di Alessandra Pierini
«Macerata Provincia di Ascoli? No, grazie»: con questo slogan il Comitato per Macerata e il suo territorio, nato lo scorso 1 agosto per impedire la soppressione della Provincia di Macerata e sensibilizzare sulle conseguenze del provvedimento, forte delle 3000 adesioni raccolte da allora, ha fatto questa mattina il punto della situazione.
Molti sono gli elementi, sia pratici e concreti che giuridici, a sostegno del mantenimento della Provincia di Macerata raccolti dal gruppo ed esposti anche ai consiglieri regionali maceratesi. «Innanzi tutto – spiega Marina Santucci – il criterio di un numero di abitanti superiore a 350 mila abitanti è in conflitto con quello previsto dal Testo Unico degli Enti Locali che prevede 200 mila abitanti, intanto la Regione continua a deliberare in termini di ambiti ottimali che sono appunto le Province. In questi giorni si sono aggiunti anche dei pareri eccellenti a quelli di illustri giuristi che avevano già espresso la loro opinione. Oltre al parere di Valerio Onida sul quale si è basato il governatore delle Marche Giammario Spacca per decidere se ricorrere alla Corte Costituzionale, c’è quello di Pietro Ciarlo che invece argomenta la percorribilità della strada del ricorso. A lui si è aggiunto Alberto Capotosti, presidente della Corte Costituzionale nel 2005 e vice presidente del Csm, che ha individuato gravi dubbi di costituzionalità sotto diversi profili dell’articolo 17 della legge sulla spending review. L’Università di Macerata, inoltre, ha sottolineato proprio ieri che il riordino investe tutte le province e non solo quelle che non hanno i requisiti perciò Pesaro e Ancona non potranno restarsene a guardare. Sono poi già sei le Regioni che hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale e sei le Province che hanno presentato ricorso al Tar Lazio. Noi ci auguriamo che la Regione Marche e la Provincia di Macerata facciano lo stesso».
Il comitato è particolarmente critico nei confronti dell’ente regionale: «La Regione – continua la Santucci – non si fa grossi problemi a presentare ricorsi, ne ha fatti 15 in tre anni e uno di questi era in materia di cerimoniale e precedenza tra le cariche pubbliche. Ci sembra che la divisione del territorio in quattro Province meriti qualche attenzione in più».
Un altro tema che sta molto a cuore ai componenti del Comitato è quello economico: «I conti della Provincia di Macerata sono virtuosi – insiste Marina Santucci – non possiamo dire altrettanto di quelli di Ascoli. A parte il fatto che abbiamo reperito il bilancio con difficoltà, ci preoccupa il fatto che il collegio dei revisori dei conti dell’ente parla di una situazione deficitaria. Attendiamo il 30 settembre la dichiarazione degli equilibri di bilancio, la mancata attestazione sarebbe il primo passo verso il dissesto. Il default comporterebbe in soldoni più tasse per i cittadini, quindi anche per noi se entreremo a far parte di quella Provincia, rideterminazione della pianta organica e impossibilità per i creditori dell’ente di avere i propri soldi . Ascoli ha inoltre dato esempio di cattiva amministrazione pagando due volte una cifra dovuta per la realizzazione dell’Ascoli Mare. Tra l’altro sospettiamo che dopo il pagamento di 10 milioni di euro, piovuti come una tegola sull’ente, la quadratura di bilancio sia stata fatta sulla base di residui virtuali. Rivendichiamo perciò la virtuosità della Provincia di Macerata che deve essere riconosciuta».
Sottolinea i disagi che deriveranno alla Provincia di Macerata in caso di soppressione Renato Coltorti: «Saranno chiusi ben 17 uffici con una conseguente riduzione di risorse economiche sul territorio oltre alla difficoltà per aziende e singoli cittadini di accedere ai servizi. I problemi non riguarderanno solo i dipendenti della Provincia. Crediamo che questa fase sia cruciale per la politica perchè i nostri rappresentanti dovranno decidere se prioritari sono i dettami del partito o le esigenze dei cittadini».
Ribadisce il problema dei servizi Paolo Virgili: «Molti cittadini non sapevano della chiusura della Provincia o almeno credevano che avrebbe chiuso solo l’Ufficio Provincia ma in realtà sarà un intero territorio a chiudere e i suoi cittadini avranno maggiori difficoltà ad accedere a tutti i servizi. Per di più Macerata è l’unica Provincia virtuosa che ci rimette nella Regione Marche».
