I primi tre comuni di ogni provincia che hanno raggiunto la percentuale più alta di raccolta differenziata nel 2011 sono stati premiati questa mattina ad Ancona in occasione del Premio Comuni Ricicloni per la Regione Marche, la manifestazione promossa Legambiente Marche, Regione Marche – Assessorato all’Ambiente e Arpam.
La Provincia di Macerata anche quest’anno si conferma il territorio che ha investito di più sulla raccolta differenziata, riportando in classifica i comuni con la percentuale più alta. Segue, anche in questa edizione, la Provincia di Ancona. Timidi ma presenti i territori di Fermo e Pesaro e Urbino mentre resta completamente fuori dai premiati la provincia di Ascoli Piceno. Due comuni ascolani però sono degni di nota e ricevono un premio speciale. Si tratta dei comuni di Offida a cui viene riconosciuta la maggior percentuale di raccolta differenziata di tutta la Provincia (54,37%) e quello di Ascoli Piceno per il salto di raccolta differenziata 2011-2010 più alto di tutta la Regione.
Per la Provincia di Pesaro e Urbino sono stati riconosciuti i comuni di Sant’Ippolito (78,17% RD), Mondavio (73,88% RD) e San Lorenzo in Campo (66,68% RD). Ad Ancona ricevono il premio i comuni di Serra de’ Conti (77, 27% RD), Barbara (69,89% RD) e Ripe (65,29% RD). Nel maceratese ricevono l’ambito riconoscimento i comuni di Montecassiano (83,84% RD), Pollenza (83,42% RD) e Fiordimonte (81,86% Rd). Nella Provincia di Fermo sono stati premiati i comuni di Porto San Giorgio (66,15% RD), Torre San Patrizio (65,41% RD) e Altidona (64,90% RD).
“Il Rapporto Rifiuti è ormai un tradizionale momento di riflessione che la Regione Marche offre ai cittadini e agli Amministratori perché abbiano, ogni anno, un quadro completo della situazione e dei risultati conseguiti nella gestione dei rifiuti – dichiara l’assessore all’ambiente della Regione Marche Sandro Donati -. L’edizione del 2011 presenta complessivamente risultati molto positivi ma, come negli anni precedenti, assai diversificati fra una provincia e l’altra, specchio di una complessità che va semplificata elevando la qualità dei servizi. La raccolta differenziata nel 2011 è cresciuta significativamente: oggi con il 49% le Marche possono con orgoglio porsi fra le Regioni più competitive. La Regione ha approvato atti destinati a lasciare effetti incisivi negli anni a venire, un impegno forte che ha portato ad atti significativi e che mi auguro sia stato e sia apprezzato dagli amministratori e dai cittadini. È tempo di scelte coraggiose! Nei prossimi mesi i Comuni e le Province saranno chiamati a decisioni importanti; il quadro normativo delineato dalla Regione, i suoi sostanziosi investimenti per l’impiantistica, per i Centri ambiente comunali e intercomunali e per i “Centri del riuso” nonché la revisione della pianificazione possono consentire al sistema Marche continuità nel miglioramento con l’obiettivo di ottimizzare un virtuoso ciclo integrato dei rifiuti”.
Sono 234 i comuni marchigiani che hanno aderito a questa edizione, i cui dati sulla produzione e gestione dei rifiuti sono stati raccolti grazie al Catasto Regionale Rifiuti gestito dall’ARPAM, attraverso la compilazione della scheda O.R.So. (Osservatorio Rifiuti sovraregionale), il sistema informatico di monitoraggio in tempo reale del rifiuti adottato dall’ARPAM.
“L’ARPAM ha collaborato e collabora con la Regione Marche nella stesura del Rapporto Rifiuti – commenta il Direttore Generale dell’ARPAM Roberto Oreficini Rosi -, tale rapporto è il risultato di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione dati, con l’obiettivo di garantire che le informazioni e le conseguenze relative a questo importante settore siano a conoscenza di tutti. L’applicazione che permette la gestione completa delle informazioni richieste annualmente ai Comuni e ai soggetti gestori degli impianti sulla produzione e gestione dei rifiuti (O.R.So.), è alla base dell’intero Rapporto, in quanto grazie allo sviluppo di tali informazioni si riesce a definire l’intero profilo di produzione e gestione dei Rifiuti Urbani su tutto il territorio marchigiano. Anche la gestione del sistema rifiuti dimostra l’importanza di una continua sinergia tra Legambiente, la Regione Marche e l’ARPAM a riprova di come risultati concreti e tangibili si ottengono con una fattiva e continua collaborazione tra Enti”.
