«Il programma che il Pd ha sostenuto prevede che le aziende partecipate vengano unificate tutte in un’unica società, l’Atac». La capogruppo del Pd Mirella Franco e il segretario cittadino Giulio Silenzi richiamano la maggioranza all’osservazione del programma sottoscritto in campagna elettorale, ma non escludono di valutare anche la terza via prospettata dal sindaco nel corso dell’ultima riunione. Il dibattito che si è scatenato all’interno della maggioranza di Corvatta sulle farmacie fa discutere e dopo che Corvatta ha fatto emergere una terza via, diversa dall’accorpamento e dalla vendita il Pd esprime la propria posizione: « nel programma avevamo scritto che l’Atac deve diventare la società multi servizi della città, che accorpi le altre società di cui è proprietario il Comune e che gestisca quindi i tributi, le farmacie comunali e tutti quei servizi resi alla collettività. Questo abbiamo evidenziato nel dibattito in seno alla maggioranza, tanto più che a Comuni come Civitanova una legge dello Stato impone una sola società partecipata entro il 31 dicembre 2013. Pertanto, su questo aspetto programmatico appare chiaro quello che c’è da fare. Quanto alla vendita delle Farmacie, il Pd parte dalla constatazione che le 5 comunali, con un fatturato annuo superiore ai 7 milioni di euro, dal 2008 non girano utili al Comune colpa delle passate gestioni del centro destra le cui scelte hanno penalizzato le farmacie e ingessato il bilancio comunale, al punto che oggi non è possibile attivare mutui. Stante questa situazione, il Pd ha espresso il suo orientamento per la possibile vendita delle farmacie, o di alcune di esse, salvaguardando i livelli occupazionali, per ricavare da questa operazione risorse da destinare al finanziamento di un programma di opere indispensabili per la città, la messa in sicurezza delle scuole con manutenzioni ordinarie e straordinarie, il rifacimento di alcune strade, l’intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche». Il Pd tuttavia non esclude a priori la possibilità di valutazione della cessione delle quote: « il sindaco, nell’ultima riunione di maggioranza, ha prospettato una soluzione che non prevede la vendita diretta ma la cessione del 49 % delle azioni della società che permetterebbe, se fosse realizzata, di conseguire il necessario finanziamento e ha chiesto tempo per ragionare su questa ipotesi. Il Pd, che è una forza di governo seria e responsabile, non può che attendere che venga verificata, come richiesto dal Sindaco, la fattibilità di quella proposta per ridiscuterla nella coalizione».
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Mi scuso con chi ha già letto il commento in altra parte ,ma mi sembra interessante riproporlo.
Giorni fa ho visto il link di un commentatore circa la mala parata in cui versano le farmacie private: io ho trovato alcune chicche che riguardano la gestione dei sopraggiunti soci privati in farmacie pubbliche. Finora ho trovato gestioni di gruppi (tipo Alliance) che pur avendo quote anche fino all’80% ricavano “pochi spiccioli” come li chiama qualcuno. Ma non è di questo risvolto di cui voglio parlare.
La cosa che mi ha colpito, e che voglio sottoporvi, è questa
http://www.farmacista33.it/farmacie-comunali-a-milano-posti-di-lavoro-a-rischio-sindacati-in-allerta/politica-e-sanita/news-47775.html
e si che il privato che gestisce le farmacie comunali di Milano è una grande multinazionale che, oltre a gestire centinaia di farmacie all’estero, ne gestisce 160 nel centro nord d’Italia, tra cui Bologna, dove gestisce anche un magazzino all’ingrosso.
52 licenziamenti su 340 dipendenti, pur di limitare i danni, il 15% della forza lavoro. Certo che la “mission” di una multinazionale è il conseguimento di utili a tutti i costi, anche a scapito dei lavoratori.
Ma non basta, guardate qui
http://www.affaritaliani.it/emilia-romagna/bologna-farmacie-comunali-60-posti-a-rischio-al-magazzino100713.html?refresh_ce
La stessa società, come detto, gestisce Bologna e anche qui il taglio di 60 dipendenti del magazzino con la scusa dell’ottimizzazione e conseguente accentramento a Milano. I sindaci che hanno adottato quelle decisioni cosa hanno da dire a quelle 112 famiglie che si troveranno senza lavoro?
