di Alessandra Pierini
Poste Italiane rappresenta un pezzo di storia italiana sin dal 1862 e, da allora, gli uffici postali sono sempre stati caratterizzati dallo stretto e necessario contatto con l’utente finale. Negli anni la fiducia verso le poste è cresciuta e gli sportelli territoriali sono diventati per molti punto di riferimento, tanto che anche i servizi aggiunti, dopo la privatizzazione del servizio, hanno avuto un grande successo in virtù della credibilità accumulata negli anni. Proprio per questo la scelta di Poste Italiane spa di chiudere, senza coinvolgere nessuno nella scelta, tre uffici postali,quelli di Piediripa, Sforzacosta e Montecassiano, molto frequentati e fondamentali specie per i più anziani, ha spezzato quel rapporto forte, frutto di anni di condivisione. Gli anziani sono spesso, tra le fasce della popolazione, i più miti, i meno inclini alla protesta organizzata (è più facile sentirli lamentare singolarmente che in gruppo) ma ieri sono scesi in piazza con la grinta dei guerrieri per chiedere a chi, finora, ha goduto della loro fiducia di non buttare all’aria anni e anni di collaborazione che hanno fatto grandi le Poste (leggi l’articolo). E’ questo il momento di mostrare gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito e partecipato attivamente, pagando i servizi di cui hanno usufruito.
«Dopo un’attenta valutazione degli investimenti necessari all’attuazione del programma di interventi sul territorio condiviso con l’AGCOM ha maturato la decisione di sospendere l’operatività degli uffici postali di Sforzacosta, Piediripa e Montecassiano, tuttavia garantendo in via generale la massima capillarità con il potenziamento degli uffici di Macerata 4, Corridonia e Sambucheto”: questa la nota di Poste Italiane che a furia di rincorrere produttività e investimenti si è dimenticata che non c’è rendimento senza clienti. E’ un’illusione il credere che considerati i 32 mila utenti in tutta Italia, le Poste possano disinteressarsi di poche migliaia di scontenti. Ad essere messa in pericolo da questa vicenda e la loro stessa identità.
LA PROPOSTA – Tra le tante proteste, spuntano però anche delle proposte costruttive, come quella di Gianluca Tittarelli, direttore del Valdichienti di Piediripa: «Pochi mesi fa, abbiamo avuto dei contatti con la direzione delle Poste di Macerata per valutare la possibilità di aprire uno sportello nel centro commerciale perchè, secondo noi, rappresenterebbe un’ottimizzazione del servizio, a maggior ragione in questo momento. Visto quello che sta succedendo, ritengo che potrebbe essere una soluzione ottimale per tanti motivi, innanzitutto per l’interesse del nostro centro, poi visto quello che sta succedendo, crediamo di poter offrire una possibilità alla collettività ma anche a Poste Italiane che a fronte di una chiusura garantirebbe un’apertura, tra l’altro in un’area già molto frequentata e con posiibilità di parcheggiare molto più comodamente. La vedo come una soluzione ottimale. Noi siamo ancora disponibili e oggi ancora di più valutazioni anche di tipo tecnico. Si potrebbe fare,ad esempio, per cominciare, un’ esperienza mobile come quella fatta ai giardini Diaz qualche mese fa per valutare la fattibilità dell’operazione. In un momento come questo, noi siamo aperti ad ogni soluzione».
INCONTRO TRA ISTITUZIONI E DIREZIONE DI POSTE ITALIANE – Intanto questa mattina il Prefetto Giardina, il Sindaco di Macerata, Romano Carancini, l’Assessore provinciale Leonardo Lippi, il Sindaco di Montecassiano, Mario Capparucci, il Direttore di Poste Italiane spa per la provincia di Macerata, Antonio Grisostomi Travaglini, insieme al Questore Roberto Gentile, al Comandante della Guardia di Finanza, Paolo Papetti e il Capitano Palumbo per l’Arma dei Carabinieri si sono confrontati in Prefettura. Nel corso dell’incontro sono state discusse possibili soluzioni strategiche e programmatiche volte a sostenere le esigenze e le aspettative della cittadinanza. I Sindaci di Macerata e Montecassiano hanno chiesto al Direttore di Poste Italiane di poter valutare la possibilità di riesaminare le proposte di sospensione, anche per il loro personale interessamento presso l’Asur regionale, al fine di ottenere una proroga dei termini di esecuzione di alcune necessarie prescrizioni da attuare negli Uffici interessati.