Tra le amministrazioni che hanno superato la percentuale del 60% di raccolta differenziata, saranno ripartiti 107.000 euro messi in palio dalla Regione Marche, in base alla percentuale di raccolta differenziata e numero di abitanti.
“I numeri del Premio Comuni Ricicloni sono in continua crescita – aggiungono Stefano Ciafani e Franca Poli, rispettivamente vice presidente di Legambiente e responsabile scientifico di Legambiente Marche -; crescono i comuni che aderiscono al progetto e crescono le percentuali di raccolta differenziata. Cifre che testimoniano l’importanza della raccolta porta a porta e che raccontano un territorio più maturo e responsabile. Resta però il neo della Provincia di Ascoli Piceno che ancora non riesce a puntare coraggiosamente nel sistema di raccolta porta a porta. Ed è per questo che ci appelliamo agli amministratori piceni, affinché credano nell’importanza della raccolta differenziata spinta come volano di sviluppo del territorio, di sana economia e di crescita della comunità. Possono fare meglio le province di Fermo e di Pesaro Urbino che hanno ancora pochi comuni in classifica. Tre sono le sfide che Legambiente rilancia della premiazione di Comuni Ricicloni – concludono Ciafani e Poli -: innanzitutto è necessario puntare sulla prevenzione e la riduzione dei rifiuti come principale antidoto al problema delle discariche, grazie alla riduzione degli imballaggi e l’introduzione di distributori allo spinaggio. Inoltre è importante aumentare la quantità di raccolta differenziata ma anche e soprattutto la qualità dei rifiuti recuperati. Non da ultimo è necessario introdurre la tariffa nel sistema Marche in modo da premiare i cittadini più bravi e virtuosi nella gestione dei rifiuti e stimolare gli altri”.
Da sempre anima del premio Comuni Ricicloni è un’apposita giuria regionale composta dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Marche, Legambiente Marche, ARPAM, i rappresentanti di Provincia di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro-Urbino e Fermo, ANCI e UNCEM Marche, dei Consorzi COSMARI, CIR33 e CONERO AMBIENTE, dei gestori Anconambiente, Ascoli Servizi Comunali, ASET, ASTEA, CIS, Eco Elpidiense, Fermo ASITE, Jesi Servizi, Marche Multiservizi, Picenambiente, San Giorgio Servizi, Smea, AMIS e CONFSERVIZI.
Nella mattinata, inoltre, è stato presentato il “Rapporto sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani nelle Marche – anno 2011”, curato da Piergiorgio Carrescia, dirigente PF “Green Economy, Ciclo dei Rifiuti e Bonifiche Ambientali.”
All’iniziativa hanno preso parte Sandro Donati, assessore all’ambiente della Regione Marche; Patrizia Casagrande Esposto, Presidente Upi Marche; Marinella Topi, coordinatrice Urbanistica e Territori Anci Marche; Pierluigi Gorani, Conai – Area Rapporti con il Territorio; Roberto Oreficini Rosi, direttore generale Arpam; Stefano Ciafani, vice presidente Legambiente, Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche e Piergiorgio Carrescia, dirigente PF “Green Economy, Ciclo dei Rifiuti e Bonifiche Ambientali.
Comuni Ricicloni per la Regione Marche, edizione 2012 è stata realizzata con il patrocinio e il contributo di Comieco, con il patrocinio delle Province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro Urbino, Anci Marche, Uncem Marche, Conai, Cial, Consorzio Italiano Compostatori, Corepla, Coreve, Ricrea, Rilegno.
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Certo e’ che….Montecassiano e Pollenza primi e secondi entrambi serviti da SMEA ,lascia perplessi. Visto e considerato che il COSMARI dopo anni e anni di esperienza consolidata nella raccolta differenziata ,riesce a spuntare il 70 /75 % nei migliori casi,sorge spontanea la domanda:Ma come fa la Smea in soli pochi mesi a raggiungere questi strabilianti risultati???