Richiama la politica al suo ruolo Pasquale Queto: «Già adesso la normativa, così com’è, permette alla politica di proporre la suddivisione delle Marche in quattro Province ma è importante che si lavori fin d’ora sugli accordi» .
***
L’intervento di Piero Alberto Capotosti, marchigiano, presidente della Corte Costituzionale nel 2005 ed ex vice presidente del Csm, è stato sollecitato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Fermo, che lo ha poi trasmesso al Cal provinciale. Fermo è una delle Province destinate alla soppressione, e all’accorpamento (con Macerata e Ascoli Piceno) in una grande Provincia Marche Sud, e gli enti locali sono sul piede di guerra. In 21 pagine di parere, molto articolate, Capotosti dà qualche speranza alle comunità locali. “Lo strumento del decreto legge – osserva – non può venire utilizzato nei casi di evidente mancanza dei presupposti di necessità e urgenza”, e inoltre “non sembra sussistere alcuna plausibile giustificazione per la palese difformità fra il procedimento di riordino previsto dal decreto e la ben diversa procedura di modifica dei territori delle Province, stabilita nella Costituzione”. Due le principali perplessità. La prima, di natura formale, riguarda l’ipotetica violazione dell’art. 77 della Carta costituzionale e “la fonte scelta dal Governo”. Secondo la più recente giurisprudenza costituzionale infatti, non si può far ricorso allo strumento del decreto nei casi “di evidente mancanza dei presupposti della necessità e dell’urgenza del provvedere, e neppure può venir utilizzato per far confluire in un unico atto una serie eterogenea di provvedimenti non collegati realmente fra loro sotto il profilo della materia trattata”.
Per quanto attiene invece il profilo sostanziale, “non sembra sussistere alcuna plausibile giustificazione per la palese difformità fra il procedimento di riordino previsto dal decreto legge e la ben diversa procedura di modifica dei territori delle Province stabilita in Costituzione”. Tanto che l’art. 133 e il principio autonomistico appaiono vittime di un “vero e proprio capovolgimento”. “Ben più aderente al dettato costituzionale – argomenta il presidente emerito della Consulta – è il provvedimento previsto dal Testo Unico degli Enti Locali”. Capotosti ritiene perciò che “un eventuale giudizio davanti alla Corte costituzionale, nei modi e nei tempi consentiti, abbia significative possibilità di successo, anche se non si possono sottovalutare le prevedibili implicazioni problematiche connesse alla generalizzata situazione di emergenza che il Governo negli ultimi mesi regolarmente invoca a fondamento della propria, ripetuta attività in via di urgenza”. A impugnare direttamente la legge davanti alla suprema Corte possono essere solo le Regioni, ma gli altri soggetti possono aprire una controversia davanti al giudice amministrativo, che, se lo ritiene, solleverà poi la questione di costituzionalità.
(Foto Cronache Maceratesi – vietata la riproduzione)
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non è un mio problema,le province vanno abolite tutte!!!!!!!!!!!!!!
perché non facciamo un referendum popolare? …no eh? PAURA E’ ?????
E’ grave vedere che dei dipendenti della provincia di Macerata facciano queste conferenze stampa, il loro lavoro non glielo tocca nessuno. Pensiamo a chi non ce l’ha il lavoro! Perchè non si raccolgono le firme per abolirle tutte le provincie. Non siete credibili!!
Richiamando quanto detto da chi mi precede, sarebbe giusto SE e SOLO SE venissero abolite tutte insieme (intendo in tutta Italia).
Non dimentico che “le” Marche sono una regione al plurale, e quindi con identità diverse tra maceratesi, fermani ed ascolani, e quindi la porcata sarebbe quella di lasciare priviliegi a chi già ne ha abbastanza (Ancona e Pesaro) e toglierli a chi la spending review la subisce inerme (dove sono i nostri politici?).
Chiudere piuttosto le Regioni che sono solo 20, sono lontane dalla gente, i privilegi politici (vitalizi) sono arcinoti, e che da sole varrebbe mantenere l’equivalente di 1000 province, no, eh?!
Bhè, pensare che non sia un problema nostro è grave.
Come e quanti servizi saranno delocalizzati ad Ascoli?
Di certo Ascoli si ritroverà attrezzature e servizi potenziate in un prossimo futuro.. e Macerata? Chissà!
I loro debiti chi se li accolla? Noi, una fra le Provincie più virtuose d’Italia!!