Il Direttore di Poste Italiane Grisostomi Travaglini ha evidenziato la necessità di mantenere il piano produttivo stabilito a livello generale da Poste Italiane, ha manifestato la disponibilità di partecipare ad un eventuale tavolo che gli Enti locali vorranno costituire per un esame approfondito di queste problematiche.
CAVALLARO E PISCITELLI INTERROGANO IL MINISTRO – Alle voci di protesta dei cittadini si aggiungono anche quelle dei politici locali e delle associazioni. Due sono le interrogazioni alle quali dovrà rispondere il Ministro dello Sviluppo Economico da Mario Cavallaro del Pd e da Salvatore Piscitelli del Pdl. Cavallaro chiede al Governo di «invitare la società a “riconsiderare” la propria strategia aziendale, puntando semmai a migliorare e potenziare l’offerta e il servizio al cittadino, anche perché appare incomprensibile che un’azienda che ha chiuso il proprio bilancio in attivo, lo scorso anno, debba operare dei tagli». L’onorevole maceratese sottolinea inoltre come le annunciate chiusure oltre a creare notevoli disagi ai cittadini residenti, soprattutto se anziani, arrecherebbero un danno notevole ed ulteriore al territorio, alle comunita’ locali e all’intera regione, con effetti deleteri sia sul piano economico e sociale, sia in termini di immagine, dato che in tale area hanno sede molte delle attività produttive marchigiane. Anche Salvatore Picitelli ha chiesto l’intervento del Ministro per «impedire la chiusura e adoperarsi perchè venga prorogata l’apertura di almeno un anno permettere nelle condizioni Poste Italiane di programmare i lavori di adeguamento. I disagi che la chiusura dell’ufficio di Sforzacosta è destinato a provocare- aggiunge il senatore – non sono di poco conto, sia per gli scarsi servizi offerti a più di 5.000 cittadini, che per i lavoratori della stessa agenzia destinata alla chiusura, costretti al trasferimento».
RACCOLTA DI FIRME E PRESIDIO A MONTECASSIANO – A Montecassiano è in programma un consiglio comunale aperto alla cittadinanza per lunedì 14 maggio. Il Pd cittadino, invece, presidierà l’ufficio postale: «Il Direttivo del PD di Montecassiano, al fine di informare e mobilitare la cittadinanza per scongiurare questa dannosa scelta che penalizzerebbe in particolar modo per le fasce più deboli come gli anziani, oltre a tutto il tessuto produttivo ed economico del territorio, ha deciso d’intraprendere l’iniziativa di raccolta firme. Su questa vicenda non abbiamo voluto aprire una speculazione politica che sarebbe stata fin troppo facile, ma ciò non solleva l’Amministrazione dal fatto di aver sottovalutato la questione. Infatti da molto tempo si parlava della necessità di trovare degli spazi più adeguati dove si sarebbe dovuto trasferire l’Ufficio, invece non ci sembra che il problema sia stato affrontato energicamente. Pertanto, nei pressi di porta Battisti a Montecassiano nei giorni di sabato, domenica e lunedì chi vorrà potrà sostenere questa giusta causa per mantenere il presidio dell’Ufficio Postale, fondamentale sia per i servizi finanziari-assicurativi che per quelli postali che eroga» .
