Di Beatrice Cammertoni
“Quello che più mi ha colpito di queste giornata è stata la naturalezza con la quale tutti i possibili disagi e i sacrifici che abbiamo incontrato nell’arco della settimana a Madrid sono stati superati. Abbiamo dormito all’aperto perché il posto in palestra non bastava, abbiamo sofferto il grande caldo a Cuatros Vientos, le piogge e i temporali improvvisi, incontrato le contestazioni degli Indignados, ci siamo imbattuti in molti che subivano l’arrivo in massa di tutti questi ragazzi senza averne compreso veramente il senso. Ma se penso a queste giornate e all’esperienza di fede che ho vissuto insieme a tutti i miei coetanei, niente può intaccarne l’essenza. Tutto oggi, mi sembra un percorso di preparazione e di avvicinamento all’incontro con il Papa ed alle giornate della catechesi”. Così Ludovica Cammertoni, una della pellegrine maceratesi che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, descrive quello che ha vissuto nella capitale spagnola. Emerge con chiarezza da questa testimonianza, così come da tutte quelle che vi riportiamo, il clima teso che ha accolto “La Gioventù del Papa” la scorsa settimana. E’ altrettanto evidente, però, come da questo viaggio tutti i partecipanti abbiano riportato a casa tanti insegnamenti, come si sentano cresciuti e come tutto quello che ha ostacolato il cammino sia già caduto nel dimenticatoio.
Ce ne hanno parlato i giornali nel corso di tutta la settimana scorsa. L’accoglienza di Madrid non è stata delle migliori: gli “Indignados” spagnoli hanno protestato contro l’intera organizzazione della GMG e di riflesso contro i partecipanti, contestandone l’invasione e i costi che comportava. La Spagna è un paese al momento in forte crisi politica ed economica e sicuramente meno cattolico rispetto all’Italia. Anche dei manifestanti omosessuali hanno atteso l’arrivo del Papa per poter dimostrare la loro opposizione alla linea di intransigenza della Chiesa Cattolica nei loro confronti. In alcuni casi si è arrivati allo scontro diretto tra pellegrini e protestanti: la linea del gruppo maceratese è stata invece quella del silenzio, anche quando si sono trovati di fronte alle accuse di alcuni di loro all’interno di un vagone della metropolitana della città. Il diacono Luca Beccacece, nel coordinamento della Diocesi racconta: “Ai loro insulti abbiamo scelto di non rispondere: ci accusavano di essere stati ospitati a spese dello stato spagnolo, cosa non vera e frutto di incomprensioni, visto che ogni partecipante ha pagato la sua quota di iscrizione e per l’alloggio”. Ma non sono questi gli episodi che rimarranno più vivi nella mente dei ragazzi:
“E’ stata un’esperienza bellissima. La prima settimana siamo stati ospitati a Toledo, da famiglie delle parrocchie della diocesi locale. L’ospitalità è stata meravigliosa, ci hanno fatto conoscere le loro tradizioni, sia religiose che più in generale culturali, permettendoci di partecipare a cerimonie e processioni. La sistemazione è stata fantastica: non è paragonabile alla settimana a Madrid, ma anche perché la formula era diversa, sono convinto che anche le famiglie della capitale ci avrebbero accolto allo stesso modo. La GMG invece è stata dal punto di vista fisico molto faticosa, ma nel corso del viaggio di ritorno in traghetto ho potuto riscontrare dal racconto di tutti i ragazzi come questa esperienza li abbia colpiti nel profondo: un incontro con il Signore e con la “chiesa giovane” proveniente da ogni parte del mondo. Ho sentito testimonianze davvero toccanti.” Il gruppo di Luca Beccacece, partito prima per il gemellaggio, aveva tra i suoi membri anche il Vescovo che ha preso parte a tutte le iniziative con i ragazzi, dalla preghiera alle attività più ludiche, come per esempio una partita di calcetto. A Madrid, Giuliodori ha lasciato i maceratesi per seguire la catechesi di delegazioni di altre provenienze come previsto dal programma.
I membri della sua Diocesi sono invece stati affidati alle parole, veramente molto apprezzate, del Vescovo di Livorno Don Simone Giusti e di quello di Ancona Edoardo Menichelli. “Sono stato profondamente colpito dalla catechesi di questi personaggi che hanno vissuto una piena esperienza di fede. Un discorso che rimane dentro e di cui si è continuato a parlare per tutte le giornate successive” dice Marco Petracci, di Collevario, arrivato a Madrid con il gruppo che ha raggiunto gli altri partecipanti con l’aereo a inizio settimana. “Era dall’appuntamento di Roma del 2000 che non partecipavo più ad una GMG: sono partito felice, con tanta adrenalina addosso. Questo genere di esperienza va vissuta con lo spirito giusto così da poter superare tutti i disagi.” Un’organizzazione forse poco efficiente quella della città spagnola. “In mezzo a tutta quella gente i volontari facevano fatica anche a soccorrere chi si sentiva male perché non c’erano percorsi per raggiungere i vari punti di Cuatros Vientos, i bagni erano distanti e difficilmente raggiungibili per non parlare di quando è scoppiato il brutto temporale nel corso della Veglia e sembrava l’apocalisse.
Anche per quanto riguarda gli alloggi, abbiamo scoperto che era stato predisposto un metro quadrato a persona per i sacchi a pelo, decisamente troppo poco spazio. Tutto questo però ha perso importanza quando abbiamo sentito l’omelia del Papa, che ci invitava con forza a non aver paura di testimoniare la nostra fede. A fine viaggio sono convinto del fatto che dovevo fare questa esperienza. Ringrazio il nostro Vescovo, che ha fatto di tutto per rendere migliore il nostro soggiorno: si è speso molto per tutti noi della diocesi di Macerata”. Anche per Lorena Pinciaroli non si è trattato della prima volta ad una GMG ma: “Ho provato delle emozioni fortissime, sono cresciuta rispetto agli altri appuntamenti e questa volta l’impatto è stato veramente molto grande. All’arrivo, vedendo tanta gente disabile che nonostante la malattia era lì in prima linea ho sentito che avveniva un vero incontro con il Signore. Anche noi abbiamo dormito all’aperto, la nostra struttura disponeva di pochi bagni e poche docce ma non è stato nulla rispetto a quello che abbiamo provato nei giorni conclusivi. Ho pianto durante tutta la messa del Papa, l’ho sentita veramente nel cuore. Ora che torno in parrocchia cercherò di portare tutta questa esperienza a tutti i frequentatori.”
Laura Grisogani ha invece accompagnato i giovani dell’oratorio di Sambucheto (Montecassiano). “Un’esperienza fisicamente molto impegnativa, ma estremamente profonda dal punto di vista della fede. Dopo Toledo, ci siamo spostati a Madrid per la settimana effettiva della GMG: oltre alle catechesi di martedì, giovedì e venerdì c’erano molte attività per i pellegrini, come musical, mostre, adorazioni e confessioni, ma noi non siamo riusciti ad andare perchè ci piaceva stare tutti insieme e muoversi in tanti non è semplice e richiede tempo quindi abbiamo preferito fare poche cose ma fatte bene e in gruppo.” Laura aggiunge sull’atmosfera tesa delle urla e dei fischi frequenti: “Noi abbiamo fatto la scelta di fare comunque quello che avevamo pensato di fare: indipendentemente dalle manifestazioni abbiamo pensato che il tema della GMG era “saldi nella fede” e che sarebbe stato triste se eravamo i primi a mollare”.
Viaggio diverso quello di alcuni ragazzi delle parrocchie di Montecassiano e Recanati: racconta uno di loro, Marco Antinori: “Durante il nostro tragitto verso Madrid abbiamo toccato varie città come Burgos, Segovia, Avila e soprattutto Lourdes, dove abbiamo affidato il nostro pellegrinaggio a Maria, Madre di Dio.
L’arrivo a Madrid ci ha lasciato intendere fin da subito come la nostra esperienza sarebbe stata tutta in salita: docce fredde e spazi per pernottare al coperto già stracolmi. Ci siamo adattati in silenzio con un forte spirito di collaborazione. Il mercoledì è stato il giorno della “protesta”, ci siamo trovati a contatto con una manifestazione anticlericale e antiPapa, dove ragazzi nostri coetanei ci insultavano e insultavano la Chiesa. L’emozione più grande è stato vedere la calma e la pacatezza dei giovani della GMG che non hanno risposto con provocazioni, ma con un coro che ha scosso nei giorni a seguire ogni via della capitale spagnola “ESTA ES LA JOVENTUD DEL PAPA”. Tra le esperienze più toccanti, e vi assicuro che sono stati molte, ricordo quando durante la veglia è arrivata la pioggia, un temporale forte che ha provato anche la tempra del Papa (visibilmente stanco…ma con gli occhi ricchi di gratitudine): il nostro pontefice non si è arreso, e nonostante il suo entourage volesse portarlo al coperto, lui è rimasto lì abbracciando spiritualmente ognuno di noi ragazzi e non ha fatto un passo indietro di fronte all’ennesima intemperia. Dopo quest’esperienza resta una grande forza in me: capisco che non sono l’unico ragazzo cristiano che vive difficoltà e gioia nelle propria esperienza di testimone di Cristo, ma che in tutto il mondo ci sono ragazzi che mi appoggiano, che faticano come me. Cito la frase del Papa che mi ha colpito più delle altre, e che lascio a tutti voi “Cari amici, che nessuna avversità vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra.”
Dello stesso avviso anche Francesca Cipolloni: “E’ stata un’esperienza unica, faticosa ma al tempo stesso emozionante: percorrere tanti chilometri sotto il sole, sopportare la fatica e i disagi, “combattere” pioggia e vento arrivati all’improvviso non è stato affatto semplice e, nonostante sia la mia quarta Gmg, stavolta la prova si è rivelata piuttosto impegnativa... Nonostante tutto, però, siamo tornati carichi di un entusiasmo inconfondibile e di una speranza che non delude. Sì, ancora una volta la “gioventù del Papa” ha dimostrato che credere rappresenta una vera “rivoluzione” al mondo d’oggi, ma che non dobbiamo mai vergognarci del Signore.”
