di Gabriele Censi
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Il controllo dell’Acom Spa passa ai privati ed entrano nelle casse della Provincia circa un milione di euro. Ieri l’assemblea straordinaria della società che ha sede a Montecosaro ha approvato la modifica statutaria che elimina il vincolo di detenzione della maggioranza per i soggetti pubblici. Era il presupposto per la cessione da parte della Provincia di Macerata della sua quota. La società è stata costituita nel 1999 su iniziativa dello stesso ente provinciale per la produzione di radioisotopi per la diagnosi Pet, ed era stata il viatico per avere la Pet, la radioterapia e la terapia metabolica all’ospedale di Macerata. La proprietà pubblica di maggioranza era così suddivisa: 38,9 % Provincia di Macerata, 9,49 % Comune di Montecosaro, 1,12 Comune di Tolentino, 0,5% Università di Camerino. Il rimanente 49% era detenuto dalla AMG 1 Srl, il soggetto privato. Una scelta obbligata per gli enti pubblici in conseguenza di una norma introdotta dalla finanziaria 2008 che vieta la detenzione di partecipazioni in società che non hanno per oggetto attività legate alle finalità istituzionali dell’ente.
La sanità è competenza regionale e il primo passo è stato in quella direzione per proseguire il progetto che vedeva Macerata come polo di eccellenza oncologica regionale. “Abbiamo avuto la disponibilità della Regione in un primo momento – dice il presidente Pettinari- ma le lungaggini burocratiche nel periodo del commissariamento hanno fatto fallire questa trattativa”.
Poi ci sono stati due bandi pubblici lo scorso anno e un altro quest’anno senza esito. “A questo punto abbiamo intrapreso la via della trattativa privata con lo stesso socio privato, l’Amg Uno, con un accordo che ci dà piena soddisfazione economica. Ma non siamo certo soddisfatti per questa cessione rispetto allo straordinario progetto iniziale che ha dato comunque risultati positivi, allora ero nella minoranza del Consiglio ma sostenni la scelta di Pigliapoco che era di interesse per il territorio”.
L’assessore Palombini ricorda le cifre dell’operazione: 980.000 euro in totale, comprensivi di spese avute per la stima e un deposito cauzionale lasciato da un altro potenziale acquirente (la stima regionale era di 136mila euro). “Già in precedenza il Comune di Montecosaro aveva ceduto la sua quota per circa 340 mila euro ed ora dovranno farlo anche Tolentino e Unicam. E’ stato lo stesso socio privato a voler inserire nell’atto un vincolo, che ci rende meno gravosa l’operazione, rispetto al mantenimento della sede e del livello occupazionale”.
Il Consiglio di amministrazione si è dimesso come da prassi, la Provincia era rappresentata da Stefano Quarchioni e Sauro Pigliapoco (presidente Acom). Quest’ultimo era presente alla conferenza stampa convocata nella sede provinciale per dare l’annuncio. “Rimarremo in prorogatio fino alle nuove nomine da qui ad un mese – dice Pigliapoco -. L’Acom ha dato importanti utili nei primi anni, ora per superare la concorrenza deve produrre nuove molecole e fare investimenti per la brevettazione europea, nuovi impianti e un nuovo edificio.” L’azienda occupa in totale 40 dipendenti altamente qualificati. Nuove risorse che la Giunta provinciale ha già inserito nel piano degli investimenti da portare all’approvazione del Consiglio di fine giugno. Serviranno per la manutenzione delle strade.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Negli anni tutte le privatizzazioni delle uniche attività redditizie possedute dagli enti pubblici anno portato nelle casse degli stessi solo qualche spicciolo che verrà , ben presto razziato dagli stessi amministratori,mentre allo stato rimarranno solo i debiti ,in seguito verrà ridotto il personale e le spese e verrà aumentato il costo del servizio,mentre l’ente inutile che ha fatto questo piacere agli amici degli amici continua ad essere pagato dai soliti noti ,cioè i FESSI CHE SIAMO NOI.
@lino
Il solito borbottone qualunquista che non conosce niente, non è informato ma sentenzia con frasi (anche con errori grammaticali) generiche per tutti i tempi !
E’ la legge che obbliga gli enti a vendere le azioni. Anche il mio comune dovrà vendere. E allora quali amici degli amici. Semmai la Regione va criticata perchè poteva acquistare tutte le azioni pubbliche, utilizzando una realtà valida per risparmiare sulla sanità. E non l’ha fatto. Il resto è grillismo sciocco !!!
