioni? “Come partito civico siamo trasversali, anche se la vocazione è a centro-sinistra. Però i patti, a livello locale, potremmo farli per una certa percentuale, diciamo il 10%, con formazioni diverse”. Per la Regione invece tutto sembra concordato con Palmiro Ucchielli? “Per la Regione, nel 2015, sì. Tuttavia noi ci poniamo come obiettivo la focalizzazione delle esigenze dei territori, che non possono essere ‘visti’ dall’alto e contati come le ‘pecore’ di Polifemo…”
Pettinari, il presidente della Provincia con cui collabora in giunta Bianchini, vede forse con sospetto il Partito civico? “Al contrario”.
Dove può prendere i voti il Partito civico? “Dappertutto. Tra i partiti in rapida evaporazione e quelli che resistono di più. Siamo molto contenti dell’adesione della presidentessa della Maceratese calcio, Maria Francesca Tardella, personalità di grande carisma. Anche il sindaco di Civitanova, Tommaso Corvatta, ci vede con favore”.

Paolo_Mattei (4)Per lei, imprenditore, un partito cos’è veramente? “Un’istituzione dove tutti sono tenuti, in piena libertà di coscienza, a portare il proprio ideale contributo. Il nostro concetto è profondamente trasversale. Noi siamo per le cose da fare e naturalmente fare bene. Alla base c’è il metodo meritocratico, non le tessere che espressamente escludiamo: chi più e meglio s’impegna avrà il posto adeguato alle proprie capacità”. Alla prima uscita, Bianchini ha avuto commenti critici… “Un atteggiamento profondamente sbagliato e strumentale. Pure banale. Si critica senza sapere. Massimiliano è un uomo che ha fatto molto per Macerata: per 10 anni assessore alla Cultura e per lo stesso periodo il più votato a sinistra; in assoluto negli ultimi 5. Ed è stato un amministratore che non ha mai preso una tessera di partito”. A proposito di Macerata, sosterrete la candidatura Carancini? (La risposta è diplomatica ndr) “C’è tempo. Non chiudiamo in ogni caso le porte in faccia ad alcuno, ci mancherebbe. Diamo a tutti le opportunità che vengono richieste. Ma un ‘sì’ o un ‘no’ verrà solo dopo un lungo dibattito ed approfondimento interno. Con al centro il ritorno di Macerata al ruolo di capoluogo che gli compete…”.
Cioè? (Mattei ritorna a frugare nella cassapanca dei ricordi della sua grande famiglia ndr) “Andavamo nelle città d’Europa, e non solo, con rispetto ed onori visto che eravamo la memoria di Enrico Mattei. E quando da Matelica raggiungevamo il capoluogo di provincia, avevamo di fronte ‘Macerata granne’: una città all’altezza del suo passato erede di grande cultura e tradizione. Continuavamo a sentirci su un grande palcoscenico. Ed ora? Mi dica ora, come la vede lei Macerata?”
Altri temi, Mattei? “Si, la sanità. Abbiamo 32.000 addetti nelle Marche e bisogna assolutamente accrescere la qualità e non disperdere quei (pochi) poli d’eccellenza che abbiamo anche in provincia. Necessaria una scossa d’orgoglio da parte di tutti. Discorsi del tipo: ‘Mi mandino pure dove vogliono, non ha importanza’ non si devono più sentire. Ho nel cuore ancora l’emozione per la morte improvvisa e prematura di mio fratello Angelo, un ragazzone che era stato sempre bene, vittima oltre che di un’improvvisa malattia, della superficialità di chi avrebbe dovuto con più rigore intervenire. La montagna, l’entroterra non devono essere abbandonate: una via di Ancona con mille abitanti, ad esempio, non può essere ‘vista’ dalla pubblica assistenza ed in generale dalla Regione come uno dei comuni maceratesi delle zone interne con lo stesso numero d’abitanti ma con tredici frazioni. Altrimenti avremo megalopoli con intorno il deserto. Non c’è futuro in questa direzione. Aveva ragione il mio amico londinese. E noi dobbiamo, per battere la crisi, farci inseguire dal tempo non viceversa come purtroppo quasi sempre accade: programmare cioè a lunga scadenza aldilà del semplice periodo elettorale, aldilà della furba prospettiva del voto ogni volta e degli interessi dei poteri forti contro i quali noi Mattei ci siamo sempre battuti”.

 

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Il progetto 2015 anticipato da Massimiliano Bianchini in un’intervista a CM (leggi l’articolo);

La conferenza: Pensare Macerata pensa alle Marche (leggi l’articolo). 



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