(Foto di Francesca Cipolloni – Emmaus)
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Si cerca sempre di rispettare ogni qualsiasi punto di vista e ci mancherebbe altro, la libertà di professare una cento, mille religioni sul territorio è un diritto inalienabile di ogni individuo (non condivisibile, ma rispettabile) quello che non riesco a capire è come si possa prendere come punto di riferimento un individuo capace di imporre il silenzio sul dilagare della pedofilia nel clero cattolico e su questo non invento nulla, a questo proposito infatti c’è chiaramente un documento firmato nel 2001 dall’attuale pontefice http://temi.repubblica.it/micromega-online/chiesa-e-pedofilia-lomerta-imposta-da-ratzinger/ , scusate se tocco un argomento cosi scottante, ma seriamente non riesco a comprendere come si possa solamente ascoltare o prendere in considerazione le posizioni di una persona del genere.
Qualche nota di colore l’aggiungo io, che ho notizia di prima fonte anche io.
Curioso , come primo, la modalità approntata per ricaricare i propri cellulari. L’organizzazione aveva collocato una sorta di stand, che di notte era in trasparenza, e dentro c’erano tante cyclette a cui collegare il proprio cellulare, dopodchè….pedalare!
Appena giunti sul luogo dell’incontro col Papa, sono stati distribuiti dentro un sacco, i viveri per i 3 giorni di permanenza , oltre tutto il corredo necessario all’igiene. All’interno era compresa anche la lista di come consumare i pasti per primi, secondo il loro grado di conservazione. Non mi spiego però, perchè lo yogourt, distribuito il sabato, gli è stato consigliato di consumarlo per colazione la mattina dopo, a 40° e tocca di calore.
Nota di colore nel colore….il palco dove era il Papa, veniva ogni tanto nebulizzato: i nostri ragazzi a Madrid, raffreddati ad acqua con i tubi a getto., dall’alto dei terrazzi dagli stessi spagnoli,
La cosa più bella, che ognuno indossava alla partenza una t-shirt con su scritta la propria città di provenienza e altri riferimenti grafici di riconoscimento e vari slogan. Sul dietro, in tantissime, comune era la scritta “Benedetto 16°”. Ma una volta là, tutti sudati che erano, hanno desiderato di cedere la propria maglia per avere quella di un altro Paese come ricordo, e allora individuata quella che interessava di più, si avvicinavano e dicevano all’altro ” Change?”
Chi ci stava, si tirava via la sua e indossava quella scambiata.
Glielo spiego io, Andrea Narcisi.
Anzitutto una premessa: dovendo fare una ricerca storica – non storiografica, che è già mediazione della storia – si deve puntare alle fonti. Come puoi facilmente intuire, “La Repubblica” non può ritenersi la fonte dei documenti pontifici. Non dovrebbe essere complicato da capire: è come se per cercare un documento di Bersani andassi a cercarlo sulle pagine di “Libero” o de “Il Giornale”.
Poi un piccolo contrattacco: vorrei capire come fanno tanti giovani italiani a considerare emblemi di sinistra personaggi come D’Alema o Veltroni (che nella vita non hanno mai lavorato un solo giorno, facendo politica per mestiere: altro che fabbriche!) e tutti gli onorevoli che si portano appresso, coi loro stipendiucci non propriamente proletari che di certo gli stessi non vanno poi a condividere con chi non arriva a fine mese. Vorrei anche capire come fanno tanti altri cittadini a considerare intellettuali attendibili personaggi buoni per tutte le stagioni (Bocca che in gioventù era fascista, come molti suoi colleghi; oppure l’altra casta, quella universitaria pluristipendiata come quella militante che pubblica con Einaudi e Mondadori e la verginità se la rifà col disco rotto, ancorché esatto, di Berlusconi e – se non basta – con le meraviglie del Tibet, con l’ipad e l’ipod, con la difesa del plancton, insomma col sesso degli angeli, visto che di operai e disoccupati non conviene parlarne più).
Eppure ci sono: esistono persone che gli credono ancora. Dunque, rispetto per rispetto delle diversità, stupiamoci tutti e due un po’ di meno e rispettiamoci un po’ di più.
Per proseguire, una noticina di carattere storico-teologico. Mi perdonerà, ma pare proprio sia necessaria. Qualora le sfuggisse, il cristianesimo poggia sul kerygma, la buona notizia della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Questo kerygma predicato attecchisce nella vita di chi lo accoglie e la trasforma concretamente. Lei dirà: in ben pochi. E qui le do ragione. Ma parimenti le ricordo che il sale, nella minestra, è sempre una minima parte, altrimenti la minestra è immangiabile.
La successione apostolica, inaugurata da Gesù con il cambiamento del nome (e del destino) al pescatore Simone che diventa Pietro, il pescatore di uomini, ha una duplice valenza: come per la nostra salvezza non sarebbe servita a nulla la morte di un uomo non risuscitato (e come Dio non diventato uomo non sarebbe potuto morire), così nella Chiesa è fondamentale il connubio tra gli uomini e lo Spirito Santo. I cristiani, cioè, non seguono Benedetto XVI perché scrive bene, ma perché è il Papa (fermo poi restando che scrive anche molto bene, e molto meglio di troppi altri; diciamo, alla buona, che “dove lu tocchi, sòna”). I cristiani ascoltano il Papa, sia che si chiami Giovanni Paolo II sia che si chiami Benedetto XVI. Riconoscono – perché ne fanno esperienza sulla propria pelle ogni giorno – il connubio di cui sopra tra la fallibilità umana e la grazia operante. Personalmente ritengo che l’opinione pubblica e mediatica stia facendo pagare a Ratzinger il silenzio che le aveva imposto la malattia e la vecchiaia di Wojtyla; una sorta di rigurgito, finalizzato 1) a far passare l’idea che prima la Chiesa era forte perché il polacco era carismatico (dunque un fatto tutto e solamente umano); 2) a convincere la gente che, in quanto tedesco, Ratzinger è necessariamente un oscurantista (peccato: basterebbe leggere i suoi libri, i suoi studi di una vita, nonché i poderosi e illuminanti testi magisteriali del presente per accorgersi con stupore dell’esatto contrario; anzi, addirittura di una semplicità di linguaggio, oltre che di una modernità, onestà ed apertura intellettuale che lo stesso Wojtyla si sognava).
Per concludere, infine, una postilla: proprio scavalcando – con il rigore degli storici – le storiografie cronachistiche della stampa nostrana e andando alle fonti, scopriamo che Ratzinger, sin da quando era cardinale e stava alla Congregazione della Fede, si è sempre battuto perché i casi di pedofilia tra i presbiteri (i preti, per intendersi) venissero alla luce e risolti senza nessuna mollezza. Della sua riforma da Papa a questo riguardo, anche la stampa internazionale più avversa ha dovuto prendere atto; Benedetto XVI non si è mai sottratto alla discussione, non ha mai invocato la censura; anzi, ha ben volentieri accolto la violentissima campagna stampa ai danni della Chiesa (come se nella Chiesa, parimenti, non ci fossero anche le Madre Teresa, i tantissimi missionari, etc.; come se la pedofilia nella Chiesa non fosse lo 0,001% – come risulta essere – ma addirittura l’89%; come se non si sapesse che il maggior numero di casi di pedofilia si riscontra nei nuclei familiari e domestici; e soprattutto con quel doppiopesismo classico che, di fronte a Roman Polanski in carcere per pedofilia, spinge fior di intellettuali a perorarne la scarcerazione in nome dell’arte). Bene: dicevo che il Papa ha accolto di buon grado la polemica, servendosene come piede di porco, per così dire, per tagliare la testa al mostro della pedofilia, senza spazio alcuno a mollezze o mediazioni. Come spiega peraltro lui stesso in quel bel libro-intervista che si chiama “Luce del mondo” (l’ha letto? Scommetto di no…).
http://www.youtube.com/watch?v=QYXXfZ9ZClY
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe dun impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
O A VANTAGGIO D’UNA FEDE
PER UN DIO CHE NUN SE VEDE,
MA CHE SERVE DA RIPARO
AR SOVRANO MACELLARO.
Ché quer covo dassassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finché dura sto macello:
fa la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
(Trilussa)
La domanda più insulsa che si possa fare sulla religione è se quello che racconta sia o meno “vero”.
E’ più saggio partire dall’osservazione che, ovviamente, nessun elemento della religione è vero, nel senso di essere qualcosa che ci è stato donato da Dio. E’ scontato che non esiste nessuno spettro o spirito santo, nessun Geist, nessuna emanazione divina. La tragedia dell’ateismo moderno è di aver ignorato tutti quei numerosi aspetti della religione che continuano a rivestire interesse anche dopo che è stata scoperta l’assoluta implausibilità dei precetti centrali delle grandi fedi. Anzi, è proprio quando cessiamo di credere all’idea che le religioni siano opera di dei che le cose si fanno interessanti, perché a questo punto ci possiamo focalizzare sull’immaginazione umana che ha inventato questi credi. Possiamo riconoscere che i bisogni che hanno spinto gli individui a creare tutto ciò evidentemente sono ancora in qualche modo attivi, anche se in sonno, nel moderno uomo laico. Dio è morto, forse, ma quel pezzettino di noi che ha fabbricato Dio continua ad agitarsi. I nostri avi del XVIII riconobbero che la religione non era soltanto una questione di fede, ma che poggiava su un miscuglio di interessi che avevano a che fare con l’architettura, l’arte, la natura, il matrimonio, la morte, i rituali, e che sbarazzarsi di Dio avrebbe voluto dire fare a meno di un gran numero di nozioni utilissime, anche se spesso peculiari e talvolta retrograde, che tenevano insieme le società fin dall’inizio dei tempi.
Enossam dice, in sostanza, che non importa se le religioni siano vere o no, dato che sono comunque utili. E’ un’opinione buona come qualunque altra. Gli si potrebbe rispondere che accanto ai prodotti indubbiamente positivi delle religioni che egli cita ci sono anche quelli negativi: intolleranza, dogmatismo, violenza fanatica (come quella degli uccisori di Ipazia di Alessandria) distruzioni (come i budda cannoneggiati dai talibani in Afghanistan). Gli si potrebbe anche rispondere che le energie mentali investite nel convincersi della “verità” di qualcosa che sul piano strettamente logico è assurdo (lo diceva anche uno dei padri della Chiesa: “credo quia absurdum”) potrebbero essere meglio spese appassionandosi alla matematica, o alla fisica, o ad altre scienze non meno affascinanti ma meno fantasiose.