LA PROPOSTA DI RIFONDAZIONE “CHIUDIAMO LIBRETTI E DEPOSITI” – Interviene nel dibattito anche Mauro Romoli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista che propone, in segno di protesta, la chiusura dei libretti e il ritiro dei depositi accesi negli uffici postali: «Dov’è finita la responsabilità sociale che ogni azienda pubblica dovrebbe avere al primo posto della sua mission nei territori dove opera? E che vogliamo dire del pubblico vantarsi di Poste Italiane di essere la banca più capillare d’Italia quando invece di mantenere questa peculiarità si attuano sciagurati piani industriali volti alla drastica riduzione degli sportelli? E’ una vera e propria vergogna, di questa scelta pagheranno le conseguenze soprattutto le fasce più deboli della popolazione che vivono questo momento come un vero e proprio dramma, e le tante aziende del territorio che in un momento economico non certo a loro favorevole vedono ulteriori vessazioni e problemi creati loro da enti e aziende pubbliche, i quali dovrebbero essere i primi invece ad agevolarle. Ci si permetta di dire che, quanto sta avvenendo, deve servire da lezione ai tanti sostenitori delle privatizzazioni, sia di centrodestra sia di centrosinistra, che in questi anni hanno abdicato al concetto di funzione sociale pubblica delle aziende dello Stato, facendo diventare queste società di diritto privato, con il risultato di un aumento costante dei costi a fronte di disservizi sempre maggiori. Oggi, ci dispiace dirlo, ma non tutti hanno lo stesso diritto di piangere sul latte versato! Quella che i cittadini dei territori colpiti stanno combattendo non è una battaglia di una parte politica, ma non si può nemmeno negare che sia frutto di una cattiva politica attuata negli ultimi 15 anni, ed oggi le persone, impoverite, si stringono con forza per mantenere quanto finora avuto, trasformando un semplice ufficio postale in un bene comune. Come ulteriore strumento di protesta pacifica a questa scelta proponiamo ai cittadini di chiudere tutti i libretti ed i c/c accesi presso gli uffici postali, ritirando i propri depositi, e lasciare verbalizzato tra i motivi della chiusura la motivazione “contro il piano di chiusura degli sportelli di Poste Italiane”. Invitiamo ad aderire a questa forma di protesta tutti i cittadini, anche quelli delle zone non colpite, perchè la battaglia che oggi è di un territorio non diventi domani di un altro. Pensiamo che solo questo possa far veramente male a Poste Italiane, costringendoli al confronto per addivenire ad una soluzione soddisfacente e possibilmente indolore per i cittadini.
IDEA MACERATA: “LA CITTA’ NON E’ APPETIBILE” – Critica anche la posizione di Idea Macerata che commenta: «La nostra bella Macerata,viene continuamente penalizzata da autonome ed arroganti decisioni senza interpellare preventivamente la cittadinanza e chi la rappresenta per poter trovare insieme le soluzioni per risolvere gli eventuali problemi che sorgono.Già ci hanno tolto la sede della Banca d’Italia,la scuola dell’Aereonautica Militare,l’Upim,il Distretto Militare, diversi uffici ministeriali, ora si parla della Prefettura, contribuendo a fare di “Macerata Granne”una Macerata piccola ed impoverita delle molteplici eccellenze delle quali una volta essa si faceva vanto.Di fatto oggi nessuno vede in Macerata un centro appetibile da un punto di vista economico, sono dieci anni che si parla di Valleverde ed è ancora bloccata perché non vi è la convenzione con il gestore del gas, sembra incredibile ma è vero. Quindi cosa stupirsi se alla fine le Poste, ragionando in termini prettamente economici, vedranno più appetibile la piazza del nuovo polo industriale di Corridonia».
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LA PROTESTA DEI PENSIONATI (GUARDA IL VIDEO)
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Le poste alla Val di Chienti ? Che idea assurda….