Ma se cosi fosse……perche’ a Macerata dove io abito non riusciamo neanche a raggiungere il 40%? Perchè non si fa la stessa strategia???
Anzi, perché, non e’ mai partita la raccolta differenziata a Macerata????
Il dubbio “personale” e’ che i dati non rispecchino la realtà in mancanza di trasparenza nell’acquisizione e comparazione degli stessi con gli altri 57 comuni della provincia.
Chi ha ragione dimostri di averla con i fatti.
MACERATA CAPOLUOGO DI PROVINCIA STATISTICAMENTE ULTIMO COMUNE DELLA PROVINCIA IN TERMINI DI DIFFERENZIATA CON IL PIU’ ALTO AUMENTO PROCAPITE DI T,A,R,S,U,.
…….SINDACO !!!! ????E’ PROPRIO UN ALTRA STORIA!!
Un mese fa è stata indetta la commissione seconda per analizzare la questione Smea, dalla riunione è emerso solo un imbarazzo generale del Pd locale che ancora oggi preferisce lanciare solo dei timidi messaggi, vedi il comunicato di qualche giorno fa di Sciapichetti, in cui proprio lui ,uomo di spicco del PD, chiede come mai sull’acquisto da parte del cosmari della smea non si sa nulla. Durante il dibattito, sempre in seconda commissione, ci è stato riferito che la maggioranza dei sindaci della provincia sono contrari all’acquisto della Smea da parte del Cosmari, perché la dirigenza della nostra azienda (non dimentichiamo che la Smea è una creatura partorita dai nostri politici locali) non piace o quanto meno non raccoglie tante simpatie, per cui ad oggi tutti è fermo. Certo è che se la politica resta ancorata ai personalismi di chi è simpatico o meno, ovviamente non andremo tanto in avanti, ma se comunque è solo questo il problema che impedisce l’acquisto della smea è anche di facile risoluzione..
chi governa oggi deve dare una prospettiva e la concreta soluzione ai problemi, perché non dimentichiamo mai che ci sono diverse famiglie di operai che stanno attendendo una decisone definitiva, con il timore di poter perdere il lavoro.
Resta comunque il fatto che qualche mese fa annunciai proprio con un comunicato stampa l’esigenza di affrontare tale questione senza pregiudizi, alla luce soprattutto della normativa nazionale e regionale che in qualche maniera ci costringono, come amministratori locali a rivedere alcune decisioni in quanto così come prescritto, appunto, dal Consiglio Regionale delle Marche che ha approvato un’importante disposizione amministrativa (delibera n. 45 criteri per la redazione del piano straordinario d’ambito per la gestione integrata dei rifiuti) , i rifiuti urbani dovranno essere gestiti a livello provinciale, da un unico soggetto imprenditoriale, anche mediante forme di aggregazione tra imprese che operano nello stesso ambito.
Ormai è evidente a molti, che alla fretta della Regione Marche si contrappone una totale inerzia della politica locale la quale non sta facendo nulla se non portare i rifiuti maceratesi nella discarica di Ascoli Piceno con un forte aggravio di costi per la comunità locale, per i cittadini e per le imprese.
Quindi da cittadina maceratese mi chiedo:” Cosa aspettano il Sindaco di Macerata e il Presidente del COSMARI a cogliere l’opportunità offerta dal recente provvedimento regionale e dal decreto Cresci-Italia che permette di posticipare di tre anni la gara di evidenza pubblica, aprendo la porta all’affidamento in house, nel caso in cui la SMEA e il COSMARI si aggreghino per dar vita ad un unico gestore “locale” del servizio a livello di ambito provinciale. Un’opportunità che mi risulta abbiano invece colto al “volo” molte realtà italiane tra queste il comune di Firenze, di Prato e di Pistoia (vedi il Sole 24 re del 20 aprile 2012).
Perché di fronte a queste importanti novità regionali e nazionali c’è un silenzio generale e né l’amministrazione comunale di Macerata e né il Cosmari stanno avviando nessun tavolo di lavoro che possa andare nella direzione prevista dal legislatore che tra l’altro impone venga perfezionato questo processo di aggregazione su base provinciale entro il 31 dicembre 2012?