Personalmente, ho una sorta di idiosincarsia nei confronti del verbo “credere”. Mi piace di più “ritenere”. Credere implica accettazione acritica, ritenere lascia invece aperta la porta ad ogni attendibile sostituzione di opinione, nella migliore scuola popperiana.
Comunque trovo bizzarro – senza offesa, mi si creda – che questi “papaboys” abbiano bisogno di simili manifestazioni per rinforzare la propria fede. Manifestazione che mi fanno pensare alle grandi riunioni di quel reverendo coreano che ha convinto anche Milingo a sposarsi. Ma io non faccio testo.
uomini volanti con le ali, morti che resuscitano, un tizio che dice di trasformare l’acqua in vino ed i pani in pesci (quando non si diverte a camminare sulle acque), una donna che partorisce senza essere mai stata toccata prima (poveraccio il marito), demoni con le corna…i ragazzi che credono a ste storie si lamentano se qualcuno li ha insultati??? 🙂
Carissimo signor Davoli, la ringrazio anticipatamente per lezione di teologia da lei tenuta in questa sede, purtroppo le sue parole non bastano a smorzare i miei dubbi sulla credibilità dell’attuale pontefice; La sua riflessione iniziale sulla fonte da me consultata è innanzi tutto un insulto palese all’intelligenza umana, il suo discorso è basato su un filo logico che purtroppo di logico ha ben poco, basta infatti effettuare una piccola ricerca con google per accorgersi che l’argomento, a suo tempo, è stato trattato da tutti i quotidiani on-line italiani (e internazionali), solo per citarne alcuni possiamo trovare il foglio, libero, il messaggero, il corriere e addirittura un articolo che cita un servizio della BBC.
Dopo aver chiarito questo mi chiedo come mai le sia venuto in mente di citare Dalema e Veltroni ,a mio parere già lei sbaglia di suo ad identificare queste persone come assi portanti di un ideale, ma tralasciando questo piccolo particolare, lei è andato direttamente come si suol dire “out of topic” una sorta di fuori tema letteralmente parlando, se non sbaglio ci stiamo confrontando sulla credibilità o meno di un personaggio e lei risponde tirando in ballo due politicanti di mestiere, non si sa bene con quale obiettivo, tra le righe lei chiede rispetto, e se legge il mio intervento iniziale troverà questa parola come base principale del mio pensiero, si possono condividere o meno delle posizioni, ma il rispetto viene prima di qualsiasi altra cosa, forse questo particolare le è sfuggito accecato dalla fretta di voler rispondere ad un individuo che la pensa diversamente da lei.
Dopo aver letto appassionatamente la sua lezione, mi piace soffermarmi su un punto in particolare,ossia quando lei dice: ” ……I cristiani ascoltano il Papa, sia che si chiami Giovanni Paolo II sia che si chiami Benedetto XVI “. Su questo non v’è il minimo dubbio, ed è proprio questo aspetto che io mi sento di criticare aspramente, lobotomizzare l’opinione pubblica solamente perchè la figura del pontefice rappresenta la figura di riferimento per un cattolico, e in quanto tale non v’è il diritto di dissentire dal suo operato, mi sembra quanto di più lontano ci possa essere dalla vera essenza cristiana, come lei ci insegna il termine cattolico è traducibile propriamente in “completo”, “tutto insieme” e non in “tutto ciò che dice il Papa è legge” quindi sinceramente non riesco a comprendere il senso del suo dibattere sotto questo punto di vista, a mio dire basterebbe semplicemente ammettere le colpe dell’attuale pontefice ed eliminare dal vocabolario cristiano la definizione di “segreto pontificio” soprattutto per quel che riguarda un argomento talmente delicato come lo è stato quello sui casi di pedofilia tenuti nascosti per non alimentare discussioni o critiche nei confronti di una situazione che faceva comodo mantenere “segreta”
Detto questo la ringrazio per il consiglio sulla lettura del libro-intervista “Luce del mondo” che senza ombra di dubbio mi affretterò a leggere, speriamo soltanto che il testo da lei citato non sia soltanto l’ennesima giustificazione per mettere a tacere le voci su un argomento scomodo mal gestito……..
@ Andrea Narcisi
…. trovo assurdo quanto puerile accostare certi fatti, riprovevoli, commessi da uomini di una chiesa ben lontana da quei ragazzi che sono andati a Madrid per la GMG convinti del proprio credere. Tantissimi ragazzi, arrivati da tutto il mondo, per una festa che li accomuna…. giovani che non chiedono ne tantomeno tolgono niente a nessuno e che se anche pesantemente provocati dai lobbisti della contestazione hanno seguitato solo a pregare senza imprecare ne condannare. Provi almeno una volta a frequentare quei ragazzi ed usi meno facebook potrebbe scoprire qualcosa di nuovo …… qualora avesse la fortuna di farlo guardi con attenzione negli occhi di quei giovani, troverà felicità vera perchè diversamente da altri pensano in proprio ed amano il prossimo
Viagaribaldi, non sono d’accordo. L’insulto non è mai la soluzione giusta.
(comunque, per la precisione, la trasformazione dei pani in pesci non è raccontata da nessuna parte: i vangeli parlano di moltiplicazione degli uni e degli altri).
I temi che più mi stanno a cuore non sono questi. Se uno vuole credere che un’asina ha parlato, o che una tromba ha fatto cadere le mura di Gerico, o ancora che i morti (anche da parecchi giorni) possano resuscitare, sono affari suoi. Quello che non mi sta bene è che pretenda di far vivere secondo le sue idee anche chi le idee le ha diverse: vedi problema del testamento biologico, o della fecondazione assistita, o del divorzio. O, nell’ambito di altre fedi, la circoncisione infantile, o il rifiuto delle trafusioni sanguigne non solo per sé ma anche per i propri figli infanti. Queste sono le cose che mi irritano della mentalità di certi credenti. Loro hanno l’inviolabile diritto di vivere e morire secondo le loro convinzioni. Ma anche gli altri lo hanno. E nessun parlamentare, cattolico, musulmano, animista o israelita, ha il diritto di legiferare condizionando la vita altrui alle proprie idee religiose. Il legislatore deve agire “ut Deus non esset”, come se Dio non esistesse.
@ cerasi
, … pensando a chi è costantemente contro tutto e tutti in quanto certo di essere “illuminato a prescindere” credo che la parte finale della scrittura del Trilussa, da lei citata, risulti veramente esplicativa (perdoni il cambio di alcune parole)
…..e riuniti fra de loro
senza l’ombra d’intelletto,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
dispensato dar pensà! (trilussa de noantri)
@ebul
Vorrei sapere cosa ne sa lei di me? Mi conosce? Sa che persone frequento o che lavoro faccio?? Come si permette di affermare “usi meno facebook potrebbe scoprire qualcosa di nuovo ” ??
Io non ho accostato i Papa-boys ad una situazione cosi delicata, mi stò solamente chiedendo come si possa ascoltare o prendere come punto di riferimento un personaggio del genere, oppure non è lecito neanche porsi una domanda?
Il signor Davoli, ad esempio ha risposto con educazione ed argomentando il suo punto di vista, lei giudica senza conoscere una persona e poi mi viene a parlare di rispetto nei confronti del prossimo? A mio modesto parere credo che debba imparare un minimo di educazione e a non nascondersi dietro uno pseudonimo, quando poi vorrà confrontarsi in modo civile con delle argomentazioni serie e con un minimo di senso compiuto, qui troverà sempre una porta aperta, arrivederci.
@ viagaribaldi
….non si è obbligati a credere come non si è tenuti ad insultare chi crede…… se nell’ ersprimere il proprio pensiero ci fosse rispetto per l’altrui modo di essere o di pensare, stia certo le diversità non esisterebbero, e magari in tanti non avrebbero + niente da dire.
@ ebul
Io personalmente non ho mai incontato nessun “illuminato”, ne come uomo ne tanto meno come Buddha.
E proprio perchè non ritengo nessuno “dispensato dal pensare” non comprendo proprio il senso del suo intervento…
Mi correggo caro Festa, non era trasformazione dei pani in pesci ma addirittura moltiplicazione. A volte è meglio riderci sopra
Leggendo, mi viene in mente che il laicista moderno (non il laico, che è un’altra cosa) ha sposato la tolleranza (che non è il rispetto). In nome della tolleranza, chiunque è libero di adeguarsi alle sue idee, oppure di tacere. Mi spiego: come tutti sproloquiano felicemente sul cristianesimo, dicendo come dovrebbe essere e come dovrebbero comportarsi papi, vescovi, preti, suore e semplici credenti, non si capisce perché – pariteticamente – un cristiano non possa dire come, secondo lui, dovrebbe essere la società civile, basata su quali principii e valori (penso a lei, caro amico Festa).
@ Narcisi
La specularità dei personaggi che ho citato serviva a far capire – credevo fosse chiaro, mi scuso se non è così – che una persona (o un popolo) segue degli ideali (o delle fedi) indipendentemente da come vive chi gliele propone. Documenti alla mano, sono straconvinto di quello che le ho detto a proposito di Benedetto XVI (almeno quanto sono convinto delle dicotomie teorico-esistenziali di alcuni capisaldi del pensare moderno e postmoderno come Umberto Eco, Giorgio Bocca, Indro Montanelli, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli, Eugenio Scalfari, etc.: gente che seguo e leggo – più per dovere che per amore, spesso: ma comunque li ho letti e li leggo – da oltre venticinque anni. E sapesse quante bandiere hanno cambiato, quanti aggiustamenti di linea hanno incarnato, nel periodo…). Certo, lei ha ragione: parliamo di personaggi la cui statura è infinitamente inferiore a quella di Joseph Ratzinger. Sia per il ruolo che ricoprono, sia per la bibliografia.
