di Alessandra Pierini
Chi ha paura dell’uomo nero? Un tempo erano i più piccoli a lasciarsi intimorire dalla figura simbolo del diverso, oggi invece sono i grandi ad avere paura.«I bambini – spiega Sammy Kunon, responsabile sell’associazione Anolf, nata per sconfiggere l’intolleranza e il razzismo – sono abituati ad andare a scuola con compagni di altre nazionalità, sono invece i grandi a vedere negli immigrati persone da temere e molto spesso trasferiscono i loro bambini dalle scuole interculturali». Proprio per approfondire il tema e confrontarsi con questa realtà la Cisl di Macerata promuove per sabato alle ore 15 alla biblioteca Filelfica di Tolentino il convegno “Una sfida per tutti” nel corso dl quale sarà anche proiettato un documentario realizzato per sensibilizzare sul tema
Sammy Kunon ha la pelle nera, gli occhi vivacissimi e un accento indefinito. La sua associazione, l’Anolf, è promossa dalla Cisl e trova sede nei suoi locali: «Lavoriamo a fianco del sindacato e offriamo agli immigrati dei servizi per l’integrazione. Macerata è l’unica provincia in cui non esiste un albo dei mediatori e spesso ci troviamo noi a svolgere questo ruolo. E’ una figura essenziale per l’integrazione». Sammy racconta anche un episodio a cui ha assistito personalmente e che spiega qual è la situazione: «Ero in ospedale. Era stata ricoverata una donna pakistana che da giorni era vestita con abiti da casa. Una infermiera è entrata urlando alla signora che doveva cambiarsi. La donna pakistana non lo faceva per vergogna e sarebbe bastato spiegarle che quello era un reparto femminile e che gli uomini prima di entrare avrebbero bussato».
Gli episodi che manifestano le difficoltà di integrazione sono molti e riguardano anche i figli degli immigrati che sono nati in Italia. Per loro è nata una sezione di Anolf che si chiama “Giovani di II Generazione” ed è Ylbere Ramanaj che la coordina a spiegarne la funzione: «Noi immigrati di seconda generazione siamo nati in Italia ma non abbiamo la cittadinanza italiana, siamo considerati stranieri ma ci sentiamo italiani. Io mi sento nella mia patria. Ogni tanto qualcuno mi dice “parli bene la mia lingua” e io rispondo che è anche la mia. Mi capita che il mio curriculum vitae venga scartato perché ho un nome strano, io preferirei che guardassero il mio titolo di studio».
Il segretario provinciale della Cisl Marco Ferracuti ha raccolto dati relativi all’immigrazione e ha passato in rassegna le problematiche più forti in tema di integrazione: «Il convegno sarà proprio l’occasione per riflettere sulla questione. Subito dopo l’assemblea invieremo a tutti i Comuni un invito a proporre in consiglio comunale un ordine del giorno che sottolinei il tema della cittadinanza perché ci sembra giusto che chi nasce nel nostro paese abbia il diritto di essere considerato italiano. Tante sono le difficoltàper gli immigrati, dalla casa alla salute, dall’istruzione al lavoro e ancora i rapporti con le imprese. L’integrazione è un percorso difficile e le differenze ci sono ma la sfida sta nel saperle accettare».
In base al Rapporto Immigrazione Cisl relativo ai dati raccolti al 31 dicembre 2009 gli stranieri residenti nella provincia di Macerata sono 34.020 e si concentrano nei sette comuni più grandi: Macerata (12,5%), Civitanova (9,9%), Tolentino (7,7%), Porto Recanati (7,6%), Corridonia (5,1%), Recanati(5 %) e Potenza Picena (4,4%).
Preoccupanti in questo momento di crisi sono i dati relativi al mondo del lavoro. Nei primi due mesi del 2011 infatti su 403nuovi iscritti alle liste di mobilità, 82 sono extracomunitari. La percentuale è salita dal13 al 20 %. Nello stesso periodo sono stati iscritti ai Centri per l’impiego e la formazione della Provincia di Macerata 372 lavoratori extracomunitari che rappresentano il 25% del totale dei lavoratori iscritti.
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ottimo articolo e concordo in pieno con il signor Kunon.
trovo assurdo non dare la cittadinanza italiana a chi e’ nato in italia,non farebbe altro che bene.
vedo poi i miei nipoti e le mie figlie che crescono cosi bene tra altri bambini di altre etnie e per loro e’ e sara’ un arricchimento continuo.
purtroppo e’ vero,siamo noi adulti(e io non lo nascondo per quanto mi riguarda)ad avere paura del nuovo.
un cagnolino e un gattino piccoli se li fai crescere insieme diventano spesso e volentieri grandi amici,se lo fai da grandi purtroppo e’ piu’ difficile.
Tra l’altro quello che viene alla luce è che nella nostra zona il vero problema non è l’immigrazione ma la disoccupazione e bene ha fatto l’articolo a mettere in luce che tra i disoccupati ben il 25% è straniero a dimostrazione che gli imprenditori trovano facile scaricare sull’anello più debole la congiuntuta sfavorevole.
Gli stranieri funzionano da valvola di compensazione sempre pronti quando c’è bisogno e buttati fuori al primo segno di crisi