Caro sig. Magozurli il suo nome la dice tutta, il qualunquista , di cui lei fa riferimento, lo sanno tutti che è la persona che mostra un atteggiamento polemico e critico nei confronti delle ideologie politiche e delle istituzioni pubbliche,infatti stiamo polemizzando una legge firmata da politici che hanno mandato in frantumi l’Italia e che ,tuttora siedono nelle poltrone dorate di questo amato governo ,stiamo commentando un fatto non stiamo commentando gli errori grammaticali ,so benissimo che tanti amministratori pubblici corrotti sono grandi oratori che con la loro sottile grammatica riescono a eludere con astuzia una risposta.
Fuori la politica dalle aziende! Favoriscono lo sperpero di denaro pubblico e il clientelismo becero.
Forse siamo tutti contenti per ciò che è successo all’acom o forse nò, stà di fatto che lì si fanno medicinali x curare i tumori mentre si permette la riaccensione dell’inceneritore , ( forse servirà x bilanciare la situazione) .
tutto gira intorno alla volontà politica x l’inceneritore non c’è volontà politica di spegnerlo inutile dire che se è spento aumenta il costo dell’immondizia tanto la tares aumenterà lo stesso , i sindaci si levano una rogna di dosso, non c’è un progetto x la raccolta differenziata spinta non si sà dove và a finire la roba differenziata il PRESIDENTE PETTINARI è sempre in prima pagina per tutto ma per l’inceneritore non propone niente x cambiare . La politica non è capace di cambiare niente in meglio.
Aggiungo che l’ex presidente Sauro Pigliapoco che è con lei presidente nella foto sà benissimo come funziona la storia dell’inceneritore, sà dello studio effettuato dal dott. germozzi sull’inceneritore dell’ospedale di macerata e dei risultati x l’ambiente disastrosi se non sbaglio, lo stesso studio x il quale anni fà fu presentato dalla provincia diretto dallo stesso dottore e mai eseguito, dicono x mancanza di fondi ( o per paura che uscisse fuori lo stesso risultato dell’ospedale) oggi viene riproposto e come allora snobbato da tutti gli enti . La domanda sorge spontanea perchè se andava bene x l’inceneritore dell’ospedale x il cosmari non si può fare tale controllo,c’è già un progetto su come farlo fu fatto sotto la legislatura del presidente Pigliapoco quindi magari si può informare se vuole , se non vuole punto e a capo.
La conclusione della vicenda ACOM: una storia di opacità e di ritardi
Come avemmo a dire mesi fa, la storiella politica sulla “Provincia e Regione insieme” a Macerata si è vista proprio sulla “scriteriata” vicenda ACOM. Trasformare poi la sconfitta dell’azione della Provincia, come hanno fatto in conferenza stampa Pettinari e Palombini, in un’operazione positiva è altrettanto scioccante per il buon senso. L’azione della Provincia di Macerata sulla mancata ricapitalizzazione prima e soprattutto sulle procedure di dismissione poi, delle quote dell’azienda ACOM di Montecosaro, è una storia abbastanza rocambolesca e non superata dalla dismissione “trionfale” delle quote della Provincia. L’ACOM era nata dalla intuizione dell’allora Presidente Sauro Pigliapoco che nel 1999, per supplire all’assenza di un servizio di radioterapia, creò ACOM come società mista (privati più Provincia, Università di Camerino, Comuni di Montecosaro e Tolentino) e riuscì, con l’ausilio della Fondazione Carima, a creare questo polo di eccellenza nella produzione di radio farmaci e a installare la Pet, la radioterapia e la terapia metabolica presso l’ospedale di Macerata.