Se lei si accostasse senza pregiudizio (o meglio ancora, senza canone del giudizio) ai documenti, si accorgerebbe che le cose non stanno come gliele dipinge la stampa. O crede che un milione e mezzo di giovani abbia totalmente perso la testa? Io accetto la sfida, caro amico: vada a leggersi i documenti originali integrali. Rimarrà non cristiano, perché la fede non viene da una lettura e nemmeno dalla cultura. Però, se non altro (e non è poco), saprà come stanno realmente le cose.
@ Viagaribaldi
Lo conosce quel detto che recita “Raglio d’asino non arriva in cielo”? Ecco, lei fa un po’ questa figura e me ne dispiace. Non c’è niente di più gradito e gradevole di un contraddittorio (ad esempio, posso non essere – e non lo sono – d’accordo con enossam, ma non posso non riconoscergli proprietà di argomenti per cosi dìre… “enossamici”), ma di che possiamo parlare, se lei ignora beatamente anche i fondamenti scritturali della mia fede e però, nonostante questo, si picca di esprimere un giudizio?
Mi viene, per chiudere, un altro di quei miei fastidiosi pensierini che però a me paiono molto esemplificativi: se i cristiani fossero (o probabilmente sono) una minoranza e si piccassero di dare la propria linea comportamentale alla maggioranza (e a volte si ha questa impressione), si scatenerebbero (come realmente spesso succede) le sirene dei difensori dei più contro la prepotenza dei meno. Ora rovesciamo la questione: se un milione e mezzo di giovani va a Madrid per incontrarsi col Papa e ricevere una parola che reputa importante per la propria vita, che dovrebbe pensare – questo milione e mezzo che paga il biglietto aereo e gli alberghi di tasca propria per andare a Madrid – di quelle minoranze che vorrebbero dir loro a chi e a che cosa credere e come farlo?
@ Andrea Narcisi
.. tranquillo, di lei non so niente ed onestamente non mi interessa sapere ne chi frequenta ne che lavoro fà, so solo che il suo intervenire arrivava via facebook ……per semplificarle il senso dello scoprire qualcosa di nuovo intendevo “conoscere quei ragazzi di Madrid”
….Commentare l’articolo sui PapaBoys di testa su C.M. iniziando con il parlare della pedofilia, legandola al fare del Papa, figura centrale della Chiesa e di quelle giornate dei giovani significa mettere da parte l’argomento centrale, dimenticare i fatti, ed aprire una discussione diversa che non può appartenere al momento di festa di coloro che sono tornati da Madrid….. rivolga la domanda direttamente ai ragazzi, stia certo, colmerebbero senza la leicità della domanda di un non credente sul Papa. Cortesemente legga con + calma quanto ho scritto precedentemente si accorgerà che non ho espresso giudizi su di lei.
….non so cosa intende per confronto civile ne tantomeno cosa la turba di uno pseudonimo…..mi scusi, ma se mettere in chiaro il nome significa diventare educati quanto lei….. preferisco rimanere “diversamente educato”
@ Filippo
Visto che parli di cambiamento di bandiere mi spiace che proprio tu guardi la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non la trave nel proprio.
La chiesa ha cambiato decine, centinaia di volte bandiera: a seconda del momento storico, a seconda delle convenienze, a seconda dei rapporti di forza, a seconda di chi pagava di più….
E spesso, nel corso di circa 2.000 anni, ha avuto molti comportamenti contraddittori, per non dire schizzofrenici
(tra l’altro sempre se non erro, in fatto di cambiamento di bandiera, il papa B16 era un teologo di punta dell’ala più progressista della chiesa tedesca, che ha compiuto un inversione ad U, diventando uno dei più retrogradi teologhi di tutti i tempi.)
Comprendo che è difficile separare il papa politico (cioè tutti i papi della storia) dal papa rappresentante in terra dell’Onnipotente,
Separare le 2 cose sebbene l’Altissimo non ha scelto Roma, così come non ha scelto nessuno dei dogmi che nel corso dei secoli la chiesa ha inventato, così come non ha mai detto nulla sulle sovrastrutture che la chiesa ha costruito, sulle crociate, sulla caccia alle streghe, sulla vendita delle indulgenze, sullo IOR, sui legami con i nazisti, sulle conversioni forzate degli ebrei… E sull’inquisizione cioè su quella struttura che, cambiando nome, se non erro è stata anche retta dal papa che in giovane età ha pure indossato la giubba della hitler-jugend.
Nessuno credo vuole imporrre ai milione e mezzo di giovani cosa credere e come credere, ma così come loro hanno il diritto di professare la loro fede chi la pensa contrariamente (o pensa che la chiesa, da sempre, sia più preoccupata per il portafoglio che per le anime) abbia lo stesso identico diritto di dire come la pensa.
Del resto, fino a 150 ani fa, se non la pensavi come il papato rischiavi di finire in cella o impiccato….
A me fa ribrezzo sentire quanti MILIONI DI EURO siano stati spesi (ovviamente NON dal Vaticano) per questa “scampagnata” quando nel mondo c’è gente che non ha nè cibo nè acqua!!!
L’ennesimo esempio di chi PREDICA BENE E RAZZOLA MALE!!!
Mi fanno sempre più SCHIFO
@ Gianfranco
Il tuo punto di vista è secolare. Non ne discuto i riferimenti, però ribadisco che è un punto di vista secolare; ossia parlate di progressismo e conservatorismo come se stessimo in Parlamento, mentre il discrimine tra l’uno e l’altro – in ambito ecclesiologico – attiene sempre alla plurimillenaria tradizione della Chiesa, la quale a sua volta poggia sul patrimonio esegetico-teologico giudaico. Sono precisazioni diverse, quelle tra progressismo e conservatorismo ecclesiale: per esempio, Giovanni XXIII era progressista? Se rispondi sì, ti attieni alla sua bonomia; ma tralasci – devi farlo – molto del suo magistero, che col tuo metro giudicheresti indubitabilmente conservatore. Pio XII era conservatore? Eppure i testi del Concilio Vaticano II poggiano quasi integralmente sul suo magistero che, infatti, è riportato e citato un’infinità di volte. Paolo VI era progressista? Se sì, come collocate la “Humanae vitae”? E così via. Un conto è l’approccio, il carattere umano; un altro conto il magistero. E per quest’ultimo, le categorie di giudizio del secolo sono molto riduttive, oserei quasi dire gossipare.
@ Michele
Le fa ribrezzo anche lo stipendio dei divi della tv, dei calciatori, dei medici specialisti, dei docenti universitari e degli attori?
Trova disdicevole, ad esempio, che i cantautori più socialmente impegnati facciano concerti non propriamente adatti alle tasche dei più poveri?
Poi: dal momento che non è stato lei a pagare un solo centesimo per il viaggio di questi ragazzi, mi spiega cosa gliene frega se uno sceglie – per le proprie vacanze – di concedersi a proprie spese un pellegrinaggio a Madrid?
Se io voglio andare in vacanza a Madrid a mie spese, lei forse sa che contemporaneamente non faccio pure la carità per quelli che muoiono di fame?
Lei non ci va in vacanza? Ha rinunciato all’automobile per sfamare i poveri del Sudan? Veste di sacco per offrire il corrispettivo a chi non ha di che coprirsi?
Se la risposta è no, anche lei è di quelli che predicano bene e razzolano male; perché non può essere la quantità, il discrimine, ma la qualità.
E tuttavia, la informo di come sono ripartite le spese di quella che chiama “scampagnata” (solo perché lei non ci crede; e di quelli che ci credono che ne facciamo? Li mandiamo affanculo in nome della ormai arcinota tolleranza… pardon… rispetto?): biglietto per il pullman o l’aereo, alberghi e vettovaglie sono stati interamente a carico dei giovani, ai quali è stato chiesto un supplemento di solidarietà per quanti volevano andare ma provenivano da realtà economiche a dir poco difficili (domanda: un milione e mezzo di turisti – chiamiamoli così – non dà una mano all’economia di un paese in crisi?); all’allestimento del palco, delle strumentazioni e di tutte le coreografie ha provveduto la Conferenza Episcopale Spagnola. Il governo spagnolo ha provveduto alla sola incolumità del Papa, così come fa e farebbe per qualunque altro capo di Stato.
Un ultimo quesito: nel 2014 proverà lo stesso schifo per l’organizzazione dei Mondiali di Calcio?
@ Filippo
Io credo che ci sia da distinguere tra la fede, gli uomini e la struttura.
La fede (qualcosa diciamo di sovrannaturale) è certamente correlata al luogo di nascista: se tu nascevi in Arabia Saudita saresti stato probabilmente un fedele, ma non al dio dei vangeli così come se tu nacevi in India le probabilità che saresti stato un fedele indù erano altissime.
Già questo, di per se, dal mio punto di vista dovrebbe far capire come sia ridicolo pretendere che il proprio dio sia quello vero in quanto, nascendo in un altro paese, il proprio dio sarebbe stato moltooooo probabilmente diverso da quello professato dal solo fatto di essere nato in occidente.
Se poi aggiungiamo che molti cattolici (nonostante i pallidi tentativi interconfessionali di giungere a qualche soluzione comune) hanno la pretesa di avere, nella Hit Parade di dio, la medaglia d’oro per il fatto che il nostro si è rivelato, sceso in terra, ecc. anche qui questo dovrebbe far capire che qualcosa non torna…
Poi ci sono gli uomini, i papi, la gerarchia vaticana che è fatta di uomini con i loro pregi e le loro debolezze: tutti parlano in nome di dio, ma non mi sembra che nessuno abbia (o abbia avuto mai) in tasca uno straccio di pezzo di carta firmato che dicesse che papi, vescovi e cardinali fossero gli addetti stampa dell’altissimo… Del resto la chiesa ha cambiato così tante volte versione che ciò che era giusto 300 o 500 anni fa ora è completamente sbagliato, a testimonianza che sono gli uomini che fanno parlare dio (e che si aggiustano con quanto accade intorno a loro) e non il contrario.
Poi infine c’è la struttura che alimenta se stessa, a cui le anime interessano così come a me interessa consocere l’aramaico antico.
Una struttura che fonda il suo agire attraverso la conservazione del potere, gli intrighi, gli intrallazzi ed anche la più bassa politica.