La loro inattività è sospetta : stanno forse pensando di consegnare a qualche grosso gruppo industriale, in trepida attesa, la gestione dei servizi pubblici locali dei rifiuti urbani della nostra provincia?
Se questa è la strategia e la scelta futura che il centro sinistra intende perseguire nella gestione dei rifiuti urbani su base locale e provinciale lo si dica chiaramente a tutti, compresi i numerosi lavoratori del Cosmari, della Sintegra e della Smea che stanno vivendo un momento di particolare incertezza per il loro futuro.
Dismettere un sistema di gestione pubblica dei rifiuti che sta dando buoni risultati in termini di raccolta differenziata, che ha superato l’obiettivo del 65%, è davvero una scelta scellerata ed incomprensibile.
Quella dei rifiuti è una sfida che i Comuni non possono permettersi di non cogliere, sia per l’impatto che ha sulle tariffe che pagano i cittadini e le imprese, sia per la valenza economica ed occupazionale che tale settore assume e determina nel nostro territorio provinciale.
Le disposizioni legislative e normative regionali e nazionali ci impongono di agire in fretta alla definizione di un piano straordinario d’ambito organizzato su base provinciale, il quale oltre ad essere in grado di garantire l’efficienza e l’economicità richieste per un servizio pubblico essenziale, deve far diventare la gestione dei rifiuti un vero e proprio settore produttivo in grado di tutelare l’ambiente, l’occupazione e i cittadini.
Tale piano non può quindi non prevedere la riconversione del sistema impiantistico del COsmari attraverso l’eliminazione della linea di incenerimento dei rifiuti, che oltre ad essere obsoleta ed antieconomica, sta provocando una forte apprensione e preoccupazione tra i cittadini residenti a Sforzacosta, a Casette Verdini e più in generale nella vallata del Chienti.
Oggi ci sono soluzioni tecnologiche molto avanzate di trattamento dei rifiuti differenziati ed indifferenziati in alternativa all’incenerimento, in grado di garantire non solo livelli di sicurezza ambientale ma anche di qualità di materiali recuperati ricavati dai rifiuti con l’obiettivo di accrescere l’utilizzo sostenibile delle risorse riciclabili che aiuterà ad affrontare il problema delle materie prime nel nostro paese, le quali in futuro saranno sempre meno disponibili sul mercato e quindi sempre più costose.
I Comuni saranno chiamati a breve a fare una scelta politica per il futuro della gestione dei rifiuti nella nostra provincia: vanno quindi individuate le migliori e le più avanzate tecnologie che abbiamo a disposizione, con l’obiettivo di chiudere il cerchio della filiera del recupero dei rifiuti con la realizzazione di impianti di riciclaggio, in collaborazione anche con imprese private, al fine di reinserire sul mercato del riciclo le materie prime secondarie recuperate attraverso la raccolta differenziata.
Carancini in qualità di sindaco del Comune capofila non può continuare a non decidere in una materia come quella dei rifiuti in cui è invece chiamato, insieme agli altri comuni della provincia, ad assumere importanti scelte politiche che riguardano non solo le modalità gestionali, ma anche le tecnologie che si intendono adottare per il trattamento dei rifiuti urbani le quali devono essere sempre meno “impattanti” e più attente e sensibili alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
La situazione di crisi che stiamo vivendo impone anche per il settore dei rifiuti un evidente cambio di marcia che tenga conto della tempestività degli interventi su politiche per la riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclo e riuso, impianti di recupero energetico della frazione organica e impianti di smaltimento finale.
Vanno insomma trovate le migliori soluzioni per evitare che il costo del sistema di raccolta, recupero e smaltimento non vada a gravare sulla tariffa che i cittadini e le imprese vedono crescere di anno in anno.
Cara consigliera, ciò che scrive e’ giusto ,ma sembra che non la riguardi. Mi spiego:
Lei e la Sua opposizione basterebbe che vigilasse su:
l’esistenza di un contratto di servizio COMUNE /SMEA e relativi pagamenti
la trasparenza su affidamenti che SMEA attribuisce all’esterno
modalità di assunzione del personale
Sappia che, dimostrando la mancanza di uno dei requisiti, implica grave irregolarità a carico degli amministratori,nonche’ l’illegittimità del servizio, con conseguente condanna penale dei responsabili alla Corte dei Conti.
Buon Lavoro………