La storia gloriosa dell’ACOM nel recente si è trasformata in una storia di ritardi sia dell’amministrazione Pettinari che della Regione Marche (naturale acquirente delle quote pubbliche) considerato che la Provincia e i Comuni soci, erano obbligati per legge, ad uscire dalle società. Già nel 2009 la giunta Capponi avviò i contatti con la Regione Marche che manifestò allora la volontà di acquisire la quota del 50,1 % appartenente alla compagine “Pubblica”, al fine di inserire l’Acom nel sistema sanitario regionale, salvo poi ritrattare e schernire con valutazioni assurde (la valutazione della Regione è stata in una Due DILIGENCE recente di 133.526 euro per il 100% delle quote) l’azienda stessa. Su questo percorso tutte le componenti pubbliche (Comuni di Montecosaro, Tolentino, UniCAM ed ovviamente la Provincia), ma anche la compagine privata, erano concordi sull’operazione. La totale privatizzazione potrebbe oggi generare effetti catastrofici anche alla sopravvivenza del polo oncologico di Macerata (dato anche l’atteggiamento manifestato dalla Regione Marche di voler misconoscere ora questa realtà) punto di riferimento regionale e nazionale. In questa operazione inoltre sono andati in fumo circa 300.000 € in meno di introito per la Provincia rispetto alle iniziali offerte della Regione. In fumo anche i tanti proclami di difesa della struttura sanciti in altrettanti documenti regionali (interrogazioni e mozioni) come quelle del Consigliere Sciapichetti, che hanno indotto a scrivere alla stampa fiumi di inchiostro per dire che il servizio sarebbe stato salvaguardato e poi vedere questa amara conclusione. Noi, ribadiamo anche oggi, che la bontà dell’iniziativa c’era tutta, un servizio che nell’arco di un anno parla a 2.500 pazienti, un servizio che in questi anni ha visto più di 20 mila pazienti usufruire della PET e dei servizi del polo di eccellenza del Centro oncologico di Macerata. Per noi resta incomprensibile come la Regione Marche abbia avuto “attrazioni fatali diverse da quelle dell’azienda di Montecosaro” con cui doveva stringere un matrimonio che andava anche verso il contenimento dei costi di acquisizione del farmaco. Ne’ Pettinari, né Palombini possono gioire neanche per il realizzo ottenuto dalla vendita delle quote della Provincia, se prendiamo ad esempio gli investimenti sinora fatti, ma soprattutto quanto ricavato dal comune di Montecosaro che aveva già ceduto il suo 9,48% ricavandone circa 315.000 euro (tra l’altro la cessione fu impugnata dalla Provincia), una semplice equazione matematica avrebbe stabilito che il giusto valore del 38,9% delle quote della Provincia di Macerata, potesse valere 1.292.500,00 contro i 980.000,00 realizzati. Visto il cambio di rotta della Provincia inoltre sarebbe necessario ora che la Giunta Provinciale spiegasse perché si è opposta alla nostra proposta di svincolare da subito il Patto che obbligava l’esistenza di una maggioranza pubblica, quando l’affaire Regione Marche era svanito e si è opposta alla cessione fatta dal socio Comune di Montecosaro, creando problemi a quella amministrazione e facendo sostenere alla Provincia anche incongrue spesse legali per i ricorsi al TAR, tra l’altro persi. Nessuna vittoria quindi per l’amministrazione Pettinari, ma una pesante sconfitta per i cittadini di questa Provincia e un mancato consolidamento del polo oncologico e della PET maceratese. La conclusione della vicenda non rafforza neanche le attività dell’azienda Acom per la mancata messa in rete con il modello oncologico della nostra Regione. Concludiamo questo intervento augurando alla proprietà e ai dipendenti un buon lavoro e assicurando che potranno sempre contare sul nostro sostegno. Ringraziamo personalmente il Presidente dell’ACOM Dott. Sauro Pigliapoco (ideatore e anche nostro rappresentante in seno al Cda ACOM per la Provincia di Macerata) per l’impegno profuso in questi anni e per aver individuato un settore, come quello della farmacologia oncologica, che ha consentito, oltre lo sviluppo di nuovi trattamenti oncologici d’avanguardia sul nostro territorio, anche l’insediamento di un’attività ad alto contenuto di innovazione e di ricerca in un contesto arido di iniziative similari.
Ci auguriamo inoltre che la Regione Marche tenga in debita considerazione l’esistenza di questo polo di eccellenza e che oltre a scongiurare il rischio concreto di interrompere a breve la fornitura di radiofarmaci, necessari al funzionamento della Pet (la tomografia a emissione di positroni, tecnica di medicina nucleare e di diagnostica) all’ospedale di Macerata, si sviluppi una proficua collaborazione a vantaggio di tutto il sistema socio-sanitario di tutta la Regione.
Franco capponi (Capogruppo PPE Modello Macerata) – Nazareno Agostini (Capogruppo PDL)
@Capponi & Agostini
… E voi vorreste amministrare i soldi pubblici …… Bah !!
@ Magozurli……..a dire il vero fa’ un po’ pena rispondere ad un morto. Ma almeno prima leggi l’articolo altrimenti ti contraddici!!
@ Franco
Sul personaggio … morto…. potrei dire la stessa cosa di voi…. politicamente, ovvio.
Non mi contraddico affatto. Anzi, rileggetevi voi e vediamo se cogliete le sciocchezze che scrivete. Fatemi sapere.