Poi, sotto a tutto questo, ma molto sotto vieni tu con la tua fede che sai che ho sempre rispettato anche se non ho mai capito.
Ma la fede è qualcosa di tuo, intimo, il resto sono solo orpelli, aspetti esteriori, carnevalate create ad arte per mantenere il potere.
Te l’ho sempre detto: se esiste l’inferno (e in un certo qual modo esiste sulla terra: guerre, distruzioni, ecc.) io credo che andando a guardare bene ci ritroveremo la stragrande maggioranza dei papi e delle gerarchie vaticane degli ultimi 2.000 anni (e tutte le loro leggi, encicliche, libri, canoni, dogmi, ecc.) nonchè buona parte dei preti e monache.
.
.
Va’ serenamente in mezzo al rumore e alla fretta
e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza doverti arrendere, conserva
i buoni rapporti con tutti.
Di’ la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri,
anche il noioso e l’ignorante:
anch’essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone prepotenti e aggressive:
esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro,
perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile:
e’ un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo é pieno di inganno.
Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c’é di buono:
molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e’ piena di eroismo.
Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare.
E non essere cinico riguardo all’amore,
perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso e’ perenne come l’erba.
Accetta di buon grado l’insegnamento degli anni,
abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di la’ di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.
Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai un preciso diritto ad essere qui.
E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l’universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti,
questo e’ ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente.
Fa’ di tutto per essere felice.
(Max Ehrmann)
@ cerasi
…..per comprendere il senso del mio intervento provi a legarlo al testo che ha inserito……. personalmente ritengo INDISPENSABILE pensare soprattutto prima di esporre un personale pensiero, illuminato e/o legittimo fin che vuole, ma che comunque tocca argomenti di significativa importanza per altri.
@ebul
Sta dicendo, quindi, che nessuno deve più scrivere qui, nessuno deve più pensare, nessuno deve più dire una parola????
Perchè tutto ciò che noi diciamo tocca argomenti che potrebbero essere significativi per altri, quindi per evitare di urtare involontariamente gli altri dovremmo tutti starcene zitti???
Oppure diventiamo il massimo dell’ipocrisia e con gli altri si parla “bene” solo degli argomenti di cui gli altri pensano bene???
Oppure ci sono argomenti di serie A, di cui non biasogna parlare, ed argomenti di serie B (diciamo più frivoli) di cui si può parlare?
E chi decide quali sono gli argomenti seri e quelli faceti?
Scusi ma continuo a non seguirla nel suo ragionamento…..
Caro Davoli,
a mio parere la distinzione fra laicità e laicismo è speciosa: o si ragiona da laici – separando ciò che appartiene al mondo SOGGETTIVO della fede da ciò che compete al mondo OGGETTIVO delle relazioni sociali – o non lo si è. Quella del “laicismo” mi sembra un’invenzione di certi ambienti clericali per guardare con sufficienza e una punta di disprezzo verso il mondo laico.
Tolleranza contro rispetto è un’arma a doppio taglio. Lei la usa riferendosi al laico, io -laico, o se preferisce laicista – la potrei usare riferendomi al clericale che “sopporta” l’esistenza del laico, che però volentieri vorrebbe ridotto al silenzio.
A rischio di ripetermi, insisto sulla differenza tra le fedi religiose, che appartengono all’inviolabile sfera delle convinzioni personali, e le norme del vivere civile, che devono regolare i rapporti tra le persone e i gruppi di persone.
Il credente (quale che sia la sua fede) ha il diritto inviolabile di applicare a sé stesso le proprie convinzioni, ma non di imporle agli altri. Questo elementare concetto individua anche il discrimine fra religioni lecite e religioni non lecite: l’induismo, ad esempio, è a mio parere illecito, perché sancisce gerarchie di valore assoluto fra gli esseri umani – il sistema delle caste – a mio parere intollerabili. Altrettanto illecito era il bolscevismo (una vera e propria religione, anche se paradossalmente si professava ateo), che pretendeva di imporre una sola visione dell’umanità e della storia: la sua.
Io non predico la tolleranza – nella sua interpretazione, in realta, si tratta di sopportazione – per il semplice motivo che non ho la pretesa – tipica invece delle religioni – di possedere la verità. Sono al contrario un appassionato difensore della parità di tutte le opinioni, MA SEMPRE A CONDIZIONE CHE NON PRETENDANO DI CONDIZIONARE LE OPINIONI ALTRUI.
Non contesto, quindi, il diritto inviolabile di un cattolico di non ricorrere al divorzio, alla fecondazione in vitro eterologa, al testamento biologico. Contesto la sua pretesa di imporre anche a me queste sue opzioni. Per inciso: se anziché scelte questi comportamenti diventano imposizioni, dov’è il merito del credente? Impossibilitato ad esercitare il libero arbitrio e virtuoso per forza, non so quanto possa essere ritenuto realmente virtuoso. Si tratta, per quest’ultima osservazione, di una mera curiosità, ovviamente, dato che non è affar mio sindacare i meriti e i demeriti di un credente nei confronti del proprio sistema morale.
Non è quindi affatto vero, Sig. Davoli, che io ritenga lei – o qualsiasi altro credente – libero di pensare quel che vuole, a condizione che pensi quel che piace a me. Inquisizioni, autodafè, indici dei libri proibiti, suggeriscono se mai il contrario. Non dimentichi che l’attuale papa ha più volte scagliato i suoi anatemi contro quello che chiama il “relativismo scientifico”. Qual è l’alternativa che propone? Il suo contrario, l’assolutismo teologico? Mi permetterà di rispondere che i cattolici sono liberissimi di seguirlo, se così ritengono di fare; ma io, che non sono né cattolico né seguace di alcuna religione, rivendico il diritto di restare un relativista scientifico.
LIBERA NOS DOMINE
http://www.youtube.com/watch?v=uYeMsjzxEhA
http://www.youtube.com/watch?v=Wff-ANLSEfc&feature=related
Da morte nera e secca, da morte innaturale,
da morte prematura, da morte industriale,
per mano poliziotta, di pazzo generale,
diossina o colorante, da incidente stradale,
dalle palle vaganti d’ ogni tipo e ideale,
da tutti questi insieme e da ogni altro male,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da tutti gli imbecilli d’ ogni razza e colore,
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore,
dai pazzi giacobini e dal loro bruciore,
da visionari e martiri dell’ odio e del terrore,
da chi ti paradisa dicendo “è per amore”,
dai manichei che ti urlano “o con noi o traditore!”,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Dai poveri di spirito e dagli intolleranti,
da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti,
da eroi, navigatori, profeti, vati, santi,
dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti,
dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti,
dall’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti,
libera, libera, libera, libera nos Domine!
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura,
dai preti d’ ogni credo, da ogni loro impostura,
da inferni e paradisi, da una vita futura,
da utopie per lenire questa morte sicura,
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura,
da fedeli invasati d’ ogni tipo e natura,
libera, libera, libera, libera nos Domine,
libera, libera, libera, libera nos Domine…
Les hommes naissent et demeurent libres et égaux en droits, “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti”.
………una sola parola eguaglianza………
@ Davoli….
1) l’unico stipendio, secondo me, veramente meritato tra le categorie da Lei citate, è quello dei medici!!! Si faranno pur pagare profumatamente, ma almeno aiutano gli altri;
2) …50 e più € per un concerto di Venditti (lo prendo ad esempio dato che ci sarà, fra pochi giorni, a Macerata) non sono tanti…sono TROPPI!!!
3) nessuno ha messo in dubbio la libertà Sua, e di tutti i ragazzi del mondo, di fare le proprie vacanze a Madrid o dove cacchio (eufemismo) vuole!!! Non ho mai detto che Lei, o i papa-boys, non POTEVANO o DOVEVANO andare a Madrid;
4.a) una piccola vacanza l’ho fatta anche io senza rinunciare all’automobile (non papa-mobile) ma, a differenza del Vaticano: PAGO LUCE, ACQUA e FOGNE, GAS, ASSICURAZIONi, BOLLI, TASSE IMMOBILIARI, etc. etc. etc., mentre i loro costi sono TOTALMENTE A CARICO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI!
Inoltre, NON POSSIEDO quasi il 30% del patrimonio immobiliare Italiano e con l’8 per mille NON TOLGO quasi 1 Miliardo di Euro all’anno all’Italia.
Tralasciamo, poi, il discorso dei musei vaticani e delle scorte d’oro nelle segrete;
4.b) non vesto certo di sacco (come i soli frati fanno), ma credo che molti paramenti sacerdotali siamo molto, ma molto più costosi dei miei vestiti;
4.c) mi guardo bene dal predicare…non ne ho nè le capacità nè l’autorità; cerco solo di seguire e di applicare i “consigli” di Colui che sta lassù, cercando di non farmi imbambolare dai suoi “portavoce”….loro si che predicano e razzolano…;
5) non ho mai mandato affanculo neanche uno dei partecipanti alla GMG che si son dovuti pagare biglietto per il pullman o l’aereo, alberghi e vettovaglie e mi chiedo…perchè il SUPPLEMENTO DI SOLIDARIETA’ per quanti volevano andare, ma provenivano da realtà economiche a dir poco difficili, non è stato approntato dalla chiesa????
6) “il governo spagnolo ha provveduto alla sola incolumità del papa, così come fa e farebbe per qualsiasi altro capo di stato”…
…permette che queste sono spese a cui potrebbe provvedere qualsiasi capo di stato e il vaticano di tasca propria!!! E vogliamo parlare dei 50 milioni di € spesi dallo stato spagnolo per la visita!? Mi si potrebbe obiettare che sto parlando della Spagna e non dell’Italia ma, ahimè, ogni volta che il papa è “ospite” di qualche paese c’è sempre dietro un costo pubblico!!!
7) x fortuna non seguo il calcio, anche se, in genere, in queste manifestazioni, la maggior parte dei costi sono coperte dagli sponsor (= soggetti privati che dei solo soldi fanno ciò che vogliono)
PURTROPPO….nella nostra cultura criticare la fede rappresenta un tabù assoluto. Le nostre conversazioni sono così settoriali e partizionate che le affermazioni religiose sono immuni alla pressione critica.