Eh, ma quelli di Idea Macerata dovrebbero capire che certe scelte non sono la causa del declino di Macerata, bensì ne sono l’effetto…. i politici maceratesi, ma anche i cittadini maceratesi in generale, nel corso degli anni hanno fatto di tutto per far si che la città morisse e quindi non si può pretendere che chi fa delle valutazioni economiche non faccia i suoi conti…. c’è poco da fare: Macerata è una città morta e non da oggi ma da tanti anni. Nei dintorni ci sono realtà più dinamiche, quindi mi sembra logico orientarsi verso di quelle… come dice il proverbio: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
Il problema è duplice: 1) da un lato la c.d. “privatizzazione” si è accompagnata con un progressivo snaturamento delle funzioni degli enti ex statali privatizzati senza alcuna regola che non fosse quella del profitto ad ogni costo. Tra essi (penso anche alle Ferrovie) il peggiore, perchè più spregiudicato e senza alcun pudore, sono proprio le Poste che a dispetto del loro stesso nome, oggi fanno tutto tranne che i servizi postali e finanziari di base come era giustamente un tempo. Chi voleva la banca, andava in banca; chi voleva qualcosa di meno “impegnativo” andava in posta ed apriva un libretto; la corrispondenza la facevano le poste. Oggi no: schede telefoniche, prodotti finanziari, assicurazioni, ma anche: vendita di oggettistica di ogni genere (elettrodomestici, libri, cd/dvd,c ciclomotori (!) ed altro, e magari, fra un po’, chissà anche viaggi organizzati alla tomba di Padre Pio ……): le poste fanno tutto TRANNE quello che dovrebbero fare. La logica è: chi me lo fa fare a sputare sangue con una raccomandata sulla quale guadagno pochissimi euri, che poi mi tocca pure consegnarla al destinatario (pensa un po’ che rottura!) quando posso guadagnare molto di più vendendo una vaporella? ecco: tutto ciò non doveva essere consentito, limitando l’oggetto di attività della privatizzanda società a quello TIPICO precedentemente svolto e nulla più.
2) il management, probabilmente, sia perchè condizionato dalla smania di ricevere gli incentivi promessi dall’ente, sia perchè privo di rispetto verso l’utenza, non è all’altezza di gestire questa situazione. Quando leggo che il gestore di tutto ciò è quel Grisostomi Travaglini che avendo il suo ufficio sopra l’ufficio postale di Macerata Centro ancora non si è accorto del fatto che in quell’ufficio postale bisogna fare sempre, salvo rarissime eccezioni, almeno mezz’ora di coda – fra giuste proteste, mugugni ed altro dei clienti/utenti – prima di essere serviti oppure che, essendosene accorto, non ha fatto nulla per modificare questa situazione, allora in primo luogo devo concludere che questo dirigente non è in grado di assolvere il suo compito; oppure più semplicemente che il suo compito è proprio quello di incentivare al massimo il “businnes” extrapostale di Poste Italiane, sbattendosene letteralmente dei clienti.
In buona sostanza, quindi, la vedo molto male per i tre uffici che saranno sicuramente chiusi: la strategia di Poste è quella di concentrarsi solo dove c’è ulteriore “ciccia” da spremere, dando per scontato che quei “vecchi” clienti (probabilmente visti come una massa che Poste può spostare dove meglio crede) saranno sicuramente appiccicati a qualche altro ufficio postale esistente; e solo in quest’ottica potrebbe giustificarsi l’apertura di un U.P. (di per se assurda anche se in qualche regione è avvenuto) al centro commerciale Valdichienti.
Io invece lancio un’altra proposta: commissariare Poste Italiane per l’evidente divergenza fra l’attuale amministrazione e la mission aziendale; azzerare tutta la dirigenza e riportare Poste Italiane a ciò che erano 20 anni fa (magari pensionando qualche impiegato lavativo che non manca pure lì).
questo è il nazionalismo che c’è in Italia complimenti alle Poste Italiane
Se ci fosse una reale concorrenza nelle liberalizzazioni, si potrebbe ottenere una migliore offerta, differenziandola per servizi e circostanze ambientali, invece, come già detto da altri in precedenza, basta vedere cosa è successo con le ferrovie con le autostrade, l’Alitalia e le poste italiane SpA, che forse tutti credono che siano state privatizzate e cioè non hanno pù il monopolio ma Poste Italiane Spa è partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 65% e per il restante 35% dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa, pertanto nessuno potrebbe competergli visto che la manteniano noi ma i profitti li fanno loro, e non abbiamo voce in capitolo nelle decisioni strategiche, come per tutto il resto, noi siamo utenti, o voti, o consumatori, o pazienti, o abitanti, cioè semplicemente una pratica commerciale.
