Caso farmacie, Corvatta ammette:
“E’ stata una mia svista”

CIVITANOVA - Il sindaco interviene dal Trentino, dove si trova in ferie, sulla delibera che prevede la vendita e il riordino degli esercizi. Non una parola, però, sullo scontro tra il segretario Mariotti e il presidente dell'Assise comunale Costamagna

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Il sindaco Tommaso Claudio Corvatta

Il sindaco Tommaso Claudio Corvatta

di Laura Boccanera

Dal Trentino, regione dove si trova in ferie, il sindaco Tommaso Corvatta interviene sul caso che ha scosso la politica civitanovese in questa settimana. Dopo gli strali del presidente del Consiglio Ivo Costamagna (leggi l’articolo) contro il segretario comunale Piergiuseppe Mariotti accusato di “abusare del proprio potere” di tecnico in relazione alla delibera di giunta che riorganizzava le partecipate, interviene anche il primo cittadino che ammette una sua leggerezza e “svista” alla firma della delibera. Corvatta parla della riorganizzazione delle partecipate e, quindi ,anche della scelta di vendere alcune farmacie comunali come di un «parto laborioso e complesso» e non nasconde alcuni contrasti esistenti. «Sono diversi mesi che  sia  la parte politica che il vertice amministrativo del Comune  lavorano sul destino delle aziende  partecipate – dice Corvatta – producendo via via affinamenti successivi ad un percorso  voluto da questa maggioranza e contemporaneamente  tracciato dal legislatore». Anche Corvatta, come Mariotti (leggi l’articolo), ricostruisce la vicenda che parte da maggio quando fu elaborata la bozza per la riorganizzazione: «Su questa si è continuato a riflettere per arrivare ad un assetto  finale delle varie attività di cui si occupa il Comune  che fosse contemporaneamente più aderente possibile alla legge, che indirizza verso l’accorpamento  e più rispondente possibile alle esigenze della nostra comunità. Il percorso amministrativo  individuato dal segretario generale prevede che  l’atto relativo, in questo come in altri casi, venga proposto dalla giunta al consiglio comunale, tale percorso suscita dubbi e  perplessità in maggioranza, presentando  pro e contro. Della bozza  presentata a fine maggio, sono state proposte  alcune modifiche, non tali da stravolgerne il senso complessivo che comunque propone un riordino e la messa a reddito di alcune attività. Giovedì scorso è tornata in giunta la proposta, da sottoporsi poi alla maggioranza ed al consiglio,  che non comprendeva le osservazioni e le modifiche, ed è stata approvata così per una mia svista. Resomi conto  rapidamente dell’equivoco, ho chiesto  al segretario generale di bloccarne la pubblicazione». Il sindaco poi ammette l’esistenza di posizioni divergenti all’interno di Palazzo Sforza: «Non sono da nascondersi differenziazioni ed anche  contrasti esistenti, ma si tratta comunque di valorizzare un percorso in via di definizione su un aspetto fondamentale per il comune e per Civitanova tutta». Non una parola però da parte del sindaco sulla questione più spinosa, ovvero sulle scintille fra Mariotti che ipotizza di abbandonare il Comune e Costamagna che ha speso verso il segretario parole senza appello dichiarando chiuso il rapporto di fiducia. Una questione forse troppo delicata per essere risolta a distanza, anche se il testa a testa fra il politico ed il tecnico va avanti ormai da mesi, iniziata con la questione delle commissioni di inchiesta stoppate da Mariotti, un diktat che il presidente del consiglio non ha mai mandato giù fino in fondo.

Commenta l’affaire dal punto di vista politica Sel che parla della vicenda come di un «esempio di crisi politica e amministrativa che non serve alla città» sottolineando che  «ancora una volta, anche se da questa parte politica non ce lo si aspettava, la spartizione delle poltrone prende il sopravvento sugli interessi generali dei cittadini e della città. Oramai in questo vortice politico ci è finito  anche il segretario Generale Mariotti  “reo” a quanto pare di aver espresso pareri tecnici  di non conformità per alcune delibere di giunta, tacciato addirittura di invadere la sfera  delle decisioni politiche.  Restiamo convinti che occorra una decisione forte come  commissariare tutte le  partecipate e cancellarle  per arrivare  ad una  sola  Atac multiservizi».



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