Bene il ritorno del Papa Boys, ma che ciazzecca con il rinvio del consigli regionale? ma noi marchigiani non abbiamo i nostri problemi (tanti) da risolvere? vedi la SANITAAAAAAAAAAAAAA
Nel pomeriggio mi sono addormentato in poltrona ed ho sognato………..
….Madre Teresa che con la sua semplicità diceva:
“Dai il meglio di te…
Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
non importa, fa’ il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani
dimenticato.
Non importa fa’ il bene
L’onestà e la sincerità ti
rendono vulnerabile
non importa, sii franco
e onesto.
Dà al mondo il meglio di te, e ti
prenderanno a calci.
Non importa, dà il meglio di te ”
Madre Teresa aveva la fortuna di credere, ma prima ancora aveva una fortuna piu’ grande, la semplicità con la quale voleva bene agli altri.
Madre Teresa non rimproverava o offendeva nessuno, Madre Teresa dava l’esempio.
Esempio di bontà, di semplicità, di povertà.
Quanti nella chiesa seguono il suo esempio?
@ giuseppe
Quanti nella chiesa seguono il suo esempio? Tanti. Più di quanti lei creda. Solo che non stanno tutto il giorno a portarsi appresso il capopagina dei quotidiani e delle tv. Madre Teresa, peraltro, visto che la chiama in causa, ha sempre detto che la sua forza nell’amare gli altri la trovava nell’adorazione al Santissimo e nella fedeltà al “dolce Cristo in Terra” (definizione di un’altra Teresa, Teresa d’Avila, in riferimento al Papa). C’è poi un eroismo semplice, quotidiano, che non necessita di andare in India, ma “si contenta” di amare il prossimo qui. Lo dice Gesù nel Vangelo, quando parla dei talenti e dice che uno produrrà il cento, uno il sessanta, uno il trenta. Come a dire che non è la quantità o la spettacolarità di bene compiuto a fare un santo, bensì l’obbedire alla propria vocazione: sia essa consacrata interamente a Dio, sia essa mediata attraverso la via del matrimonio. Vocazioni paritetiche e fondamentali entrambe, l’una a compendio dell’altra e entrambe a servizio dell’uomo.
@ Festa
A servizio dell’uomo. Il cristianesimo non può essere ridotto a una religione intimistica e individualistica. Anzitutto perché non è una religione (nel senso di una serie di norme e preghiere intese come obblighi) ma un fatto: la risurrezione di Cristo e il dono del Suo Spirito a coloro che ne accolgono la predicazione.
Il cristianesimo, in questo senso, non è nemmeno un “dare il meglio di sé” ma essenzialmente un dono. Che accolto produce ora il trenta, ora il sessanta, ora il cento (Madre Teresa di cui si diceva era un cento).
Ma come si produce questo trenta o sessanta o cento? Madre Teresa ha sempre detto che per lei era motivo di grande consolazione annunciare Cristo e la Sua Parola ai suoi poveri. Testimoniandola nel suo amore per loro. Ma anche annunciandola a parole. Ora, questo annuncio si può considerare un voler condizionare le opinioni o credenze altrui? Anche l’amore, infatti, ha una valenza coinvolgente e convertente, se vogliamo. Allora che si fa? Non si deve? Non si può? Ma perché, mi chiedo, se ho trovato un medico che mi ha guarito dal cancro non posso dirlo ad altri malati? I quali sono liberi di rispondermi che sono invasato, che credo alle favole, che dal cancro non si guarisce (anche se io sono guarito) e non darmi retta. Ma forse uno ci prova e magari guarisce anche lui. Non sarei più colpevole a tenere per me l’indirizzo del dottore e i benefici che mi ha recato? Possiamo considerare una violazione dell’altrui individualità il comunicargli il nostro punto di vista sulle cose? A me pare irreale, la difesa a tutti i costi delle monadi. E questo per quanto concerne la sfera individuale, contingente, diciamo così.
A livello generale, un cristiano credo possa manifestare i propri convincimenti e, dal momento che crede che la Parola di Cristo abbia la risposta ai dolori del mondo, sarebbe contraddittorio che non la facesse conoscere agli altri. I quali – attenzione! – restano liberi di non accoglierla e non ascoltarla (esattamente come noi cristiani non accogliamo i suggerimenti secolari che ci provengono dai laici a proposito di come dovremmo essere cristiani, etc. etc.). Ma chiunque – a me pare – prende volentieri la parola per stigmatizzare quella dei cristiani. Non si capisce perché questo sia chiamato libertà di pensiero quando si pronunciano i laici contro il Papa e la Chiesa, e invasione di campo quando si pronunciano i cristiani.
Madre Teresa, vicino a un malato terminale di cancro in piedi di fronte a lui, gli tiene la mano dicendogli: stai soffrendo come Cristo sulla croce, sicuramente è Gesù che ti sta baciando.
E il povero risponde: allora, per favore, digli di smettere di baciarmi!
Davoli, lei e gli altri cristiani RITENETE, o se preferisce CREDETE che ci sia stata davvero una resurrezione eccetera: sono OPINIONI, non fatti. Le fonti che ne parlano sono autocertificanti, e prive di un qualsiasi riscontro OGGETTIVO (ossia terzo, non interessato e quindi storicamente attendibile).Che voi, queste opinioni, le riteniate fatti, resta sempre nel campo delle libere, insindacabili e legittime scelte INDIVIDUALI. Ma per me e per quelli che la pensno come me, si tratta di leggende, non documentate, non documentabili, e quindi non elevabili allo status di eventi storici.
Nessuno che sia veramente democratico e rispettoso dei diritti altrui si sogna di impedirvi né di crederci né di dirlo in giro. Quello che non avete assolutamente il diritto di fare è di pretendere che anche io – o altri atei, o credenti in altre religioni – ci si debba uniformare al vostro sistema di pensiero e trasformare questo VOSTRO sistema di pensiero nel COMUNE sistema giuridico, morale ed etico. E’ esclusivamente questo che vi contesto, ed è precisamente questo che la Chiesa, nella sua bimillenaria storia, ha invece cercato di fare. E tutt’oggi cerca di fare, tentando di condizionare con motivazioni a sfondo religioso gli orientamenti del Parlamento: a rischio di essere noioso, elenco ancora una volta temi come l’eutanasia, il divorzio, la fecondazione assistita; e aggiungo il matrimonio degli omosessuali, un esempio della differenza fra visione libertaria (se si sposano non fanno male a nessuno, e quindi dovrebbero essere liberi di farlo) e visione dogmatica (Dio non vuole, quindi non debbono farlo).
La sua verità di fede, Davoli, non è una verità assoluta: è la verità sua e di quelli che condividono la sua fede religiosa. Il sistema di pensiero laico non accetta il principio di verità e si accontenta, più modestamente, del principio di realtà: non guarda in cielo, ma sta coi piedi per terra.. La verità, peraltro, è una brutta bestia, nel nome della quale si sono compiute terribili nefandezze, dato che ognuno ha la pretesa che la sua sia la sola, e quando può la impone anche con la forza. I portatori di verità, che si chiamino Osama bin Laden, Torquemada, Ignazio di Loyola, Maometto o Hitler, mi hanno sempre fatto paura.
@ Festa
Caro amico,
sono d’accordo con lei sull’esigenza di non imporre il cristianesimo a codice giuridico universale. Ma faccia attenzione un attimo a come (con un canone di giudizio, checché lei creda) divide il mondo e la storia in due: da una parte gli ottimi laici-atei-illuminati. Dall’altro i pessimi, nella cui lista includere senza ombre o dubbi di sorta i cristiani. Ora, però, si dà il caso che la storia abbia un’infinità di contraddizioni e di ombre che suggerirebbero – nella disamina – un po’ più di cautela: ad esempio, lei mi cita Ignazio di Loyola, il quale non capisco a che titolo rientri nella lista nera. Forse – è dato sospettare – per l’evangelizzazione che i suoi figli spirituali compirono nelle Americhe. Prenda il suo libro di storia delle medie o delle superiori e faccia attenzione alla curiosità che le segnalo: a pagina 3 (o 10, non è questo che conta) vengono segnalate le antiche civiltà americane, basate su un rigorosissimo sistema di caste, con sacrifici umani agli dei, etc. Passano due o tre pagine ed ecco arrivare gli odiati cristiani che distruggono il “buon” selvaggio e la sua splendida civiltà. Ma come – mi sono sempre chiesto… – non eravamo rimasti che facevano sacrifici umani, etc.? Ora, non è più agevole – e comprensibile – una simile disfatta da parte di quegli antichi regni, in nome di una stanchezza dismisurante da parte dei quei popoli così duramente controllati, schiavizzati etc.? Non è maggiormente capibile che c’era un humus già pronto, in un certo senso, ad accogliere la novità?
Idem dicasi nel tempo dell’Illuminismo (di cui il Papa attuale stende un vistoso elogio, per le conquiste di libertà intellettuale raggiunte, pensi un po’ quant’è lontano l’oscurantismo da Benedetto XVI…), sfociato – in nome di quelle libertà o di cos’altro? – nel Terrore.
Non vorrei poi le sfuggisse – nonostante gli errori degli uomini di Chiesa – che il concetto di uguaglianza tra tutti gli uomini, in nome della figliolanza divina, è proprio del cristianesimo: è per questo, ad esempio, che in Pakistan, ai giorni nostri, i cristiani subiscono una ferocissima persecuzione; la loro colpa è professare liberamente che credono in Gesù Cristo e, soprattutto, affrancare i paria locali in nome di quella uguaglianza che le ho detto qui sopra. A parte il fatto che quando avvengono stragi di cristiani non vedo in piazza una sola bandiera o uno straccetto di petizione, che si deve fare, avendo elevato a codice intoccabile la sua posizione, sig. Festa? Lasciare che quei paria – che i missionari sentono come loro fratelli in nome della propria fede – rimangano sotto, trattati come bestie senza valore, per rispettare una civiltà religiosa che non è la nostra? Come si applica il codice individualista in quei casi?
