Sferisterio: tensioni tra Comune e Provincia
Pettinari potrebbe sospendere il contributo

La Giunta provinciale si è riunita straordinariamente questa mattina ma nulla trapela riguardo le decisioni prese

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Il presidente della Provincia Antonio Pettinari e il sindaco Romano Carancini alla prima del Rigoletto

di Alessandra Pierini

Doveva essere la svolta, doveva confermare che Macerata crede nella sua stagione lirica come momento fondamentale per la cultura, doveva rassicurare sulla disponibilità di tutti  a contribuire alla buona riuscita dell’evento, invece la riunione degli enti partner convocata da Romano Carancini venerdì scorso in Comune (leggi l’articolo) non solo ha mosso le già agitate acque del mare in cui navigava lo Sferisterio ma rischia persino di aver buttato via uno dei remi.
Il presidente della Provincia Antonio Pettinari non ha affatto gradito il fatto di essere messo alle strette da Carancini, dall’assessore regionale Pietro Marcolini e dal presidente della Camera di Commercio Giuliano Bianchi sul nome del direttore artistico e ha convocato in tutta fretta, per questa mattina, una Giunta straordinaria. Alla riunione il presidente è apparso furioso tanto da minacciare di bloccare il contributo dell’ente che, come sottolineato nei giorni scorsi dall’assessore Bianchini, negli ultimi 5 anni ha raddoppiato la sua partecipazione economica. Se così fosse l’associazione Sferisterio, oltre a restare senza soldi, resterebbe anche senza una gamba, visto che la Provincia di Macerata è uno dei due soci. Per non parlare della forte ripercussione che la tensione Carancini-Pettinari potrebbe avere sulla politica provinciale. Dopo la Giunta straordinaria di questa mattina, comunque, nulla trapela sulla decisione presa anche se l’imbarazzo è evidente.
Rimangono inoltre senza risposta molti interrogativi.
Si è parlato di stagione “ponte” ma verso cosa? Quali sarebbero questi ambiziosi progetti per il futuro?
In tutto questo qual è il ruolo del Consorzio Marche Spettacolo? La presenza del presidente dell’ente Claudio Pesaresi è sembrata infatti a molti inopportuna e finalizzata a creare il tanto temuto asse di direzione con Ancona.
E per finire che intenzioni ha Pier Luigi Pizzi? E se dovesse accettare di essere il “traghettatore” come mai un maestro, professionista come lui, con curriculum eccellente e fama internazionale, dovrebbe prestarsi ad essere solamente una figura di passaggio? Perché accettare un lavoro a termine? Con quale spirito?
Fa riflettere in questo senso quanto scriveva Enrico Stinchelli, noto critico musicale, nel suo blog nell’aprile del 2010, in tempi non sospetti e sicuramente senza alcun riferimento a persone e cose e maceratesi. «Come si diventa sovrintendente, istruzioni per l’uso – annuncia il critico – la prassi ufficiale prevede che i vari candidati presentino una domanda in carta bollata con allegato curriculum, indirizzata al Sindaco: così sarebbe garantita la partecipazione democratica di qualunque cittadino che aspiri legittimamente all’incarico; il Consiglio Comunale (può essere più o meno numeroso) , e soprattutto il Sindaco, vaglieranno le varie domande e opteranno quindi per il candidato più idoneo. Così, almeno, “dovrebbe” essere. Già, perché di fatto ciò non avviene. L’iter è molto più complesso e segue vie tortuose, proprio come in un romanzo d’avventure. Diamo, innanzitutto, un nome al candidato: il signor Mario Rossi. Il suo obiettivo: la Sovrintendenza di un Ente Lirico italiano. Per prima cosa, il signor Rossi deve verificare, attraverso buone informazioni, quale poltrona vacilli o stia lì lì per cadere. Di solito ciò avviene dopo elezioni politiche o amministrative, quando cambiano i colori dei vari Sindaci e degli assessori comunali. Tali informazioni sono per lo più voci di corridoio, indiscrezioni, suggerimenti che può dare un semplice usciere o un impiegato del Teatro…non occorre certo scomodare Tom Ponzi o il commissario Rex. Una volta individuato il Teatro da “conquistare”, il signor Rossi dovrà darsi dei tempi: occorre creare un consenso attorno alla sua persona, sia localmente (Sindaco, assessori, membri del consiglio comunale, personaggi influenti presso il Comune) , sia a livello politico ( i palazzi romani: Senato, Camera dei Deputati, segreterie di partito). Mai trascurare la realtà locale per cercare “raccomandazioni” in alto loco: l’amico personale del Sindaco, magari il suo barbiere o il proprietario del maneggio in cui viene custodito il suo cavallo contano quanto o anche più di un ministro! Il signor Rossi dovrà esibire ovviamente il proprio curriculum. Non occorrono i titoli di studio, né i titoli artistici, o meglio: sono un puro pro forma. Conta invece, e moltissimo, se il signor Rossi appartenga a una loggia massonica, magari la stessa del Sindaco o dell’assessore alla cultura… Una regola base dei fratelli massoni è quella di aiutarsi l’un con l’altro; basterà un giro di telefonate, alcune cene e la base è pronta nel migliore dei modi. La votazione sarà solo il perfezionamento in via ufficiale di ciò che è stato deciso a tavolino. La “lobby massonica” in campo musicale ha un’importanza decisiva, per storica tradizione. Tra i massoni d.o.c. si contano musicisti gloriosi, da Mozart a Cherubini, Spontini, Sibelius,Verdi, Boito, Respighi, Puccini. Pochi sanno però che a fianco di questi illustri autori, figurano alcuni tra i più eminenti e insospettabili solisti: direttori d’orchestra, cantanti, violinisti, registi, pianisti, sovrintendenti e direttori artistici».



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