GIOCATA LA “MATTA” Un solo risultato di pareggio aveva a disposizione la Maceratese in questo finale thrilling di campionato, considerato il margine di tre punti sul Tolentino ad altrettanti turni dalla fine. Se l’è giocato ieri pomeriggio in terra picena, impattando contro la terzultima in classifica, laddove sarebbe stato invece preferibile tenerselo di riserva magari nella conclusiva trasferta di Cagli (-).
LA PRODEZZA BALISTICA DI CARBONI (+), confezionata quasi in extremis, le permette tuttavia di conservare una lunghezza di vantaggio che potrebbe (dovrebbe) rivelarsi decisiva alla chiusura della contabilità fra dieci giorni. E’ stato per i biancorossi l’unico episodio azzeccato di un incontro che poteva invece risolversi a loro favore dopo appena sessanta secondi dal “pronti/via”, e ne sarebbe probabilmente sortito un risultato tennistico (conclusione sbilenca di Orta); o comunque messo al sicuro poco dopo il quarto d’ora (incerto Cacciatore, solo davanti al portiere dell’Atletico Truentina).
Poi, ormai è storia, il tonfo sul gol del vantaggio dei padroni di casa in avvio di ripresa; il grosso rischio del rigore contro, su una bruciante ripartenza dell’ex De Marco; infine il centro di Carboni, che ha sapientemente sfruttato l’inesperienza del secondo portiere Ascani (sostituto dell’infortunato Capriotti), ed addirittura, allo scadere, la possibilità di successo – che sarebbe stato meritato – con una clamorosa traversa non si è capito se colpita da un tentativo di euro gol di Rosi o (più probabilmente) da una disgraziata (per i padroni di casa) deviazione di un difensore locale.
QUANTA FATICA! (-) Poche, dunque, le sequenze eccitanti del film della partita. Descritte in fretta. Ma solo chi vi assistito, ovviamente con la fede biancorossa, sa con quanto stress siano state vissute, anche perchè in pendant con la passeggiata del Tolentino contro il Real Montecchio. Sembrava impossibile che la meravigliosa squadra del secondo tempo del derby con il Tolentino (leggi la cronaca) non fosse in grado: (a) di fare polpette di un avversario che, nelle prime battute, sembrava in fatalistica attesa del colpo di grazia; (b) di trovare la concretezza offensiva in almeno tre/quattro clamorose occasioni che, un tempo, si definivano non d’oro zecchino ma di platino; (c) di recuperare, senza troppa sofferenza, lo svantaggio. Non a caso è stato necessario un tiro franco per riuscirvi.
L’INTERVALLO DI TRE GIORNI (-) dalla disfida con il Tolentino non è stato evidentemente sufficiente per ritemprare i nostri eroi. Rischio per altro saggiamente valutato da Di Fabio, che si è appellato a forze relativamente fresche come Biancucci e Cacciatore, in luogo di Bucci e Carboni, anche per allestire una formazione decisamente a trazione anteriore. Dalla tribuna Giandomenico, in abiti borghesi, assisteva all’incontro con il viso tirato dalla tensione e dalla voglia di dare una mano ai suoi (ex?) colleghi. Non per nulla doveva essere l’uomo che avrebbe dovuto fare la differenza nella programmazione estiva ed anche in quella invernale. (Riapertura delle liste di trasferimento di dicembre).
ATTENZIONE: SOLO ALTRI DUE GIORNI (-) separano la Maceratese dall’incontro all’Helvia Recina con l’Urbania. Scornata dalla sconfitta interna con il Montegranaro ed ormai al limite dei play-off. Però sempre avversario solido e pericoloso con Pagliardini che, nel match di andata, seppe rovesciare con sconcertante rapidità il momentaneo vantaggio di una Maceratese però traumatizzata dal terribile infortunio che devastò il viso di Arcolai (leggi l’articolo). Con tanto di corollario di polemiche sull’improvvida rovesciata di Tassi, sul ritardato intervento dell’autoambulanza e sul cinico comportamento dell’allenatore Baldarelli. Questi due, Tassi e Baldarelli, saranno in campo ed in panchina o opteranno per una domenica di riposo al sole primaverile?
SILENZIO STAMPA AD PERSONAM. Qui non esprimo valutazioni perché sono (involontaria) parte in causa. Dopo gara. Quasi deserta la sala stampa riservata alle emittenti televisive, dello stadio di Castel di Lama. Con me c’è solo la cortese dottoressa Tardella, suppongo in attesa del collegamento. Poi arriva il dinamico addetto stampa della Maceratese per informare che parlerà soltanto Di Fabio. Comprensibile, data la conclusione non proprio esaltante della partita per i biancorossi. Incomprensibilmente si dilegua la presidentessa e non arriva l’allenatore. Mi permetto di chiedere lumi al dottor Cicchi, al piano di sotto, quello antistante gli spogliatoi. Lui precisa che anche Di Fabio terrà la bocca chiusa. Silenzio totale ed erga omnes, congetturo. Poi leggo invece le sue dichiarazioni sulla carta stampata. Sconsolato, realizzo che il provvedimento ha riguardato solo il sottoscritto, e ne scopro anche le motivazioni in un post (graziosamente dedicatomi) della dottoressa sul sito della tifoseria organizzata biancorossa. A questo è certa per me la radiazione dal cerchio delle amicizie di Mariella.
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