Vorrei non le sfuggisse, parimenti, che nonostante le donne non possano diventare preti (ma anche quello si spiega, all’interno di un discorso ampio e chiarificatore che – peraltro – dovrebbe, secondo i suoi discorsi – attenere solamente alla Chiesa, mentre invece ci mettono bocca tutti), la condizione della donna come persona con la sua dignità da rispettare a tutti gli effetti è propria del cristianesimo. E così l’idea di ferie nel lavoro, partendo dal giorno del Signore (il sabato per gli ebrei, la domenica per noi, in cui non si lavora). Cioè, voglio dire, la cultura cristiana ha prodotto molti più frutti buoni (e duraturi, nella nostra civiltà) di quanti gliene vorrebbe attribuire lei con quell’elenco di dittatori-sfruttatori-fondamentalisti-pazzi (tra i quali, curiosamente, mancano Fidel Castro e Stalin).
Quanto alle opinioni che non avrebbero riscontro – in quanto le prove portate da addetti ai lavori, per così dire… – le direi di non leggere solamente Augias e Odifreddi (che tra l’altro sono abbastanza indocumentati a riguardo, per non dire ignorantelli…). Certo: la risurrezione rimane un fatto non documentabile, con le prove scientifiche che però può fornire solamente il nostro tempo. La documentazione, nel passato, avveniva sulla scorta delle opere che compivano i seguaci di questo Cristo. Cominciò Pietro sulla porta del tempio, guarendo un paralitico in nome di Gesù. Dice: “Quel Gesù Cristo che avete mandato a morte, Dio l’ha risuscitato. A riprova di ciò, io dico a questo paralitico ‘In nome di Gesù Cristo, alzati e cammina’, e quello si alzò”.
La paralisi – non devo spiegarglielo io – è simbolo di ogni legaccio che tiene imprigionato l’uomo; il cristianesimo non crede nella bontà e nella cattiveria, ma nella libertà e nella schiavitù: “Vorrei amare i miei nemici ma non ci riesco, vorrei non aver paura della morte e della sofferenza, ma non ci riesco. etc.” Cristo compie quest’affrancamento per ogni uomo della Terra che lo desideri. Questo è vero, perché io come molti altri ne sono testimone sulla mia stessa carne, nella mia concretissima esistenza. Non dovremmo quindi confondere l’idea di verità con quella di libertà. Se io sono stato guarito ed ero malato, è un fatto vero che sono guarito. Il fatto che lei non ci creda non significa che non è stato vero. Significa che lei è libero di non crederci. E capisce bene che la prospettiva cambia. Proprio per questo, ogni volta che un cristiano disattende alla propria statura e vocazione, in un certo senso uccide il suo Maestro. Ma ogni volta che lo accoglie e si lascia portare dalla Sua risurrezione (perché buoni propositi, sforzi, programmi non bastano) dà segni. Che ovviamente, in nome della sacrosanta libertà di ogni uomo, possono non essere creduti. Ma non per questo non sono veri. L’incredulità – se elevata a sistema – non può diventare un criterio di annullabilità della verità. Perché altrimenti diventa – anche se pensa il contrario – più totalitaria del totalitarismo.
grazie ragazzi del GMG… attraverso le vostre testimonianze ho pianto di gioia, per la forza del silenzio…il rumoroso silenzio… che mette a tacere ogni malelingua, ogni prepotenza… grazie per il coraggio di salire nella strada della difficoltà e nella consapevolezza dell’incontro con DIO…credere ed avere fede può essere una scelta, al pari di coloro che decidono di non credere e non hanno fede e si sentono autorizzati solo alla critica… RISPETTO! ci vuole rispetto da ambo le parti… grazie @filippo x quest’ultimo intervento, veramente significativa la similitudine del dottore con la guarigione del malato di cancro…
@michele… soldi…soldi…soldi, milioni di ragazzi “sani” che hanno scelto di spendere i “loro soldi” per un loro desiderio… viene da pensare ( e mi rendo conto di essere volutamente provocatoria), che si contesti questa scelta perché l’ingente costo ha aiutato l’economia di un paese straniero e attualmente in sofferenza!… chissà, magari era meglio se una buona parte di questi “lodevoli” ragazzi avesse preferito l’economia del nostro paese, e… xké no, proprio nel maceratese…, magari nei “giri” dei cancelli o in qualche sagra di vino e birra…alla fine tutti ubriachi e mezzi “fatti”… ma con la consapevolezza di essere stati fedeli al proprio paese…
Il caro amico Filippo, che non a caso è un poeta e uno scrittore, non ha alcuna difficoltà a controbattere ad ogni eventuale argomentazione che viene portata.
E lo fa anche con cognizione di causa, non dando mai risposte generiche, ed è anche bravo a rovesciare i ragionamenti.
Non a caso riporta l’esempio dei nativi americani (con i sacrifici umani e le caste ecc.) e li contrappone all’evangelizzazione che a suo modo li avrebbe liberati, resi meno schiavi, resi più “umani”, addirittura “cristiani”
Ma mi sembra che, nonostante la croce arrivata a salvarli, non è che per i nativi americani la situazione fosse poi cambiata di molto:sempre sottomessi e sempre schiavi erano in quanto (fino apoco più di 100 anni fa) non è che nella chiesa si sbracciassero in tanti per le diseuguaglianze, per gli stati cattolici che praticavano la schiavitù, ecc. ecc.
Anzi per quasi 1900 anni la chiesa è stata una delle principali strutture che ha cercato non cambiare nulla: servi e padroni, poveri e ricchi, vincitori e vinti, nobili e morti di fame (e sempre la chiesa si è schierata con i padroni, con i ricchi, con i vincitori, coni nobili)
E non a caso Filippo tenta di scindere il discorso e di porlo su 2 piani, uno teologico e l’altro ben più umano….
E sul discorso teologico (dogmi, fede, resurrezione, ecc) c’è poco di star parlare: riguarda strettamente la comunità di fedeli, per cui chi non è seguace non è che abbia poi tanti motivi di discuterne poichè in generale è argomento che non lo riguarda, non lo tocca….
Così facendo però cicca clamorosamente sul piano umano che, suo magrado (magrado di Filippo) è legato a doppio filo a quello teologico.
Certamente le crociate, poco telogiche e molto umane, sono state fatte dagli uomini e quindi è colpa degli uomini se ci sono state uccisioni, saccheggi, stupri, rapine, devastazioni….
Ma chi è che si sbracciava tanto per le crociate?
Il papa, il sommo cristiano della chiesa dei cristiani, il rappresentante del Dio cristiano in terra….
Ma uomo per cui “imponeva” la crociata da un punto di vista religioso ma essendo uomo, cioè che sbaglia e commette errori, ecco che la religione che rappresenta è salva.
Lo stesso dicasi per tutte le altre malefatte di cui è costellato il cammino della chiesa: quando si tratta di spiegare le aberrazioni (omicidi, inquisizione, impiccagioni, sevizie, carceri, torture, ecc. ecc. ecc. ecc.) si ricorre sempre alla giustificazione che erano uomini….
… Ma questi uomini uccidevano, stupravano, ammazzavano SEMPRE in nome di Dio.
Ecco dove sta la contraddizione in tutti gli interventi di Filippo: lui scambia la fede per le sovrastrutture religiose.
Quindi è Dio rappresentato in terra dal vaticano ma è l’uomo (del vaticano) che comette gli errori e Dio, in questo caso, rimane fuori dalla porta.
Tra l’altro la storia della chiesa, fino a che la chiesa come struttura aveva potere temporale, è tutto meno che una storia di amore.
Fino a che non gli è stato sottrato il potere di vita e di morte sulle genti la chiesa si è sempre comportata da tiranna, comportamenti non dissimili che ritroviamo nelle dittature politiche o religiose (che hanno imparato pressochè tutto dalla storia della chiesa di roma).
Cioè fino che ha potuto la chiesa romana è stata una chiesa di morte, di accentramento del potere, di intrighi, di inganni… Tutti in nome e per conto di Dio (cosa abbastanza facile, per i papi e il clero, visto che Dio resta in silenzio).
Dopodichè una volta perso potere, per sopravvivere, la chiesa si è riprogrammata diventato una chiesa di amore, poichè questo era l’unico mezzo per poter ancora conservare, tra le genti, il potere.
L’amico Filippo, essendo un ortodosso, è suo malgrado costretto ad accettare (addirittuta tentare di spiegare e giustificare) anche tutto quello che di negativo la chiesa (come comunità umana) ha rappresentato nei secoli.
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Ma sono certo nella sua buona fede, così come sono certo che tra i tanti chiamati lui molto probabilmente sarà uno di quelli che avrà un posto nell’ascensore in salita….
((°J°))
No, Davoli: neanche un po’. Non ci sono, nella mia visione del mondo, né ottimi né pessimi: le pagelle non sono il mio forte. Continuo a dire che ognuno ha il diritto di pensare quel che vuole, e mi guardo bene dal pretendere che quel che penso io sia giusto, e quel che pensa lei sbagliato. E’ se mai lei, che – lo dimostra il suo modo di esprimersi – ritiene di essere meglio documentato (la cito testualmente: “Prenda il suo libro di storia delle medie o delle superiori”, “le direi di non leggere solamente Augias e Odifreddi “) e guarda con sufficienza e una punta di disprezzo verso le altrui fonti di informazione. Peccando anche un tantino di supponenza: cosa le fa credere che io legga soltanto Augias e Odifreddi? e cosa le fa ritenere che le mie informazioni in campo storico siano tanto arrugginite? Io non ho mai presunto che ci sia ignoranza nei miei interlocutori, ai quali non dò lezioni: scambio opinion.
Ignazio di Loyola ha inventato il famoso motto dell’obbedienza “perinde ac cadaver”. Questo, nella mia ottica di persona che si sforza di usare il proprio cervello, ne fa ad usura un pessimo maestro: l’obbedienza cieca non fa per chi ama la libertà.
Le persecuzioni che oggi i cristiani subiscono in Pakistan sono un altro terribile esempio dell’assurdità dei dogmatismi. E dimostrano come sia pericoloso che una scuola religiosa permei il tessuto sociale fino a far ritenere che l’unica verità stia in ciò che si vuol credere.