Che è’ stato più facile vendere piuttosto che rinunciare ad una gestione politica (fallimentare) delle Aziende, piuttosto che mettere mano alla individuazione e risoluzione dei problemi e rilanciarle?
Nell’articolo si leggono le parole dell’ex Presidente delle Farmacie (quando ancora erano comunali, perché il socio di maggioranza ha cambiato anche il nome in “DOC Morris/Lloyds”) che, inascoltato, metteva in guardia il comune dal cedere le quote dell’Azienda con il pericolo (ora realtà) di un accentramento del mercato del farmaco nelle mani di poche multinazionali le quali poi fanno il bello e cattivo tempo nel settore. Creando catene di farmacie loro dipendenti, possono pilotare il mercato orientandolo verso i prodotti a loro più convenienti, e nulla potranno fare le farmacie private, non essendo organizzate a loro volta in catene.
Sono abbastanza in là con gli anni per ricordarmi il lento morire dei piccoli negozi sotto casa divorati dalla grande distribuzione che, a primo impatto può sembrare bella e anche vantaggiosa. Che dire, però, di noi anziani che non abbiamo la possibilità, ed a volte la forza, di recarci a fare acquisti in periferia, e chi non ha la macchina deve sempre elemosinare l’aiuto di qualcuno che ti ci porti, non potendo più avere il negozio a portata di mano? Quant’era bello il negozietto sotto casa, visto con gli occhi di chi ha bisogno.
Sarà così anche con le farmacie? Quando saranno private e comanderanno loro ( si , perché anche se soci minoritari saranno sempre loro a comandare ed indirizzare la politica aziendale, come accade in altre realtà) spariranno i servizi tanto cari a noi anziani?
Se fossi al posto dei dipendenti delle Farmacie comunali di Civitanova, che magari credono di averla scampata, non sarei tanto tranquillo. Altrettanto non lo sono come cittadino di Civitanova perché, una volta entrato, il privato incomincerà a mettere il veto su tutte le iniziative che non hanno uno sbocco economico: a quel punto potrò scordarmi la tanto citata politica sociale dell’Azienda.
Si prospettano tempi duri… Ci consoleremo andando alle partite di volley!!!!!
Le considerazioni dei dirigenti civitanovesi del PD partono da premesse corrette ma solo sul piano formale.E’ vero che l’accorpamento delle ex Municipalizzate oggi spa sono indicazioni del programma del centro sinistra.Le obiezioni che noi facciamo sono di ordine sostanziale.La prima è che condividendo lo sbocco dell’accorpamento in una sola società diventa oggi sia per le divisioni politiche nella maggioranza ma ancor di più perché occorrerebbe avere un’Atac spa che le accoglierebbe assieme alle altre partecipate con una solidità finanziaria e delle esposizioni bancarie ben diverse dalla situazione attuale. Non dimentichiamo certo che la Giunta pochi giorni fa ha deliberato a favore dell’Atac spa una sostanziale ricapitalizzazione del suo capitale sociale pesantemente eroso.La seconda osservazione è che le forti divisioni politiche in Giunta e in maggioranza sulla vendita delle Farmacie Comunali sono avvenute perché la stessa Giunta aveva deliberato un atto di indirizzo che portava alla loro vendita.E quella vendita era oggettivamente funzionale per fare brutalmente cassa.Noi crediamo che per accorpare in una sola multiservizi tutte le attuali partecipate servano passaggi preliminari anche di forte impatto politico .Una nuova unica e solida Multiservizi non può che avere un percorso chiaro,trasparente,finanziariamente certo .Questo percorso non può evitare il commissariamento e Il loro scioglimento .Di seguito c’è il quadro finanziario complessivo: si prospettano scelte economiche rilevanti quando ad oggi l’amministrazione comunale non ha nemmeno abbozzato ne un Bilancio di Previsione ne un Programma di investimenti. La coerenza programmatica deve valere sempre.Ricordiamo il Progetto Jessica.Un banmdo dell’U.E. che passa per la Regione Marche di riqualificazione urbana. Questo riguarda nella sostanza l’immissione nel mercato di immobili Comunali e il loro riutilizzo e commercializzazione con partner privati.L’allora maggioranza di Centro Destra decise che dovessero far parte di questo il comparto edilizio di Via Trieste ,una Palazzina Tecnologica e l’ex Mattatoio. Questa scelta non era ricompresa nel programma del centro sinistra ma l’attuale assessore all’urbanistica evidentemente con il placet della Giunta lo ha portato a definizione e oggi è alla valutazione regionale per essere o meno concretizzato.Chi lo ha discusso? quale confronto è stato aperto?Nessuno mentre il confronto la condivisione e la partecipazione era l’impegno principe del centro sinistra.Erano questi gli assi portanti della nostra adesione alla maggioranza .Fondamentali politici che purtroppo da tempo sono venuti meno.
