Si susseguono testimonianze, ricordi e omaggi al cardinale Ersilio Tonini, morto la notte scorsa e che fu vescovo di Macerata (leggi l’articolo).
IL SINDACO ROMANO CARANCINI : “La notizia della morte di Ersilio Tonini è una perdita immensa per la nostra comunità ed in particolare per la nostra città. Perdiamo un padre ed un pastore indimenticato ed ora indimenticabile, amato da tanti e riconosciuto da tutti. Nel tempo in cui è stato Vescovo di Macerata ha guidato spiritualmente e socialmente il progresso di questa città con una umiltà unica, sapendo dialogare con gli ultimi, ai quali sapeva regalare la speranza nel futuro, ma anche con gli uomini del potere nei confronti dei quali si è fatto costante interprete delle istanze popolari. Tutti ricordano quel suo ‘sorriso contadino’, non costruito, ma vero ed intenso che già dimostrava attraverso l’espressione del viso la voglia di abbracciare chiunque lo incontrasse; chi non ricorda i suoi piccoli occhi che trasmettevano la sicurezza dell’attenzione; chi nono ripensa a quelle incredibili ‘prediche’ che capivano tutti, adulti e bambini, perché la semplicità, la schiettezza delle parole e la forza dei gesti, lo rendevano pastore della comunità e soprattutto in grado di ascoltare, capire ed agire per il suo gregge.
Macerata perde fisicamente uno degli uomini che hanno contribuito a formare la coscienza e l’anima di questa città in questi 40 anni perché, seppure trasferitosi a Ravenna nel 1975, i suoi insegnamenti, gli orizzonti proposti, le riflessioni del Cardinale hanno sempre avuto nella ‘sua’ Macerata un terreno fertile. Ma Macerata, e direi l’intera comunità cattolica non perde le sue visioni spirituali e sociali che lo tengono vivo in noi. In occasione del conferimento della cittadinanza onoraria Ersilio Tonini disse: ‘…..qui ho trovato ciò che è la speranza del futuro, quello che costituisce veramente il midollo della vita futura: la humanitas. L’uomo, l’uomo insomma è il fine di tutto’. Ed aggiungeva: ‘Esserci è l’evento più straordinario. Esserci: tutto il resto è secondario. Mi viene in mente in proposito l’autore della ‘Piccola Città’ che si chiedeva…. ‘C’è mai stato un uomo che si sia accorto del valore della sua vita prima dell’ultimo quarto d’ora?. E’ il suo ultimo dono a Macerata – conclude il Sindaco – le sue parole danno forza ed energia per continuare ad alimentare la speranza e la fiducia nell’uomo”.
Oggi al Comune di Macerata bandiera a mezz’asta in segno di lutto mentre domani mattina il sindaco Carancini, presente anche il Gonfalone, parteciperà alla cerimonia funebre che si svolgerà nel Duomo di Ravenna alle 10.30 e che sarà trasmessa in diretta radiofonica su Radio Nuova Macerata (90.000 e 96.900 Mhz).
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ANDREA ANGELI, PORTAVOCE MISSIONI DI PACE ONU: “Conobbi l’arcivescovo emerito di Ravenna attraverso la rivista Panorama, il settimanale milanese voleva inviarlo a Sarajevo per raccontare la guerra con gli occhi di un pastore di anime. Ottenemmo tutti i permessi necessari, ma nei giorni stabiliti per la sua missione bombardarono a ripetizione l’aeroporto della capitale bosniaca e la visita saltò. Riuscimmo a sentirci solo per telefono. Lo incontrai personalmente solo nel 2006 ad una cerimonia commemorativa dell’aviazione dell’Esercito, in Friuli ,a Casarsa della Delizia, dove il porporato era stato scelto come testimonial. Io ero arrivato in treno, al ritorno i militari mi chiesero se volevo approfittare del loro elicottero predisposto per riportare a casa il cardinal Tonini. Era un venerdì ed approfittai del passaggio per trascorrere il sabato a Macerata. “E’ troppo magro eminenza “, ricordo che disse il maresciallo motorista non riuscendo ad assicurarlo al sedile, pur stretta al massimo la cintura era sempre troppo larga. Al tramonto atterrammo alla base aeronautica di Cervia, pensavo di sganciarmi e raggiungere da lì la vicina stazione. Tonini mi disse che a Casarsa non avevamo potuto parlare a sufficienza e che se non avevo impegni sarei stato suo gradito ospite dalle suore che lo accudivano all’Istituto. “Cena frugale e alla buona”, mi avvertì. Non potei declinare l’invito. D’altronde – pensai – un novantenne non andrà a letto tanto tardi e riuscirò agevolmente a prendere l’ultimo treno delle 23.15. Conoscevo poco Ersilio Tonini: la conversazione si protrasse fino alla mezzanotte. Volle che gli raccontassi tutto ciò che non aveva potuto vedere a Sarajevo. Tuttavia ebbe la delicatezza di chiedermi se quella sera fossi atteso da qualcuno. “Avevo detto a mia madre che forse sarei passato, ma è abituata ai cambi di programma“, risposi. Volle chiamarla direttamente lui dalla tavola, non le dico l’emozione dall’altra parte del filo.