Forse qualcuno che siede in qualche poltrona ha interesse a gettare fumo sugli occhi alla gente…
Quanti dipendenti verranno rimossi dal loro posto? NESSUNO!! = risparmio ZERO
Quanti uffici saranno spostati? MOLTI = COSTI MAGGIORI PER LE TRASFERTE DEI DIPENDENTI!
Quanti amministratori provinciali perderanno le cariche? qualcuno = abbattimento dei costi ininfluente!!
ha… io non lavoro in Provincia!!
ma a livello politico, la provincia di macerata esiste ancora? ce l’abbiamo un presidente, una giunta, un consiglio???
Le solite porcherie all’italiana. Se la soppressione di tutte le province era la soluzione, questo riordino va a colpire solo una parte della popolazione con innegabili disservizi e senza grossi risparmi economici. Per qualcuno non sembra un problema, ma come cittadino credo che lo spostamento ad Ascoli della Prefettura, degli uffici provinciali dei carabinieri, dei vigili del fuoco, dell’ex genio civile, etc. qualche disagio lo creera’….o no?
@ rosaria
giusto quello che dici, pensiamo a chi non ce l’ha il lavoro. Appunto, forse bisogna pensare anche a non farlo perdere a chi oggi ce l’ha e domani forse no. Non mi sembra fuori posto un dipendente che è anche rappresentante sindacale. Forse sbaglia quell’operario che è rapprensentante sindacale a chiedere che una fabbrica non venga chiusa?
Perchè a tutt’oggi non c’è alcuna certezza su nulla, tranne una norma che dice che le provincie che non rispettano i parametri stabiliti dal governo devono essere accorpate.
Detto ciò, poi da un punto di vista di scelte politiche ognuno la pensa come vuole. Personalmente riitengo che le provincie debbano andare abolite (e non solo quelle) ma penso anche che in uno stato di diritto le norem vadano rispettate da tutti, governo compreso. E penso anche che la politica non debba favorire nessun territorio a scapito di un altro. E sarebbe meglio anche che a livelo regionale su questo non ci fosse neanche l’ombra del dubbio, cosa che ad oggi invece c’è.
Da un punto di vista più giuridico non penso che il problema sia la fonte, essendo il decreto convertito in legge.
Credo la norma sia però, in modo evidente incostituzionale, in quanto viola il primo comma dell’art. 133 della costituzione:
“Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione.”
1) l’iniziativa è dei Comuni e non del Governo .
2) il ruolo della Regione nella procedura costituzionale è quello di esprimere un parere.
4) Il CAL non è previsto nell’iter costituzionale costituzionale
Questo invece il testo della spending review
art. 17
1. Al fine di contribuire al conseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi
europei necessari al raggiungimento del pareggio di
bilancio, tutte le province delle regioni a statuto
ordinario esistenti alla data di entrata in vigore del
presente decreto sono oggetto di riordino sulla
base dei criteri e secondo la procedura dicui ai commi 2 e 3.
2. Entro dieci giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto, il Consiglio dei ministri
determina, con apposita deliberazione, da adottare
su proposta dei Ministri dell’interno e della pubblica
amministrazione, di concerto con il Ministro
dell’economia e delle finanze, il riordino delle
province sulla base di requisiti minimi, da
individuarsi nella dimensione territoriale e nella
popolazione residente in ciascuna provincia. Ai fini
del presente articolo, anche in deroga alla disciplina
vigente, la popolazione residente è determinata in
base ai dati dell’Istituto nazionale di statistica
relativi all’ultimo censimento ufficiale, comunque
disponibili alla data di entrata in vigore della legge
di conversione del presente decreto. Sono fatte
salve le province nel cui territorio si trova il comune
capoluogo di regione. Sono fatte salve, altresì, le
province confinanti solo con province di regioni
diverse da quella di appartenenza e con una delle
province di cui all’articolo 18, comma 1.
A me sembra diverso, molto diverso.
leggere ancora commenti che utilizzano un argomento assai serio (basti pensare ai servizi al cittadino e agli uffici legati alle sorti della provincia) per esternare il livore e l’invidia nei confronti di una categoria di lavoratori è veramente deprimente.
chissà, forse ha una funzione catartica.
per il resto sono ancora convinto che la strategia del governo comporterà un aumento di spesa. non si affrontano problemi di questo genere senza conoscere le realtà del territorio, senza una previsione economica CERTA (cioè rilevata) e non semplicemente sbandierata ai giornali e televisioni.
quanto poi al taglio dei costi della politica, bhé….. i fatti di questi giorni della Regione Lazio, dimostrano ancora una volta che ci trattano come pecore al pascolo.