Ad ogni modo, il problema dei paria riguarda l’India, e non il Pakistan, che è musulmano. E già ho affermato, in questo stesso forum, che considero l’Induismo una religione ingiusta proprio perché legittima l’inferiorità di alcuni e la superiorità di altri. Per lo stesso motivo considero ripugnante ogni forma di aristocrazia.
Tuttavia non dimentichiamo che anche il cristiani non hanno scherzato, quando hanno voluto imporre le proprie verità: la crociata contro gli Albigesi e la fine dei Dolciniani sono esempi piuttosto eloquenti.
Personalmente, ritengo ripugnanti e riprovevoli tutte le prevaricazioni, non importa se esercitate nel nome di un dio, di un libro, di un leader o di qualsivoglia motivo.
Le argomentazioni che lei porta, infine, per ritenere documentati certi eventi, sono indubbiamente valide nella sua ottica; nella mia restano opinioni. Sarà un mio limite, ma il fatto che una tradizione affermi una certa “verità” non è sufficiente a rendere fattuale questa presunta verità. Quel che è raccontato nei testi del cristianesimo possiede lo stesso peso documentale delle affermazioni di Maometto nel Corano (che infatti per i musulmani è intoccabile verità), o del Libro Tibetano dei Morti, o del Libro di Mormon: tutti questi testi si dichiarano veridici, e tutta la loro veridicità sta nella loro dichiarazione. Gli esempi che lei cita sono autoreferenziali: il suo testo sacro racconta un certo episodio, lei dà per scontato che l’episodio sia realmente accaduto, e si profonde poi nell’esegesi del testo. Tutto questo non ha nulla di scientifico.
Quanto al fatto che in passato le dimostrazioni non si basavano su criteri oggettivi, richiamo alla sua memoria la geometria euclidea, che pur basandosi su alcuni postulati di partenza, procede per dimostrazioni successive logicamente inoppugnabili (in materia, ovviamente, di geometria piana; ma Poincaré, all’epoca, non era ancora nato…). E’ dal campo di indagine, piuttosto, che dipende il criterio di valutazione della attendibilità di ciò che si esamina. Messori lo dice chiaro e tondo: la storiografia cattolica si basa sulla “Christlische Weltanschauung”, la visione cristiana del mondo, e se la ride di criteri come i riscontri documentali, l’esame delle fonti e altre bazzeccole da storiografo laico.
La mia formazione, per quanto innamorato io sia di musica, letteratura, poesia e arte in genere, esclude l’accettazione di una verità non dimostrabile scientificamente e non filtrabile al vaglio del criterio di falsificabilità di Carl Popper. Tutto il resto è magari gratificante, piacevole, consolatorio, ma non sufficientemente dimostrato né dimostrabile.
Io di sacerdozio femminile non ho parlato, quindi non vedo perché se ne serve per confutare me. In materia di dignità femminile le mie idee non combaciano naturalmente con le sue, dato che comunque l’inferiorità della donna è sancita già dalla Genesi, ed è a più riprese sottolineata da Paolo di Tarso; in tempi più recenti, sia pur indirettamente, l’ha ribadita Vittorio Messori nel suo “Dicono che è risorto”.
Non ho citato Castro e Stalin nell’ultimo mio intervento, ma avevo già citato il bolscevismo – condannandolo – in uno precedente; e se le fa piacere, all’elenco aggiungo anche Lenin.
Il Terrore è una terribile conseguenza dell’integralismo di alcuni dei rivoluzionari francesi, quali Saint-Just e Robespierre. E’ indubbiamente una pessima cosa ed ha provocato terribili conseguenze. Ma non è l’illuminismo. L’Illuminismo ha prodotto la Déclaration des Droits de l’homme, che ritengo uno dei più alti parti dell’ingegno umano. Sarebbe come dire che il cristianesimo si identifica con le crociate che ho citato più sopra, o il cattolicesimo con la strage degli ugonotti. Robespierre era un uomo intelligente, determinato, convinto – anche lui – di possedere la verità. E per questo motivo pericoloso.
Concludo con l’ovvia constatazione che potremo continuare a dibattere ad libitum, ma come è ovvio ognuno resterà sulla sua posizione; ad ogni modo, se le fa piacere (e se la Redazione di Cronache Maceratesi ci sopporta) io non ho problemi a continuare…
Caro Festa,
se a lei non fa orrore (ed anche per liberare gli amici di CM dal nostro educatissimo ma logorroico dibattito) la inviterei per una pizza. Concordo sul fatto che rimarremo ognuno sulle nostre posizioni, ma la vita – come diceva Vinicius De Moraes – è l’arte dell’incontro. E credo che – posizioni a parte – l’incontro sia la cosa più importante.
Il problema direi ontologico di santa romana chiesa risiede nella totale discrepanza tra il sistema di idee (sotto questo nome riassumo, forse in modo terminologicamente scorretto, l’insieme di precetti, dogmi, consigli di vita etc. etc. ricavabili da quella parte dei testi genericamente definibili come “sacre scritture” che oggi, per convenzioni varie derivanti da decisioni meramente e prosaicamente umane, vengono accorpate nella Bibbia, e cioè antico e nuovo testamento) che la chiesa predica, sistema di idee che per molti aspetti è condivisibile ed ha punti di contatto, per esempio, con il socialismo e con molte altre ideologie apparentemente inconciliabili, ed il comportamento effettivo di una sovrastruttura composta da parroci (a livello di base), vescovi, cardinali, congregazioni, etc. etc., comportamento che non è mai conforme a quel sistema di idee, se non contrario o addirittura in molti casi delinquenziale. Non starò qui a fare i numerosissimi esempi di uomini di chiesa che, a qualsiasi livello, hanno commesso più di un crimine gravissimo; alcuni di essi sono stati addirittura elevati alla gloria degli altari (si pensi, per esempio, al controverso Escrivà de Balaguer, fondatore della controversa Opus Dei, beatificato dal papa attualmente regnante).
E quindi: cosa c’entra con il corpus evangelico/biblico il potere temporale della chiesa? ed ancora la situazione di privilegio di molti enti ecclesiastici nella società? ed ancora l’esistenza di strutture come lo Ior? questi sono solo alcuni dei moltissimi interrogativi che mi farei io se fossi cattolico, per valutare e capire l’istituzione chiesa e la sua attinenza ai precetti che la stessa chiesa predica.
E’ palese che c’è una divaricazione palese fra “religione” (cioè il sentimento religioso ed anche il sistema di idee che descrivevo sommariamente sopra) e “chiesa”, quale struttura che probabilmente, a partire dal livello immediatamente superiore a quello delle parrocchie, è una mera struttura di potere e di governo delle masse che sfrutta il sentimento religioso a tale fine.
Ratzinger, per le sue prese di posizione, per le sue palesi contraddizioni umane, per il suo intransigente atteggiamento di negazione della carità cristiana in tutte le situazioni in cui la sua effettiva applicazione porterebbe a condotte opposte a quelle della chiesa, è l’emblema di questa divaricazione: ecco perchè un cristiano, secondo me, non potrebbe mai prenderlo a modello. O meglio, se fossi cristiano, non potrei prenderlo a modello.
Uomo amante dell’inutile pompa (Cristo non aveva bisogno d’incenso) che esce a celebrare le sue cerimonie in ridicole tenute che avrebbero fatto arrossire anche Wanda Osiris; uomo presuntuoso e privo d’umiltà; uomo “crudele” nella gestione di varie situazioni che oggi rappresentano problemi gravi per tantissime persone (il fine vita, il controllo delle nascite solo per fare due esempi); uomo tollerante con i piccoli peccatucci di sacrestia (nel solco, questo, di una “gloriosa” tradizione ecclesiastica), ebbene, quest’uomo non può essere il vicario di quel Cristo le cui parole, in realtà, sono tutte nel senso opposto del comportamento di santa romana chiesa.
Mandare un figlio a Madrid a sentire un simile uomo??? piuttosto gli proporrei di farsi un bel viaggio per tutta l’Europa per aprirsi un po’ le idee vedendo come si vive in paesi veramente “laici” dove l’Ici la paga pure la chiesa ………
@ Diavoli
stiamo trascendendo in post chilometrici di retorica che non rispondono a cio’ che invece, in modo semplice e basilare, il Narcisi pone nel suo post iniziale.
Tutta la discussione è iniziata con la sua critica (legittimissima) alla ”Repubblica” in quanto fonte e voce degna di poter essere inserita in una qualsivoglia seria indagine storiografica.
Bene, benissimo….facciamo ora un passo indietro dunque….e ci spieghi lei dove trova le sue fonti con le quali asserisce ad esempio che i casi di pedofilia riguarderebbero lo 0.001 %,…….
Visto che queste sono le propozioni (”come risulta essere”….parole sue testuali) del fenomeno per lei…sarei davvero curioso di capire come questo fenomeno tanto piccolo e marginale…sia stato invece preso cosi’ sul serio tanto che:
-la Presidente della Svizzera Doris Leuthard ha sollecitato oggi la creazione di un registro centrale dei preti pedofili, per impedire che abbiano ulteriori contatti con minori.
-Il Governo irlandese (la cattolicissima Irlanda!!!!) ha addirittura aperto una commissione d’inchiesta governativa !!!!!!!!!! che, dopo due anni di lavori, conclude i suoi lavori definendo la risposta dei vertici vaticana come ”inadeguata e inappropriata”.
Governo che, per bocca del ministro degli Esteri Gilmore, si è definito ”oltraggiato” dalla condotta avuta dal Vaticano su tutta la vicenda.
-Secondo Il rapporto commissionato dagli stessi vescovi americani allo studio legale John Jay, che esamina la situazione dei preti denunciati alla magistratura per reati sessuali……dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000, circa il 4%) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, casi di pedofilia e casi di rapporti sessuali con adolescenti).
Il 4% riguarda accuse in tribunale….le lascio immaginare come aumenterebbe la percentuale se potessimo contare tutti i casi, che per mille ragioni che immagino potra’ benissimo intuire, avvenuti e non denunciati.
Ah…nel caso volesse leggerlo:
http://www.bishop-accountability.org/reports/2004_02_27_JohnJay/index.html
Vuole che continui con altre documentazioni o passiamo a parlare invece di quanto ratzinger si sia combattuto per arginare il problema????