di Alessandra Pierini
Assomiglia la città di Macerata a quella contadinella che ebbe in regalo una ricotta. Tutta contenta la mise in un cestello che si pose in testa e si diresse al mercato a venderla. Strada facendo pensava: «Ora vado al mercato, vendo la ricotta, con i soldi ricavati compro una gallina che mi farà tante uova. Con i soldi ricavati comprerò una coniglia che mi farà tanti coniglietti, poi li venderò e comprerò un maiale che ingrasserò bene. Lo venderò e comprerò una mucca che mi farà tanti vitellini e vendendoli guadagnerò molti soldi. Mi comprerò tanti abiti eleganti e una bella casetta con balconcino, così quando mi affaccerò, tutti mi saluteranno con un inchino». Era talmente immedesimata che,senza accorgersene, fece un bell’inchino. Naturalmente la ricotta che aveva sul capo cadde a terra e così si trovò a fissare a bocca aperta il bel disastro combinato. Non si rischia forse di fare lo stesso ostinandosi a portare avanti il faraonico progetto delle piscine a Fontescodella? La crisi economica, le difficoltà dell’edilizia e del Piano Casa che non decolla costringono ad abbandonare i sogni e le soluzioni ideali in nome di concretezza, fattibilità e soprattutto utilizzo razionale delle poche risorse pubbliche.
Ragioniamo quindi partendo da un assunto: Macerata ha bisogno di una piscina, non perché è la città capoluogo, non perché c’è qualche sodalizio sportivo che milita in campionati di alto livello ma perché i cittadini hanno più volte, anche nei commenti su Cronache Maceratesi, manifestato l’esigenza di un polo natatorio, non fantascientifico, ma proporzionato rispetto all’effettiva richiesta. Per quanto ne sappiamo da qui a qualche decennio non sono previste in Italia manifestazioni di carattere internazionale e olimpionico che potrebbero interessare la città di Macerata e aggiungiamo per fortuna, visto lo sperpero di denaro pubblico riscontrato nei Mondiali di Nuoto del 2009 a Roma, quindi non è necessario che la piscina sia olimpionica o particolarmente grande.
Ancora. Siamo nel pieno di una crisi globale e le misure volte alla riduzione del debito pubblico porteranno alla riduzione, speriamo minore possibile, della capacità di spesa dei cittadini per cui le aree commerciali ne risentiranno in maniera significativa per cui 3.900 metri quadri di commerciale sembrano senz’altro troppi.
Vista la fase storica, anche l’investimento richiesto sia al Comune di Macerata che all’Università è troppo alto. Non solo. Anche la “ricotta maceratese” è caduta già da un pezzo, poniamo per assurdo che il polo natatorio venga realizzato, come da progetto. Chi mai si imbarcherebbe nella folle avventura di gestire una struttura tanto costosa ed impegnativa nel bel mezzo della crisi?
«Sebbene anche di recente pomposamente definito come la priorità delle priorità – scriveva poco meno di un mese fa Giuseppe Bommarito su Cronache Maceratesi (leggi l’articolo ) – il polo natatorio probabilmente non si farà mai, perché in realtà, oggi come oggi, nessuno dei tre soggetti coinvolti nella vicenda vuole andare avanti in questa impresa, nel frattempo lievitata ad un costo presumibile tra i nove milioni e mezzo e gli undici milioni di euro circa. Il Comune e l’Università si trovano in una fase di grande ristrettezza economica e non vedono l’ora di utilizzare diversamente quei quattro milioni di euro ottenuti in mutuo anni fa, per i quali sono stati già pagati a vuoto quasi trecentomila euro di interessi, e tanto meno hanno il desiderio di sborsare ulteriori somme aggiuntive per l’aumento dei costi di costruzione. La società aggiudicatrice, a sua volta, a mio avviso ha iniziato già da circa due anni, cioè da quando la crisi economica sta mordendo sempre più forte, a fare marcia indietro (come emerge abbastanza chiaramente dalla altrimenti inspiegabile vicenda della ristrutturazione della vecchia piscina di viale don Bosco), forse perché ritiene l’investimento ormai insostenibile, oppure perché si è convinta che la futura gestione sia delle piscine che degli spazi commerciali ottenuti, le une e gli altri palesemente sovradimensionati rispetto alle esigenze di Macerata e dei suoi dintorni, sarà un flop clamoroso. Sicchè tutti, o almeno quasi tutti gli attori di questo miraggio sempre più sfumato mi sembrano alla ricerca solo di un pretesto giuridico per abbandonare, senza altri danni e soprattutto senza penali e pesanti contenziosi legali, il sogno di gloria olimpica dell’era meschiniana e per ripiegare su una soluzione più semplice e a buon mercato, che già qualcuno lascia intravedere: realizzare una seconda vasca in viale don Bosco, accanto alla piscina già esistente».
Cosa è cambiato in queste settimane? L’ipotesi di ampliare la struttura esistente, che dopo i lavori fatti, è più che dignitosa si sta facendo strada nelle assemblee cittadine. La nuova piscina sorgerebbe in uno spazio visibile solo dall’interno dell’attuale piscina e abbastanza ampio da permettere la realizzazione di una vasca di 25 metri per 25. L’obiezione più forte avanzata è quella della difficoltà di garantire la possibilità di parcheggiare nelle vicinanze di viale Don Bosco, ma l’amministrazione ha proposto l’ipotesi di utilizzare il parcheggio realizzato di recente nell’ambito della riqualificazione dell’area dei Salesiani che è a due passi dalla piscina esistente. Pur non apprezzato da tutti e pur non essendo la soluzione ideale, potrebbe però essere una delle soluzioni possibili.