A B O L I T E
L A
P R O V I N C I A
B A S T A A A A A
M A G N A
M A G N A E
R I M A G N A
QUANDO SI TOCCANO GLI INTERESSI PERSONALI A TUTTI BRUCIA IL …..
Cominciamo seriamente a capire che il ragionamento da fare non è etnico, ma di mera sopravvivenza di tutte quelle categorie disagiate. I servizi NON è vero che con un accorpamento verranno dislocati in quel di Ascoli, questo è terrorismo mediatico per i propri interessi, in quanto avverranno gestioni compartimentali.
Vi faccio un esempio l’azienda sanitaria che attualmente è divisa nella nostra provincia in 3 se fosse un unica soluzione cosa cambierebbe? Nulla solo che anzichè 3 manager a stratosferici stipendi ne avemmo 1. Così capiterà con l’accorpamento ci sarà un unico consiglio Provinciale con rappresentanti di ogni zona territoriale. Ma comunque due presidenti e numerosi consiglieri di meno, sono soldi …TANTI Soldi.
Uguale per le Prefetture, Questure e altre attività che potranno comunque esistere anche senza quei rappresentanti in “auto blu”.
Vi faccio un altro esempio un consigliere in meno a 2000 euro al mese significa 13 borse di Studio in più, ed io sono stato onesto.
Ora sappiamo perfettamente che i dipendenti Provinciali non perdono il lavoro ma al limite verranno dislocati più razionalmente, e chiaro che non potranno più esibire il IO SONO….
Vergogna a tutti i pretestuosi che pur di non condividere l’orticello sono disposti a passare sopra le famiglie di chi privo di appoggi fa fatica a sopravvivere.
E’ ora di finirla con la demagogia con il vogliamoci bene, perequare falsi interessi collettivi……. qui bisogna solamente rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. I sindacati debbono sparire così come la Provincia di Macerata.
qualche settimana fa sono entrato nel palazzo della provincia in centro, e ho visto subito una quantità di impiegate, si quasi tutte donne al 2 3 piano, uffici vuote, colleghe che cinguettano, bevono il caffè, parlano di vacanze e che ti guardano con quella tipica aria di superiorità…tutta questa gente merita di essere licenziata..non produce nulla e non offre nessun servizio..costa e basta….diverso x chi in provincia fa manutenzione strade..almeno è utile.
Gentile Signora Pierini,
le vorrei girare bonariamente e col massimo garbo un piccolo suggerimento: il suo articolo, per essere completo, dovrebbe essere integrato dalle seguenti informazioni:
a. Chi sono i relatori, ovvero Santucci, Coltorti e Virgili?
b. Dove hanno raccolto, con quali criteri e se le hanno mostrate?
c. Le suddette domande sottendono un interrogativo pernicioso: i succitati sono dei liberi cittadini oppure nascondono qualche piccolo conflitto di interessi?
Non per altro, ma un giorno fa hanno parlato i sindacati, i quali hanno una coda di paglia che, questa si, arriva ad Ascoli. Oggi esce sulla stampa questo Comitato – chiamamolo così -.
L’unico difetto di questa riforma è che tutte le provincie non vengono soppresse definitivamente. Delle richieste dei sindacati mi meraviglio molto perchè di solito istigano i lavoratori alla richiesta di istanza di fallimento per le aziende (private), visto che la riforma non prevede il licenziamento dei dipendenti delle provincie soppresse in questo caso quale sarà lo scopo da raggiungere? Forse dovranno fare il lavoro sporco per i politicanti per garantirgli che il percorso di tutte le poltrone, da padre in figlio a nipote.., (in alcuni cai siamo alla IV generazione) non venga interrotto, la gavetta va fatta dal consiglio di quartiere fino al parlamento senza saltare nessuna tappa altrimenti come si acquista credibilità con palazzinari, corruttori e caste varie?
Signora Santucci: i conti della Provincia di Macerata sono virtuosi ? Ma se avete introdotto anche la tassa sulle assicurazioni auto (circa 3,5 -4 %). NOn diciamo bugie. La gente è stanca di pagare tasse su tasse ad un ente che deve essere soppresso.
abolire le provincie senza distinzioni e con loro giunte, consigli e consiglietti vari..
Poi, visto quello che sta succedendo nel Lazio, VIGILARE attentamente sull’operato delle regioni!
amen