@ SEL 1) Atac
la giunta non ha deliberato nulla a favore dell’ATAC ha solo coretto una deliobera della giunta Mobili , nella quale si cedeva all’atac il mattatoio, siccome questa giunta ritiene più utile per la collettività avere lo stabile per usi sociali del quariere e della città , ha solo scambaito il bne con un frustolo di terra. questa operazione fu necessaria per una ricapitalizzazione effettuata dal precdente AD DOTT. Angeletti che con questa iniziativa diede inizio ad un risanamento della società che sta producendo effetti positivi. l’erosaione come SEL saa beneissimo è dovuta alla precedente gestione della Giunta Marinelli, per stessa ammissione dell’allora AD.
2)Jessica è defunta per sempre , una delle palazzine sarà adebita a sede dei Vigili urbani. . ma resta cosa fare del comparto.
I dipendenti delle Farmacie non dormino sonni tranquilli, poichè la Sig.ra Mirella Franco e i politici locali non possono salvaguardare come dicono loro i livelli occupazionali. Perchè non li possono salvaguardare? Il comune non riuscirebbe a tenere per se il pacchetto di maggioranza della Società qualora volesse vendere il 49% delle quote e questo perchè nessuno sarebbe disposto ad essere il socio di minoranza del comune. Ma stiamo scherzando? In tutti i casi di acquisto di società come le farmacie, i compratori si sono sempre assicurati più del 51% delle imprese per poter aver il diritto alla gestione strategica dell’azienda. Purtroppo i politici locali sono sempre abituati oltre a dire queste cretinate, di poter scegliere a modo loro il pacchetto di quote da vendere per poter fare bella figura con i dipendenti. Voi vi mettereste a società col comune di Civitanova M., sapendo di aver la minoranza decisionale in CdA? Mirella Franco ha la minima nozione di cosa è una Società che come obiettivo ha l’utile di esercizio? Andrà a finire che le quote vendute saranno piu del 50%, alcuni dipendenti logicamente perderanno il posto di lavoro, farmacisti, magazzinieri e ragionieri. In tutta italia dove le farmacie sono state vendute e gli impiegati sono stati oggetto di lettere di licenziamento, arrivano Corvatta e Mirella Franco che non conoscendo una H del CCNL si prendono la responsabilità di dire che salveranno i posti di lavoro. Che comici che ancora andiamo a votare in questa citta’. Senza menzionare chi, qualche anno fa ha trasformato l’azienda da municipalizzata a SpA. Il panorama politico locale è pieno di personaggi che, invece di zappare la terra, scusandomi con gli agricoltori, amministrano società di primaria importanza sociale e che con le loro scelte avventate saranno i primari responsabili della perdita di lavoro di molte persone.
@ Naurobi LEGGA mEGLIO NON è IL PD CHE SOTIENE UNA SOCIETà CON PRIVATI. IL PD sostiene l’accorpamento in TAC e la vendita du ue unità, la vendità si fa con al cluasola sociale di non licenziamento dei dipendenti, Una parte di essi possono essere ricollocati nella nuova Farmaci Comunale che si deve aprire in zona EINANUDI.