In questo modo la ricottina, pur non facendo diventare realtà sogni irrealizzabili, porterebbe ad una soluzione di compromesso che, se non altro, non scontenterebbe nessuno e soprattutto i maceratesi che aspettano un luogo dove nuotare.
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Al peggio non vi è mai fine….
Soluzione improvvisata, dettata solo allo scopo di avere “a tutti i costi, e costi quel che costi” una piscina (MA NON DOVEVANO ESSERE 3??) per cercare di tacitare le giustificatissime incazzature dei tanti maceratesi che, dal 2000, aspettano invano….
Insomma similitudinando… Sulla carta ci avevano proposto un superattico con terrazzo perimetrale, vista mari/monti, fornito di ogni confort ed ora, senza che si capisca bene di chi è la colpa, rischiamo di ritrovarci un monolocale a livello sottostrada, aperto sul cesso a vista.
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/12/07/le-piscine-ripensiamo-allarea-della-filarmonica/#comment-43960
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Cari consiglieri di Maggioranza (e quinta gamba dell’opposizione, che sorregge questo tavolo traballante che a volte di gambe ne ha solo 2) questo è accanimento terapeutico, anche il buon Ippocrate non avrebbe nulla da dire in proposito, ma anzi avallerebbe questa decisione: STACCATE LA SPINA.
Meglio, molto meglio un Commissario Prefettizio.
Fanno come cavolo glie pare, nessuno paga, l’opposizione non c’è!!!! Tra 5 anni tutti a zappare la terra xo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Metto l’accento solo su un problema: parcheggio…..Si dice di utilizzare quello a poca distanza…..
Io abito a 100 metri da una piscina in provincia, e non avete idea del via vai di auto di genitori che portano i figli ai corsi di nuoto…. Ovviamente il traffico si concentra “ad ondate” a seconda dei turni… Pur essendoci grandi spazi la confusione e’ tanta e di code se ne creano a bizzeffe.
Figuriamoci cosa puo’ accadere in un collo di bottiglia come quello di via Don Bosco, tra semafori, rotatorie, supermercati, sensi unici e quant’altro.
Io non voglio criticare la scelta, ma solo dire che bisogna riappropriarci di un’ idea di bene collettivo che non vedo…….
Parcheggi sicuramente a pagamento !!!!!!!!!!!!!!!!
Sara’ ” La nuova Piscina rimediata ” in uno spazio limitato, che ci costera’ sicuramente di piu’ di una piscina ex novo con SPAZI E PARCHEGGI GRATUITI
VI RICORDATE quando il Sindaco aveva avuto quella bella idea insieme ad altri di allargare il palas di Fontescodella IN UN MESE !!!!!!!!!!!!!
STRANI FENOMENI , MA UNICI CHE FARANNO LA STORIA CARANCINIANA ………………….
E dire che una bella piscina seminterrata in piazza libertà risolverebbe senza scontenti pure il problema della pedonalizzazione. Io poi la farei ad acqua salata per frenare l’esodo estivo verso il mare. D’inverno coperta a raso con un altro di quei pavimentoni ganzi come a Piazza San Giovanni (avendo cura di rimuovere gli antichi e caratterizzanti sampietrini, proprio come a Piazza San Giovanni o in Via Gramsci); un bel pavè che poggia su un lastrone semovente… e d’estate et voilà: la meraviglia del secolo!
Rovello: ma in questo inedito quadratone 25X25mq da fare in Viale Don Bosco (in mezzo, cioè, all’ossigeno automobilistico più puro possibile) la copertura sarà rimovibile, d’estate?
Non vorrei sembrare il Bastian contrario della situazione, ma mi auguro che la seconda piscina non venga realizzata in prossimità di quella esistente e cioè nell’area dell’ex Gil, perché contribuirebbe al degrado di questo monumento già abbastanza vilipeso, anzi aggiungo sarebbe proprio il caso di eliminare anche la piscina esistente e restaurare l’ex Gil ridando all’area di sua pertinenza il valore originario funzionale e paesaggistico.
Siamo alla pura follia! L’unica strada di uscita dal Centro verso la val di Chienti è viale Don Bosco, già sovraccarico di traffico. Ora ci si vuol piazzare un’altra piscina, così si blocca anche questa arteria. La soluzione è esattamente l’opposta! Togliere la piscina esistente per farne uno spazio verde per i residenti delle “casette”. SINDACO, stoppi da vecchio centroavanti quest’idea. Non la lasci gestire al querulo assessore a “rotelle” .
davvero geniale l’idea della seconda piscina in viale don bosco..così avranno la scusa per far diventare blu (quindi a pagamento) anche gli ultimi parcheggi a sosta libera (bianchi) della città..viale don bosco e stazione appunto..vivo compiacimento nell’ambiente della polizia municipale, le nostre zelantissime vigilesse lucidano già le penne sfera..
Siete molto cattivi, ragazzi. In realtà non avete colto lo zelo apostolico del nostro e dei suoi! Intende, probabilmente, aiutare quell’eroe cittadino che – con spirito di totale abnegazione – ha realizzato per la cittadinanza un bel supermercato con un’infinità di nuovi parcheggi proprio sotto i Salesiani! Come si fa ad essere così insensibili di fronte a una così delicata premura??