La chiusura degli uffici postali e’, secondo me, una grave offesa alla popolazione tutta. Potenziare quello di Corridonia !!!! Ma come si può pensare di andare ad usufruire dell’ufficio di Corridonia quando per passare l ponte di Chienti (con ancora il centro commerciale da aprire) occorre 30 minuti!!! Secondo me e’ molto valida la proposta del Direttore del Val di Chienti Tittarelli di spostarlo al Centro Commerciale e magari per i primi tempi utilizzare l’ufficio mobile che era ai giardini di Macerata.
concordo con Mauro Romoli
Eh bravo Mauro Romoli!
1 DOMANDA è possibile capire il motivo reale della chiusura?? 2 DOMANDA a che cosa servirebbe potenziare altri uffici postali,le frazioni nominate sopra,rimarrebbero sempre scoperte…..e in più incentiviamo sempre l’utilizzo delle automobili,con tutte le sue conseguenze (OTTIMA IDEA CHIUDERE SERVIZI FRUIBILI COMODAMENTE A PIEDI)??? e per ultima cosa avete mai fatto un operazione in uno degli uffici postali in chiusura,SE NO….NON AVETE POTUTO APPREZZARE LA GENTILEZZA E PROFESSIONALITA’ DEGLI IMPIEGATI!!!
Concordo in pieno con la proposta di Rifondazione Comunista avanzata da Mauro Romoli.
Concordo con Romoli!
le poste non vogliono piu lavorare in queste zone , mortificando una clientela che li segue da decenni…concordo con Romoli come si fa sempre con un fornitore infedele , puniamolo, chiudere subito ogni rapporto con le poste .
Poi se ci fosse qualche giovane intraprendente e…disoccupato questo potrebbe essere un suggerimento.
http://www.aprireinfranchising.it/nuova-posta-franchising
A cosa servono le Poste Italiane?
premetto che non metto piede in un ufficio postale da almeno 2 anni,
rivediamo il concetto di ufficio postale,
la posta ci verrà comunque consegnata perchè fa capo ad un’altra struttura,
le utenze le paghiamo online o con addebito sul C/C,
le spedizioni normali possono essere fatte imbucando sulle cassette postali,
le pensioni vengono addebitate sul c/c,
i pacchi li possiamo spedire con qualsiasi corriere… e costa meno…
rimangono solo le raccomandate, ma tutte le aziende hanno la posta certificata su internet… e ne possono fare a meno,
se poi parliamo dei conti correnti postali… io c’ho messo una pietra sopra da 15 anni…
quindi, considerando che non è più un servizio primario in quanto può essere sostituito da molti altri mezzi e servizi esistenti, so di cantare fuori dal coro, ma sono favorevole alla chiusura degli uffici postali, oltre a risparmiare importanti cifre, ci guadagnamo in salute per le arrabbiature che non ci prenderemo facendo le file allo sportello dell’impiegato imbranato.
@Idea Macerata… se scendete a valle vi renderete conto che tra Piediripa, San Claudio e la zona industriale di Corridonia, vi è continuità di edificato, ormai è da considerare un unico agglomerato urbano, ed in futuro anche i servizi come Uffici Postali, isole ecologiche, scuole ed assistenza agli anziani dovranno essere organizzati considerando un unico centro urbano, con notevoli risparmi per le casse pubbliche,
Comune, Regione e Parlamento devono rimanere uniti nella battaglia affinchè Poste Italiane S.p.A. ritiri il provvedimento preso per gli uffici di Montecassiano,Piediripa e Sforzacosta. Questo servizio postale è troppo importante per questo comprensorio inoltre coinvolge fascie deboli già toccate dalla crisi economica. Pensionati, artigiani e piccola media industria molto attiva nella zona interessata. Non si sottovaluti la tradizionale ma non rassegnata dignità della gente maceratese. Il limite è arrivato al culmine il capoluogo non può continuare a perdere pezzi importanti come già è avvenuto per la Banca d’Italia, Casermette, è già notizia del ridimensionamento della Prefettura, Commissariato. Non provateci la nostrà responsabilità potrebbe esplodere in dure lotte. Ivano Tacconi capo gruppo Udc Comune di Macerata