@gian berdini
Il mio personale punto di vista, su quello che, per la mia modesta opinione accadrà fra un paio di anni. Personalmente ribadisco il concetto che secondo me, il privato che subentrerà, non avrà obblighi, passati 36 mesi dall’acquisto della Società, di mantenere il personale assorbito con la compravendita. Quindi la clausola sociale che menziona lei, e questo è un dato incontrovertibile, ha una durata determinata! Non ne faccia un affare politco, abbia solo la cortesia di cimentarsi in dibattiti che conosce bene. Ha detto che il personale di una farmacia sarà reintegrato nell’altra che aprirà ed è una buona idea. Invece il personale dell’altra farmacia venduta come sarà riassorbito? Fortuna per me non sono un dipendente e il fatto che lei riassicuri i dipendenti circa la loro posizione contrattuale mi fa sorridere. Fossi in loro chiederei chiarimenti ufficiali in merito alla loro sorte, sensibilizzando anche le parti sociali, forse però i dipendenti dell’azienda si sentono così rassicurati dalle sue parole e penseranno che il sottoscritto è solo uno che vuole magari mettere a repentaglio la stabilità del centro sinistra. Lei continui a pensare a queste clausole sociali che non esistono più, intanto io copio e incollo i miei e i suoi post, fra un po’ di tempo vedremo chi avrà ragione. Il fatto che ogni giorno la nostra Italia perde pezzi e tutti se ne fregano mi da un po’ fastidio. Se Corvatta vuole veramente salvare i posti di lavoro, prima dovrebbe accorpare l’azienda all’Atac e poi vendere due farmacie. Se l’azienda verrà fatta oggetto di vendita delle sue quote prima dell’accorpamento i dipendenti non si salveranno più, questo lo so io e forse anche lei. Sicuramente però, nelle segreterie di partito questo non si può dire e per il bene della poltrona si fanno fessi anche i lavoratori. Ora metta anche NON MI PIACE……..sai che me ne frega a me!
FLa guerra delle Farmacie Comunali.No non abbiamo visto un altro Film.Le divisioni,la polemica del Presidente del Consiglio Comunale Ivo Costamagna che accusava il segretario comunale di invadere con l’atto di indirizzo ” discusso” a ranghi ridotti dalla Giunta Corvatta in cui si parlava di vendita di due farmacie comunali è concretezza dei fatti politici se poi con giretti di parole si vuole affermare che non è stata deliberato o proposto di deliberare al Consiglio Comunale quell’atto di indirizzo non basta per negare la realtàSi voleva vendere due farmacie per fare brutalmente cassa.E’pur vero che nella “discussione” in Giunta di quell’atto di indirizzo non erano presenti assessori del PD ma non crediamo sia possibile che importanti decisioni vengano adottate all’insaputa sia del Vice Sindaco Silenzi sia degli altri assessori. Di questa giravolta di quell’atto di indirizzo che conteneva la vendita di due farmacie erano pieni i giornali e nessuno mai si è premutrato di smentire.Solo il Sindaco ” sacrificandosi” ha ammesso una sua distrazione. La situazione politica della maggioranza è talmente turbolenta e confusa che appare anche pericoloso avviare una vendita a privati di quote importanti in quanto potrebbero esservi nel medio periodo riflessi negativi per l’occupazione.Sulla delibera che avrebbe corretto una precedente decisione del centro destra che ricapitalizzava come socio unico l’Atac spa è noto che queste operazioni avvengono quando il capitale sociale iniziale è logorato o quando le esposizioni bancarie e i debiti lo consigliano necessario. La prima ipotesi della diminuzione del Capitale sociale iniziale è un fatto concreto. Lo stato reale dei conti dell’Atac spa lo verificheremo negli atti formali del bilancio e non attraverso gli slogan. Noi non ci rassegniamo a considerare un bene pubblico come merce da mettere in vendita per fare cassa. Il progetto Jessica non è mai tramontato,non ci sono atti formali della Giunta che vi ha rinunciato tanto che le ipotesi ,gli schemi e i decreti regionali sono apparsi di recente sul sito istituzionale Regione Marche Fondi strutturali Europei :http://www.europa.marche.it/Dettaglionotizie/TabId/185/ArtMID/800/ArticleID/305/Default.aspx