Lo rivedi a Ravenna tre anni dopo per una conferenza sulle missioni di pace. Era previsto anche un suo intervento, ma arrivando mi dissero che era stato ricoverato per una brutta influenza. Durante la pausa pranzo riuscii a sgattaiolare dal convegno per raggiungere l’ospedale. Pensai di lasciare tutt’al più un saluto con la fedele suor Paola; non volevo disturbare e comunque pensavo che data l’età e le condizioni non avrebbe gradito visite. Ancora una volta mi sbagliavo: mi tenne due ore a parlare soprattutto di Afghanistan, dove prestavo servizio in quel periodo. In quell’occasione mi colpì la lucidità di Tonini e la memoria di ferro. Era venuto con me un colonnello del genio pontieri di Piacenza, non appena l’ufficiale si presentò iniziò a raccontare con dovizia di particolari le gesta dei suoi commilitoni per fronteggiare l’ alluvione che aveva colpito la pianura padana dell’alta Emilia nel ’29. Mi parlò anche di Macerata, sottolineò in particolare l’onestà e l’operosità della gente. Ma rimarcò anche una certa flemma; da buon emiliano era abituato ad agire più in fretta, ma forse – concluse – forse a volte è meglio riflettere un po’ di più, come fanno i marchigiani in generale, appunto.
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L’0maggio al cardinale Ersilio Tonini di Mario Monachesi:
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Dal presidente della Provincia, Antonio Pettinari, riceviamo:
“Un prezioso ricordo fatto di schiettezza, essenzialità, servizio. In questa sintesi trovo riassunto il senso della vita e della testimonianza del Cardinale Ersilio Tonini. Molte le occasioni, pubbliche e private in cui ho avuto modo di intrattenermi con lui, anche nella mia parrocchia. Riusciva sempre a trasmettere il succo del suo pensiero senza perdersi in fronzoli. Tutta la sua vita, del resto, è stata segnata da questa etica del mettersi al servizio degli altri; aveva una passione per gli altri. Era un grande comunicatore, in grado di trasmettere i valori umani partendo dalla fede e dagli insegnamenti ricevuti dalla famiglia. Aveva scelto di essere un cristiano povero in una Chiesa povera; aveva ceduto ai contadini le terre della Diocesi di Macerata: in questo Tonini “anticipò” Papa Francesco. Prete di campagna, come di campagna erano i suoi genitori, dai quali – raccontava – aveva imparato il modello di vita. E proprio questo punto mi sembra, oggi, più che mai importante: la famiglia come forza propulsiva dei giovani, come riparo dai rischi della società, come palestra per allenarsi a spiccare il volo. Unica la sua capacità di rapportarsi con gli altri, di saper ascoltare e capire, “prevedendo” le grandi lacerazioni delle questioni sociali contemporanee in una visione quasi profetica che auspicava un mondo di eguaglianza e di pace attraverso una equa distribuzione delle ricchezze nel mondo. Ci è stato di grande aiuto, ma soprattutto ci ha fatto vedere concretamente lo stile di vita di un cristiano. Non lo potremo mai ringraziare abbastanza”.
Ci ha lasciati un’Uomo, un Sacerdote, un Amico, che ha portato nel suo cuore la semplicità del popolo Maceratese, raccontando, nei suoi incontri, e di questi ne sono testimone, la vita contadina ed operosa dei maceratesi, ed anche, la religiosità dell’uomo maceratese: burbero SI, ma con un cuore grande. Con affetto l’abbraccio nel Signore.
Maurizio